La Nuova Europa - anno II - n.25 - 24 giugno 1945

-- 24 g1ugno 1945,.-------------- LA NUOVA EUROPA------------------ 5 __ , GRAFIA DI SCORCIA1'0IE Sono piene di parentesl, di « fra lineette», di e fra virgolette•, di parole sottolineate net manoscritto, e c~ devono essere 1 stampate In corsivo, di parole-in maiu• rscole, cli o: tre puntini». di segni escia: i~allvl e di domanda. Che U proto prl• rma, e li lettore Poi, mi. perdonino. Non ,so più dire scn:,.a abbr"evlare; e non po• if,e-YO abbreviare altrimenti.. · QUINTE SCORCIATOIE E UN RACCONTINO con le resistenze che immagino nel ·1eti tore - comunicata. Ml sonò. sempre meravigliato che questa poesia di mor– te, ogni parola della quale è lSJ>lrata alla morte, metta Jn\'CCCIn chi la leg• ga -: specialmente ad aJt;i; voce - ree: cltaz1one di una musica guerriera. (Ho Pro\'ato a ridirmela Ieri; non potevo quasi St.lr fermo; sentivo li bisogno di muovennl, cU camminare, di rlabbrac• ctare la mia J)Overa madre). Jl Foscolo amava suo 1>aclre; lo spettacolo della sua agonia e della sua morte lo emj>I· rono - non v·è dubbio possibile _ di dolore, angoscia e sgomento, sensibili anche attraverso la trasfigurazione poe; lica. ì\Ja... ma l'anima dell'uomo è:! com• plessa, e cornplessa e (pre!storicarnente) primitiva è l'anima del fanciullo. L'Idea'. - non confessata certameote nemmeno b._ MERLO Questa :alll.na presto (gior- 1 ~~tge~ ~; a 6 t~gh~~.P:Fvnr'1 1 ~0 ~er1~: scrivcie - che il CANZONIERE rl• chiama il Tasso minore, e q CANTO A TRE VOGl il Metastasio. :)"'- (Aggiungo - J>er non creare equi– voci - che lo Hoffmann, al quale allu– devo, fu personaggio meno sanguina· rio. Era, Sémpllcemente, il temuto cen– sore di Helnc, che Heine si sognava la notte, con le (orblci In mano; pronto ... a tagliare il pezzo migliore. SaJvatorelll il vecchio tolse - com'era (egll almeno lo sostlene) suo diritto _ due o tre delle.mie SCORCIATOlE, che gll sem– brm•ano per I lettori della sua Rivista (e per lui) troppo - come ml fece ca– pire - «Freudiane»}.• t Era PJì\lPO, l'amico alato della mia In• ianzla. Ma .. non 1.>arevanostalgico. Pa: rcva animato da quella che Nietzsche ., .chiama la Volontà di potenza. Volò con uno schiocco verso la più alta cima I del più alto alberv; dalla c1uale- pote· :te essere ecru _ aveva già scacciati, o si ap1>restavn a scacciare, tutti gli al– . ti:i merli. STRATEGIA (Hitler) non ebbe li coraggio di aggredire, a fondo, con tutte le sue forze, l'Inghilterra. Se a questa aggressione si fosse 1>reparato dal gior– no in cut andò al potere; e se, scoppiata la guerra, avesse. attaccata subito (prl· ma ancora della Francia, prima a,icora delta PoloniaJ l'Inghilterra, forse a\•rebbc, per altri dieci anni vinta la partita. Ma - alll, biondi, con gli occhi azzurri - gli inglesi erano il suo Ideale. Dubitò indugiò, si sviò ... per– dette la guerra. ::: a sé stesso, di remota Origine infantile - che morto (allontanato) il padre esli sarebbe rimasto sulla terra soiO colla madre (Il sonetto è a tre 1>ersoi naggi: il poeta nncora ragazzo, la ma· '\ dre sua, e II padre morente; gli allri 1 componenti la famiglia o figurano as• senti, o sono e accantonati» tn quel e E tacque ognun », con cui s·inizia la se• conda terzina} è forse alla radice pro• fonda