Fiera Letteraria - Anno VII - n. 50 - 14 dicembre 1952

Domenica, 14 dicembre 1952 LA FIERA LEffERARIA GALLERIA DEGLI se RITTO JR I[ ITALIANI ( Fotogrcf{e di OAltRlERI - Jltllono) DA RUBE' A LAZZARO * IL ·NOVELLIERE G. A. BORGESE N d • d · ' / • d · d · · crisi, a una data crisi - con- L'esame che. a suo tempo. on zsor ine, ne anarc iia; ma estino l, un inge- f;nJ~sf •.';l/e}t1i~aR~f!; ~eài ~~=l~ :rri. !A~e B~~ 1 ge~~~n;, gno clie 1iella sua stessa Jera,,,;ta' tro"a di che dolersi Eliseo Gaddl, protagonista del quindi, il giudizio che ne scris- '-' • v ~/o," ; 7 ~~/fic.:1."rr::~;~e it ~Ì' ~!~~v!~~a~;i~:~J:·!• 1 d~ lecltato, anche. all'autocom- nla che egli vuol dare un tutte le sue esperienze, dalle lippo Rube, rifrangono una causticità e tratti di biasimo piacimento: ma egli sconta qua 1 lche ordine, un assetto che più lablU alle più fanatiche, esperienza. nel letterati non d pe 0 rve ii !mtomnoag!dno 05 ve 0 sdmiodqautoellae qu sto Inavvertito culto di se sappJa, anche, di moralità. dalle più ardenti alle· più au- r:~fe~t ~~o~:in~e ~~biji~~s: medesimo soverchiandosl ne- Forse per ritrovare un prln- stere e umili, da q_uellebellui- h i d1 imà di rte monografJa, per l' tndulge.re a gli entusiasmi e nelle crisi che clpio dl ordine ritorna a studi ne e disperate a quelle matu- ~;e~ ~erSO~ra.ggi del~~! ro: grossolane analogie e, infine, a lui sembrano ineluttabili, ri- giovani11; e il D'Annunzia. re e limpide. Sotto questo pro- manzi, ru precipua a lui: dico per Il violento ardore tntellet- tornando, poi, sugli uni e sul- nonchè il saggio sul Pascoli fii.o esse stanno a Tèinpesta l'esperienza politica. Gli scrit– tuale che il Borgese sembrava le altre. nella 3. serie della Vita e il nel nulla, come punto termi~ ti di tale specillco lndiri1.ZOlo ostentasse senza rendersi con- Non disordine, nè anarchia; libro sono riprese d,J antiche. nale d'un processo iniziatosi mostrarfo all'apice della sua t.o che, alla fine, riecheggiava ma destino di un ingegno che analoghe note critiche che (tià con Rubè; da altro angolo vi- curiosità in funzione di cono– il gusto letterario dello stesso nella sua stessa feracità tro- apparvero in Resurrezioni. VI- suale, si può dlre ohe Lazzaro scenza e arricchimento di vl– D'Annunzio. In vero, il Serra va di che dolersi; ed è alla sibilmente, il bisogno di rior- - per es.sere probabilmente ta; e 1 problemi politici non condannava la lussuria men• sua esuberanza. a volte tra- dinarsi si mantrdta nelle una controfigura morale di sono i meno vissuti, anche tale dell'allora giovanissimo e baccante nella sublime 1nsa- Poesie che contrassegnano lui a \m deto stadio della sua perchè Il a~ano amore e ca- ~~ta~~g!d~0~~~!~"J~~e ~rz~iei! l1"'--------------------------------- ..I r!tÌ1 '!!1~~\:J~: uno del suo! at– diterraneo; splendore che non A A A teggtamenti più noti e vistosi si è quasi mal estinto quan- L L ' I T L I è quello che egli assunse. ln- ~~;:.e 1~ ~frett~~e~ya~g~f~ fieme al Salvemtni ed ai ca- peccava anche per esuberanza ~~filt~~ 1 t~ 1 ~~'!,d~~!/;n:~~f; ed eccitazione di scrittura, e ed i repubblicani, nel sostene- la cosa è ancor oggi strana re l'opportunità di una glust a ove la si panga a confronto pace con la Ju5toslavia sul {1. con l'antecedente ma ben più dl G. A. Bf,ffG~SE nlre della orfma guerra mon- ponderato e schietto lavoro, dlale. SI dirà che trattasi di ~g~ttf:a 1~orffa.1~~lla critica I I il tuo golfo tiranno, esoerienza oolltir.a dllettante- ba1uU,ur, t~~~as~~~it"tt~~t.d\i I ~; t:rn':aini"':' fo~:~~~.ltalta, corsa ?i"~~~ •;;:~.cii• dipinsero di lo,che lusinghe E~~~y:~t/: ~~~fJ[~!~ violento distacco dal croclsmo; e te ne lodarono come di un 11t0nUe, derr e fissare flli avvenimenti: per 14 tormentata ambizione battuta, spogliata, arsa, lacerata ora tt gridano colpevole, la loro e ciò sia pure, ma non può all'equutbrio etico, egli non è' fra l'ungh:ie del fortt, . colpa traf'ugando dietro ma.sclU!!re di ferro riman~r fuori dalla sua per- mal uscito fuori dal fuo 1 r~- campo [e oro. sonalltà. Cosl. de1 resto. è ac- manticismo. Artista pr nepa - di battaglie. non tue, e quel che resta. E se• i tuoi figli combattono, caduto recentemrnte per i ll- mente, ~adfortl~ uu ca\ane- di te. se periscono e cadono, sono brl scritti e pubblicati in Ame- ~fi~ ~~an 1 P~~ 1;gu["!i1 ~e1!; preda ai prindpi infami e ai mercenari sU:art dell'Uomo sa.nguinoso, degni rica. ctie 011.rrf'bbo averlo rlac- cont~mporanelt.