La Nuova Europa - anno II - n.19 - 13 maggio 1945

--6--------------- L:.t NUOV:.t EUROP:.t------------,--13maggtol9454 INVITO A TEMPO RITROVATO T o e Q. u E V I L L E La più :piccola tomba d1 Roma e Hl riapre oggi l'opera di Alexfs de 'l'ocqueville, e specialmente lJ suo volume L'ancien régi.me et la Ré· vohlli.on , rinrnnc sorpreso, io credo, da p.1recchi incontri. Prima di tutto U di· -s))rezzo peJ· le cMacchiere generiche, 11 tener !ermo alle cose, ai !att.i, la pas• .sionc di convalidare un'opinione, an: "ti n volerla <1uasifnre scaturire da un numero 4ncalcolabilc di fatt\, di circo– stanze, dl ordinamenti spesso umill e .quasi._d'ordlnaria amminlStraz\one, da cento e cento ricerche d'arch\Vlo, 1 rc– gistrl parrocehiall ln terra di Francia nei decenni prima <lel!a granrle rlvolu• uone. le cllsposizioni dei parlamenti provinciali, Je tasse, i controllori <lelle ~mposte, 1 lavori d'appalto de1le stra• de ecc. ecc. Niente !anattsmo per le · ldee generali, 11ientemessianismo, nien, te Michelet; ma continuità della sto– rta, una storJa tutta di cose, di r:espon- 1.mbilitàumane, individuali e collettiv~. iguasl senza colpi dl scena e senza tn• itervento d1 « geni », eppure una storia ,ehe non rifiuta l'occhio dl Dio... Que– 'lto è Tocquev1.lfo. Chj pensa allo spinto francese, come cl è descritto nei volumi dl letteratura specie di origine romantica e di marca tedesca, qu.ile uno spirito che ama, e c;pecialmente amò ln cç,,rtl secoli, !e Jrandi idee generali, le sottigliezze, l 1 principi», rimane stupefatto di fronte il tanta concretezza di fatti. di circo– ~tanze; e sopra.ttutto di vedere come \la tanta congerie di ordinamenti ml– JlUti nasca non solo un senso di verità .ma anche un alito di poesia. Inslstia• mo su questo fatto che pub essere Un: J)Ort.ante per lettori, come noi slamo, J>IÙ d!.opere Jette1:arie che politiche. La 'scoperta dc1la vecchia armatura accen– irntr:ice che coi suol ordinamenti legt– slativi passa, quast inosservata, dalla monarchia del Capeto a1ia Rivoluzione e anzi sl rafforza, ha - dieo come sco. :perta d'idea e d'immagine, non come bontà dell'istituzione in sè - qualche eooa non~solo di vero ma anche dl sug• ,gcstàvo,.quale, tn vecchi edifici, la vi– t.ta di certe capriate solide e cocciqt'-!, che resistono al variare del fondali e dei tramezzt.. E lo sUle dt Tocquevtlle? Anche Que• sto, lo credo, è una sorpresa. Niente bo-n mots, niente eSf)rit spumeggiante e leggero; ma uno stile calmo, Slcuro. Certo assai signorile, nella sua sempl1• cltà; certo uno st.lle che Si vale anche del paradosso: « il regno di Luigi XVI ·è stata l'ePoCa più prospera dell'antica monarchia, e Questa medesima prospe• rità affrett.b la Rivoiuztone »: e· Quale uomo d'ingegno rinuncia al paradosso? Ma è, oserei dire, il paradosso di buon~ lega, quello che serve soltanto a rar ni– S))lendere di pili la verità, come un ,Hamante che, posto su una stoffa nera, !a vedere meglio la bianche,::za cli una Pt::11edellcata; non già il paradosso a cli1.cl hanno abituato purtroppo scrit– tori anche di molto ingegno con Io sco• po 