dell'Ispirazione che agitava ll Fo– scolo quando compose la sua 1>rlma g:-l~de ~la. Egli la !:ntese come una mustca funebre e un tributo di -p(età fi.gllale; la pietà figliale e la musica dl dolore ~ono rimaste; ma l'accento tiri• -i RENATA Il ma;:o di Renata la gen– tHlss\ma la tratta, qualche volta, male. J Non male precisamente; ma come non ..fosse più (mentre lo è sempre) nè Re• 'nata, nè_gentlllssima. Lit rimprovera, p. es.. dì mancare di senso pratico (ne ha più di lui); di comportarsi. come ·· sctocca bambina (che nemmeno è ve- SPENCER e Ecco un uomo che sape· va pensare» disse - andando contro ogni canone della modernità - 11 vec• chlo prof. Braun, in visita, In quel !on• 0·1•EBREI 'tEDESCHI amavano la :fa~ 0 l~ 0 :;i~ai~ 1 a11 1 ~:~r!i' 1 ~~~1:i1!~Uift Germania; ma 110nerano tedeschi. Tan- PRJ:!\11PRINCIPI. che carlctto (il mio to plù i loro pazzi ospiti (sollo ogni bravo impiegalo) aveva tolto da uno paZzo - dice il TALMUD - c'è---"un scaffale per rimetterlo in vetrina, e ten– cattlvo) avrebbero dovuto tenerH di tare (come egli diceva nella sua scar– cont<;>;, cotllvarli - per cosl di.re ......... sa simpatia per I libri 'e gli autori che artificialmente. :Molto, per ,loro nn- non sr vendono) di «nettarlo». - «Ma tura, vitali; e innamorali del paese - Interloqui un cliente (un giudice): - ugualmente vttale - nel quale era- se i nostri filosofi idealisti - e fece u no natl; ma, in ,pari tempo, stranieri nome di Giovanni Gentile - Jo consi• . ;ro); .e di cose simlll. f «·Non li ricordi - gli disse un gtor: no un amico; che (come un P<>Co tutti) e tiene• per Renata - quando lei ave- CQ catlc -· ul <H tu\lri della sua volon, tà - su qualcosa d 0 altro, che non è né detto n~ accennato, e fa tuttavia sen• tlre la sua presenza; qualcosa che n lettore, n sua Insaputa, avverte; e sen• za la Quale Jt sonetto non sarebbe na• to. o sarebbe nato dtverso. i ;va son tredici-quattordici anni; e tu le ·/ Jnsegnavi (allora usava) ad amare Wa· gnerT E non \Vagner solamente; ma ;.utto auello che a te - dell'sirte ~ della vita - piaceva? Qu:mto ne eri ~namorato! E adesso, perchè ti ha spo– sato, seguilo (anche nella sventura), ad esso; erano, per definizione. i medici derano uno zero?». - « Ne hanno - ~~c~~na}o~~() !ta~~r~slm;'ia:1 ~;::,r f~toél~ign~l r~~:~:o .. prof. Braun - Je- ntzlo da respingere qualunque medico · e qualunqu<: meclictna - li avrebbero * impediti d'Impazzire del tutto. LO STESSO ml diceva un giorno: all~~ 1 ~frc~! 1 1 <~~~~~~ ·~b;!t)~~e°ntai~é e O arte, o scienza. M_antm filosofia». * RETTIFICA Un amtco ml avverte che l due ultimi versi di un sonetto del Foscolo, dei quali 11De Sanctls loda la grandiosità, non appartengono a Quello PER LA MORTE;_DEL PADRE ma a quello che si intitola A ZANTE'. Tutto quello che ho detto rimane vero (o non v_ero) ugualmente; ma la giusta osservazione del mio amico dimostra (se pure c'era bisogno) quanto la me1 mor.la sia abile a modellare una I~ttura \m fat.to , un'impressione qualunque' dentro lo stampa della passione o dcli.i convenienza; onde 1>ermettere cosi ad uu tcsumonlo dl mentire! in buona fede. · :J)erdonate ca prlorb tutte ie tue pazzie, datl due bellissimi bambini; adesso tu ,a rimproVcrl dl colpe che non ha; e delle quali sarebbe - anche se le aves- . f se 1lm~~~t~~:C? R~nata ribatteva ~n l buone, o cattive, ragioni. l\Ia la sua vera ~ scusa ramico non la t~ovò nelle sue pa· f-l"ole: la lesse nel suol occhi. Non era ,E~1è~~fe~,.