Fiera Letteraria - Anno VII - n. 26 - 29 giugno 1952

DOMENICA 29GIUGNO 1952 Biblioteca BibliotecaG·inoBianco LA FIERA LETTERARIA RICORDO DI UNPOETA tlche: e pe11Jo elle sapru1e c,iltdicare i L'a– lori con ch!auua di co ,clen.ta. Ma que– sto, in/i11c, hiterusa fino a un certo punto. l11teressa inccce di appurare la chiaretta e la seremtà d'animo ch'egli u.,6 ver ri- 1>0rsi in una sua pulita rat"oorla men– tale (e morale/ d1 ,;alor1; la 1w2io11r 1ona– na. pa.ciflcata. dl.,mtcreuata che possedt della propria e sitrta.:.,011,. • letteraria: la modc,tla veramente luminosa che iuò nòn ,olo per la poesia. ma vuso f poeti. La slL!I morte mi ha colpito re credo sia cosi per chi. lo conobbe comt quella. ose– rei -.:lire, di un e cfttadh10 011esto > di una JJatr:a portira, doi:c sia lrcito meditare -'ull'ttcrna e 01tnisc1entr consul."tudme dellr cose purr: 1 cil!li re Cielo del mio pae,e s'Intitola uno degli ultimi volu– metti}. le prnterie. gli inuttl; l'ornltolo– g1a. la /lr.ra, la botanica poetic1tc, e ti tra'/'I.Quillo respiro che emana dalla co– sc 'en.ta nelle ore auorte q11a,ido 11era– mente è c. b~llo > contemplare la morte come u,l'epfqrafe onorata da fanciul!e .:Lella Itrfca greca ,~ quel e fanciulle Pf"t· dilette> sapeva in q1uzlch.e modo IUl su.o lieve anacreo,itismoJ, e tutto e lunihioso, anche la memoria. nei sopravviventi. Nè potrei dimenticare davvero quella 1ua apranta e a11imata di parole>. V'è un po' la fede uma11a, e co,i la fede naturalmente la vlrtU sorella. del poeta Mariani: che le parole flhb1!l110u11asopravvivenza alle per- 1011c,allt 0 CQse: che l'a,uma li adu11i In– torno alle parole. Nè certo. per un poeta idillico e georgico come tl 1uarla11i tera reatino, rd è morto 11ella sua casa di la~sÌI I la morte avrebbe potuto aembrare l)IU che U1l SOQ'IIO serc110. Vc111c.moalla sua opera (anche se qui 1101t è luooo a u11vero e proprio esameJ. La sua d1zio11eera formata di dolci sa– pori \'.lella lirica contemporanea: erano. se sf vuole, talora, dei luoghi comu11i am– ,,t0rbid1ti tuttavia dCI una co11.suetudh1e, eta un'au1tefazio11e di t>lta che vortava a 1m'11uolita molle~za. a un e.,ito etereo, giocola11te. ro,ne di Janriulle::.za linea re quf rrpriuo al suo domestico AnacreonteJ, e c'te riluceva. .spccialmen~ nelle co.se p!ccole. Ecco per esempio, nel Garbino, i V~rst per un piccolo zoo: la.cetonia, la coc. ciniglia, la libellula. la cutrettola, l'ape regf1ta, la nottola, la ricala, gli uccellirH. Veraniente qui il Mariani lavorava come certi idilllct -del secolo &corso: uu piace pe11sareallo Za11el/a dei sonettJ per l'Astt– chello. ad esenipio; 1i metteva i11 un rap– porto di au&cltltalione tenue, leggiadra, e 1apeva l'arte di tra.,criverne il ritmo nella ornata pagi11etta. Era un delicato uma- 11ist~ della rara SJJecie provincLale, che umva su su dall'amabile co11coN'e11za .:lei cinque e secenti.sti in lati110. e aveva troJipo bll01l sangue, e amore prot•vido del– le cose semplici. per al)ba11donarsi all'ar– cadia. C'era 11,i respiro, ill quei suoi vcr,I, di consuetudine uma11a. di verità umana aµpP11a appe11a ritmata Vi sono tante cose rtmUi e uentill, tc- 1iute 11i da auella sua con/ide,1.:a d'rmta- 1111tadiscreto, in quelle pagi11c, elle i·e– ra,ne11te Il ricordo commuove. Quel suo Pag. 7 Ho avuto In mano, nei gu,r· ni ,corsi, un 1upubo e,empla.