Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 34-36 - 6 set. 1953

Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA Domenica• 6 seuembre I953 PRIMO PANORAMA SUI . ' ILPROF~SSOK~ unmisconosciuto di LUIGI CAPELLl Il professore è una <!elle !lgure più misconosciute, pili. bistrattate, J)lù. malviste, addirittura più odiate, della . ~~s::: :°~1 1 :icfiiil~~eèn?tc 1fn:i~f~~~jbl~~o d~: \~a~11r~i nodo che si è venuto ngg:rovlgllando e che ormai è cost stretto da non potersi p!u sciogliere. Certo è (per stare r~~~~~~~i~~t: 1 ~~~r1~11fJ 1 ùch~s~r~~~~~;~i~c~~ l~~ depreuamento del professore ha condotto In sua attuale condizione nella società, all'odiCI uno del suoi compiti ~~1%1~~~~r~ovdc:1 1 / 1 ~uf[:dlni t~er,~ 11 ~ ~aclrt. 11 ~te:.!: minatore. dl giudice. Il professore. da un lato, è ormai nella opinione pub– blica e purtroppo •nella cruda realtà un arramato, un povero Jazzaro costretto all'arrembaggio- e alla Cftccla aflannosa e Incessante delle lezioni private? o di altre aulvltà e:<trascolastichc con cui sopperire alle più ele– mentari necessità sue e della Rr0Jlrla famlglla. Dall'al– tro lato è ritenuto un Uranno, una specie di mlnosse , ~jf~~~i~; 1~1r::1~e c~~h?aS:la~en~~u~ :~lo~ e~te;ti ~ono soggetti. In un mondn In cui tanto uno ,·ate quanto possiede Ce le recrimlnaz\onl sono vane di fronle alla realtà), li professore che non solo non possiede. ma non riesce nemmeno a trarre dal suo lavoro !! necessario alla vita, non può che essere consideralo un dimh1uito, un ln!eriore (e quanto ciò nuoccia, oltre tutto, al suo prestigio e quindi all'esercizio delle sue !unzioni è superfluo rilevare). pe~s~~~r!lOlm~\a~bfft~e:1\ 1 aY~~l~r3e\f!uf~~lg~~. 50 è uno di quei luoghi comuni che come si sono, anche arbltrar,lamcnte, radicati, coSl riesce poi difficilissimo o :i:~r~~~)~a ~d~ss~~~~/~~'ì!i~r:ec ;:~rc~~! 1 c~: 0 ;if~ fine del trimestri o alla chiusura della scuola si prende la rivincita del fiele trangugiato durante l'anno, evi– dentemente non ha mal avvicinato un professore. nè ha mal assistito ad un esan1e o ad uno scrullnlo. Costui non immagina nemmeno la cura assidua e amorevole del docente per comprendere e aiutare Il discepolo, In iwt:i: 1 ~:nt~ ~I af~~~r~u~~. )au 1 pr~c~u:i 1 zii~;i~i~~~~ sin continua di sbngllnre, Il senso acuto e vigile" del dO\•erc che lo accompagna nella sua sconoscluln e pc- :!~~~ ~8;~1a g~g~~n~ f~ 0 ~J~SS!4n~:~~~t~e~~,;~v~~ 0 iu~~ ch'essa. come ogni altra. le sue. Ma è sommamente ln~iusto e voigare estendere a tutta una società le co~: 1~ l~~;I~ ~el ll~u~~ir~rd1~à~I. La cosa è troppo evidente per poterla o volerla negnre. Soltanto è errato e Iniquo attribuirne al professori, o al professori ap– pena. la colpa. La crisi della scuola, conte bene osserva uno del pal'teclpanll al pl'esçnte dlbnttito, non è cpe un aspetto dt'lla più generale e universale crisi dell'uo– mo e della civiltà. Se a lezione gli studenti si annoiano, se non maturano, se avvertono sempre più prore>ndo il :~l~~f i~f1/: ~~o:gfl 1 !r~~tar:~o:~!~~n~t 1 :g}{sg;'dj: namenti sfasati. come si dice,) è da ascriversi proprio n loro stessi. all'atmosfern che respirano in casa e per la strada, nei luoghi di ritrovo e di dlve1·Umento, alla sordità e al1'01>acltà spirituale che ad essi ne derivano, -~sg:,t~)!6°l~~g~ liro;~~!