1n fondo di mutar le carte in tavola, di volerci dare ad lntendtre che «Cri~ sto è morto di freddo&. L'intelllgenza dl Tocqueville è l'intelllgen1..a chiara, tutta di c<>se. di cui abbiamo bisogno oggi'. . . e fu riconfèrmata dal «piccolo» Napo- SPEilDU1'A nella oran foresta delle leone, da Napoleone 111. Lo sp1rito dt ,1ostre chiese, btsoona arram.pi- certe Istituzioni, specialmente di carav carsi, per rinvenirla, su per la rl· tere anuninistrativo e interno, che so- pìda scàLa che dà Borgo Santo Spirito no PoL l'os.satura dello stato, non cam- sale alla chiesetta dei Santt Michele bla per il cambiare della forma di go: e Ma{Jno. Bencht questa sia stata ptù verno. Ci sl avvicina ln tal modo alla volte rtma 11 eggiata e da ulhmo sotto r.onclusione del libro di TacQueville, fa Pio JX, ti iuouo è di quelli dove meglio quale, anche se non fu formulata da si respira l'antico. Non, tanto nella lui nei termini stretti dl poche parole, chiesa, forse, quanto uella corte o viaz– ct pare di non tradirne il senso, rlassu- zetta che Ja precede, dove Uli amici dei mendola cosl: Se non si avvereran110 Machiavelli _ gli amici vert, non. certi postulati - Quel postulati che quelli che ne hanno sperperato e abu· Tocquevilìe ritiene !ondamentall per la salo il nome durante il dei:orso ven,, craazionP di una vera gemocrazta: tl temito - possono ritrovar l'ombra di decentramento amministrativo, l' tndt~ Fra,u:esco Vettori, l'amico e il corri– pendenza assoluta del potere gludlzia• spondente di Niccolò. n, Vettori, orator rio. l'accordo tra la religione e la !i· fwrenww presso GiuUo li e Leon X, bertà - « si potrà abbattere 11 padrone, abitava per l'appunto lassù, e lassù olt la persona la testa, ~na il corpo dello pervenne, come ho avuto occastone di stato rimaiTà lo stesso; tutt'al più cl racc01ita,: altrove, la fcrmosa lettera da si limiterà a po'rre La tes!a della liberta Sa-n casciano con l'annunzio della com• s-u un corpo servile». po~i'.ti011e del Principe. La chiesa non Basteranno, crediamo. Queste paro: si anima un poco che quando vtmoono Je per intendere quanta è l'attualità di a celebrarvt le loro fum!ioni, tutti tn– questo scrittore nel nostri giorni. Ma cappati di rosso, i confratelli del San~ non vogliamo privarci del piacere di lfssinw Sacramento di San Pietro fn insinuare nell'orecchio del lettore qual- Vaacano. Di solito è chiu$a, e anche che altra suggestione o Jnvito: e L'm• quando è aperta poca gente vi s'incon. clinazione verso li governo assoluto è tro. Jndistu.rbau vi riposano dunque i ln rapporto esatto del disprezzo per li defunti, fra i quali uno illustre, Mengs, proprio Paese ...