Fiera Letteraria - Anno IX - n. 52 - 26 dicembre 1954

Domenica 26 dicembre 1951 LA FIERA LETTERARIA ! DRAMMA COM~IEDIA FARSADI TH0~1AS TEARNS ELIOT b~ * -;, ~ Attraverso lo U1orte la seeltu dello libertà Fu una grossa sorpresa, nella gene– rale acquiescenza alla tecnica a quaùrl. accorgersi che si poteva !ar teatro, e grande teatro, costringendosi nell'unità classica e tornando a quella antica e veneranda concezione persino nel com– mento scenico della vicenda, sotto !or• ma di coro. Dopo essersi conquistata !ama di poe– ta terribile, Interprete anche nella for– ma e nel ritmo della disintegrazione del mondo moderno, ThQmas Stea:rns Ellot piombò sulla scena armato di coturno e impose il suo stile. Il dramma che si esprimeva in questo stile si chiamava Murdar in thc Cathedral (Assassinio 11el• la cattedrale). Ma, caso non nuovo nella storia teatrale, l'antica tecnica pagana era stata posta a servizio di una !ede che In quel mondo classico aveva recato un totale capovolgimento di valori e a quel– la tecnica condensatrice, diretta a colpi– re col racconto e accentrare ogni inte– resse nel punto !ocalc del personaggio. aveva sostituito sulla scena Il bisogno di mostrare, di seguir passo passo l'eroe dal– la nascita alla morte e, trattandosi del Cristo, ben più in là, alla Resurrezione. e, trattandosi del creato blblicamente inte– so, dalla genesi al giudizio finale. alla glorla. Quella !ede era la tede cattolica, l'eroe un martire cristiano. Cento e cento <misteri> l'avevano celebrata nel fanta– sioso medioevo, offrendo contemporanea– mente sul palco tutti I luoghi dell'azione, dalla culla di Betlem al trono di Erode. da Ecbatana alla cattedra di Pietro, dalla terra at cielo, dal cielo all'interno. Tuttavia, l'Ellot non si rifaceva sol• tanto a quei <misteri>. C'era stato un dramma più semplice che l'antica tec– nica aveva serbata al nuovi scopi, alle– nuove edlflcazlonl. Jacopone da Todi, il poeta italiano, contemporaneo del <som– mo> tanto amato dal1'Ellot, vi aveva da to un capolavoro. Il. pianto della Madon na, li dramma lirico In poche scene lr versi. nella torma del racconto dramma. tlco attraverso il dialogo. Ne fosse o nr consapevole, Thomas Stearn Ellot era rl partito di qui, da questa semplicità che gli richiamava tanto da vicino la sempli cltà di un altro avvio tragico. Aveva tolte dalla storia la figura di San Tommasr Becket, arcivescovo di Canterbury, uc clso dagli scheranl del Re nel 1771, nellr sua chiesa. dopo essere stato richiamate in patria dal sovrano, e - come al prl mordi della tragedia - ne aveva fatto i centro di quattro azioni: la repulsiva, ra! frenatrice. inquieta e infine glorificante del fedeli; l'integrativa e complementare èei sacerdoti; la tenebrosa e Inquietante dei tentatori; e l'irruente. polemica, de– finitiva, del baroni. Il Coro, I Sacerdoti, ! Tentatori, i Cavalieri. Se non una. la SC1:' na, come In quella e.lauda>, identico pe: tutti Il tempo e il luogo materiale e idea le degli incontri: la Chiesa, esterno e-In terno della cattedrale di Canterbury. l vl aveva rla!trontato Il rischio del verso già saggiato nel Frammento di un agone e nel precedente poemetto La. Rocca, con t suoi cori anche questo. Ma non era qui la scoperta. La scoperta era nella volon– tà di ridare cittadinanza sulla scena al– l'oltremondo. nel coraggio di riproporre a teatro la storia più dltflclle: la tragedia di un santo, dl un uomo cioè che si salva. che si sa che si salva, e dunque a lieto fi. ne, tuttavia mantenendogli tutta la tragi– cità. In altri termini, rifar viva come dramma la fede e trarre la dinamica dal– la staticità. Una vera scommessa, una sor. ta di quadratura del cerchio. Gli riusci? Alla storia ideale di questo teatro, a Intenderne le ragioni e I rlsultat,i gioverà una volta tanto Invertire I tempi, parlare prima di quc-1che vien dopo, The Fam!l,v ~f;~i~=• r;_ifr~ 1 :t rf::';%~ :~:nfgn!;tf:~~~ so, l'Ellot, si proponeva di tare. < Se si deue restaurare il teatro di poe3ia. do'f)O tan.U secoli bisogna prima 111ostrare che esso p1W costituirsi proprio con q1tel ma– teriale che sembrerebbe più refrattario: la vita della societcì contemporanea.