Pensiero e Volontà - anno II - n. 13 - 16 ottobre 1925

292 PENSIERO E VO,LO·NTA' ciò che rijlette il suo Possesso della terra. Egli sa che lha ottenuto la. terra dopo la Rivoluzione d'ottobre; in molte parti del paese gli è stato già ricordato dai « bianchi>> che, non appena il regime dei Sovits sarà ab battuto, anche temporaneamente, i diritti ed i pri'l,lilegi degli antichi proprietari terrieri sa- . ranno ripristinati. Ogni giorno più i contadini poveri si conciliano con la forma collettivistica di produzione; quando passa l' esercito rosso, lo forniscono di alimenti Perchè sentono che il loro interesse è legato al permanere del regime dei Soviets )>. Ora, se i ,contadini poveri erano favorevoli al regime mentre i medii erano agnostici ed i ricc4i ostili, non si caipisce perchè Lenin abbia creduto opportuno mutar.e la politica agraria dei Soviets in senso favorevole alla classe media. E non si capisce perchè abbia creduto opportuno attenuare il carattere socialista della legge agraria del settembre 1918, procedendo, qualche. mese. dopo, allo sciog11mento dei Comitati agricoli dei contadini - poveri (comitati che si potevano considerare come organi per l'avviamento al comunismo agr~rio) !Per sostituirli con i Consigli degli I ag,ricoltori, organi che svolgevano un'O[)era favorevole al consolidamento dei contadini medii e. delle loro proprietà. Era .forse una mossa politica tendente alla conquista delle simpatie d-ei conta,dini · medii verso il regime? O piuttosto era un adattamento della rivoluzione alla realtà economica? .O, meglio ancora, era la rivoh1zione che, impotente a svilupparsi :perchè sof ~ fooata dalla dittatura, iniziava un cammino a ritroso? Avevano forse ragione i marxisti quan<lo sostenevano che la classe contadina russa non aveva capacità rivoluzionaria e che di conseguenza, prima di condurre il regime russo verso il comunismo, era necessario passare II)er un periodo di regime d!emocra- . tico borghese? Qualunque sia la risposta a questi interrogativi, rimane fermo un fatto: la dittatura bolscevica uccideva la rivoluzione. La rivoluzione aveva avuto un luminoso esordio, s'era affacciata alla soglia della storia éon un fascio di promesse... Ma poi, dominata da u?1nini -infatuati_ d'autorità, si sentì incapace ?1 procedere e si piegò su sè stessa perdendo 11 suo carattere iniziale schiettamente social~sta. L'azione dei contadini poveri rappresentava il procedere della rivoluzione verso il comunismo; Lenin l'ha stroncato perchè non voleva che la rivoluzione and'asse oltre certi limiti. BibliotecaGino Bianco . Alla rivoluzione mancava la libertà; in. fondo il contadino non si sentiva libero sulla sua terra, ma sentiva su di lui il peso della burocrazia statale che lo soffocava. Le requisizioni lo irritavano, le im!I)oste che doveva !Pagare in natura lo impoverivano... E da cfò nacque il malcontento, quel malcontento ohe ci autorizza a dire che l'esperimento russo non ha condotto e non può condurre al comunismo. Eccesso di potenza statale e mancanza di libertà. I bolscevichi si difendono affermando che, impossibilitati a cr-F..a·re di getto un'organizzazione di comunismo agrario, hanno dovuto limitare la loro opera alla creaziorrte di un . ambiente che favorisse, p.er tempi più o ·meno lontani, il trasporto dall'agricoltura individualista a quella comunista. « Intanto abbiamo spazzato via i grandi proprietari - dicono - ed abbiamo dato la terra ai contadini. IntantQ !Possiamo affermare di aver migliorato, e di molto, le condizioni morali e materiali delle classi agricole. La storia non procede a cotpi di fulmine e molto ancora potremo fare nell'avvenire ». D'accordo: qualcosa di mutato c'è, ed il contadino russo è salito un buon tratto del1' erta china che co.nduce verso il meglio. Ma se la rivoluzione, invece ,di esser chiusa nella morsa di una dittatura, avesse potuto espàn .. dersi, si sarebbe fatto molto cammino. E se l'azione dei contadini poveri non fosse stata stroncata dai poliziotti di Lenin, forse avrebbe avuti successi insperati ed il princi,pio del lavoro in comune, che è il principio base per la soluzione del problema aga:-ario, a quest'ora avrebbe trovato larga 8tPII)licazione. Invece Lenin, dimentico dei propositi e delle disposizioni della ,prima legge agraria, favorì l'agricoltura individualista, lasciando che nelle campagne si formasse una classe med~a, in tutto degna della N ep che andava formandosi nelle città. *** Non è facile seguire le vicende dell 'agricoltura russa durantè la rivoluzione. Mancano documenti sict1ri ed im;parziali e, forse, siamo ancora troppo vicini agli avvenimenti per poter trarre da essi una conclusione definitiva. Dobbiamo d·esumere questo nostro studio da pubblicazioni socialiste e comuniste le quali, per ragioni evidenti, non possono essere i:mparzial i, ma hanno lo scopo ·precipuo di esaltar-e il regime dittatoriale. Le notizi'e che dimostrano l'insuccesso rivoluzionario, d'obbiamo attingerle da altre pubblicazioni che non sempre sono sincere. -La man-

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