à; nè a qual- che trafficano sulle tu.e vergogne. com'esso cil stennbiio e, più ch'e.sso, d'ol- reso l 110 stu fi1° de~ rieggimeni che mutamento o moderazione antichi accenti rtragglo. Causaemc~%!n~~ se:benf P~ri gli è servita la filosofia, lo tornano a questo labbro ove sl spensero Se levano le braccia inermi, se accorrono tono fatidico. trntta l'Inter- studio dei filosofi. giacché, quando il patire incontro all'invasore e lo chiamano vento armato alleato sotto Borgeseha espresso i pensierie j sentimentie le aog~- ante! i~! tempi di matti~, fu troppo, quando, liberatori, fratello, specie di v!nd!ce attp e di tu- scie di Un'epoca,che in tantapartenone'p·au' la nostra i~ ui;°emi~~r: rnri,;:g:tui,o~ scacciato dl~l!~ •.tue inlq! uità, varcai son chiamati codardi; ~:::,o:::~~?i~!~im,e,!,l;!:-o,;:puearse! Comincia, dunque, con te crl• mari di so ,t'""me, ca ca.i •t tlca (Resurrezioni, 1903~1905: le vie cineree nè scelta hanno se non fra morte ~~:1ii:t~~ro :o~~a~~o~ f~~~; Storia della critica romantica dell'esilfo, osai levar la fronte feroce e v'ta obietta, /Ta catene teutonicus >, mentre. La ctttà. di· PAOLO JfARLE'J. 1 'J. 1 A ht Italia, J905; Gabriele d'A.n- ad altri soii, mescolare u mto sangue eh• il nuovo signore attorce alle antiche dell'u-01no. dfaeendos! ai o!ù ,. nunzio, 1909): pubblica, poi. 1 con sangue !traniero, e tn nuove genti e le porge al vinto col nome di libertci.. sueee,...1't.lvi utoolsmi sociali e Su Borgese è ormai passi- avrebbe potuto scivolare nel rio nome e cognome di Fe- ~~:~~=l~az~l~, rngre:~~\~ sperai, credetti, appresi altro linguaggio, e l'immane vendetta che si noma giustizia, ~~}1Jff!s '~IT~~a u .. nfr~~~:~ bile un dista.ccato discorso, e sentimentale se un raro senso derico Milller, molto comune zia il secondo per)odo critico e volli dtment"carti, solo preaa nd0 l'uragano di fuoco che cade zlonl di tutto 11 mondo, in un ne· dà occasione la ristampa della misura non l'avesse equi- in Germaifiia. a quell'ombra (La vita e il libro, tre serie. che una mano fedele mt educasse sugl'innocenti, scuote concetto che poi si è rlpostu- che il Monda.dori sta. tacendo librata con uno stile da gran- che ormai 1o accompagna in 1910 , 1911 , 1913 : n saggio Me~ un pino delle tue contrade, culle a me note, lato. con maggiore concreteu..a cii tutte le sue opere. Qualche de sçrlttore. Del resto il gioco ogni pa~ della vita inse· !,~~%~ 1~· 9 4f ; 11 ~t~d'T'-:J:' 1 ::t:1;: la cui ombra fosse in vece di pianto sveglia i sepolcri, urla agli altari, precipita e fondamento tecnlco-giurldi- temPo addietro Guglielmo Pe- della ,psicologia.I non sopraffà. gne.ndogll una suprema. pietà ture moderne. J925: Ottocen- !U tumulo negletto accanto a errabonts~rad.e. le statue, arde i libri, squarcia, schianta ~~St~t'~zg~:g::i,~,;'J,~::,inare df troni ha scritto dJ Rubé; ora mal 11 gusto del descrttt!vo per la nostra vicenda terrena: to europeo, 1927: Il senso del- II ! ruderi stessi; davanti In1ine, Golia, che è l'opera la. pubblicazione della Siracu- che è nelle pagine migliori del «Quella ma,ttina, ricordando. la letteratura italiana, 1931), a cui tl passo del barbaro sosta, più J\Cuta e felice del gruopo .,ana> - il primo volume del- Borgese e impone il raffronto gli pare d'e!-Sere stato più a cui. per ragioni ovvie. va acr-• Ora polltlèo (in questo caso dlre- le Novelle complete <Medusa con Cecchi benchè non vi sia èac.cta. che In guerra; quella ~resrata ln Poetica dell'unita, il tuo grido m,,,_.giunge qual dt m.adre f 1 antuma mo il e secondo>, tenendo degli Italiani), - ci invita. a traccia d'imitazione. Anche U mattina, per 1'l\ prima ed uni- }~~~i tNr~m:~rteR°i,~: 1 ~~~~ morente, in Polvere valubile che il vento rap'sce e presente quello che abbraccia riprendere l'argomento. Ben- Borgese infatti ha raggiunto ca volta dacchè resp1ra, egli vivi e i morti, 1923 e Tem-oe- l'a1uito, il rantolo, [consuma. gli scritti riguardanti l'Euro- chè assai varia e disugua- qui wia finitezza e ra.fflnatez- uccise pel gust.o d'uccidere. e sta nel nulla. 1931: 11 raccon- e la voce che ti risponde è quella V ~.:U~~r:f 1 f~r~u:~i~a~~è 0 s1ot le, ~•opera. di Borgese paeta, za eccez.tonaJ( che gli consen- fec{ il male pel piacere de] to i,;t,orlco La tragedia di Ma- che tu sai, e altra lingua non so. Certo non più i tuoi poeti, nutrendo ta l'analisi storico-politica del scrittore e critico ci ~i pre- tono di modulare la. sua. lin- ma e. E nessuno di quelli che yerlfng, 1925: le Lnovbe!1 11 L 1 a 1 Quanto ebbi, di superstiti carte il lor nalltdo <ornl'Vlzto, fascismo. visto come traletto- senta. definita e conclusa in gua. poetica con una i,~•aor- ha. chiamato amici ed amiche città sconosciuta. e e e, quanto pensai dir mio, ecco, nullci t; " .,,..,. ria dell'autocrazia nella sua ogni suo aspetto e non offre dinaria fa.cilttà; ta.cflità non ebbe mai nella sua vita la sole non è tramontato, Qua e nudo e deserto diranno: fatale, tragica lperloglca. ~~v:~~.