> In omaggio alla tesi. tanto i due drammi che seguirono immediatamente Assautnio nella cattedrale, quanto l'ultima comme– dia più declsamente comica, svolgono li tema caro all'autore, il tema de-Ila scelta ossia della vocazione, orchestrandolo tra personaggi e In un ambiente moderno: una casa di Londra e lo studio di uno psichiatra, nel Cocktaiil party, la sala di una vecchia casa scozzese, In Family reu• nion, e ancora Londra nella terza com• media. Si assiste, In F'amily re,mion, che è del '35, al ritorno di Lord Harry Monche-nsey in famiglia, dopo un vagabondaggio di otto anni. per !esteggiare Il genetliaco della vecchia mamma, Lady Amy, rima– sta vedova anzi tempo, e alla partenza del giovane Pari, poche ore dopo, per un viaggio che durerà forse 1utta la vita. Ma perchè questo Invito ad Harry di tor– nare? Per restituire un capo a Wishwood. Il possedimento del Monchensey, e per• chè Harry, ancora sotto l'Incubo di una tragedia coniugale, possa rlcontemplarsl, tra le avlte mura. felice: li ricordo della moglie, scomparsa suicida In mare, du– rante una delle tante traversate, a cui la spingeva l'eterna irrequietez-,m, dovrà ce– dere di fronte alla realtà della nuova eompagna, la giovane Maria, che Amy gli ha preparata. Ma la realtà non vale a « Sort-lla, madre • s11irito del fiume e del n111re • eo11eedhni di 1u1n es!lere so– lo e Jmmla U mio grido 1,fh1111,teee a te,> * di ACHILLE FIOCCO j.)lacare Harry: egli è certo di averla In• dotta lui Ja moglie all'ano Insano, col suo solo desiderio. ed è inseguito dalle Furie. e la vecchia casa le ravviva. Agata, la zia, gliene spiega il motivo: anche il bab– bo di Harry1ten1ò di sbarazzarsi della moglie Amy, mentre costei recava In grembo l'erede; ma la stessa Agata man– dò a vuoto quel tentativo d'altronde mal– destro, e il bimbo nacque. Il posto di Har– ry non è dunque li, nella vecchia casa, che non Io volle e dove è più che mal solo. ma altrove. presso altre genti bisognose. dalle quali potrà Imparare la lezione dell'lgno• ram.a e del mali Incurabili. Forse. la mor– te lo aspetta laggiù, tra quellé genti. Ma che Importa? < La. vita è la morte e la morte t la vita> è detto in una lirica del poeta ed Harry è di quelli per i quall ll mondo ha un senso tulio diverso. esatta– mente l'Inverso del normale (o di ciò che sembra tale). Costoro hanno Inteso che tica poesia, per pol riprendere- ahi quan• to a fatica - la difterenziazlone indlvl– duale. Zone d'ombra adugglano ll dram– ma, che trova Il suo ritmo migliore nella conversione di Harry, di cui ciò malgra– do non si Intende appieno il passaggio dalla crisi alla soluzione della crisi. n coro non c'è più nel Cocktail party, o quanto meno v1 si è dissolto In una gamma di note sulla stessa chiave. Qui, lo schema è li più trito che si possa pensa• re. A ama B, che ama C, che ama D. Quante volle si è avuta occasione di ri– calcare Il girotondo dell'amore, di sui ca, novaccl dcli'< arte> e le commedie di Shakespeare e di Musset? Anche l'Ellot vi si è rlvollo: ma con altro impegno. E ne è uscito con una grave risposta: l'amore non esiste, cosi come si Intende generalmente e lo sentono tutti. Esiste un darsi la caccia. un inseguirsi, nel va– no tentativo di combaciare. Il desiderio Una scena di eThe confidenti.al clcr k •• nell'lntcrprctadonc di Claude Raln.5 l'unico modo di ritrovar la pace è andare In guerra, che le Furie - le ossessioni del– l'anima - bisogna guardarle con occhio limpido. non fuggirle, ed allora' ti vengo– no incontro e tl sollevano, ti diventano