Fiera Letteraria - Anno X - n. 19 - 8 maggio 1955

_D_o_m _ en_i_c_a_S_m_a:.gg"-i_o_l_9_5_5 _ _ _ _ _ _______________ _::LA F I E R A L ET T E R A R I A SULL'AIIEN'A PALLlltA E AHAIIA .• OIIIBIIA E' LA '71'1 1 .A. E LA CORlllDA, SOGNO GOYA: Antico combattimento di tori GOYA: li Cld combatte alla lancl11 GOYA: Uggerezza di Juanlto Aplii.anl GOYA: Tori LA SUL CAROSELLO DELLAGLORIA ,lf-: Conte nove caduta il toro fllorto Col collo allungato, si vedeva che era la prima volta che la fiera trovava riposo, aderendo canto alla terra di RA.HO~ GOIIEZ DE LA SEH~A Uscl Il primo toro. Si chiamava lm– veciato, ed era nero, ben messo di cor– na, fino di zampe, con insegna color fuoco. Era uscito dal sotterraneo oscuro e trovava una piazza assolata. Non cl ve. deva, ma era desideroso di correre. Cairel gli dette Il primo colpo di cap-– pa, componendo una rosa rossa con la arja armoniosa che dà alla cappa Il ri– prenderla e gettarla di nuovo verso Il toro. Caracho, In piena emulazione, gli det– te una spirale, descrivendola come un geometra. Tutta Ja piazza si levo In pie• di applaudendo per strapparlo dall'at– teggiamento di statua nel quale era ri– masto di fronte al toro, 11 quale al sen– tire gli applausi volle assalire Il torero. Nella vaWe del mondo, si ripeteva la prima. lotta dl"li'uomo cot bisonte, la pri– ma lotla che sarà l'uJUma, se non col bisonte, dell'ultimo uomo che vorrà ltrappare Il 1uo tizzone al penultimo. 11 primo picador fu Investito dall'/m· peciato, come per vendetta di non esser riuscito a tnftlare Caracllo. <Prendi questa cornata nella trippa - sembrava che dicesse al cavallo -, perché questo torero veda cosa gli avrei fatto se lo avessi pre;o>. La picca era entrata fino alla guar- f~~~ \!~c~~a~~~ ~~t~~~;: :!a~~~~:renJ~ cavallo e si mascherasse con la sua pelle. Finalmente si staccò e il picador, sen· za smontare dal cavallo. ch'era rimasto rigido, come di cartone, guardò la punta della lancia per vedere se s'era spento 11 lucignolo della lunga candela. Due cavalll bianchi che avevano li tipo di cavalli della fame e della morte, di quelU che appaiono nel quadri maca• brl del Bosh, ricevettero le pugnalate dell'Impeciato e tornarono alla morte dalla quale erano venuti, gettando a ter– ra I loro cavalieri. Uno del due cavalli potè esser rimes– so In piedi, ma Il pubblico, vedendo che trascinava tutto Il rlempidvo, cominciò a gridare: Un altro cavallo! L'ltn.peciato lo aspettava, e quando vi· de uscire Il sostituto lo !erl al petto e si vide uscire dal foro fatto dal corno una catena sanguinosa che restò sospe• sa al petto del cavallo come se fosse la catena di sangue del cuore. Avami> con la rossa muleta In pugno, come chi porta un candEjJabro avvolto In un panno, e la spada come se andas– se a Ila guerra. Con la muleta fermò nella sua corsa quel toro che sembrava un'alta motocl• eletta senza corridore, e che per di più correva come corrono le moto, tutto ott– bllquo da un lato. Cairel fece una bella figura con lui. benchè dopo una serie dl finte Interro– gative, fatte sollevando In alto la falda della muleta e come avanzando per sa• pere se era morte o toro .. quello che ne ~arebbe uscito - corno o falce? falce o corno? - mostrò chlaremente li guo di• letto di puntare con la spada come se fosse staia uno schioppo, e gli dette una stoccata che gli tagliò la base e lo fece cadere lnglnocchlato davanti al