Fiera Letteraria - Anno IX - n. 52 - 26 dicembre 1954

.. LA FIERA LETTERAR Anno TX • '. 52 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARtI E DELLE SCIENZE Domenica 26 dicembre 1954 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direuore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE ROMA. VIA D 'ARACOE.LJ Il. 3 - Telefoni: Ammlnlstradone 6&40Sl7- Redazione 664098 - Pubblicità: Amministrazione e La FIERA LETI'ERAf~.1A > - via d'Aracoelt. n, 3 - Roma - TarHfe: Commerciali L. U,O Editoriali L. BOnl mm. ABBONAI\IENTJ: Annuo L. 2 700 - 5emt!tre L. 1.400 - Trimestre L. 750 - Estero: Annuo L. 4.000 - Copia l\rretr9.lA L. 100 - Spedizione In conto corrente postale mruppo li) - Conto corrente post.aie numero 1-3142G J[8541:•"'.1[9541: SALUTO A RIMBAUD di Gl.cli.,l(:.,IIU,0 ITIGflHEl,LI li primo a fare Il nome di Rimbaud In ltalia, non è stato un uomo di lettere. ma uno del nostri maggiori pionieri africani. Antonio Cecchl, nelle sue me– morie di viaggi. Da Zeila alle frontiere del Ca/la, nel 1886, quando •Rimbaud viveva con una giovane abissina nè bella ~:reb~:~1 : ,~eo~•~,~~:~ :ur.ro :[~r!i Ceccht, lascer,mno qualc he tc stlmonhrn– za su di lui altri esploratori. Il Ferrandt. Il Robecchl Brlcchettl, Il Ragazzi, cosi che senza \'Olerlo noi cl slamo trovati a rendere omag~'io prima all'uomo che al poeta Rimbaud: ed era l'omaggio ch'egli evava finito per pre(crt,,e, dopo aver voltato le spalle alla poesia, Cerio fu un caso. Ma, oggi, viene vo– glia di ricordarsene quasi con una ln- 1en1.lone di metodo critico. Infatti, fra i tanti modi (e le mode) di leggere Rim– baud, due almeno rim,rngono a noi let– tori. mentre ululiamo Il suo primo cen– tenario: una lettura mitica, e una lettura 1rnicuttt. Luclatemele chiamare appros– simativamente cost. e \'edlamo - Insieme - di spiegarci. Impersonale e spersònallu.ata la sua poesia: ollre al fatto che ad arrestare Rimbaud ali' ultimo anno della Sai,on cn Enfer finiremmo, come sinora hanno !atto tutti, a spezzare In due la sua per– sona. Mentre a me pare che sia ora di dire che è solo apparente, o comunque è casuale, la sua vita disgiunta, di poeta prima e di uomo d'azione dopo. Perchè lo credo che Il poeta è colui che plù di ogni altro consegue una legge di unità sulla vita, - e prima d'essere poeta per I suoi versi. Rimbaud è , poeta., per avere praticato questa legge di unità Immancabile. anche a costQ del silenzio di una poesia scritta contro rallra voce di una poesia vissuta. N~ si creda che cosi dicendo lo voglia soltanto alludere qui al verdetto faustia– no circa Il primato da conferire alla azione più rhe alla parola, tutt'altro: ma vorrei Invece sostenere che l'azione dt Rimbaud. del resto quasi già pro(etl~– zata nelle sue poesie, non è stata che la risposta, la replica, la corrispondenza alla sua particolare poesia. , Non per nulla la poesia di Rimbaud è ritenuta un e: assoluto>. Tanto che df Jul tutti lanno un caso lrrepetiblle. Ma se non vogliamo ridurre la sua poes1a al fruito di una misteriosa esplo– sione e fatalità puberale, da interessare più lo psichiatra che Il critico. noi ab– biamo Il dovere di \'edere come prolun– gata e non Interrotta. la sua poesia, an– che là nella se:onda parte della sua vtta. Evitare la leggenda, eludere Il mito, non è possibile di fronte a Rimbaud. Non è consentito dare alcuna spiegazio– ne plausibile del mistero della poesia. e quanto alla predestinazione di un poeta nessuno mal saprà decifrare quello c-he Baudelatre chiamava e:"" d« ;r"et d ea pui.,aance, al'promu -,; ma nel ca.so di Rimbaud cl• troviamo a disput are - e cioè a dover tacere proprio intorno alla sua culla, tanto Ja precocità deUa sua poesia sbalor_dlsce anche coloro che han– no una certa pratica del suo culto. Nato, ln!atll, li 20 ottobre del 1854, la sua prima cosa, La rdve de l'enfant, l'ha scritta a dieci anni; tr'a I tredici e I quattordici comJ>')ne versi latini, e sono del 1869, a quindici anni. I primi -versi francesi. Dal '70 al '74 scrive le Potaim, Lea /llu,11ination11, e Une Saiaon en En– fer: a venti anni non ancora compiuti, la sua carriera poetica è chiusa. Non solo, ma è chiusa l'anarchia del poeta, Il rapporto con Verlaine, l'Interno del sesso. In altre parole. più semplici, Il e: fe– nomeno 'Rimbaud ., non ha due Caccle. Ma una sola. Rimbaud non ha avuto due vite, e neppure due esperienze dl– \·arlcate. E' tutto Intero l'uomo Rimbaud. che solo può spiegarci 11nche la parte neces– sariamente mitica e non-umana della sua poesia. Port Royal: un capolavoro E ha Inizio l'altro mistero, ma già più sondabile, dell'uomo d'azione che :a tutti I mestieri, che gira me;,.zo mondo e Clnl- 1ce ad Harrar ed a Zella, da dove rim– patrierà Il 9 maggio del 1891 solo per HHre •mputato di· una gamb11 all'ospe– dale di Manlglla. 11 10 novembre di quell'Anno. a trentasette anni, muore; e Il prete che l'ha assistito, se è vero quel che ha detto la sorella lsabelle e senza sfruttare troppo le esegesi claudelliane. restò sbigottito per la sua. fede: e Je n'ai mtme Janiaia tm de foi ds c€tte qicalitt .,_ Anche ad averla ripercorsa cosi In fretla. è facile concludere che è stata mitica perfino la sua vita. e non soltanto la sua poesia. Ma è - e non sembri una contraddizione - appunto Il mito con– c-reto dctla sua vita, che cl obbliga ana fine a non accettare come mitica e quasi Il scrivere versi è la sua grnzla, il dono, e li non scriverli è stato un trau– ma o un suo atto di volontà: ma le ra– gioni della ima poesia sottostanno alla pari. e congiuntamente, sia al primo che al secondo tempo della sua vita. Cosl che per capire la sua poesia an- ~~taJ! i~;eq~e1rr!lt~~a~nnao~e[i1g:.:n~mai!!ir: una lettura cioè che assuma In blocco la sua persona, altrimenti si corre Il• rischio di ridurre la sua poesia ad una e vacanza> gratuita, anche ,ie sublime: perohè aul mo di questo rischio :;cl va a cadere nell'errore. com'è accaduto a molti suoi Interpreti, di far credere che al vac1mm della sua poesia egli abbia ,·oluto contrapporre Il plenum di una vita d'azione. mentre quella sua seconda vita. coscientemente o no, non è stata che l'ademplen7.a ed 11 compimento del ple,unn e non già del ooc11um della sua !olgorante poesia di adolescente. GIANCARLO VlGORELLI {Da un ,ar,gio. L'unica poe.sla di Rimbaud. di prouima pubblicazione preuo /"tdf– ton: Por/irlJ. UNA STRENNA DA COPENAGHEN PER * LET1.0RI ITALIANI IL FAVOLOSO ANDERSEN Gino Bianco LA •·tllRA LllTTF.11,UllA nugura BUON NATALE e BUON ANNO fii suoi lettori Responsorio dell'Avvento * di .\~TO~IO CORS.\RO * A SOLO: Vi.,io,ae di/aaia a1dlaaera au Geruaalemme e au Giuda •" Roma e au Mosca ai tempi di Ozia e di Joatan d'Acaz e di H,ller. Figura di, que,to mondo indiatinto •ella iclta d 1 1m.a aera indòlente pcn-ht iJ c110re iJ malato e l'inverno {eri l'intelligenza. Sotto la lingua bianca deUa, neve ll(l. maturando il pane la parola ma nell'aria che .,i pe..,ola non c'iJ intanto cho Il bue col auo fiato e l.'asfno ra3segnato alla aua greppia. Poi un lomento aenza nome: e ,cnza 1,ne. e poi non ao ... CORO: N'untla nobis si tu es Ipse. A SOLO: Non aono che una pietra '-' gettata nello atagno una voce au Sodcma Hn« vooe a" Gomorra. Non aono che un paHero legato al cavo d'ama roécla. Ah. cedri del Libano quercae di BaMUI! lo non .wnq che un Ah lanciato· nella &era del tempo. • • Le atagioni della memoria fuogiro,w e la demente volontà corre aull'aafalto· della ,eo(a.. R.eata la aera aul cuore predato dall'tnvenco aull'intelli9e,ua che di.tpera e poi non 80 pi!r. µa_rlare..