amiche. < Ora so, dice Harry, che ttttta la mia vita è stata una fuga e che fanta• 8nl-i si ntttrivano di tn.e, mentre fuggivo. Ora so che l'ultimo rifiigio apparente, il ripo8o 8ic1tro, è proprio il luogo in cui si incontrano>. La scelta è dunque dentro di noi, come Il bene ed il male. L'azione diventa nel dramma di Harry li dramma dell'uomo libero, di fronte al mondo e a se stesso. In questo senso, la libertà è, come dice lo stesso personaggio, < ima pena di specie diversa dalla prigione>. E tuttavia, si decide. si va in un senso o nel– l'altro, si risponde ad una chiamata mi– steriosa e talora, come nel caso di Har• ry, non si sa nemmeno con precisione perchè si faccia questa scelta, perché si scelga la morte anziché la vita, la morte perchè lo spirito viva. Allora, < la forza ckie8ta, che sembra trom>a, i: proprio la forza sufficiente che t data>. Il dramma s'Impernia nella difficoltà per Harry di riprendere contatto col se stesso dell'Infanzia, dell'età creduta !eH– ce, e nell'Incontro con la cugina Maria, prima, e poi con Agata, la zia. per averne una spiegazione. Maria è l'anima !em– mlnlle Inerme e inerte. che non si è ac• corta di non esser più viva. Amy è l'inu• tlle dispensiera e custode di un mondo convenzionale. Agata è una sorta di mo– derna e freudiana Cassandra. Questo mi– sto di classicità e di psicoanalisi è pro– prio la parte meno convincente del la– voro; del quale l'indice rivelatore è la presen1.a del coro, formato dagli zii e dalle zie di Harry, che parlano tutti ad un tempo e rompono l'uniformità dell'a– zione, senza perciò riscattarla nell'auten- si p~lesa Illusione; l'amore particolare, contingente, cede il passo all'unico amo– re, universale, che quando è rinuncia a se stessi è carità. La scelta si Impone tra una vita apparente - nella conven– zione sociale, nella finzione - e la vita vera, con ed oltre la morte. Un ricevimento, un cocktail party, è stato otrerto dai Chamberlayne, e gli in– viati non si son fatti pregare; sono tut– ti presenti: Giulia Stuttlcthealte, matura amica di famiglia, molto sollecita e mol– to curiosa; Celia Coplestone, tenerezza del padron di casa; due altri amici, Piero e Alessandro, e un Ignoto signore, e !an corona ad Edoardo, l'anfltrlone. Manca la signora, Lavinia Chamberlayne, colei che ha diramato gli Inviti. Dov'è mal? E' fuggita (mn al presenti si dice che è nel– l'Essex, al capezzale di una zia inferma). E pcrcM? Perchè - si precisa nel col– loquio tra Edoardo e io Sconosciuto, quando gli ospiti sono usciti, e più tardi ln più fruttuoso colloquio - perchè La• vinta, che pure tradiva Edoardo con Pie– ro, non ha sopportato 11 tradimento che il marito consumava con Celia, e cioè con colei che essa ha scoperta amata In– vano da Piero, e l'ha lasciato. Ma l'lgno• to ospite si prende cura di riportarla a casa, dopo aver convinto Edoardo dell'op– portunllà di recarsi da lul per decidere insieme la via da seguire. A questo scopo, anzi. Rellly (cosi si chiama l'i(::noto) con• voca nel suo studio di psichiatra. polchè tale sembra che sia. lo stesso Edoardo, Lavinia e Cella. Da sagg.lo e sereno maieuta. Rellly fa si che I coniugi trag– gano dalla loro stessa miseria (l'uno non può amare, l'altra non può essere ama– ta), Il solo consiglio possibile: una prova di solitudine anche mat(}riale. A Cella che Insoddisfatta sente allre voci. Rellly consiglia rii ascoltarle queste voci, di se– guirle. E Cella le ascolta. le segue. Quai• che tempo dopo, In un altro cocktail 7X1r• ty. al quale I coniugi Chamberlayne. tor– nati a sopportare insieme la vita di tutti. Invitano I loro amici. qualcuno narra c0; me Celia fattasi missionaria, sia staia crocifissa dai negri. nel pressi di un ter• mitalo, chiudendo nel martirio la sua pas– sione. Alle Incertezze del presenti sul gau– dio di quella fine. lo stesso Reilly