torero, come se gli chiedesse perdono di averlo atteso. I !a7.zolettt facevano segno al presi• dente perchè gli si concedesse l'orecchio del toro, e Il presidente concesse Il ta• glio che dava al torero li boccone ml· gllore per Il bolllto. - Anche la coda! anche la coda ! - gridava un ammiratore sfegatato. n presidente In quel momento salu• tava le signore di un palco vicino, e cosi la richiesta si perdette nel vuoto. Le code le protegge Il dio del buongu• stai che hanno letto nei giornali del mat· tino Il più succulento degli annunci: e Il megllo della corrida - Le eode del tori con fagioli all'andalusa. specialità della casa - Ristorante La Taurina>. Ovazione e giro della pla:a.a sul caro– sello della gloria. Sigari, cappe,111,una parrucca. e, nel colmo dell'entusiasmo, un cappello da signora. Caracllo, appoggiato alla barriera, contemplava Il successo di Cairel e chie– deva buona fortuna per Il prossimo toro in preghiere rapide e concise, come stringendo un rosario tra le dita. Aveva qualcosa di una nave caduta il toro morto. e allungava la tesla come un cervo morto che lnnal7..a un ramo più dell'altro, e questo corno che s'al1..a di più è quello che dà forza alla sua spo– glia mortale. Tronco morto, caduto sul suol rami. Vedendolo morto, le sue zampe pareva• CORRIDA no degne di compassione, e guardando la borsa nella quale era tanta vita In potenza, era penoso \·ederla annientata. Col collo allungato. si vedeva che era la prima volta che trovava riposo ade• rendo tan10 alla terra, cosi stretta la te– sta contro H santo suolo. li toro manifestava di più cosi Il suo aspetto di nave caduta sulla spiaggia, e quando gli Inservienti legarono Il cor– no con le corde e l'uncino e le mule co– minciarono a trascinarlo via, scoppiò un ultimo applauso commovente, pcrchè era per H 1oro nobile che soffre e gio– stra senza cauiverla, prendendo bene tuut gli incontri per non sciupare ln bellezza della festa. RAMON GOi\tEZ DE LA SEl{NA SENZA VENTAGLI NÉ OLÈ '.)f, La Tauromachia in Itali IJobblamo pen,-are alle glo,-tre dPlranlUcatro dl Corra, 1H 1 vogliamo una. Immanine del combattlmentl taurini Italiani lf-. di !H,UUO , 1 EHDO~E Oli storici della corrida 51 rennano ge- ~:f81tZ:::n~ria~! 1f1i°:i~:; s~! ~I~ 1~::~~~ Portogalio, America Latina) o ad eul con– tlgdi <come Il Marocco, la Proventa france– &eJ ma trascurano le tauromachie svolte& tn altri Paul, dove quest.t singolari com– batUmentl si sono ,·ertrtcati con un11certa contlnuJtà. RlcordBto che le giostre col to· rt do\·ettero nascere nei paesi del Medi– terraneo Orientale. dove venivano praUcate spttlalm ente a Cr eta e In Tessaglia, e cbe furono lntrodot.te ad operu di Giulio Ce- 5llre dalla Grecia a Roma. dove i tori ace• &eronegli annteatrl e nel circhi. gli storici sparnou si pongono Il quesito se In Spagna la corsa dei tori sJa arrivata ad lnlt:\atlva del mussulmani o delle legioni romane: e superate In qualche modo le contro\'e.rsle della quesUone. che- tuttora pennangono. lasciato da parte lo s ,·uupp o o l'eslsteIWL della tauromachia ln alt.re r..one. non ap– puntano Il loro Interesse (e tra questi ~ an– che ti Cossio, autore del «lebre trattato enclclopedJCJ sul I Toroe •. Espasa-Calpe, Madrid. 