· ,e di quell'arcl.Juperbo capota· r.;orobodoniano cne e l'edl.ztone hl folto dell Omero. Non ~ono mo, stato malato di oodor11anismo,e non pouo negare che ta troppo co,nune t<.iccla dt Jred,deua al neo· c1auici&mo del grande ,tam– patore ,aluuue, ha una inne· gabtle adere11zaco,i lo ,en.sa – zione dt Uhtacco che certa »er/e1.ione tiJ}09raftcu lmpane fra ta veste e d contenuto. In genere, .se doveui ,cegUere nell:i produzione bodoniana, metterei le mani sulla delttfo· ,a collana tn 8. piccolo. ini· ziata con Il Saulo di poea\b campestri del r'1emonte. nel 1788. Ma 1iori posso 110.scondere che davantt aU-Omero, a quei tre volu,ni monumentalJ, e Inevitabile un senso dt ammt– rcuione commoua: un'ammi· razione che dev'e.uere pre&a coli. com:e, come viene Jpon· ta11eaper la gioia degli ocdd.a ,egb/~,'t'a~i d!~~~;nu:.~C:a~: , ' ~:ll~bl:~~c;ta~aiem<t:e'u::~gr:: Omero, Bodoni, 1801; e te .Za /ortuna te li mette in ca.sa , , chiuderli fn una vetrina e ri· »renderli, ad ogni anniverJa– rlo soltanto. per accareuare il marocchino rouo a grana lun– ga e ammirare la mauto.s1tà 4elle pagine. A qualcuno, invece, vten i.:o· glia di saperne la storia e al· lora legge Il colophon alla ft11e del terzo volume e qua,1 ere• derebbe che l'opera /o.sse .1ta· ta compiuta fra Il maggio dal 1601 e Il dicembre dell'anno succe.uivo. EJJettfvamente, tale ~;!~ 0 a n::eifg'1!Fz:ru:~,a~:~: che era certamente avviata al· l'inizio del 1801. Ma l'idea del· l'Omero greco. il Bodoni ltl. ebbe prima del 1785 ,e. tn quell'anno. 'J)()tevamostrarne , tipi a Giorgio Jacopo Decker, che li era recato a vifltarlo. Un't,npre1a aimile, però, ri· chiedeva una 1plnta con.side· revolc, ,e tanti anni doi.:ettero trascorTCre »rima deUa ,ua at· tua:ione; e tale "1)inta pare lia ,tata dat~ dai mini.stri ila· lianf di Napoleone, i quali. de· 1iderando farne omaggio al– l"imperatore. ne incaricarono de/fa cura Luigi Lamberll. Luigi Lamberti, grecfata in· lltme, era nato a Reggio Emi• Ila il 21 maggio 1759 e, dopo aver studiato legpe a/l'unu:er– sltd di Modena . .s1 era dedicato alta letteratura. Tras/eritoff, Fa.'• :e~·1;~~g¾!:~fn~: ~ell~~~'f; amlci::ia di Ennio Qufri110 Vi· ,conti, traendone /ama e ~e-. neJfcl. Acutamente prevedendo la estenslo11e b& llalia della rivo– l11zlo11efrancese . ritornò In ,>a.tria e, oub1df, .s11temat0Jia Milano, fu tra i primi a in· s~rirri. si direbbe oggi, e l"ar– r,vo di Bonaparte lo trovò pronto a decretare l'abolizione della nobiltd. e a divenire membro del consiglio legiJla· ~~V°icf: Jf"t~t;,{:o::~:req:::; non lesbu} atte.stati di