\ P~f v~i~~~z~rr·aJ~~tod 1 ~W; esigenze e ai problemi attuali di cui nutre egli -stesso Il suo sr:lrito, si è trovato di rronte a un -muro di ovatla In cui 11 suo slancio si perde, le sue energie vengono soffocate, il calore. la ,•tvacltà. In ~ersu&.slone che egll ~~r~a si:U\!ufo i~~~~~r;~n~~ef~~~~:! ~a~!:tr~t~ 1 Uei;~a11dt ba.ttlto, çhe vali;a per la m.t.gglor parte dei suol profes– sori l'accusa che egli fa loto. di incu1care nel dlsccpoll una rr.cn1alllà meccanicistica e astratfo1tica. di preten– dere· da essi uno studio nuiemonlco e manualistico, dl Ignorare nel loro Insegnamento I valori etici e sociali? In una parola, di costruire automi. non di formare degli uomini? TropJX'I ~pesso l'li è c!.~vuto coslalare che sollo ~i~:e p::1 fe,~:;;i-l~ i':i~~~(u~~~~ ~nl~n~i,t:.su e comoda C'è ancora. sì. purtroppo, chi vorrebbe con[lnare la scuola In ·un limbo Inerte cd amorfo, In una sterile arcadia Ignara di tutto (uorchè del suo proprio vagheg– giamento e del suo logoro e vuoto blasone. ~1a costoro nUn sono professori. o, se lo sono, non hanno che Il nome e I crismi ufficiali di docenti, non l'anima. Ed è ~~~) ~!i ~~ol~g1~i cgi51~~f d1 : ~ulpr~r.P~~i~~~~i1~;'. Ma gli altri, I veri professori. che sono Insieme Inse– gnanti ed educ.atorl, essi. sl, hanno il dlrltlo, e Il dovere di pretendere un'altra corrispondenza da parte degli alunni. un'altra s11ma e un altro trattamento da parte del corpo sociale, come questo pretende dalla loro opera l'lndls1>ensablle alimento per conscn·arsl e 1n·ogredire. Gravissima sciagura per tutti sarebbe se i migliori. co– me In parte è già a\•,•enuto e sta ancora avvenendo, fouero costretti a dire malinconicamente addio alla . scuola e a sclo~llere risolutamente la loro vela verso altri e più ospitali lidi. LUIGI CAPELU t•I• ,/ ,.j/f -~ li' { ~ ' r-· : : ~ ,, . PlJO E DEVE GJI:UDJlCAR.E JLA SCU.OJLA? :*: L'esame di stato,i professori,gli studenti .:v--: 1:et1ante di stato è uu argo1ncnto dl madu, e non ,·'è cbl non c4'tla alla ten– tn7..loac della .retorica del luoghi f!Omuul, ehe pur dHnno a mol11 l'lllmdone della con1peaenzn e della c11•crlenzn., s~ non 1111clln della orlglnAllta) ... »r N~COJLA P.E,'Jl'RlJZZIEJLJLJ[S )f. Aleune eouse del .uole .... Per curare e guarire l'organismoscolaslico è necessarioindividuare i germidella sua malattia Ne&ll ultimi giorni del Ma&glo dello scor– so anno, promosso dal Centro Didattico NazlonAle In collaborazione con In Dire– zione GenerAle della Istruzione Tecnica, si svolse a Firenze un Convegno regionale di studio degli lnsegnantl di Lettere Italiane e sloria ne~II tstllutl Tecnici e Scuole di Magistero professionale per la donna della Toscana. Sede del Convegno il monume1i– tale Palazzo Cerini, che accoglie una rirca Interessante documentazione della storls delln Scuola italiana attraverso I secoli: do– cumentazione, che risale In gran parte alln mostra didattica del Hl26. della quale fu soplente animatore Il Prof. Giovanni Calò. Finalità del Convegno era, ~~~ondo il programma dei lavori, di studiare I pr<>blc– mi relativi ai detti insegnamenti, che han– no \/alore formativo nello svolgimento de!– la lntclllgenia del giovani e che rappre– sentano una forza viva per ogni attività costruttiva. lo. ql,lale è sempre guidata e regolata dalla luce del pensiero. tì;:1/uJf :,J~~~r,8 1 à 1 ~~!~~ t;nv~~n~en~ debbo pubblicamente confessare che i tre giorni, trascorsi a Firenze in quella circo– stanza non ftlrono davvero SJ)('Si mate trri cotiiunlcazloni e d\scus.<;:ionl,che si svolsero alla presema del Direttore Generale della Ist·U7.ÌOlle Tecnica (! con la J>O~lbilltà di ~odere l teJ)ori e I p1·0Cumldclal Prima\1ern fiorentina e le manifestazioni nrli~tlc-he del Maggio mu$.lcale. E proprio per questa po:.· !