1947) che sul ratto che In Spagna si trovò nella cattura e nella caccia del to– ri Il modo d1 creare un gluoco pieno di e– mozlonl e. più tardi, anche di sensutont ed espreM.ionl egteUche: Ja ,·era e propria •corrida> come &I presenta oggi, Trascurino pertanto. pe.rchè rimaste al– lo stato di •cacce• senza evolversi In \'e– re e proprie •corride•· quel gluocht che ::!~c1 rt:~: • 1 ~ta~:Ì~c~cc:nl~ ~:: stre. taurine tenuttsi con una certa conti– nuità anche in Italia dal dodlceslmo al dl– clannovesJmo secolo. 11:i\: l'~e~c:toc~i~r:!n:rtst~~j~~u~~~ 1!ì basa su relulonl l'l!mote e documenti ap– parsi tn maniera saltuaria e talvolta ca.sua– le. I cui elPJDenllsono staU però riuniti In un pano rama ori:tanlco che permette di 11- lustnt.rc con una certa ampiezza e ricchC?l– ta di d ettagli uno spettacolo papolare che ebbe fortuna anche nella penisola, a ve– ne.zia. a Siena. a Roma. come anche In cer– te località dell'Umbria, della Romagna, delle ttg:lonl del Sud. Tornando alle origini della corrida. ap– pare certa nella sul\ formazione la lnfluen– t:a moresca. e docum~ntl dell'undl«slmo seoolo segnnlMO che c.'istlanl e maometta· nl rivallzzaron-, di audacia contro J tori. La pe.nnnneru'.a amba nella penisola lbe– rtcft segna la nascita del gtuoco tauroma- ~~!6° df'::{\~~ìm!e 1 er! 0 d~W::g:ie:!tJJno~~: pass1bllt'.stabilire l'eshstent:a. E fu dopo la loro partenza che gli sp11gnoll lo tra,for– marono e codificarono. Imprimendogli pro- fondament.a una caratteristica tipicamente nazionale, All'lnltlo del medio e,·o, sertve Paco To– losa. nel capitolo storico contenuto nella • Enciclopedia della corrida• (Prisma, Pa– rigt, 1950), due specie di combatttmcnU coe– sistevano In Spagna. Da una parte un gio– co plebeo. pieno di brutalità. una specie di caccia. una loti.a selvaggia e prlmlùva 5CD– :ta regole n~ rituale; da un·aJtra 11 com– battimento a cavallo, p&M atempo favorito di noblll che organt:z:za.no tra loro giost~ «privati":•· durnnte le quali attaccano 1 to· ri con la lo.nel&.Ven;o la fine del XIII se– colo queste due specie di combattlmentl si. fondono, alloreM la nobllt.A prende ln ca– rico la orgnn.lzzaz.lone di feate pubbliche taurine, celebrate in occasione di Impor– tanti solennità. La corsa. diviene un vero e proprio duello tnt. due rivai! che al bat– tono nobilmente. L'apogeo del combattimen– to equesttt A raggiunto nel XVII secolo. I cavall~r1 hanno SO&tltultala pesante e lun– ga !anela del loro antenlltl col • rejon •· specie di giavellotto d1 legno flCM!blle.. Va.n- ~fte~d~:1~~lna~~u\i1:!~ :i~a 1 ~i~ut! co acquista quella eleganza e alBcritA che i,I trova ancom oggi presso l • cavatelms • P0~f!1 1~0 ~e: ~~~n~~~•pe~~~ol~I~~~~~: ~~lp:bYittest sd~~~~=~~l~ cacce taurine. Accrebbe l'importanza. al– lora. del toreri a piedi. che ftno allom era– nu stati auslllnri del cavalieri. Le mano– vre di 1,uestl combatUmeoU (la,-oro d! • ca– pa•· salti tra le corna del tori. p088 di • banderllla, •. gluochl di destrezz& I più dlversll sono diventate tradizionali neJIB arte di s torear•· A quest'epoca, che viene (alta risalire al li24, (ho condensato queste noUz!e dal To!OSR)la tauromachia entra in una fa&e nuova e diviene lldd!rittura una impresa commerelale con attori pro!CM!onl.sU e pubblico per la cui comodità furono creati grandi annteatrt La fomm delle eostruzJonJ è quella cle.