~r~i:~~i~~!,~~~~~ f anche dell'uomo migliore - davanti al jmovlmenli della vita e della propria ,.anima." E' come - dicevano i suol oc– l chi - se tu ml accusassi del nascere e r deJ tramontare del:!•». - ' PIMPIRICCHlO Era uno str.aordi– rJl.ario bambino di un J,i.broper bambini. i Commetteva, a ogni ca1>itolo del Ubro, tJmmense cattiverie (mai però di. carat– !~ ingeneroso); per le qua Il veniva. ; iJl. Condoa ogni. capitolo, punito su quet- ~ a parte del suo corpo che• Cervantes . h!ama e il pagatutto dei ragazzi ». •• C Ti piace Plmpiricchio? » domandò · padre di Llnuccia a Llnuccia che sapeva da poco leggere e aveva rice– }:VUtoiin dono e 11suo primo llbro •· La tplccola (che sua madre a\·.:?va vestita f1111ornper condurla a passeggio) ,riSJ)l)– J se - e con le manine si. tirava in giù l e larghe ali del cappello .dl paglia dl Firenze - con un'altra domanda: «A te, babbo, p1aée Ntcce, vero? • E Si av- ... t~ 1 t"ac~~ t~~1daU1~~r~g?~;~r~eu·attra ,guerra ... Ma perch~ sian~o statl cosl eat• [ :t.lvl colla vita? O perchè la vUa è stata .,çosl cattiva con noi? ~ * ~ PIERINO (Il mio amico comunista) ,Jnl accusa spesso - e non so perctll!·- ,(Il .essere un reazionario. « Qual'è, se– condo te - gli chiesi un giorno - la ldl(fcrenza che passa (ra un reazionario 1~ un progressivo? l'J. - o: Il primo - ml ~pose - ha lo sguardo lrrlmedlabil· · mente volto al p::tssato; il secondo al- 1l'avvcnlre ». f Sul mio tavolo da lavoro era aperto, ·f)Cr necessità di lavoro - li manoscritto I di SCORCIATOIE. 'l'utte le mie t han· ,no ...:... m questo periodo - la Ilneeua 5n alto spinta all'infµorl (verso la de• stra dello scrivente>: l'altra metà è ad• dirittura ommcssa. 'l'rionfante, .mostrai : i\ Pierino e l'indizio rivelatore». 1 « Ebbene; che cosa vuol dire ~on que– sto?•·~« Voglio dire--_ gl-l 1isposi - che chi scrtve cosl la lettera t, non può , aVere lo sguardo rivolto al passato. Do– wandalo al più modesto grafologo». , SITUAZIONE PERSONALE Ho, lor– •se, un pò cli nome. (Me lo sono fatto ne– .gli ultimi anat; quando era sceso su di Aut i.I sllenZ'io). Ma non riesco, per nes– ~no. :i divental' padre. Rimango - ~Ila mia età - fratello. Questo, non per 8(>l1Xl degli italiani; se. mal, mia: sono , fratello. La situazione )lon è per dl· acermi; sebbene ·presenu qualche -~~~o~ ~~oa~/ 0 fr~t~~:i~,~~f Ma~ Jondo, ml vogliono tene; e non mi fa~ 1"3.Ilnonulla. Al più, qualcuno della mia enE;:razioue (cbc dl quei· e complessG:t 1 un.se a ll'apice). COntinUet;à' _a. d_lre- a male. Mediterranei come la maggloran• * za, viventi In Italia da secoli o da. mli- IL VECCHIO PROF. BRAUN _ al tenni; c•~ - con qualche eccezione - quale ricordare te sue origini parzlal; meno diversità fra un italiano ebreo e mente tedesche (sua madre nasceva un italiano non ebreo. che non p. f.