> E' un monito che pub e ui,o mezzo itlustt·e, Nicola Spedalieri. valere anche per oggi; e in ogni modo Ma quando io saJ.gola.ssU..Lamia vìstta chi non ha sentito che quel dis)Jrezzo -n,m è per loro, bens~ per uno squisito era nell'aria dittatoriale del ventennio altorilievo Quatt 1 ·ocentesco, san Miche• trascorso? « I <lespotl stessi non ne- le arcangelo che abbatte Luctfero, e gano che la libertà sia eccellente; sol- pe-r là piccola lapide sepolcrale, anche tanto la vogllano per loro e sostengono essa Quattrocentesca~ che ou1 voolW che gli altri ne sono imlegn\ >. Que.S- sey,wlarvi . st'ultimo concetto fu già espresso da Non vtù grande d'un fazzoletto stne– un tedesco. Ludwig BOrne, nei primi oato, commuove proprio per la sua pie– anni dell'SOO in termini che per noi ,.;olezza, di ,·ui l'epigrafe. rende rag,one. sono quasi uguali: Es olbt keinen_Men- Dopo la stola D.O.M .. (Deo. optlmo ma• ~f!~nde~eGe:~~::e 1i:rd::r:~:'Jv. 1 :e:1~~: :Omo), vl si leuocmo questi due dtsttci: der U11gerechte nur Jii,r sich alleùi. Parvulus, et properas qua6~t~~•v!~t~~ « Non c'è uomo che non amt la libertà: Te rcgat cspl'èias vcrbaque p;.mca l~as: ma il giusto la reclama per tutti, colui Hoe SUDt ex!guo Vasinldos <ì&:la $eJ>Ulchro che non è giusto per sè soltanto>. Sono Tecta, <ledlt ra;pult qu.im .sl-m'lll una dies. parole da tener presenti anche oggi, in (Benchè picco,a, e anche ,e tu hai questo rinnovato ardore di conirastl dt fretta. 0 passeggero, questa Lapide t'tn· ide(?, d'interessi, di partiti. Dice Toc- vita a ouardare e a leouerc poche pa– queville: « ll potere accentratore non role: in questo esiguo sepolcro si CU· solo egunglia tutu 1 cittadini in una stodiscono le ossa di Vastnide, nata e uniformità esasperante, ma li isola, li nwrta nello stesso giorno). E poi, dopo. ~~: 1 ~°!, ~~~U~\,g~~~loe °c-1rlal\~.~~rie n~i~ uno spaz:;D bianco: Vasiniolae quae vixtt per cosl dire nella loro vita privata~. hor.as ·llO\"ffi.1 et decem Yasinus: Gambe· E chi non si è sentito «murato• per 1~:il.posltit .MCCCCLXXXV 11 XI KL. molti anni? e chi non sa che il difetto· Chi era questo Vasinus Gambe7ius nwggiore degli italiani è forse Quello che con tanta oenHlezza componeva ~i: 10 ~s~~'~:;~~~W,~toc~~i~r~e~;n'!;1a~~\t nella tomba la sua m.orticin(J appena « ali.ri >, alla comunità, allo Stato? ~':li nata e ne accurez.rnva il Visetto e le abbiamo perduto le qualità del cwu manine di cera c01i questi vezzco{)ia- non da ieri, for!:ie fin dalla caduta d\ ~g; 0 tf 1 fo2 t~~ 1 ii:t/°f;.:, 1 ~ 0 pf![i~°1t~ df. ~~ 1 ;!~i ~ 1 ~. 1 ~~ 1 ~~~~~~~~~~e~Q~:Ii ~:;e:i: ventò •poi, uit chierico della corte d'ln- in tal senso fu fatto nel Risorgimento. 11ot:e11zo Vl/I e di A.lessan<lo Vi, desti· e <lopo, è stato <listnitto. nato senza d-ubblo a una bril!ante car- La descriz\onc dell'aristocrazia frnn riera per il favore d-i cui godeva presso cese prima deìla Rivoluzione è tra le que.stl pontefici, del primo dei quali fu pagine più suggestive di Tocquevllle. camerie·re segreto e del secondo sud– quello svuotarsi a poco a poco. e non dUicono. Era·venuto a Roma da CasaL tanto per forza degli avven\menli quan- Monferrnto, proba.bilmente al séguito to per pigrizia O passività O proprh. d'un suo ·zio prelato, Bernardino Gam– lnlziativa, dt ogni dovere di comandc. barn, che t·rovo a Roma sotto Alessan– negll uffici pubblic.•i,nell'esercito. nelle <lro VI, ciambellano segreto cli questo amministra-i.ioni, pcrchè « comandare 11, e vescovo di Cavaillon. Di Vasino (Ger– « dirigcrt:? >, è ·Un peso. una responsa• vaso? J si legge parecchie volte il nome biHtà, una fatica; auel rinunziar.e a tut· ne{ diario di Giovanni Durcardo, il fa" ~fa~~e~fen :1\l~1~~!1r1:~ »:x1~ ! 