&– sica dell'tmflteatro romano, ed anche nel• la Rom11.ottocentesca se ne ebbe esempio con l"anrtteatro detto di Corea. Ne lasciano testimonianza le stampe del Thoma.s (« Un anno a Roma•> che mostrano gluochi e fe– ste anc he taurtne. c elebrate 1n quella are– nn. La somlgllan.ta della • plua de toI'06> CO.'l l'a nfttca Lro romano è evidente e sta soprattutto nel fatto che entrambi l)OISSle– aono uno. pista (Il • ruedo •I. gradinate., palchi o gallerie. La dlUerent:a maggiore è nella tonn11. della pista, cllltUca negli nn– titeatrl e circolare nelle • plnzas »; ma. a parte ciò. un anfiteatro che abbia I bar– rera..• e • burlader0$ • può diventare una perfetta • plaza de toros •· Quella pellaccia dava tanto al nervi, come un'alga di pelle del cuore, che IL pubblico cominciò a gridare con più In· slstenza: - Via questo cavallo! Un altro' SALE DAL CEIICIIIO HAGICO IL CLiutlOIIE APPASSIO~A'l'O HELLE l'OLLE Le prime arene taurtne ebbero gradinate e palchi lo l.:gno, au·1nc1rca come se ne ergono Pncora. aecondo una tradltlone Inin– terrotta da secoli. nella piazza o Campo di Siena.. per la tradizionale corsa del Palio. Ma a partire dal 1749 le arene spagnole furono rost.rulte In muratura. Si poteva dire che si vedeva l'altra vi• la, da quel buco del petto. Un nuovo ca· vallo usciva appena come una compar• sa, quando vedendolo Il toro gli andò addosso e lo sbudetlò. L'impeciato pa– reva uno di quegli spadaccini che si di· fendono contro molti assalitori e li van· no lasciando tutti :nortl, uno per volt!l. La tromba del cambio di tempo su~ nò avvertendo. Il presidente aveva dato 11 segnale come perchè non si vedesse più quello spettacolo. I plcadores, smontati. uscirono come soldati al quali abbiano rotto le coS1o– le, come se andassero a mettersi nel let– to dove si curano le batoste. Cairel, vesllto di nero e d'oro, dava al• la corrida un'aria di corrida da funerale. - Questi costumi neri - a,•eva detto Caracho a Trapota - portano un po' di• sgrazla... Una zia non merita questo lutto. - Sarà stata la sorella a volere - aveva risposto Il torero supplente. Cairel aveva un'espressione che si adattava all'abito. Profittava dell'occa– sione per fare di più il tragico. Ma all'andare a banderigllare Il SdO banderlgllero Dorad~o gli disse, lmpau• rito da quel toro Imponente, con corna da toro preistorico: Vuol !ar dire qual• cosa alla sua signora? Carrel non potè non sorridere, ed en· trò nella pista sereno. Le banderlglle furono messe senza badarci, polchè si aspettava Il matador. Si \'lde che Il toro era carico di bande– ruole da fiera cd era come l'altar mag• glore della festa, e che la sua collottola piena di banderlgl!e sembrava la tela con piombini nel merletto a tombolo, mentre il rumore che facevano le ban• derlglle urtando tra loro era quello del– la silenziosa merlettala che lavora. Il po,·eretto tirava fuori una gran lingua da impiccato e cercava di leccarsi le ferite. Cairel si diresse verso Il toro dopo un breve saluto al pubblico. Era preoccu• palo, polchè credeva che tutto nel fu· turo della stagione sarebbe dipeso dnl cominciare bene quella corrida. iblioteca C Nei volti dei bestiarì una espressione grave malinconica Co61 le antiche arene di Ornno. che si ri– tuie,,ano morte per sempre, destinate al– la demolltione. si ergono oggi reataurate. In– grandite, nello splen dore delle loro bandie– re, banderuole e arf! s.s i multicol ori. DI nuovo, hl dom en ica. arr:l\ 1 0.no calessi carlchl di !nnclulle con le mantJglle,. at.