~.. contessa veneziana) voleva dire offen· fra un bresciano e un calabrese. Una derlo - era (la sua Immensa cultura sfumatura etnica di più, non è che una a parte} una gran ~cara persona. Solo nota di più di colore, in un paese che, odiava - anche lui! - quella cosa o per la sua struttura, storta, forza assi· quel complesso di cose,..che chiamava, mllatrice, somiglia al tappeto « scorcia• impropriamente, Freud e 11 FrcudiSmo. torizzato • In quattro versl di Unga• ·11 mio solo difetto era (cosl si esprl· rcllt, nel quale ogni colore si espande meva la sua bontà) quello dt avervi e si ada·g1a negli altri colori 11 per esse- (ma il termine non era esatto) aderito. re più solo se lo guardi•. Ma non era un filosofo; e capl - poco Questa SCORCIATOIA non è per te, prima di morire - che non si può vin– lettore della NUOVA EUROPA, che cere l'irrazionale ( oi.oè Hitler cioè l'ln- UNA LACRIMA Come pos.sono gli certamente non ne hai bisogno. La sµa conscio) senza ptlma averlo porta(o alla' Inglesi aver pensato _ pensare ancora r::,n~.i=fu seÈ~RnJt hl~fui:~v~:~roco~ luce della ragiono (cioè deUa COSOienza). -· a un «pericolo» comunista in ltalla? toplcamente spaesato - der'mio amico * ~~nè ~f~~~! 1 d~tre~~!:!~~le l'Itai Giacomo DebcnedettL . I POETI E I FILOSOFI I poeU (que- L'Italia - direbbe Il toro e mio Sha 1 sto lo sanno tutti) sono egocentrici. kespcare - è una rosa tropl)O bella, Per essi. i1 mondo esterno esiste; solo troppo profumata per npn nascondere .. PANTERA NERA Ml perdonino gll ebrei. romnnl se dico che alcuni dei Toro (probabilmente molto giovani} stanno, ln Questi gtorni, dellrando d·odio e d'a• more per Celeste d1 Porto, detta - per la sua b,assa ferOOia - (ma gtà quel sopranno111e è sospetto) «Paritera nera». E' colpa di un'immortale canzonetfo (che i bamb\nj cantano per le vecchie vle del plll antico ghetto del mondo, e che tutte .le riviste- popolari riproduco– no) nella quale Celeste di Porto è chla: mata (con ritornello). Stella d\ .(anzi del) Porto: St(!Jla del Porto, ctella d 0 0rlcnte, ne hai fatti pia~rc tanti Cosl lncomlncta solo una pocsta d'a• more. E' vero che poi ra stessa (non per ragioni poetiche) immortale can– zonetta dice: Vogl'<) Clntare cosi una i;ercn;ita elno- a ohe- Stella del Porto ,'lleitc ammazzala. l\'la qui c'ò..: la serenata. E! co\pa di un opuscolo «tielllsslmo » Intitolato PANTERA NEA.A - ERl LA SPIÀ ·or - PJAZZA GIUDIA (sotto il lltolo si vecfe la !Ologrttfia dell'infame), che !~ mia buona stella· tnon ·c'è nessun bisticcio dt parole) ml ha fatto irovare da un glorrialaio, una sera che ero cosi stanco che, senza ·quella lettura, che m'ha _fatta dimenticar~ la stanchezza, non so come aVre.i fatto a ritornare a casa. · «Bellissimo» ho detto; perchl!'conl\e· ne I.a materia greggia l)é:r una o due terzine dell'Inferno dl·Dante: Del resto, senza una goccia di superstite amore, non si fa nessuna poesia, nemmeno una canzonetta Popolare cll odio. E odio, amore, sangue - nella vita e nella poe· sia - .!iimè!.c<>lanopiù che llon ·sl ere• da. Specialmente in epoche - come la nostra :__ .turbate. :~~'!o~'r~~~i"\'in!~~~?c~) a!~ev~~ ~~~n~o grembo Il verme ,pi~ Iipu; fatto un passo più avanti nel cammino * della regressione: erano egocosmici. « PERCHE' l'hai chiamata UNA LA· * CRIMA? :t. Perchè lo è- E perchè l'ho I POETI .(Intendo particolarmente 1 veduta: negli occhi di Renata la gentli poeti Urie\) o sono fanciulli che can• llssima. quando gliela dissi, una di q,uc, tano le loro madri (Petrarca), o madri ste se_re. che cantano i loro fanciulli (ne abbiamo * letto un esempio nella serie precedente EROS è chiassoso; fa molto baccano g 1 ~!C/~:in~~ ~t::~i;~n;: c;~ sulla superficie della terra. 