Fiera Letteraria - Anno X - n. 42 - 16 ottobre 1955

Domenica 16 ouobre I955 L A }' I E R A L E T T E R A R I A VERSI DALRESPIRO A~IPIO, SEMPLICITA' DIUNDISCORSO ENZA FRATTURE Sai vatore Cossù, come unpoeta «No'.i è il pubblico che sia diventato sordo alla poesia; sonc i poeti che non sannc parlare al pubblico in modo intelligibile» * 111 ;JEA~ ()IIUZEVILLE LIBERO DE LIBERO· LEONARDO SINlSGALLl - RAFFAELE CARRlERl. VIITORIO BODINl « Al Umltl del Reame• Gian– franco Contini collocò, In una sua piccola geografia (dlrem• mo anlicipata, del 1943) della poesia n,eridlonale, Libero de Libero. nativo di Fondi Cl). E davvero sarebbe diff1cUe pre– S<llndere da de Libero in un ~ii.~l:'~e;:~rt~~t=l:è ::i è un piccolo maestro di quel– l'arte dell'elegia, dell'idillio e del paesaggio che caratterlzr.a l'opera di tanti aJtri più gio– vani poeti meridionali. E' sor- ~e~~• ~~i('~~!Y· ~,,tri tra il '30 e U '32: Al paese fn collina - abbran.– ca.to ai ca.stagni. - al temZ)O e Ltonardo Slnisgalli all'odore - del giorni contadi• nt: - a mia madre rlm4$ta - nei figli e nel pone - e ntl• l'amore di mio padre, - e /u con lui morta: - a tutta la mia gente antica. - mandriana di palude. Nel qualt è molto di più che un preannunzio <li certo mon– do e di certo hnguag«io lirico realistico, che finiranno in se– :;1.uto per costituire un fondo comune della poesia meri.di< > nale, Questi accenti, molti annl dopo. Il risentiremo, fini– ta la guerra. in un clima lette– rario assolutamente nuovo ... Il legame al paese agl sin dall'mlzlo in de Libero come !u(ta continua dalle strettole d1 una poetica Jrta di ellissi, di E:s1011oteca )I. POETI DEL HEAHE alluslont e dl rebus Urici, e molto fidente in quelli che si usano chiamare Incanti priva– ti. E' !acile Individuare nelle sue poesie, da SOl.ftizio 093·0 !lno al Libro del Forestiero (1945) e a Banchetto (1949), la esLstenza di nuclei popolare– schi e l'attrazione del senten– zioeo e del proverbiale propri della saggezza contadina. Il suo paese è la Cloclarla, tra la pianura e I monti Lepinl e Au– soni; pianura e montagna che si alternano come timbri di una musica vigorosa e Inci– siva: Io so U giorno campestre - e uno letizia d'a,cque gentUi - e so fl /lume lndOlente - di pietre arl0&0 e d'olml e /ore-– ste senz'alba - ove stanno f continenti miei, - e mi dissda quest'ano che agli aranCi /o vento. - Nel giorno avido d'ali - e nella. grande sua. /urla - di verde ti sento, - terra mia d'infanzia, - e m'accalora un richìamo - antico di pianura. La. pioggia ancora, - volta alla sera. è tutta la. montagna - e :iono lente corone di nubi - per la. ca.mpagna. del cielo. Forestiero. Il tempo /a mon• tagna. - e tu gridi o quei bo– schi e il muro - di C4$a è lon– tana bandiera. Il paesaggio, dl potenza so. !enne e a volte rosea, non ha slgnl!icato In sè ma Jo ri– ceve da! sentimenti, che sono l)OI. l'amore, gli affetti dome- f1ti~~Chl:m~e~:~~lgi~~ln~tn~~ ghl continuamente vagheggia– ti. Ma alla supremazia del sen– timenti, perchè potesse dare li suo rrutto maturo, era necessa– rio si accompagnasse un chia– rimento della C06Cienza del reale, che, in altri terminl il reale si IIUmpldisse ln un atto di conoscenia meno ambit:i<> so di •illuminazioni•• ma più schietto e lnCrN:Clabile al sen– timento comune. Era, in fondo, li problema di tutti I poeti del– la generazione di d~ Libero: e la .soluzione di de Libero è sta– ta quella di svllupJ)are natu– ralmente Ja sua vocazione. Cosi, in Ascolta la Cfoclarla 0953) e-gll ha dato all'espres– sione poetica una innes.stone dialettale. che gli sarà deriva– ta. supponiamo, dai cantasti> rie e da1 poeti popolari delle sue parti. Il suo lingual(glo, già ricco di toni netti e forti, o di LUCIANO DE ROSA ha acquistato un movimento espansivo e sfrt.nato, e quel– l'amore nostalgico dei paesi cloclarf, di CUI s'è dçtto, è di– venuto !orma poetica nelle ot– tave popolareggianti del poe– metto: Dovresti 4$COltare la Ciocia.