– tomJate da giovani • aflclonados • dal cap– pello cordovano che resutulscono l'atmo4le– ra autentica delle • fiestas > di Spagna. DI nuo\"o sale lnhne intorno al • oerehlo ma– gico• li clamore appassionato delle folle. E non sono $0ltanto gli abitanti di Orano che si atrollano sulle gradinate. ma amatort \"C• null dal Marocco orientale, da Al(Jf:11. dal– la ste.s.58met.ropoll_ A\•evodlcliusette anni quando vidi la mia prima corsa. AV\'Cnne ad Alicante. p er Je • Tracas • di luglio, quando tutta la cit.tà risuonava del diabolici scoppi di milioni di petardi e si at,tende,•a la not,te per accen– dere agli Incroci le grandi Insegne d.J le– gno e di carta montante dalle Cor porazio – ni e dal SlndacaU. Sull'affl.sso della pla.ua: Victoriano la scma. Domingo O rteg n :? Marelal Lalanda. MJ ricordo della emozio– ne che ml prese all"lnlzlo della 511\ata. alla apparizione degli I alguazlls • n cavallo e del bestiari Jn I couume di luce•· emozione che provo 11dogni corsa. giammai sminuila ))CJ fortuna e che, a Orano. cre5ee In me al• trettanto Intensa all'uscita delle • cua– drilla.s•· Non scrivo queste pagine per coloro che non amano I gluochl dell'art:na e nemme– no per coloro. male inldatl. che non pos- 60JlOgusu.re Interamente 11\'Rlort: del com– battjmento. Scrivo per coloro che conosci> oo le reg ole della tauromachia e sanno ou· me es.se richiedano dal bestiario un perpe– tuo sorp au,uncnto di sè steMO. NC&"Suna delle mano\'rt: talvolta Impiegate da orga– nluatorl disonesti per dlmlnulrt: il valore della fiera prima della corsa può togliere que.sla parte di mistero che parla con .:sè an·u.sclla dal atoril • I bestlart lo sanno ed e ciò che di\ loro. 11diSpctto di tutto. quep ot'aria dl.sabusatB di uomini troppo spe.s&o "!Sl)Mtl al pericolO. RI rischlo mortale. Cnlo– ro c he hann o visto Il fllm di Braunb•r,er. 1La cour.se aux toreaux •· montato con pez,. z! d l pellicola di attuallt.A, sono colpiti d11l· ) Bian J"\ tleul.re il toro attacca con. furore, l'uomo conduce la danza tra– gica con l'aria disabusata di chi è esJ,osto tro/J/10sJ,esso al pericolo * di EMMANUEL ROBLES la esprcMlone del ,·oltl. la .steM&espressio– ne grave e melanconica di Manolete, Arru– t:a, Utri, Apar1clo ... Prima di una delle cor– se di Ora.no ero andato a trovare ChJcue– lo all'Hotel Martlnez. Il pittore Orlando Pela.yo ml a.ccompagnavn. Non abbiamo ,•!– sto sorridere Chlcuelo che una volta. quan– do uno del suol ammiratori sJ mlse a de· clamargll un poema In suo onore. ChJcuelO, dal fondo della sua poltrona, ascoltava di– stratto cd lndm·tnavamo che Il suo splritG era altro,·e. A quella steSSftora. ln!atU. ,·e– oh•Mo Urati a sorte I sUOI tori. 'l\lt~\'JR si distese a due ,·ersJ. la cui Ingenuità pl'lr• ,·e colpirlo: «... E nella plau.a tutte le fan– ciulle - sono promesse spose di Chlcut"lo•· Ho \'lsto a Ornno questo stesso Chicuelo toreare una bestia «danzante•• perlcol.:> M n cnusa della sua &tcs.'>R Inquietudine. della mobilità della sua testA. Ho visto Chl– cuelo. Il quale è la temerariet.A stessa. e che gli abltanU di Orano hanno batterz.ato Il •torero-suicida•· esitare da\'&ntl a questo av\'erf,l\riO, ,-aglio dire QS.5ervarlo dalla 1barriera• con uno. attenzione conoeotra– ta. gli occhi socchiusi, tutto 11 viso preso da un pallore dl morte. Poi Chlcuelo lngo.g– glò la lotta e si fece cogliere. gettare In nria. Ricadde. senza equilibrio. giusto dR– \'ant! alla hers che cArlcava e che un aiuto per fortuna distrasse. La sera, dopo la cor– sa. In quella