rispon– de con una domanda: - E se questa no11 ~ felice morte, quale morte è felice1 Come si vede, da The F'amily reunio11 Una icena dtl e Cocktail Party"• lnterpret:i.to, fra gli altri, da Alce Gulnnr 1. Cocktcul pa.rty la variazione non è gran– de, quanto alle Idee ed alle posizioni dei personaggi. al loro modo di classarsl e di esprimersi. Anche qui. sollludini, In– comprensione; anche q\11, Intervento di un elemento provocatore che fomenta la crisi e pone l'essere nella necessità di scegliere; anche qui. parallellsmo tra lit categoria di coloro che si contentano di vivere una vita in superficie. quella che <,'è detta la vita di lutti, e la ca1cgorla di 'lUegli altri (pochil. per ! quali la vita è ealtrove>, in un mondo che non si vede e solo è visibile come carità. anncgamen• to di sè negli altri. Radicale, più che mal. la negazione di un rapporlo sicuro tra gll uomini: < Ah, ma moriamo l'Imo o/l'altro ogni giorno. - Quel t"'l1e di altri co11oscia- 1110 - E' il ricordo dei momenti - In cui li conosccnrn10. E son 11wtaei intanto. - teca ino .Bianc@ La fin~ione che loro o noi sic,mo gli stes• si - E' una utile e opport,ma convenzione sociale - Da infrangrre qualche volta. E occorre ricordare - Che ad ogni incontro tllcoiitriamo un estraneo. Per cui, < l'in– ferno 8iamo noi>, - L'infer,10: c~ser solo, le altre figure in csso, - Mero proiezioni. Non va è nulla da sfugr, i.re - E nulla ove 8f1tggire. Vi si è sempre 80li, > E' Il con– trarlo dell'Inferno sartriano che è Invece negli altri, come altri ha chiarito. Un solo rifugio, la !ede operante, una missione, la libertà nella regola, agli avamposti della barbarie. Due, i diletti del dramma: l'avvio lun– go e lento (tre quadri nel primo atto), confuso, nel parere di alcuni; la grave oscuri1à, nel parere di altri. Esatto, Il pri– mo appunto; assai meno Il secondo. A parte l'identità di Rellly, di zia Giulia e dl Sandro, tutti espliciti alla fine (Rellly, medico dei corpi, ma più delle anime, con abito di confessore; Giulia e Sandro, e cu– stodi >, sorta di asslslenll, anch'essi con un loro suono metafisico) - le relazioni tra I personaggi non soffrono interruzio– ni, I loro problemi, le loro decisioni. e le vle per giungervi, appaiono sufftcente• mente chiari. La sintesi che se ne è fatta potrà servire di con!erma. Ma come ade– rire alla condanna dell'ultima scena, la scena del racconto, definita <un errore> da chi pure colloca la commedia fra le più belle dell'Ellot e del teatro moderno? Al contrario, è questo uno del pochi casi, nel quah - anche tn un ambiente moderno e con una platea di gusto neoveris1a - la presa diretta. pur accentuando la teatra– lità dell'azione, avrebbe tradito Il < te• sto>, togliendo al personaggio la sua pro• spettlva, quella vaga aura di lontananza e di castità, nella quale si può rlcontem– plarlo dolcemente, dalla quale assume la sua luce di sogno doloroso, una angelica misura. Per me, l'errore, se cosi posso esprimermi, lo squilibrio, risiede nella saltuaria fusione del due toni fondamen– tali: il tono del vaudeville e li tono apo– logetico del <mistero>, Il vaudeviUe po– trebbe essere il punto d'Incontro dl una fantasia teatrale con una interpretazione metafisica e senz'altro poetica della vita moderna: ma I tentativi svolti In quesfo senso sono tutti !alltti, tranne sporadiche eccezioni (L'Opera· dei quattro soldi, L'anima buona di Seciuan di Brecht, un altro scrittore che In un altro senso per– segue- lo stesso ideale artistico). Nemme• no l'Eliot riesce a superare l'ostacolo. Benché gli esperti cl assicurino che li suo verso è straordinariamente agile e pronto a tutte le esigenze, l'Impressione ricorrente è che sul plano quotidiano il discorso VI resti piatto, banale, tanto più banale e piatto, quanto più Il verso acui– sce la necessità di un compenso o quanto meno di un nuovo