~:::" r~~~ic 0 no~ t~r~v::un!a!::~t~'r..~~bo~~ l:""'r1:n~~:u~r~:i.;;~o d~h~~g~l l!~ft~t:t. ed;~~:ie!11~~~ t~~~: ;::~ro u:~ r~·~i,perato respiro, ~~:s:;rtaccio che per ogni piaggia,., ,; ~f~r~:::~:r~JrUl ~~{\; possono riconoscersi in lui se zione. Dé,vnntl alle migUorl'di uccise per gioco>. Tulipano c9mulntiva Intitolata Il neUe- d'insanabile amor tumultua il petto. cO patria mia, vedo le mura e glt archi ... >; tuzione drammatica dominata non sopra quel plano extra- queste pagine cl è tornata più poi, è· davvero indimentica.bHe grino appassionato, 1934. Il Pote$Si, chè anche quèn.o t'è tolto e la tua vana. da esuberante tntellettuall- let~ra.rto sul quale egli è bai- volte In mente l'ammonizJone per 'quella. dama tra lo scrit- quadro si completa con tra- da una di quest'ali terribtlt che accecano superbia smo. EgJl è, In ronda, un tn- za.to core.gg1osamente Insieme del Ru..c;so,che la poesia ff.O.J tore é la signora sconosciuta, duzloni b dal ct\edAefrbe <fuimo il tuo cielo, è riso agli altri e a te stessa ros.!ore soddisfatto: casulsta per ele- con pochi a.litri precorrendo rlsce sopra un'ecatombe di nel gioco di società chiamato ~;:.~~c:;,a· 1925 : ,8 ncilo~i J,?, scendere sulla zoll.:z ove nacqui, _ eh.e lavi zlonc, antropocentrico o ca- chi sa di quanto la pratica cultiy,ra. In FO%•trot un padre musical chair. ai01,ine lVerther. 1930). con lA premerla, buona, dolce, nel tuo gra_n pianto al qual ~i mesce U mto, ,·. smdoce9~rico nd un tempo. - real1zzaz1one dei politici. quel- non più giovane ma neaoche Ci sono In Quest.o volume Serle teatralP <L'Arcid11ca. 1924 come il pane c(i,e mangi.ai fanciullo( :uo a i~~:~ ~f~°i1&om~l.vostdel lo della costitMzj,one d'un go- veeclilo sl misura., con ~mpe- anche novelle che ricalcano e ua.2wro. 19?5)· e, lnflnP. con e !n/eltce ,u. te, tn/elice, Jf.Jt.fre/ um,Ze •Itali.a, · -.. "" • ' · ~- proposto un ptoblema e 6 isten- verno mondiale. E anzitutto è gno Jn!antile. nell& ciaJlZQ del la psicologia del R11bé, meno oGncer'moe n la!.scel1 9 10 1 n 5 ~.e:Laltaql 1 i 1 aerroel III finché Milano Insorga, /!ru:hé·ROma z!ale per la cui soluzlon~ ha, da notare che il Borgese è fox-trot per dlmoottare a se intensa- 8llche se espressa con apra alla santa di preferenza. scelto mezzi di stato se'nsibilissimo ad ogni stesso e agli altri, Jl suo ft- maggiore finezza: casi d'aste• ~~/~ i!ilea!:~~: 1 /{i~at; !u~~ / Chè la mente rifugge repubblica le braccia. contrasto. cioè dialettici; mez- approfondiment.o o mutamen• glio soprabutt,o, di essere an- nia pslchica. di pazzia; altre va nerm.ani11. 1917: Il n11fto dalle città, fragranti Io questo chiedo: io prego z:, gravitanti su una sbalordi- to dellR cultura e del gusto: oor agile e forte: e n figlio, dal contenuto tropµo folto, df Roma. 1919: 1/Alto Adfoe I sorelle un di: giacentt in seno ai collJ, che giustizia rirmmenti ~;: !e~ ~~h:iz~~:rffreegn~ iniziò la sua attività di critico che adesso ha ca.pite. obbedi- QU&Si tracce di romanzi; e confro l'Tfalia. 1()21: .Autunno• grazie di manno affacciate sut mari; all'atlantica gente la promessa attuare le imprese estreme, con una significativa rivolta sce gravemente. e rtpo•ta l'a- lnftne ci sono anche le novel• a. CostantinO'Do1i. 19?.8; niro di te, fra tutte cara, dei suoi gran dl on.d'essa oggL sl svia. quale l'esilio. :~~~èo r~~t!; =~;: :ibasf!n1°:f~c~ dais;~a~ ~d~~!~~~ lno,ul1n~:i~iih: ';~~1~.,?;;i lai;ri~:.~:ra·n:t~~~:. spga folta del piano, ftnch.è sia tutta in ~r~ns~~r~!5~ 5 mf1p~rM~e~l~ in lui di quella. pred;iez1one re, il ban;o scocca le sue note D'Ambra. Volume disll8"Jnle ~~~: ~:;;t:~o;i 11 ;; 4 / 94 ~: 01 ~;,°: :~~t~~:ol7a. 1 ~7o}umo spaventoso, cumu.lt C!ttci. dell'Uomo, tutta poi, con tratti dJ un plrroni• della parola forbita e della come f'reccle di metallo, l dunque, ma che appunto per 110 ~ 4•2;• !:.e~l.,n.~tooneDMitl'! 0 ,0 nndn!•loee>r, 1 Terrasanta la terra. ~~eg: 1 ~~~a~~ ~hael~i!eeo;[: velzj,ura decorosa., e sopratut- piatti il 'ida.no, .:sl, si, sl. E. n questo ha ii merito di conte- ,, , ., ,. cii rottami e sangue. VI Impulsi ad una coscienza va- to quanto di quell'egocentri- padre e le, flgllola sca.lplts.no nere le più belle pagine di J94fi. Pere•r!nò, con grar,rl• e R;fugge dalle chete fiumare l!da e sottomessa a! Volere smo, - per esempio, nella sempre in tondo. Lui nan s'a.v- Borgese scrittore e di riflet- a volte rotto respiro. e tnfR-1 di SU:ilia, Ma la mia voce non inganna U mio cuore. Supremo -, Il panestetlsmo e Tempesta nel nulla (1931), - vede che la flgholetta si 1asçia tere insieme le varie fa~l e i ~l{i~t~~ I ~a~i~cit.d!;;: ~~~~~~ dove prima guardai sulle ghiare ::ii !