camera di hotel anonima In cui bruciavano candele davanti ad una Ver– gine di Albacete clrcondata da Immagini pie. ascolta\"o Il bestiario lm•elre contr o 11 toro Impertinente che non RII a,· e.va per– messo di brlllart:. Polchè nell'arena non si tratta scmpllce~nte di provare Il proprio coraggio. Un pn.sso (gll 11pagnoUrtlCC'lno: u– na «.,;ucrte »J ben conaouo. I piedi uniti, I corni che passano rasente Il \ 1 entre o U petto, può già creare l'emozione. ma due pa.ss1, tre passi, cinque pa .ss.l l egaU che !anno girare la bestia intorno o.ll'uomo.del– J"uomominacciato ma che guida le cariche dell'avversario più \'lelno, sempre più vici– no, con una tranquillità sonana, con uni\ Impressione di dominio. è tutto questo che Unisce per &ellevare la folla. farla grida– re di angoscia. di piacere, di rlconosccivA, di entusl&smo. Ho vtsto a Orano Jullo Apariclo. questo adolescente svelto. elegante, condurre la danza tragica. mentre li toro IO attacea"a con furore. Tal\•olta, sotto l"cttctto dellB •capa•· la bestla sembra,·a drlt.z.arsl come In un rallento clnema1ograJlco. accompngna– re. h ,·olo della stoffa con unn lentezza di sogno, tonnare per unR frazione di secondo col bcst.lario un blocco barbaro. l'enom1e mB&a nera tutta contro Il corpo fragile nel suo costume sclnUllante. E ad ogni pa&SO r!spondeva dalle gradinate l'ansamento profondo di migliaia dl p etti. Il soffio mo– struoso del pubblico te.so \'en;o !"arena. ar– fasclnato dal miracolo. Pcrthè a questo gra– do di coraggio l'uomo, a poco a poco, raa:– glungeva la frontiera ste.ssa della morte. Il bordo estremo nel quale non era salvato che dallB propria lucldl!A. dalla proprln Intuizione. dBlla proprln scienza. Ho \'l51o Aparlelo tornare nel • calleJon • do,·e lo at– ttnde\'O Era pallldlr,sJmo, le guance vuo– tate dl polpa. le narici dilatate. t comi a– \"~\•ano raggiunto alcun! ornamenti e pie– tre pttz1os,e del ,·estlto a11·a1tez:tadello sto– maco. e quBndo gll~lo feci notare ml guar– do con I suol occhi ancora dilatati. duri e lisci come frammenti di pietra E che non ml si dica che si tratta di coraggio Inutile. Polchr Il bestiario non af– fronta la morte per nulla, ma per creare della bellu:ta.. per creare figure di ballet,.. to tanto graz.lo5cquanto precise e calcola• te, mentre Il più piccolo sbaglio. la plù leg– gera dLsatte:nzlone. è san.tl.onata perlomeno da una grave ferita. Questa lmmaltlne della bellezza che pre.nde le sue radici nell& morte non può rare 110rriderealcuno tanto concorda col desllno &I.CMo dell'uomo. do– po li suo Rrrl,·o nei mondo. Ernest Hemlngway ha giustamente scrit.-– to che la corsa del tori non è uno sport. nel senso anglCMSl\MOlle d l termine. be:nsl una trngedla. perchè alla flne del tre atU tradizionali che essa comporta uno del due protagontstl de\'C morire, veramente mori– re. E non si d1ca che &Idebba trattare fa– talmente del toro. Questa .sola stagione ha visto la • coglda • di cinque I matadores • fra cui, a Siviglia, a fine aprile, quella di Mlguel Angcl, I g:lomaU cl hnnno Informato: • t1 cor– no è entrato nella bocca, ha raggiunto e fratturato la base del cranio. Mlguel An– se.I attendeva Il toro alla uscita del • to– rli• per accogliere la bestia con una ecnm– blada •· una delle flgure più belle della tau– romachia e per JR quale Il «matador> si mette In ginocchio. Invece di scagliarsi sul– la cappa. 11toro caricò !"uomo ...