11 suo nei suoi sonetti?) una cosa·e l'altra. SI di· mlco - l'Istinto di Morte - è (come rebbe cbe: la lirica (con molte appare11,- ~~~~~i~~ f{~ 8 la1i~~~~~-:tfi~1r~~~~~ ~~w~~~~nni1t~~~::~~ld~e~~::g tutto. qui, finaim.en~ e. iL noccolo deil!'ispira· p~~~u(~ 0 p~ie ~f~) d~~atW~!a 1 3 1 n~~~ zione 1>0et1ca. sua .(niente allatto enneuca) l>OCSla, ,:~ che s'intltola LINDAU PEfi LA MORTE DEL PADRE La La roncllne vi (>Orta poca Istintività colla quale-gli italiani fili d'erb!, non vuole che la vlfa .passi. sentono la poes:a (di letteraiura Invece Ma tra gli 3 rgln! a notte l'acqua morte. :i~ 0 ioi~a~~dn~1>ftc!!aJ~f~~~~~a.e, :~t;~i logora ' &'.ISSI. cedimenti mi sono sempre rlmasu un La rondine {che non vuole che la vita pò ml:;teriosì, finissimi apprezt.. at.or~ ) ò passi) è l'amore; l'acqua morta _(eh~ dimostrat.l dal fatto che questo beli!s- lo9ora i sassi} l'Istinto dl )torte. simo soneuo uioua11ile del Foscolo (ma li· Foscolo fu, quant'altrt mal, un p0eta della giovanezza, anzi sol() della giovanezza) è éonslderato una delle sue cose minOri (relegatQ fra le chincaglie– rie dell'adolescenza, alla quale appar· tiene sl per l'epoca in cui fu scritto, ma dalla quale emerge come un - prl· :~a ~clr;li~~f°~~~ iffl:~gni\oan~~~~~;~ mentre, se non è ~\ll'altezza di altri so– netti (ALLA SERA - PER LA MOR– TE DEL FRATELLO) è già del grande Foscolo; superiore, comunqµe, a tut• to quanto egli scrisse dopo 1 SEPOL~ CRI, comprese 1:.E senlll GRAZIE, nelle cui gelatinose iridescenze alcuni (spe– riamo si sbaglino; per quanto mi rf. guarda si sbagliano certo) vogl'iono ve– dere le origini della recente poesia lta· SI PUO' (con qualche apparenza di r;_1glone).punire un bamlJino, 1>erchè ha fatta una macchia d'Inchiostro sul ~~a~~~~~ 3~gr~~~a~~-t'lte Alighieri ~ «? ». - Nulla; se sei sorcio. Se non lo sei, quasi tulio. e DOV'E' LA NUOVA EUROPA?> ml chiese - al telefono - un amico. « Ma 10 non lo so - gli rlspòsl (avevo le idee -ancora confuse; la sua telefona· tu ml aveva sorpreso rra 1.t veglia e l~ sonno} -; forse In SCORCIATOIE :t. ALLA NUOVA ;UROPA.«C'ò HoJY-·~:~cÌu~~?u~:O~t~~~~o!f~<;.,~~ Appena dopo ho capito che la sua domanda - meno Indiscreta - aveva una portata. più modesta. Voleva s..,pere da me (che ml sapeva collaboratore)j l'indirizzo del settUnant1le che porta questo nome di buon augurio, e che è - tardi e fuort luogo glielo dico - a) numero 47 di Corso Umberto, ora COI'SQ del Popalo, mann'? » ho domapdato un giorno, en· tl, Poi spiego a sé stesso e agll allli, trando nella Redazione della NUOVA l'importanza (ondamentale del -sonetto, EUROPA. - «Chi!:t - ml domandò, ~la grandiosità del due ult_lml versi. un poco (ma non tanto) sorpreso - 1.H sono lasciato un pò prendere la ~~à~!~ 0 i~~ ~r~:t~:a H1!~f!:~n?' t 1 ~ ~atfa d~:!: 1 ! ~~~a~u~ ua~~ '-- « Un carnefice tedesco» •mi rispose. CI.ATOIA voleva dire un'altra cosa, E cont,i-nuò~tranquillo, a sfogliare del· che è fuort della valutazione letteraria, 1e·ca~:· , ' '· ' · e noa è faci!e ad essere n"écolta, né - * ITALIA MIA _{RACCONTINO).Quan• do 1~giovanetto Miehele .(tutta la &Ulf famgt}ta ~ eg!f ~f!ta; ma chi sa P.QI

RkJQdWJsaXNoZXIy