~P~:mpo è trascorso perch.'io mat l'auto-sufficienza, riemerge In che il Pescarese insegnò. a trascinare malvolentieri, sen- v,-rl umori della. sua arte. Egli tlvA. fil tentro. Allst nnlltlNI sfolgoranti il meriggio Vff eri mo;_tt. ta mo1ti delle generazioni sue- z'alfegria., che npn le garba ctie ha tentato 1 cosi diverse c-o,.,.P,.Pbbr II rhirhto rl'e.c.,:-,,.,.,,. coronato dt teneri ,oleandri.; ti riveda, dra~X:ast~cft~ ~~~cid~~~ ~~~ ce..~ive! E le Poe,sie (1922) quel modo barbaro di ballare, vie lta dat.o il meglio di sè tipftn~to ~gran (il1P.tt.Ante,.. rrra e dai rivi veloci co1isolata di lido in lido, stato caratteristico e penoso non spno tutte pervase di ere• e teme" il capogiro. Ma non nelle poche novelle sopra ci- l'altro, è oas.,:-atn di1dnvo1ta- de.sta at puri mattini> dello spirito europeo. costret- puscolarismo decadente, cosi s'avvede più di nulla; non tate: tempetamento romantl- mrht.e dallo eehellc.moAlMre- su cui i rosei diamanti dell'Alpe perch'io riposi in te. to fra il dubbio, l'eccesso fl- com.e Rubé (1921) _in out il vede la moglie e g'4i altri fl- camen,t.e impetuososièespres- sonismo), se non avesse in sèl versavano aurore dt spume sonore, Aht .senza losoflco e la mancanza di Fe- sotterraneo fi.lone dannunzia- glioll che per fargli più posto so meglio· che mai in alcuni uha ~rta di furioso att.ivismo ora balenanti verso baratri di strage. piacer di rima, senza suon d.t lira de. In Italia e fuori, Ingegni no si contamina con l'estrema si sono andati ritirando ve1~ pesci rossi. Non è affatto stra- r P d colore e tono alle i,;ue ! Chè questo eri, Bellezza, e volesti esser Forzci, pari a lui e altrettanto mace- abdica.zi.one di una volontà gU angoli della stanza; non ilo, ru\zi è facile comprendere !~~~edl !o~ugi~~r~~acof~o~~ ! 0 folle! è queS t o canto. [!:f: poarf:n~o~~~7!:~e~ 1 :ln;:e~: isterilita, è un vero e proprio la. servitù che cqntinua a come non appena la sua bra- do uerchè il mondo conoi-;ca or nulla sei fuor che rovina ed onta. Da tombe reniote, sochè ugualt; qui. in Italia, manifesto del deeadenUsmo? guardarlo, ma. col sorriso or- vura fosse toceata dal ~offlo I messarze:l di lui e cittadino I senza fior nè fronda. egli sta con t Rensl, 1 Tilr;tber. Bargese è ~ colui ·ché con mai divenut.o inespressivo e della poesia egll dovesse sboc- der mondo .. e antico enfant- Ma peggior cùlla rovina e l'onta. albero sempre invern.a.l.e, t Buonaiuti. I Pirandello, 1 più seraib'.4e f! vivida tntel- stinto; nè le gambe delle seg- care con ogni naturalezza. nel- prodi'1e: slmlle un po' In que- IV sale ai cicli notturnt Manacorda. i Cento, i Bolne ~;:::., ~a pe-::~~~~en~ ~I~::~?~.,,<;~ :t~~ ;;~~ ~:n~~:n~,~~~~:i~a d~r::~~ f~~f~~!ir.~~:~;~:~tit~~:! ~:i:~ qz':/i::a ·:in:::;:r::onft:1 r,;::::;~ la '6':i~":. ~;;;:tti:3, r!rir:i~:naf) 1~;J!re cd;h~~; menti e le ang0$C(e di 11n'ePO· a.cri e fustdganu che la cas- ricca. di Interne risonanze e merito. che non ,11 si può ne-' [applauso G. A. BORGESE po: scetticismo e accore.ta so• ca, che ,n tanta parte non è setta del grammofono espelle sugge st ioni. , ••re, In tutto ciò è 11var!ab!- l!tud!nc, congiunti al des!de- più la nootra. come se ne scoppiasse: se ne PAOLO i\lARLETTA le mòversi di un ingegno sol- _______ ""!"__________________________ ,. rio, accarezzato e ripudiato Le sue novelle riflettono sente battute le tempie; ·•è -----------'----------------------------~~-----------------------------– UNA CRISI ROMANTICA,UNA DOTTRINA GOETHIANA INQUIETA POESIA DELL'ASSOLUTO Pag.3 contemparaneamente, di ri– trovarsi nella luce della verità trascendente, una verJtà sia. c.ssa. donata come grazia o sia pure un corollario spino– ziano. un convincimento per– venuto dalla teologia. tomlsti- ~c:; ~el~~is~o1f ~~t~ef~ef~!~ del1a sociologia, della lettera– tura; taluna volta, è del tut– to Jett.erarla; ma è crisi. ne~~nanr~~uzJ;~i M~~~.t?lo~«;; senz'ombra, del Chamlsso e del Dolori del giovane Wer– ther - fatiche formalmente marginali - devono ricercar– si proiezioni del suo dramma intimo. te;~r=e~ht>,;agire;;~~d~ 0 ~~cgu~ 1 i qua!! per sol!to gl! si Imputa• no come debolezze o Incapa– cità a intimamente risolversi, vadano rlguardatJ sotto spe– cie di altre e tal! esperienze coltivate per assecondare l'In– quietudine e la recidiva Insod– disfazione de!l'!ntel!etto. la cui dolente mutevolezza ha sem– pre aspirato a!la conquista di una stabl11tà in cui si conci– liassero le anteriori disso– nanze. Non ultimo segno della sua. inquietudine - questa. volta sfociate In polemica - è Il noto dissenso dal Croce e il conseguente distacco dal Mae– ~ro. nel quale - lo ricordia– mo - ebbe a sodai! 