accordo. Tutti questi contrasti sono straordina• rlamente attutiti nel Confidentkù clerk, la commedia comica, ma non troppo, scritta l'anno scorso dall'Ellot e rappre– sentata lo stesso anno al Festival di Edin– burgo e poi a New York nel !ebbraio di quest'anno, con Claude Ralns. La vicenda richiama per la complicazione dei rap– porti e le conseguenti sorprese la com• media di Terenzio, e più vicino a noi per la preponderanza del dialogo e Il parti– colare genere di umòrismo quella di Oscar Wilde; qualcuno ha parlato persi– no dello Jone di Euripide. Anche qui. co– me nella spregiudicata commedia greca, si va alla ricerca d'una paternità, con la differenza che I trova"te111sono tre, Inve– ce di uno, e la paternità esce fuori di do• ve meno ci sl--aspetta, deludendo i pre– sunti genitori. li segretarlo particolare è Colby, II giovane sopraggiunto a sosti– tuire presso sir Claude Mulhammer, in quell'Incarico, Il vecchio Eggerson che se ne va. Sir Claude, un trionfante uomo di affari, che ha già cresciuto con sè una ragazza. Lucasta, avuta fuori del matri– monio, ha voluto assumere Il giovane. perché crede che sia un altro suo figlio naturale, simile a lui anche nelle represse tendenze artistiche. sebbene Colby ami la musica ed egli, Claude, la ceramica, e perchè, vedendolo e apprezzandolo, lady Elizabeth Mulhammer, moglie di Claude, finisca con l'adottarlo: e cosl accade. in– fatti, ma per la ragione uguale e contra– rla, perchè Elizabeth crede che Colby sia figlio proprio, avuto da lei In un prece– dente legame. Luca.sta è fidanzata a un B. Kaghan, che la signora trova lnsotfrl– blle, e la ragazza s'Intende più volentieri con Colby, In cui sente però una soli• tudine. finché non apprende, secondo quanto crede anche Il giovane, che Colby è suo !ratellastro. Ma l'Incubo dura poco. A dissiparlo è invitata una signora, che documenti alla mano dichiara di essere lei la madre di Colby e di averlo avuto in legittime noz1..e da un tale Herbert Guz– zard, modesto on:anlsta, oggi nel mondo dei più. D'altra parte. (è sempre la si– gnora che paria). Il figlio di Ellzabeth non è •Colby, ma Kaghan. A questo pun– to, Claude chiede a Colby: - V11oi, mal– grado tiitto, restare coii noi, che siamo i tuoi genitori adottivi, ma ti abbiamo smn.pre ritenuto per figlio1 - E Colby ri• sponde no. Colby ha un suo richiamo. la vocazione di organista, di second'ordine, ma non imporla; preferisce essere ulti– mo nel villaggio, coltivando la sua pas– sione. che primo a Londra, tradendo se stesso. In più, questo gli consentirà di ri– trovare suo padre. Il padre come può ri– costituirselo lui. nell'Ideale purezza del suo desiderio di figlio, sen;,.a pericolo di fmentite dalla realtà. Forse si farà pre– te. E sir Claude non osa opporsi. Mancando un rintocco tragico. lo stri– dore dei toni. della commedia mondana alla Wllde e del dramma metafisico. è meno sensibile. Anche al verso. nel cli– ma generalmenle brillante. non si chiede più di quanto dà e I suol riferimenti alla realtà quotidiana appaiono fusi. per tesli– monìanza di connazionali, in un llnguag• gio di raffinata semplicità (ma John Gassner non lo Lrova cosi funzionale), che mentre scioglie non fa sc1.dere la cronaca. I personaggi sono quelli del– l'Ello1, tendenzialmente schematici. seb– bene meno impegnativi. epperò più con• cretl. La scelta è respinta nello sfondo e In primo piano avanza Il gusto d'una ri– cerca. dell'Intrigo, e in relazione il pro– blema della paternità ideale o di !atto. Come SI comporterà nella vita un figlio ritrovato di fronte al genitori putativi? Seguiterà a credere In loro o non vorrà piuttosto rifarseli vivi a modo suo, anche se I vivi gli offrono maggiori ,s::aranzle pratiche? L'Ellot è per la seconda: Col– by parte sulle orme del vero padre. La \'Oce del sangue vince la realtà di ratto. Si direbbe in