– rio - a.Ue rive del Sacco, una notte a. Ceprano. - nel galop– po del vento a Collepardo, - dentro la. pioggia. che Intona Guarcino, nell'Inno santusl– mo a Valle-pietra: - dovresti 4$COltare gli arcani torrenti - franare alle radici di Am4$e• no. messi In mu1ica. da qual· che mandolino. Tu. ciociaro, che fai rissa la domenica - nei cortili fuman– ti dl passione, - per uno sguar– do che s'apre a coltello - ti giuoch1 a morra un bicchiere di /lele. Fos.u :italo un seme tuo di grano - quando scegliesti I luoghi del mio giorno, - Il fa• tuo aprile del tuoi rucem, - d'estate la "1a. n~be fa.voi.osa... Si può rare. dopo. un tratto di strada col vecchio Orazio che va a Brindisi. e lasciarlo In vista del suol monti lucani • r noti monti•· egli dice e nient'altro. preferendo contrar– re emozioni e memorie ln un solo aggettlYo. Davanti al fu– mo acre del camino di Trevico, ripensa ai giorni lontani della sua fanclullena sul Vulture e lungo Il corso de]J'Ofanto, ma I fantasmi della memoria de– cide di non affidarli a occasi<> nall note di viaggio, ma di riservarli, Invece. puri miti, a più conveniente uso poetico. Ma per l'uomo del nostro tempo l'Infanzia e il paese del– l'Jn!anzla .sono mezzi di evaslo- ~~lc:.1 ~t;~aing~t:i1:r'!~1:~:: al centro della Lucania, ~ nardo Slnlsgalli ha posto la sede del suo ellso nella lunga vallata del fiume Agri : ln/onzia. gridata dagli ucctl· Il ti cacciava la sete o gola aperta a piedi nudi sulle cre– te - il paJso ltsto all'insidia dtlle serpi. Il poeta più esperto nella memoria, colui che e ogni sera si va incontro a ntroso• e e cerca scampo e nparo nella 1a sua storia più ttmota •· ha - come Orazio t suol miti In un paese di calcare, di masse silicee e dolomitiche, di colli arglllOSi e arenari, e in un'in– fanzia acre, veloce, fissata nel· l'mdlmentlcabUe gesto del fan– ciullo che nel gioco delle m<> nete rosse • preme sulla terra - la sua mano vittoriosa•. La critica si preoccupava che SinlsgallJ non si staccaMe ab– bastanza dalla poetica dell'oc– casione per attldarsi tutto al di frattura in Sinl.sga!U. ! vero anche per la Vlgna V~cchia. (1953). Che è un libretto Impor-– tante per chi voglla stUdlare 11 passaggio dall'ermetismo al nUOYO realbmo poetico di que– sti anni. SI tratta, però, nel caso d\ Slnisgalll, di un lin– guaggio più che di sentimento, perch~ ~ Ja Lucania del vec– chi Campi Eli.11 chiede nel nu1r vo Ubro una resa ph) diretta, un discorso poetJco più disteso e umano. un'attenuazione del· la tensione verbale, Il paese resta come luogo immutato dell'anima, punto lontano dal quale non v'è che esilio. La espressione, essa si, s'è assot– tigliata In un segno preci.so che traccia Je immagini con una sintassi semplice e limpi– da, ricettJva, senza peso d'ln- ~e;e;;~~~telifttt~tt~~:~ della sua fenomenologia, non è più caricato di simboli e di allusioni, e vive ln un lncan- t~t~elf!~~!~~~el\!