11 Cecch!, il Serra ed altri, Dissenso, che volle assumere anche la ve– stigia de!l'!nd!pendenza. ed eb– be come divisa Il ConclUatore - di bt"eve durata - dove 11 Borgese, non senza tuonar di verbo, nè tnnuartar~i. stroncò 11 crociano G. B. Vico, rice– vendone, per contromoneta., un'intemerata piuttosto roven– te o carica di ammonizioni e richiami salaci. Ma n suo spie– tato anticroclsmo non manca di aoountarsl su questa o quel– la occasione. per rinnovare o accentuare I motivi del dis– senso: e cosl. ancora una vol– ta. ·9rcadrà nella Poetica del– l'unita, che, è noto. contiene 11 riassunto ctelle sue lezioni d'e~tetica all'Università mlla– n~e. e dove sono stati Inse– riti e rielaborati quasi tutti I concetti, I temi e le osserva– zioni spar~I lunl?o 11 suo lavo.. ro di critico. Ancor9 il raf– fronto tn. i ver~I drlla Can.– zon.e pa?i~ntP e Le Poesie rl• vela, ne11o stesso ~enere della m,,.tarn~o<;I P<:t.Ptlr.Jl che vf ~i nota (ed è clamoroc.o) un al– tro contrassecrno òPlla sua co– stituzione spirituale. II Il contrasto col Croce va rt.. guardato come risultanza dia– lettica tra un nativo sostrato romantico e l'incapacità nd 0ssorblre l'ingerenza idealisti– ca. E la cultura romantica lo ha aiutato. appunto ad orien– tarsi ln senso storico-estetico, Il quale in lui. più che in ex– dlscepall e seguaci del Croce, si manifesta con qualche evi• denza: mo onche nel rappor– to con la filosofln crociana ha. dato onere drnse. qualificate da acume esoloràtlvo (vedi 1 sa't~i sul Manzoni. sul Ber– chet. sul Settembrini, in uno, la Storia della critica roman– tica in Italia che il Croce stes• so ebbe a lodare e che resta. una delle s11efatiche mi2llo– rl): e, checchè se ne sia detto, nblle, oer quanto estuoso e dl– i-;rnrunle, è pure lo studio sul d'Annunzio. A orooosito del quale. polchè ~I tratta di Poe– te. P:JRl?glqre, faremo una bre•• ve dlsR't'essione per raffronta– re aue,-to lavoro con quellt, omologhi. del Croce - il più cauto, ma positivo -, del Gnl'l!'lulo - il o!ù completo, amoto e dettngllAto In tutta. In bibliografia critica dannun– ziana -. del Cecchl - dove crudamente restrittivo e dove t'ellcemente, giustamente pe– netrante -. del Serra - ade– rente, ma un po' stuporoso e non privo di esegetica morbi– dezza -, del Flora - nuovo per 1 temi della lussuria tra• sfigurata In mus!cal!tà e de!la, e verba11tà cosmica > come esi– genza lirica -: e pol dell'Ora-– no, del Morello. del Palmieri - un devoto e fedele dell'arte dannunziana -, del Bruers - scopritore d'uno e splrltua– llsmo > nel d'A. -, del Guar– nlerl, del Capasso> del Pan– crazi, e. finanche del Mari– netti (Lt.'ì dieux s'en vont, G. D'Annunzio reste); e an– cora, di tanti altri (quanti saranno?) che. In amore e in avversione all'artista e arte• fice sommo, scrissero e riscrls. sera di lui. Ma. per ritornare al B .. non meno saldi di vita spirituale e di sapere sono, ad esempio. I sa~gl e articoli raccolti nel– la Vita e il libro, in Studi di letterature moderne e Tempo di edificare, dove la sintesi è plana, ariosa, non di rado procede per blocchi volumi paesaggi Ideali In una l!mp!– da coerenza e og(rettlvazione che cl riportano al De Sanctts. isolati o Intrecciati I vari mo- brlllo come se avesse bevuto t!vl che hanno costituito la di gran vino dolce.• E' pÒss!– trama dell' att.ivitll intellet- bile esprimere con J)lù rac!– tuale d'uno scrittore il quale lità e precisione una situa1.Jo– è' rimasto sopratutto un Jet- ne lievemente penosa e im– terato d'eccazione, che ha sa- barazzante? Eppure come è puto far matura.re !I suo stile attento lo scrittore anche al– con fermezza e volontà esem- l'ambiente in cui la scena si plari. ma che raramente ba svolge, come sa inserlre ogni saputo farlo llev;tare di quel particolare nelle, più vasto. te– tremore Ineffabile In cuJ è n la. del quadro! Federico Miii– segno della· poesia, Troppo ler è vibra,n,te d'una commo– spesso si ha l'!mpre,;sione che z!one evidentissima e pudica, 11 motivo di questi racconU e l'umanità dello ecr!btote vi sia un pretesto sul quale !I si manifesta. · con equll!brio letterato Intesse e ricama le esemplare. Federico MUller è sue espertissime Improvvisa- Il nome che 11 protagonista zloni, piuttosto che un nucleo del racconto ha dato a un lirico che gl! si imponga re- giovinetto tedesco da lui uc– oondo di sviluppi; e qualche ciso in guerra, durante una rara volta si ha. perfino !I sosta della batta.glia, con la 605pet,to d'una scioperatagg!