omav– glo e di devo::-lone in /orrrut POCtica. L'o»era .sua JJiù impartante fu, indubbiamente, l'edizione urec_adell'Omero. Il cui labo-– rio11s.simoco,npimento, ,ugge· rl al Foscolo, che non poteva avere gran simpatia. per a Lambertt, il seguente epigram– ma in /orma di dialogo: Che ra Lambcrtl - Oom.o dottissimo? - St.smoa un Omero - Laborlo.sl.sslmo. - Commenta? - No. - Tradu· ce? - Oibò. - Dunque che fa? - Lo orlme prove rlpu– sando va, - Ed O(l'nlmese un foglio dà; - Talchè In dieci anni lo ff,nlrà, - Se pur So· doni orla non morrà. - La· V'Jro eterno! - Paga Il Go· verno! Fi11ah,iente, però. Sl(l ftnfre del 1808 i tre ,ontuo.sfslimt volumi furono pubblicati tn 130 e1emplari In carta comu· ne. 30 &u carta velina, I& su carta velina di Francia e due su perg4mena. Uno di questi fu de.stlnato a Eupenlo dt Beauharnat.r. dalla cui bibliotec4 pauò, con au~ ce.salvi Ira1/erlmentf. a quell4 g~~ 1~'!r~!s.s:'au~~tgh~!i~;ZJ: Acqui,tato dal governo lta· liano per quatlordicimlla mar– chi, trovasi attualmente nella Biblioteca Palatina di Parma. L'altro e1emplo In pergame- 11a,ora nella Bibllothèquc Na· tlonale di Partql, fu oJJerto peraonalmente dal Lamberti a Napoleone, Il quale lo accol,e~ un po' Ironicamente. con la, ~~md~':fg;' > \?~~t~o~ 0 ~a~:A~ do Il Lambertl come risponde· re, aggiunJe: , Voialtri dotti vl occupate soltanto di avven 4 ture e di favole antiche. an· che piacevoli: ma. fareste me– i;:llo ad OCCUt)flrvl di C'JSCat• tuall e vere, che I po.steri leg• J:"erebbe:ro con maggior pia.– cere•· Comunque congedò il l,am– berti con cordialità. e. volen· dogll dare un 1egno di rteo• no.scimento per la sua /atic.a si con.sultò col .suo Intendenti Dar11 dopa aver .scartato r, onorlftcenze. perchè il era ae– corto che Il grecfata portat/4 r,ld le in1egne della LeoiOfl. d'Onore e della Corona df Ferro. Cosi Il Lambertf .se ne tornò a casa con un bel orllt– zolo di dodlchnlla franchi, tangibile segno dell'imperla! ru:zr,oleonica benevolenza. Il Bodoni che aveva ,tam· pato. nel 1796. Il r,rlmo libro del Lambertf mori Il 29 ne>- 1,embrc del 1813 e quCJti. eh.e oU era .sempre .stato amico, pll .sonravvlue soltanto coi– aut' giorni, e.uendo morto il 4 dicembre. sentimento di PQe.!la, il .Marta,it /'aveta Tutte queste co.te ml paua– coltivato co,i la mas,ima attc11zione e p1t- . !','~1ia~~r 1 i 1 v~~~;~te mbec7f~~ dicizia 11ell'a1iimo mitemente co11-&apevole; sime paglt1e dell'Omero, prf· e d1mque a111'favaricordato su queste co- ma con attenta lenteua, ooi lo1me, per u11'adc11011,e uma11a che vor- con moderata e diJtratta ac· , ebbe av1,?reu,, po' il riflesso delle sue ti• celera;;tone. ritmata In ~n.– mide rcalta sernpllci: i giorni sereni che croma col miei penlleri. passano. e la morte che coltiva a chf 1co11, 4 Omero, torJe, si le{J(/emt9Mo pare rtna lunga 1tagione dt parole. in una edlttonclna Teubn.er. FERRUCClO ULIVI l'llARINO PARENTI

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