1 , ~i~ ~ ==========-== nere come un guscio clorato e vuoto alla vigilia della Rivoluzione... tutt(l questo è vivo, era vero «allora » e non ha facile rh;contro nella vita d'ogg\ per• eh~ non abbiamo più una classe aristo, cratica dirigente. :Ma ll comportamento dell'aristocrazia d'allora non· fa pensai xe .a una patte delht n{\$tta nor~hes111. nll'assentnrst dl essa dalla passione del• la politica, da tutta la direzione della. vita, specie di quella spirituale, nl suo «murarsi• »egli Interessi della vita privata? nbtxlstanza buone durante la rivoluzto: ne francese; esattamente come oggi. nelle -nostre campagne. Eppure .(tran– ne nella Vandea o atrove) i contadini furono contro 1 «signori» ... Monito im– oortante per tutti coloro che, nvendo p~edlmenr.ì, vivono tn città ~ at>r.,an• donano non solo le loro terre all'incu– ria n1a 1 coltivatori di ess.e alla C!' soJt: ludlne mor~le i,, alla mancanza d'istru– zione, di una guida, di quel rapporti còrdlali che fra uomini di buona volon– tà esistono e possono esistere, anche moso mae$tro deUe cerimonie pontlfi.lÌ cie che dal nome latino della sua ~. tria. Strasburgo, chiama Argentina 14-t torre da lui 'J)osse<luta, neli rione San!!• t·Eustachio ( e t{ nome passò pot tti.1 eredità all'attuale teatro).. i1},?J:!~::i! 0 J! ct:/(u;!l fj~f~tJbVa~4 Gambara suddiacono, dtacono e prete; in San Michele arcangelo: ma è dubbio: se con questa denominazione n Dur,; cardo voglia indicare la chiesa dei Santi M1cliele e Magno. dove Vasino avev.a sepellito otto annt prima la s-ua Vast, n1ola, ovvero un oratorio che venne poi demoli/.o per la costruzione del nuovo San Pietro. U 16 febbraio 1496, primo giorno di Q!wrcsima, 11ella caf)l pelJa maggiore del palazzo pont1f1cio Alessandro VI benedice le ceneri prel sentateoli da Vasino. Il 26 marzo 1497. testa di Posqua. Vasino suddiacono apo; stolico leooe l'episto_la alla messa cel lebrata da papa Boroia in San Pietro. Nella cappella papale aei 28 marzo 1499. giovedì santo. Vasino 1euoe la bolla del Giubileo i-ndett.o nel precedente Nataze. e nella cappella papale del susseguente S(lbato santo canta al Papa l'Alleluia .. Il 24 dicembre dello stesso am10 1 dopo che papa Alessandro per 1l GiubUeo ha .solennemente aperto 1a porta santa. ha preoato all'altar magoiore In San Pietro e si ~ seduto sut trono, t Va: sino che intona l'anU/ona. E' lui, an• cora. che leuoe 1'cp#sto1a alla messa papale in San Pietro H giorno di Na~ · tale del 1500. . Ma il 14 marzo del 1501 Vasino muo 1 re a trentatré mmi, e il gf.orno di J)Oi il 'nurcardo ce ne descrive con abbon.: dan 1 .za di particolari il trasporto fu-ne 1 bre a Sant'Ono/rio, la be1la chiesa gia,. nicolense ch'era stata costru1ta da p02 co più di mezzo secolo. ancora incerta fra ootico e n,wscenza, e che S1 andava via via abbell.endo d'opere d'arte e po– polando di tombe. Per la salita, più. . malagevole di quel che sia oggi, i