- crudele giocondità di chi tira ne che soltanto la magistrale al piccione, • Sul dorso bian– bravura. · ha saputo rendere cheggJante della trincea ne– s<>pporta,blle. Eppure, che àif- mica, accanto al fil di ferro, !erenza. tra la prosa non di un solda.to se ne sta va a testa rado approssimativa del Rubé scoperta, a prendere il sole e la commossa lucidità di al- che adesso cominciava a sca!– cune novelle di questo volu- da.re. Se ne stava. seduto - me, - appunto quelle dalla con l'elmo sul g-lnOX:hio ... trama più tenue, quasi !neon- - e non st dava pensiero di sistente, - le qual! per l'ari- nulla. Lui ridiscese gli scalini, stocratlca e vigflata commo- in fretta ma senza rumore, s zlone che le a,nima possono tenendo 11 dito ,;u!le labbra accostarsi a! mlgl!orl pesci disse a. due comm!!!toni che rossi di C~ht. La Siracusana stavano in basso: •·ora faccio è Il patetico ricordo d'una zia una sorpresa al tedesco di giovane e bellissima che si è rimpetto." E. afferrato Il fu– uccisa per amore, nell' am- elle che aveva appaggia,to al– biente tetro d'una c!tladJna di la scala, risali, col ouore In Sicilia. Tutto è alleggerito nel gola. e prese !a mira, Allora ricordo del giovinetto che per lo vide bene.• Era g!ova.nlss!– quella soave creatura ebbe mo e biondo, Le man! le •vrà un'ammlrazione congiunta a avute rosse e grosse come un innocente, ancora non ri- l'hanno spesso 1 Boches; ma conoscibile amore: sono Po- il viso era perfetlto, e quasi si che pagine sfumate dl senti- confondeva con la luce del mento e di fantasticheria, ma giovane sole. Il COlPolo prese si imprimono nella nostra 1n viso. E rotolò. con un grido memoria assai più di tante chiaro e timbrato, Era asso– architettate scene. In Valen- lutamente Inverosimile; ep– cia una giovai.ne tisica. che as- pure avrebbe giurat.o che quel s!ste a un ballo nella hall grido fosse: "Hop là!" come d'un albergo, guarda meravl- fanno i nostri ragazzi quan– gl!ata lo scrittore e lo com- do rotolano per scherzo sul– piange per la. sua aria lnle- l'erba o quando spiccano 11 11cc, unglilckhch, Ignorando salto.> Da quel momento nn che la pena. di lui è stata tut- comprensibile rimorso gl! È te. per lei, bocciolo conda.nna- entrato nell'animo· ed egli ha to a non florh·e; la novella voluto dare quell'Immagina- Nel giudicare l'opera dt G. A. Borgese vengono a torto tTQ.3Curate l~ Poesie; eppure in esse sono in germ.e i m.ott– vi, i temi, glt spuntt, che ve– diamo poi .wiluppati qua o là e potenziati, sia nei roman.zi che Jt.ei drammi e n.ei racconti brevi. Un Boroese gid definito, con precisi rilievi. net suoi più ca– ratteri&tici connotati ideali, è quello di Rubè. In questo ro– manzo sono evidenti t limiti e i caratteri dt arte assunti dall'autore. Un mondo chiuso, im.penetrabUe, è: queUo che lo scrutare porta in sè e rivela con sincerità volta per volta. L'ombra di Filippo Rubè è vi– va ed immanente; e Borgese la vede, la scruta fin da quando, molto giovane, avverte 11elsuo intimo uno za111pUlonascosto di canto, che gli ripete, in m.o. DI tappe dei V!v! e I Morti e di Lazz.a.roJ, non st siano con fu~ s1, annullatt, d~trutti, e poi riapparsi df nuovo sotto l'a– spetto e l'atteggiamento di un solo uomo: lo scrittore. Che perviene all'esibizione di st .stesso nel racconto Tempesta nel nulla, estrenio vertice toc– cato dalla prosa di Borgese. pa.llid.o e novello Zarathustra alla ricerca angosciosa di Dio e dell'Eternità. La su0. critica si svolge nel– la volontà di dominare con un poss... o fulmineo, !I pos– sesso, adunque, dcll'c: Hueber– mensch >, l'oggetto d'arte: ne emana un sensuale splendore, La forza di Borgese è pre- vi si avverte l'incombere del– cisamente nella sua scabra la persona intellettuale sulla maniera espressiva, che una materia, senza sapersene. ta– ba.sta a contenere l'inquietudt- cosa sola con l'umanità deso- · lora, distanziare in fredda o ne di Borgese uonio moderno. lata, che lo scri~tore rappre- pacata. contemolazlone, nena Egli afferma: e Il cielo stel- senta nelle sue opere. Come quale Invece, il Croce resta. lato non poteva darmi quello si potrebbe prescindere da que- insuperato, e di cui finanche che in Jo1J.doal mio cuore non sti dati di fatto? Come non un Serra, che pur non era. a.vevo: - la certezza di ,ne mettere in rilievo l'aspetto ge- esente da estetismo, dette al– sttisso dentro U destino mute- nuino delle opere di un nar- quanta prova; della quale. per vole>. ratore e poeta, che ha vUsu- fare esempi, han dato testi- FRANCESCO BRUNO e spettrale, la tragedia os.scs• sionante, disperata di u1i uo– mo, che tutto h.a osato ed 1111.