polemica con Pirandello. e non è: ancora una volta, vale la creatl- Pag. 3, LA NATIVITA.' da ''La Leggenda della Vergine Maria i,._ di GUIDO MANACORDA Mezzanotte. la resurrezione la vita. Tramontano le Pleiadi In mezzo al mare Io sono Ii pastor buono snuda sui monti Orione la _spada tempestata di gemme . Girano In brividi Intorno al polo gelido le Orse. E Galassia vapora le gran braccia via per Il cielo aperte. Scintillio dl stelle . vapori bianchi di mondi. Armonie profondissime segrete di sovrumani silenzi. In fioca luce Il gran stellato muore al fondo del presepe. E mani e mento duramente al bOrdone pogggiatl che sa Il lungo cammino e le ripulse ftssa li Santo sopra Il giaciglio umile di strame l'occhio Inquieto. E s'abbandona Maria sopra li g1aclgllo umile di strame stanca stanca stanca. E pur le brillan gli occhi e pur le ridono le smorte labbra: Rumina Il bove dai torpidi grandi occhi sbarrati se.rio e lento at,a,·ando. Curioso l'asino drizza gli orecchi arguti la vista aguzza sugli ospiti nuovi. Mezzanotte. Nel profondissimo silenzio un lungo gemito represso. Nel profondissimo silenzio un fievole vagito. Il Crlsto è nato. Il &"emltodice: < Io sono la Madre. O voi, cui la colpa opprime o rode acre Il rimorso, voi cui brama di sangue e di vendetta ribolle 1n cuore e fumiga,_ voi che grandi e potenti siete nel mondo e davanti a Dio polvere, e nel mondo sapienti e davanti a Dio stolti. voi cui il dolore schianta e nel brulicante deserto della vita soli soli soli · • cammlm:1.te , e se cadete non trovate mano alcuna che vi sollevi, venite a me voi tutti. Sui miei ginocchi esiJI il .:apo stanco posate. A'.llacarezza lieve della mia mano diafana l'ardente fronte porgete>. Dice li vagito: < lo sono la luce del mondo vltà dello spirito. E tuttavia, è proprio questa leggera forzatura che lascia per– plessi e ci fa risentire il dissidio. E' perciò che. ancora oggi, li dramma ellottesco più compiuto è Assa.asinio nella cattedrale, il primo. in lode di Tommaso Beeket. < Un dramma in versi, come ogni altra opera di J>0esia,deve parlare con la voce del vroprio tempo. Non è necesaario 1n,, di quanto non lo sia stato per il pas– sato cltP. il soggf:tto del dramma sia mo– derno ... ,._ Sono parole del poeta, che sem– brano contrastare con le altre già cilate; In realtà, le completano. mettono il pro– blema pienamente a f.uoco. L'attualità dell'ambiente non fa l'attualità del dram• ma che In un senso meramente cronachl• stico; e, d'allra parte, la sua utilità è più commerciale che poetica; tanto è vero che li nµmero delle ~ommedle moderne è rile– vante, ma ben poche di esse superano nel miglior caso. malgr-ado·ll successo, il va– lore di una testimonianza del gusto e del costume, mentre drammi e commedie am- ~~e~~~~~~na:~~~e pfc~r~u~fe n:u~lf:n~e~~~ insieme (basti pensare alla Santa Gio• vanna di Shaw. che vale - eccetto Candi da - tutte le commedie del grande Irlan– dese. e al Peer Gynt, che m6lti seguita– no a ritenere la cosa più balenante di Jbsen, anche se non la più stretta e fe• conda). Nel caso dell'Ellot, Il problema si complica - abbiamo visto come - per la sua ambizione di serrare Il_dialogo nella cadenza del verso. La preoccupazlohe va a tutto scapito della concrete1.za del per– sonaggio. anche se l'Ellot ne ha bisogno per far parlare le sue creature da un · <dllà > - come egli stesso si esprime - che non sarebbe possibile altrimenti. Ed ecco perchè Assassinio ttella cattedrale è ancora, a teatro. l'opera più organica: perché qui l'equilibrio tra la posizione astratta dei personaggi e la loro !ormu• !azione concreta nel verso è completo e non suscita reazioni e lati sgradevoli. Qui. l'enras1 coincide co'n la solennltà degli at– teggiamenti, l'astrazione è un portato na– turale del tempo e della particolare at– mosfera allegorica della rievocazione e gli stessi