<lbllitàche ml ru data. non ,·ot:tlln unlrml $\( $.O\lticritici che vedevano la lnop1JUrtunlt:\ di un convegno vroprlo nel pe·IO'lo con<'lu– slvo dell'anno ~olastico, ounndo In presen– ,a. dell'insegnante è lndlspenJOabll" nelln scuola più che in altro momento. Voglio lm•ece fare alcune considerazioni, richiamandomi ad una nota, che stesi in un questionario. rimesso alla flne del Conve– gno alla Direzione del Centro Didattico Nazionale. Dicevo In tale nota della necessità di studiare le cause del male, rapprest"nlat'l dalla crisi della Scuola, per curarlo e gua– rirlo: mentr,c di queste <'&usenessuno ave– va parlato, facendo Invece molta accade– mia, rh,uonando là, In mcz.zo n 1an1e eltre voci autorevolissime, anche quelle di Mae– stri come Giovanni Calò, Giacomo Devoto e Bernardino Barbadoro. di ARMANDO VANNINl llzzato una situazione che era stala lmposla dalla conlingenza di guerra, Ora io dico che cinque ore consecutive di lezione, dalle S,30 t~ra~f() 30 ~n~ion :~;I~ ei~~~roch~p~rt~:~~~ io non approvo. è tuttavia un'altra cosa. Là si può arrivare più tardi con minor ~:~~~ :n~o~~~ J!f11 ·~errr~~ ~re ~i i;g~~~ 0 U giornale, Iumare la sigaretta. conversare ~rc:or:;:eg;~r~;~r.e ~J::~1::! 0 (::~~~u\)1t!: mente una bibita od un c&.Hè,tele[onare o.d un famlllare o ad un amico, etc. etc ... Mn nella scuola tutto questo non è conscnlito e allora ... Sentite che cOSH. a, viene nella scuola. Se fi concede, e non si può non concedere, un breve lntervnllo. per esempio do1>0tre ore di lezione, alle 11,30, come avviene quasi dovunque, i giovani ne approfittano natu• raimente 1Jer consumare. una seconda cola- 7ione, durnnte la quale In scuola diventa un vero e proprio bh•acco, riempiendo aule e corridoi di carte, di bucce, di cicche, cioè n dire di spMzatura, che darà poi tanto da ~~~e o~-l;elJ!~1~~~ed:tnb;~, 1 ~~n~~s 1 m 1 !1 ~~~~~ ~~~ 1 ~~;.~c~r~~\~~~~ì':d~,l~ù s~n~a~ ci!·; la digestione. mentre !I J)ensiero correrà nl momento della libertà riconquis1n1n e al pranzo caldo che a<:petta, preparato dalla madre con 1nn1a J)remurn. Sarà poi. con tma Interruzione di diciannove ore, che Il giovane si troverà alte prese con i prores– ~orl e con i libri. E diciannove ore sono tante per non dimenticare e gli uni e gli altri.· dopo il pranzo. le canzonette delln radio, il cinemnto~rafo. li campo s1>0rtivo. la partita· al biliardo. In passegi::ln1ina sul <'Orso, la cena e la slancheu.a, che Impone almeno nove ore di !-Onno, perehè l'or(::anl– smo. dopo una giornata tanto laboriosa, sin ritemprato. Dlfficilmentc oggi s'Incontra uno studen– te !n una libreria o In una bihlloteca. l\la l'orario unico, mi i.I dirà, favorisce del capoluogo. E a questo proposlto mi pia– ce parlare con la maggiore lranchez.za . Io non sarei per favorire tale afflusso. Perchè dal paesi della provincia gli studenti deb– bono J)rcndere i treni del mattino e giun– gere alla città già stanchi, anche J)rima di cominciare nella scuola Il loro lavoro: cteb- ~ann°o~!/t:~:.i~~~l 1rri~~~z~ean°ca':"\~~-i~ In orn troppo 10.rda. E tulio questo nntu– ralmente n danno della loro snlute e dc:! loro sludl. Pensate ai periodi di cattiva sta– gione. al rigore del freddi Invernali! Chi ha veduto sul treni questi studenti matlinlerl alle prese col freddo e col sonno non ha J>Otuto non fare le considerazioni che fac– cio lo e che farci anche se si trattasse di animali Invece che creature umane. Nel capoluoghi eslstopo sempre ottimi colleghi, che potrebbero accogliere gli studenti dr! paesi della provncia, con la sicurezza che ne curerebbero. la salute fisica cd intellettua– le, la disciplina e la educazione. I glovnnl oggi. più di prima, e specialmente quelli