• ma.glnato, vero Ulisside della nostra età sconqull3sata e pre~ caria. Poichè in a.Ura occasione, tempo fa, io manifestai quasi le stesse ovinioni intorno al– l'autore del Rubè, Borgese mi scris.se dall'A1nerica dicendo che io lo avevo forse dipinto troppo intristito e scabro, pe,iserete subito alla triste e scialba vicenda. dei fratelli Gambi; .senza dire che Elr.seo Gaddi rappresenta appunto il mo,nento culminante di u1ia tragedia fosca e senza vie di scampo. Questo eroe e il piu torvo personaggio borgesiano, quello che meglio incarna il tiPo dell'intellettua~ ro.so dai tarli di una profonda dissolu– zione etica e psicologica. La rovina di Rubè, b'tncertezza anche biblica di Lau.aro sono ca.se più $fumate ed impalpabi– li nei con/rontl del contenuto dramma di Eliseo Gaddi, uo• mo disperatamente solo e fini– to moralmente, prima di con– sumarsi nella sua squallida so– litudine. Quella di Borgese è una <..,.i_ to l'esperienza rom.antica e la monlanza, un Gargiulo. un si romantica resa più essen- rivela attraverso formule dt Mip:11.ore, un Russo, un Gal– zfole daUa dottrina e dall'inse- un realiS11(0aguzzo e spietato? letti. un ·Cecchl, un Donadoni, gnamento di Goethe. • E' il modulo stesso della pro un Momlgllano, un Bellonci; ib i eca ~~a s~!:~fQ ~~tf:/;:e e s;~re. di e Più tardi dal mio petto, come da una scabra rupe, - sentii sgorgare le mie canzoui, J':!: :gg1~i!'::~e;,1! ~1:i'~~~i~~ no - vidi prolungarsi l'om· bra di Rubè >. Quest'ombra da significato e direzione all'arte realizzata da Borgese. Non già che tutto Borgese, e il migliore, sia da ricercarsi nel suo primo ro– manzo; ma perchè in quel li– bro e condensato fl pathos ve• ro dello scrittore. Rubè costi– tuisce il punto cruciale di un'o– pera, che si mani/esta prima• mente nelle Poesie e che .si di. stende dopo, a suo agio, nella prosa. Il dramma di Borgese è dc– lirieato nei versi, e diviene più intenso ed acuto a mano a mano che l'autore Io viva e lo contempli fino allo spasi– mo e alla disperazione. L'ÙO· mo Bornese e l'uomo Rubè si incontrano fra loro; fino a che, dopo es.sereandati a lun• go a braccetto (attraverso le Bjanco Già nelle Pouie. Borgese - che si chiamerd poi Rubè, Eli– seo Gaddi, l'Arciduca e Lazza– ro - sogna lontananze sconfi– nate, solit1ulini immense, ed ha e sete dell'eternttd >. Bor· ge!e st pone a contatto di se medesimo cosi nelle poesie e co.si nei romanzi: donde la s,m ansia cosmica e la sua .sete del divino. La. sua opera, mentre è cor• sa tutta da brividi romantici, da inquietudini che non si pla• cano mai (consegrt.enze queste del dissidio, che è nell'autore, Jra l'uomo che irrimediabil– mente si vede legato alla con– ttnaenza, men tre spasima so– gnando l'eterno. lontano sem• pre ed irraggiungibile), si fa scarna ed e.ssen.ziale,tutta co– se e pensierO. Borgese chiama e cupe• le sue canzoni. ed ha regione. !l sw.ocanto è e dissono e acut.o, sena-a .suon di lira ... perchè mira a darci il seqno e.sntto d'un tormento sordo e s•Jtter– raneo. Esso differisce dapli al– tri ca11ti. che si danno a rap• presentare il mon<.'.onelle suo? tonne appariscenti ed esterio– ri. Non piace troppo proprio per la sua secca maniera cii manifestar.si. Quella di Borgese è una poesia satura di morbosa in• teriorità, scavata fino nel mi• dolio. Essa. proietta .su di 1111· quadro incolore, talvolta livido :::ie:e~r~:t'v:U:t::;,~r~:Oe :;,~: re più allegre e festose. Al– ludeva, io credo, alle sue cose dt natura sociale e politica, a Golia e all'ultimo libro, da po– co uscito, Idea della Russia (Monda.dori, Milano). Ma io insisto sulle mie opi– ntoni, anche perch.è mi occu– po di Boroese narratore e ar– tista, 1ion del saggista e del critico. Rubè è il tipU:o espone1ite dell'opera borgesiana; eoli h.a parentele ed affinità con eroi e simboli. che s'incontrano nei libri di Stendhal, Dostojewski, Niet~sche e Gide, corifei Jra i più acclamati di quel mistici• smo romantico che ha rivolu• ziona.to l'arte e il pensiero del– l'Europa odierna. Ora siamo anche in pieno prevalere della letteratura e,istenzialtstica. Com.e 111.ero t.entativo di as• saggio critico deve considerar– si pure un possibile accosta• mento fra il mondo chiuso d; Federico Tozzi e la .spiritualitiL tormentata di Borgese. Fra gli scrittori conte11iporanei, Bor– gese è il più prossimo a Tozzi. J punti di contatto ideale so• no evidentt.ssimi. Borgese ade• riscc, come nessuno, alla tra– gedia