con= fratelli dt Sant'Onofrio portavano q morto, parato. come suddiacono pontt: ficio, à 'u.na preziosa tmiacella d'l dama: sco violetto che proveniva dalla ca~ pella del Papa. Seoulvano t rappresen– tanti dei cardtnali, ii Burcardo stesso. e. aN"ancando per la podagra <la cui era affl.'tto, lo z1o Bernardino, che da) nipote tanto si riprometteva. La tomba a Sant'Onofrlo, dinml!Zi, alla seconda cappella a sinistra dl chi entra. ~ tef'J raona e perciò consunta dallo scalptcclo · dei dèvoti e dei visitatori. Va~ino vt i rappresentato supino. col capo appog- 9iato sur un guanciale. Indossa una tonacella, senza dubbto quella menzioa nata dal B1,rcardo, suTla quale d v~ dono tracce di r-1.camt E tracce di emi bleml araldici appatono suZ. guanciale: dei gamberi, varrebbe, sebbene questa famiglia Gamba1'a o Gamb_era,monfe,-~ rina, non sembra aver nulla di comune r.on l'altra ben più nota 1anifolia Gam. baTa,·bresciana, e dunque con la po~ tessa Veronica e con que? cardinale Gfrm Francesco eh' ebbe per qualche tempo in p-rqprictà ·la vaghissima vtlla Lante <lì Bagnaia e nel freoio d'una delle palazzine e nel canale del varco volle ricordato e m.o!tiplicato il gamb~ rO clel vroPrlo stemma. Poco spaz1o, in li11pad'aria, Intercede fra la tomba <lel padre e quella de1Ja s1w bambina, suoli oppostt versanti del nostro glorioso Gianicolo. Ma quella bambina da chi l'aveva avuta Vasino? E lui stesso, ·chi e-ra? Qua1t ermio, vo~ fJlio dire. l'animo suo e il s-uoconteono in quellA Roma dei Borgfa cor-rotta e insanguinata? Che cosa pensava, che cosa sentiva, quando assisteva papa Alessandro pontificante? Sarebbe stato, se avesse vissuto. uno ~elatore della riforma cattolica, come fu. pot Il suo coetaneo Ale$sa,zdro Farnese, tl futu.ro Paolo 111, padre anche lui e più. d'una volta? O avrebbe continuato la trad•i zione dei prelati oaudentt e Sf)e11sie;a rati? Buio pesto, almeno per me. Re, sta, unica e sÒla testimonianza del sua. cuore umano, la piccola tomba di Vasi– niola, quella carezza del padre dician> novenne al corpkino freddo delJa sua creatura. PlETf!O PAOLO '.l'RO.•IPEO Già da questi accenni s1 è tentatl dl cretlere che TOCQuevUlescrivesse per suggestioni e per reaiionl - assai Più reazioni che suggesttont - non molto lontane~ dalle nostre. EgU Infatti scrls• .se L'anclen ,régime et la Révolution durante ll periodo di Napoleone l Il, Jn esilio o qu.lsi; se non sbaglto intorno al ]854. E non c'era allora nell'aria ouclla « tEatralità, di cui noi cl siamo beati per più di vent'anni? ouella fa– ciloneria, quell'affrettnto ottimismo che tutti abbiamo consciuto? Quell'Indulge– re a certi difetti della borche~la, quel gusto per le avventure impe1,:nnsuche che dovevano portare alla sconfitta? Non si può dire - ma sarà stato certo già dett-0 da persone più esperte di noi ln questo campo - che nel tempo di Nnpoleone lll, per diversi aspetti ed esperimenti, fu fatto un assaggio dl fa• sclb-mo ante lttterom? E per coloro che '\lvono trn clltft e campagna, com'è tntei:essante la descrt· zione della • solitudine inorafc • In cui furono fasciati