riferimenti umoristici v\ si in– seriscono sotto lo spolvero shawlano con l'allegra libertà del < grottesco>. Assumendo Becket a protagonista del dramma, l'Eliot ha immerso il santo in che al sorger della stella chiude nell'ovile li ere&-ie e della smarrita pecora va In cerca. Io sono la spiga d'oro che mareggia al sole e dà Il pane saporo&o: li mio corpo. Io sono la vite che si congiunge al sole e dà I grappoli dolci e il vino schietto: .U mio sangue. Io sono la vista per I ciechi l'udito per I sordi la verità per gll lrmari. Io sono la carezza per 1 tanclullt dai puri occhi Innocenti. Io sono la. sterza per gli Ipocriti per 1 profanatori del templo>. E gli angeli a batter d'ali oro e argento, a stormo: <Gloria a Dio nell'eccelso e pace In terra agli uomini di buona volontà>. Intesero le stelle e s!avlllaron più vive simili a vivi carbonchi. Intese li mare e respirò più profondo negli ablsst profondi. Intesero I venti fra la terra e il cielo e splraron più forti e più fecondi. Intesero l germogli teneri le querce annose 1 cedri odorosi I fiori e l'erbe. Fiatarono umlll e caldi sul nuovo nato l'asino e li bove. Degli uomlm Intesero pochi pastori soltanto all'addiaccio sotto il cielo vivo di brace. E portarono umili doni. Ma d'oriente vennero tre saggt e po1ch'eran re, doni regali portarono: oro Incenso mirra. Sapienza l'oro dolore e offerta l'Incenso pegno e presagio di resurrezione la m.Jrra lmmarcescJblle. Questi doni. tutti conservò Maria meditando In cuor suo. Maria l'camara • coppa di amarltudlne, Maria la soave coppa di soavltà. GUIDO l\l•. \ N'ACORDA un'atmosfera estatica e simbolista, che ha però un suo ritmo scandito, un'alter– nanza tonale determinata dalle pcslzlonl dei personaggi collettivi, I quali non si rl• fanno ad una psicologia veristica, ma ub– bidiscono nell'espressione dei loro sen– timenti alla suggestione lirica del mo– mento e al carattere rituale della vicenda già !erma1a nel tempo. Chiedere al coro femminile - come qualcuno ha tatto - una rigorosa coerenza psicologica significa trattarlo da personaggio dif!erenziato nei suol elementi, con una psicologia Indivi– duale. non da creatura multanime, che reag1:.ce in un modo naturalmente som– marlo, in un senso o nell'altro. Aa&as8inio nella ca.ttedraJe non ubbidisce a criteri pratici, se non In un senso complementa– re. Se c'è cosa che dlstlngue Il dramma da tutte le altre produzioni del genere è lo sprezzo dei luoghi comuni della con– venzione e la volontà di porsi un tema spirituale e svolgerlo senza deviazioni. ri– cercando solo la ragione ideale del !atti, sollecitando attraverso Il canto, la parola ritmata, le luci e la musica, il contatto con Dio. Si sarà notato quanto poco In questo teatro contino I !atti. E' la trasposizione scenica del lirico: < Nascita e copula e morte - Q1iesti sono i fatti quando si vie– ne al sodo>. Quel che conta è la scelta, che attraverso la morte guida a Dio, su– prema libertà. Come sempre, l'Ellot pre– corre I tempi e li Interpreta sttb spec~ aeternita.tis. Tommaso Becket rifiuta di salvarsi sbarrando la porta al cavalieri. perchè sa che In quel solo modo si salve– rà: I martiri, eglj dice nella sua bellissi– ma predica che è Il centro non soltanto Ideale del dramma. I martiri non sono falli a caso. E' un motivo ut11ilarlsta, che nella mente degli < rwmi11r vuoti> non può entrare; ma un utilitarismo, dettato dall'amore, nel quale sta la ragione del mondo. Ed è ciò che apparenta I drammi alle liriche di questo grande poeta: <So– rcUa, maàrc - spirito del fiume e del' ma,, re - concedimi di tton e8sers 80lo - e la– scia il mio grido gi1tngere a te>. ACRILLE FIOCCO N. B.• Le citazioni In lln;ua Italiana 1ono tratte dalle verslonl a stampa.di S. Rosati, per ti teatro, e di L. Btrtl per le liriche. :::

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