•· E che si ricordino tutti quelli che. se– condo l'espressione di Hemlngway, sono • morti ne.I pomeriggio•: Manuel V&re, Jo– srllto. oranero. Ignacio Sanchez MeJlu. Atarfeno. Glttanillo de Triana, Manolete, cento altri che frequentano ogni arena al– l'ora In cui comincia la emozionante sfila– ta delle • cuadrlllas •· Sono questi st~I fantasmi che errano anche Intorno alla -rec– ehla piazza di Orano e che fanno tacere Improvvisamente la folla Rl momento In cui Il besUarlo saluta. I piedi unlti. le braccia In croce. la tesla alta, ln una attitudine fiera e orgogll~a Quelli che da lontano \'Cdono la mlnu– KOla marionetta, corazzata d'oro. Isolata In mezzo al cerchio lmmcruo. nella cnldcle lu– ce arricana, non Intendono mal le parole del 1brlndlS. di cui amo la sempUcHA la s;:ravltAantica: • Dedico questo toro al pub– blico di questa arena I o sono lo che lo uc– ciderò. o lui ml ucclclrrÀ• E/'tli\tANUEL HOULES A San SebMUan se ne vede una. lntnt– ta. rettangolare. ormai sostJtultn da una \'&sta arena rotonda situata alln periferia della città. he non è che una normale plaz:t.8. della città "ecchla.. d&\'antl alla se– de dell'antica. municipalità. E' chiusa da quattro facciate di palazz i, c he recano cia– scuno porUc t. terra& 2&,e i.re fUe di flneatre. Sopra ogni flncst.ra si ve de ancora un nu– mero dipinto. com:! net palchJ del teatri. Anflteatrl cllltUcl utlllt:ZRtl come arene per la corrtda no:l se ne conoscono che al sud della Fmncla Gli abltanU di Arles 60- no (cfr. qunnto scrive L, Moya nel numero s~la:e di • Espalla •· n. 22, 1953, dedicato alla corrida) arrivati nl • tol"OI • attra– "erso ti cammino della grande tradlz!one cluslca romanR. e per essi la corrida è la \--ersloneattuale del gl.uochl dell'anfiteatro. Il fatto di essere pervenuti a questa gio– stra per altra via, e non per quella arabo– lspR!llca, fa si, a giudizio del Moya, che vl sia unn gran dl!fe.rent:a tr11 le corride ce~ lebrate nel sud della Francia e quelle spn- ~1!gg:1ore, naturalmente. fu questa dif– fe.renta con le <cacce• ertettuate In Ita– lia. che non ebbero quasi mal se non fon;e nell'anf\teatro di Corea. unu arena che pos· sa essere rav,•lclnata I\ quelle di Spagna. A Venaia A quet che provettbbcro Je cocce col to– ri che si effettuavano a Venezia fin dal 1151, anche In Italia la pro,•enlen1.a dei gluochl taurini, che si fa partlcolnnnente notare In una città che ha stretti mppor– tl con 1 maggiori centri mediterranei del– l'est. deve attribuirsi all'Oriente, da cui &a– rebbero &tali lmporWU. Le taurom&chle ,•enezlane, come anche quelle che più tardi \'Crranno effettuate in altre clttA e regioni 1ta11ane,60no profon– damente dh·crsc dalla corrida spagnola mo– derna. seppure non dls.'1m:ll da quel gluo– chl plebei lspBnlcl, di cui prima ragiona– vamo, e che precedettero Il combattimento R Ca\'allo. A Venezia le cacce consls1ev1U10 soprat– tutto in lotte tra cani e tori. Questi u1tlml, poi, erano più spesso tori castrati, cioè buol. Jl toro venh•a tc:iuto per le coma. a mez– zo di gro&SCruni. do. due lndh'ldul chla– matl • Uratori •· Qualche volta. fra I « tl– r-&.tori • si poteva troval"I"anche una don– na :dolte altre ,·olle si aveva un solo ti– ratore ed a questo ufficio si applicava apea– so 'I.Ochequ.llche glo\'anc patrizio masche– rato, Il quale però si faceva accompagnare

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