• CORO: Nuntla nobls si tu es Ipse. A SOJ..(): Oh. ci fii tolta ogni coaa le collane 16 tiare i mOPlfli ,. .. i aandali .le veati le mantiglie ma ci 1a8Ciarono le armi! Dacci s olamente U tuo nome gridq.va il noatro amoro. Ma ci f u tolto l'amore l'amore che dorme aull'erba l'amore- çhe ,'appoggio. alla fifleatni l'amore che xslrombra si C011.auma l'amore ohe non a ribellio"e l'amore çhe attnde trtt i gigli ;1:'::f~~ t/~/ so~" ripoaq.. queato. è una aera invemale e non 30 non ao che dire ... CORO: Nuntia nobis si tu es Ipse. A SOLO: Vedo un ramo vegliante -vedo 1ina atelia nera vedo una piaga nel mare. E aubito le vaghe ragioni della mente il d13e0rao riprc.,o e rimandato l'intimo colloquio acmpre 'l)iù dll/icile le ore perdute 1tell'onaia d'afferrarle lo 1pazio dilapidato lungo e travolto povera oaaa di Sion anima che aapetti il fuoco fiammeggiante. Vedo la t."'itache cerca una preghiera oh. r,er consolare il •uo dolore con lo apirito legato in una casa 8to1ta in 11n Cedron diaaeccato. Non ,ono ,tate piante t·11ttele inaenaibili amarene non aono 1tati vinti tutti i crudeli moatri. Ma la apera,u-a erra nell'ora di Madiall quando 1l vincitore god• aulla preda catt1irata poachè dell'era n1wva ata per naacerc il Fanciulle mirabile ... CORO: Nuntla nobls si tu es Ipse. A SOLO: lo aono il profeta della Gcncai per annunziare l'alleanza. lo aono il ooaabondo d.elL'Eaod.o col t,"'incaatro prodigieao nelle mani in qucata aera monotona d'avvento. /ltdo3ao veati adrucite aono contaminato la mia pelle i1 ro.,a dalla lebbra e parlo con la proatituta del Lsvitico. lo aono un quarantenne che numera i pa,11i che vanno da Sion al Giordano. Mi chiamo Seconda Legge piena di nubi e rupi e nebbie e fuoco s11ll'Horeb del Decalogo contro Beelfegor e Dl'idoli di Bcelfegor. E lungo il cammino raccolgo le Co,e tra, llaaciate per coMegnare intatto il mio 111i1tcro a IE.!dra che avrà una divina tc,th11onkmza da lo- r sciare. Io sono il Grcinde Cieco che prega SHi morti nel buio dcll'Atteaa e manda. ll auo figliuolo con 1m angelo e un cane verso il pac,e dell'amore. Coraggio chiedo al Signore per la fancittlla serena che vibra a" Olefertte la apoda d'Olcfcrnc. Sono la Pre.,celra ,1ono la vergine Eatcr il ·mio vi.,o è color di roaa mc, pallido innanzi al mio aignore pallido come il fiore dell'avvento. Ahimè Giobbe ahimò fratelli ahimt figli per l'infelice ho 1tnaaperanza acnw parole. Ahimè chi aono io1 Una IJOCe di mare aalmodiante un corifeo nel giorno che muore una bocca che fiori.tee nell'orto dei Proverbi per l11p,,polari epifanie. lo cammino pei campi c,ppannati come ,m Geremia lamentoao aulla vedova come: 11nBaruc eaìliato come un Daniele oppreaso da ui,1ionl ombra con le ombre ao110 1111. uomo cll.6 ai 1:ierde iii un coro figura. della aera taciturna che precipita nel mez:o della Notte. CORO: Nuntia nobis si tu es Ipse A SOLO: No1 1sono Colui che ouard(l nel vi.so delle ombre e le fa luce. Il mio p aese è il lamento 11nfi1m1e che a'arrcata quando l' Aatro dell'atcesa appare .... CORO: Ecce nomen Domini venlt de longlnquo Et claruas ejus replet orbem terrarum Dominus auferet jugum captlvltatls nostra.e Canlte tubae in Slon qula prope est dies. ANTONIO CORSARO

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