tntim.a dello scrittore senese, che espresse U meglio d.i sè nel rom:rn zo TrP Croci. Prendete I Vivi e i Morti e Esiste un filone, quasi miste– rioso, Jra le due c01n.plicate personalitiL di Tozzi e Borge– se. No1i senza un perchè Bor– gese critico esplorò a fondo l'anima artistica di Tozzi che. anch.c oggi, è conosciuto in parte per la critica borge– siana. Ma torniamo alle poesie di Borgese. In esse. il motivo più alto si identifica con la sete inapp(VJata di Dio. Più di ooni altro pensiero, quello dell'As– soluto (sia pure un senso fau– stiano e romantico) inquieta e travaglia BoroP.se. Più eQlt !li vede lenato alla terrrr. e alla caducità d.elle cose e più SOS'Pi• ra e brama il sonra,maturalc Ma la conauista di esso non è delle piU facili: e lo scrittort" si sente vanificato in uno smarrhnento profondo ed ine– liminabile. Borgese non si concede un minuto di tregua, pt!""chè si cerca continuamente ed ansio– saniente (ricordate la tremen• da logica di spaccare un ca• pello i11 quattro di Rubé)? Il mo1id-0 circostante, con i suoi paesaggi infiniti e vari, noti e La sera era senza vento. - sa, contratta interamente ,.,-;_ e I mezzi d'espressione, han– Pen .sa.vo ,con indU:ibile accen- analogie di spoglia l.etteratu- no anch'essi quella pienezza e to - patetico, a questa mia ra a deter·minare la direzione splendore che spiacciono a ta– povera vita, - dissona, stri- di' un'arte che. come quella di luni. Ma v'ha acutezza di ve– dula, smarrita, - tem,porale Borgese, si intride di pro/on- duta. uno scavo pronto, una senza mai sereno, - settima- et.a drammaticità. Il realismo decisione e felicità nel coglie– na senza domenica>. narraÌivo allora non può con- re l'Intimo d'un ooeta o d'uno Tremore panico, senso sbi- sentire alcuna ef/u!lone epi- scrittore, la qualità d'una da– gottito della vita: sono questi ca della vita. Nei libri di Bot- ta temperie o corrente (i ter– gli accenti marcati nelle poe- gese è assente qualsiasi piglio mini e crepuscolari > e e calli– sie di Borgese. Ed essi fan·no .solenne del mondo; e i roman- grafici> rivolti a paett ben no– pensare alle pagine drammati- zi e I drammi risultano tessu• ti, sono guai peculiari): una che dell'opera narrativa e tea.- tt. intorno ad argomenti che fi- capaclt.à, inoltre. nell'a?brac– trale: all'episodio che è quasi nl!cono per conferire alla tra- ciare in lucida sintesi h pen– di introdU2io11e al romanzo ma scarso movimento inven- siero, il sistema, 11complesso I Vivi e i Morti, con quel dis- ttvo. d'una dottrina o scienza o d.1- sidio cruento fra i due /ratei- Nelle bpere di Borgese è re• sciplina li; all'escursione che compie so a meraviglia un travaglio Egli partecipa del novero Rubè in zona di guerra> quan- spirituale, che sembrerebbe un degli ecclettlci, alla fine: un do costui, più che mai torvo detrito di erosione critica ed eclettico, lui, che fa valere la e silenzioso, si es-pone im.pas- invece niente altro è che un sua natura in funzione scon– sibile ai pericoli: ed infine ai particolare atteggiamento fat- tata, non senza, quindi, una ;~~n;~:t!, i~~J!e;:;~~~~a~~~:t tosi ~oreienza artistica. ~::;~;~~ c~ft!~~rte.~~n ~~~: tentacoli di un crudele dilem- Scrittore c~lto e perspicuo, za qualche eccitazione. Per ma morale. · Borgese. realizza una /orma questo. è un temperamentale, letteraria nuova fondata sul- un entusiastico che a volte l'intelligenza. Si ~ensa a T;ho- scende sul pianO del volgariz– mas Mann .specialmente. Ma zatore ad uso del puòbllco as– in giorni. com.e i nostri, chi siduo. L'opera di Horgese spicca µer il .suo stile asciutto e concen– trato intorno a voci musicali di risonanza considerevole. La stessa prosa divie11e duttile a misura che lo scrittore la eia• bori con cura e cautela. I ver• si hanno poca /orza melodica, spesso fluiscono grigi ed inco– lori. Anche gli aggettivi non conferiscono gioconditd alla fe~f!~!n~. 1 ~fer?:,e;;aè a//,~tt't:i: tcriore, ricco c!i to11.alitd se• grete. sJugge più alle tentazioni di Il suo mondo critico, adun– una letteratura, a sfondo In- que. non presuppone la sag- tellettual~tico, con tutte le f;~che c2:~ ~èd~~e s~=~~{~~ co1is~guen~e che ne derivano? Positività, che è degll eruditi E gia abbiamo accennato al- purl · e in qualche modo lui l'Esistenzialism.o, di cui Rubè artts'ta,' conduce le cose a' mo: è uno dei personaggi indicati- del Carducci e del Cesareo. La vi. uno degli anticipatori sin- critica come nrte, potrebb'es- golari. f~r~ul:st~~~:~~ae: ~v~. ';'J~~~ FRANCESCO BRUNO farebbe contezza e fede; 111. ..J, •

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