i contadltn negli anni precedenti la Rivoluzione! I contadini non si trovavano male ec:onorr.1cnme111.e: ·ve-rso la fine dt-l s~olo XVIII, le loro condizioni erano anzi molto migliora• te in confronto a tempi andati i?, per rimanere in Francia, basterebbe !are un confronto tra Quello che t.erivc 'l'oc. qlleville nel suo volume e un famoso passo di La Bruyère sul lavoratori òeh la terra nel secolo XVII: «Si Vf•dono cerU animall salvatici, maschi e fem. mine sparsi Jlelle campagne, neri. il· vidi, e tutti bruciati dal sole, attaccati alla terra che es.si scavano e rimuovono con una ostinatezza invtnclblle. Hanno una specie di· voce articolata e, quando 6i alzano In piedi, mostrano un ,·olto um:mo; ed infatti sono uomini•· (C~ ractbes, Xl). Dìcevamo che Je condi– .zlont economiche del contadini erano fJ''y/r~~~~~a~~fieneco~;d:f\ettore Ieg- =====-======""" Certo in quest'.iffermm,ione c'è qual: che cosa di vero, ma non è tutto. La verità è che Tocoueville vide confer– mata. almeno attraverso tre o ouattro esperienze .storiche' diverse ~ conte.m: poranee a lui, alla sua fanciullezza o immediatamente precedenti _ l'intui– .zione fondamentale del suo libro: cioè che la tendenza all'assolutismo, quello che egli chiamava ti «potere accentra• tore ». nato sotto l'ancten -réotme, non si mitigò affatto, come et sl sarebbe .'.lHpeUatie contrariamente a tutte le sue apparenze, sotto la grande Rivolu~ ~one, ma fu accresciuto da essa: con; tinuò poi, naturalmente, e s'a.ggravò ,;otto Il primo Impero; continuò m1.che, nonootant.P tutto, sotto Ja rtvoluztone .bezohese de.I '30 e sotto quel1a del '48, g~e con particolare Interesse ]e pa– gine {cosl vive!) sulle due passioni che più accesero la RivolUzione francese; le quali, dapprima alleate, st posero poi In contrasto e Quasi la dilan\arono: Ja passione per la «.libertà>, e la pas– sione per l'« uguaglianza> .(che oggi chiameremmo col nome stoJ1co di so– cialismo). Quale delle due doveva ave– re ·1a prevalenza? a quale delle due, ugualmente giuste o almeno uguarmen• te legittl.me , st doveva dare la prefe– renza? Quale delle due alla fine pre: valse? E non •era possibile una conct– llaz!one fra esse? non sarà mal possi· blle per 1 tempi che cl aspettano? Lo sforzo di una Conciliazione, che nel suo libro ll Tocquev1lle fa lnten: dere possibile, è lo sforzo stesso dèl· !'I tal!a di oggi. BONAVEN'.l'IJRA JECCHI "LA CITTA' LIBERA,, nel numClro 1]i questa settim~ pubbllca.:. Federico Spaòn: 1 pericoli della pac. - Lo1,enzo Barbaro: Note della .,.etti·1hona. - G. M.: .ta riforma agrario ..:... morglo C.ranata: Nuovo "101ido - \Voli Giu.stl:; Dopo H crollo del 1918 - AtUllo Rlcclo:I Verità e Polista - Carlo Antonl: La li.a bert,l e l'economia collettiva - SandJ"O De Feo: Di-O.rio Minimo - Vittorio Gor, resìo: Le lmwcenti mante - Guido De :e~~!er:~z :~~!rr~a1o~:m~i!:;,.rd v!11l lmpopc.4ari di .F'. S. Nittl - La Co~ spondc-n:za: Goethe e Gkìe dl Attilio Rh,• Clo- La trita aTti;liço: di mno Vlt'eti\int, ~:!:tr:.:ai~;:n~~ ~::;· :m~f: doro.

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