~~~Cr:0~~ tlco: Ml sono seduto per terra - accanto al.pagliaio deUa vigna vecchia. - I fanciulli strappa– no le noci - dnl rami, le schiac– ciano tra due pietre. - lo ml condo lf' mani di acido verde, ml godo l'arra dal fondo degli alberi. Questo rinnovamento stili– stico è condizionato da pro!on- ~~ ~:t~ti11ac:lrsi~f'c~~I ~I:~! del sangue prima avvertiti più o meno Inconsciamente, e cioè t il far parte di un paese e di una gente. Il senso di una par- ~~W:.zlt~~~t~~~1c!n!n:~ L,ibero de Llbtro dominio vasto e lntemporale della memoria; che egli non ri– scattasse Il suo mondo poetico dal limitato e debole Vibrare del piccolo e,·ento personale per restituirlo alle srere ast<> r1che dello spirito (2). Oli ve– mva Indicata la necessità del ritorno a1 due rmtl di cui al> b1am detto. quasi che questi non fossero nati insieme con la sua stessa poesia o ne rap– presentas.'>ero solo una parte marginale e casuale. Che occa– sione e memona. cronaca e spi– rito non presentino linee «rte il loro passato distacco, la loro passata mdlfferem:a come defe. :tionl, cui bisogna riparare in maniera totale e senta riserve mentali. Presentando una sua raccolta di trascrlZloni e di tra– duzioni di poesie popoJart luca– ne <3). Slnlsgal11 scrive: e In questi ultimi tempi si è parlato con molto calore della necessità d1 allargare 1confini della cul– tura indagando oltre gli schemi sUllstlcl tra.dlzlonall nel più va– sto campo dell'arte spontanea E' un sintomo sicuro di una di· sposlz:lone più comprensiva, più affettuosa verso I monumenti e I frammenti di una umanità relegata !uon della storia. An• ch'io cpn animo nuovo e p!ù simpatia ho compiuto un altro vJa.gglo•Ile origini•· Che !rutto potrà dare questo ~a°n ~~ g~~~m~r::: non superano Il modesto livello di irran parte della nostra pbe– sla popolare <ne.nevarie rorme di filastrocche in!antlU. dispet– ti amorost. sconi,;iurl. lamenti, nenie ecc.>,e non sono perciò suscettibili di aJcuno sv1luppo utile per un poeta, se non come generica spinta a una nuova di– Jp06iz!one dell'animo e, ripetia– mo, a un approfondimento del legame -del poeta con la sua gente. A mezza .strada !ra Taranto e Sibari, presso Pollcoro, l'Agri, !lwne di Slnlsgalll, va a sfocia– re sulla costa desolata dello Io– nio. La splca d'orzo, gll animali e gli uccelU agresti delle mone– te della Magna Grecia parlano di un'antica clvlltl. solare di quel lidi, che due mlllennl tra– sformarono in dune e steppe e che ora la riforma !ondl&rla ha diModat.o e ripopolato con lo t:•a~W;~/:ttrà 05 :0~rti~f~e ~~: ranto. circondata da ulivi pol- :~1i;_os~Ior~z!1~J1'!1~~~/~r~ ~~~l~t~!i-ri~rl,~ke 1 ~':J{\r:_~ ranto, come un redivivo di quel– l'epoca, dl cui forse U legnoso canto delle cicale al .solleone, con la sua C0$1Tllca Impassibili– tà, è un segno plù attem.1lblle che non I bel vasi di Antldoro:i nel silenzio del museo: ma Il poeta sttlSl'IOè Il responsabUe di questo cllcM, come si vede: Tra..1corremmo in altri lidi - e In altre vite - la n01tra vita. Isole penlsOle estuari/ - Al· legri furono I marl - e le terre degli anfora.I. - Cl ritroviamo negli avi - co~ .tehiovl In una danza. Con Ideale veritl.. Carrlerl si traspone In una figura lettera– ria di avventuriero, di girovago. di maledetto: Lascia.temi senza lumi - Cl>" me un legno ammutlnoto. Finirò barbone sotto I pon– ti di Parigi· spingerò la car- riola di stracci. Uno del tan- ti arabi falliti del Quartiere Latino che hanno venduto il Corano - per uno spolverino. Que6t'atteggiamento, perve- Vittorio Bodlnl Pag. 5

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