che non hanno nella propria famhi:lia la t•~~~~o~e dre~~e1l~ 11 ~fs~Ìn~~~;~1~ :iultl~elè Indispensabile nccanto a quel titolo di stu– dio che si \1uole conseguire e che darà loro 11 diritto di esl'rc\tare In profe~lone, di rappresentare nel oaesc le brnncht' delle più lr,oorto.nll attività e di entrare nella vita. pubblica con la prepnrnzlone e la dignità necessarie. SI rlah:erebhero cosi anche le !i-Orti di quel Collei;i Nnz!onnll che oggi languiscono e che tantn importanza han– no avuto un temoo nel campo delln erlu– cnzione. lo ricordo ancora quelle squndre bene ordinate di glovnni, C'tien\'evano tanto <'ontc~no nei modi. tanta eleganza nelle divise e I scc:-ni sui volti della serenità e Mila ~alule. F.d Cl'a queslo anche Il miglior liroc!nlo per la vita di soldati. che a,•rebbe– ro poi dovuto trascorrere nelle caserme. Sf 0 g,~~~p~. ri~;i!;~teg~~~~:•e·eF~t):t:Od! Commissioni e Sottocommissioni, attraver– so Innumerevoli consultazioni di pareri d'lnsegnamcnll e di Capi d'Istituto. Ma poi? Se oggi se ne riparla è solo per un de– litto, che ha bagnato di sangue ln Scuola ~t:I~;t~t~ 8 a~:;~• rfg~:!~~ i~ 0 ~u!u:tr:J:. (atta di quella giusta severità, che età va– lore a tutti gH alti della ,•lta e che è da tutti desiderate., non esclusi gli studenti ~~ 1 !1':~iol~ui~ll m~~t 1 !~~\}~lc!,n~~~l~i~~~g:l~ la loro fallcn e del loro valore. No, tante cose non vanno nella Sci.Jola Italiana. Si denunziò. ad esempio, nel Con– vegno dello scorso anno, la Impressionante crisi nel resultntl dell'Insegnamento del– l'Italiano: insurrlclente conoscenza deUa lingua, povera cosa l'arte dello scrivere. E la causa? Ripristiniamo, prima di tutto, I due esami distinti per questa materia, cosi lm1>0rtante. senza la ruslone del resultatl dello scritto con quelli dell'orale, come fu Instaurato, non si sa perchè, dalla riforma Gentile, C'he pure voleva essere severa. La prova scritta d'Italiano è certo la più Im– portante in ogni genere di scuola, perchè è quella che meglio valorizza la personali– tà e In cultura del giovani e non ha nulla a che fnrc con l'altra, che dipende da una elementare mecranlcltà mnemonica, che anche I meno Intelligenti possono facllmen– lt> superare. Ripristiniamo l'obbligo di 1mb– hllcl concorsi per l'assunzione del personale In ogni genere di uffici, non escludendo quclll delle Banche, che og~i ne fanno com– pletamente _a meno e che chiamano sempre J!li clementi che si distinguono nella scuo– la, che Il prepara proprio per questi uffici. Ma tante e tante altre cose potremmo dire a proposito cosi persuasive e facili ad ln– tenctcrsL. Tutte queste considerazioni ml nacquero nella mente, leggendo poi la notizia che, semprt' ad Iniziativa del Centro Didattico Nazionale, si sarebbe tenuto a Flrcnze un secondo Convegno e. Questa ,·olla, del Pre– sidi del Licei classici, :.cìcntificl e det:11 Istituti Ma_s::i1;;trall. che lo non potevo non Invidiare naturalmente se pensavo nl te– J>Ori cd ai profumi della Primavera fioren– tina ed alle manlfe:.tazloni artistiche del )faggio musicale. LORENZO LOTTO: ~lnrb A,sun::i <pnrlJ. Asolo, Parrocchiale di S. ~Iar!a Assunta La scuola, con l'orario unico, ha norma- ~j~~i~~h~eg~~;t~dae~~~ ds~~~fe~sia?i:11:c~~; Nelle giornatc fiorentine del suddetto Con,•egno non si mancò nnturalmcnte di trattare nnche del problema del program– mi d'insegnamento, intorno a cui si discu– te da lunghissimi anni; del problema degli orari scola.stlcl e si presentò, Infine, un AR:'\l..\~'DO VA.,."\'N"INI !3ibl·ioteca Gino Bianco

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