Fiera Letteraria - Anno VI - n. 50 - 30 dicembre 1951

Domenica 30 Dicembre 1951 -rA FIERA LETTERARIA Pag. 7 UN LIBRO ALLA SE,TTJMANA PRESl!..NT A 1 O DA CARLO BO UgoBettiha risposto: Il male nasce· da questo: . che gli nomininon si ·sentono più abbastanza ·"f. sicuri e ✓persuasi della propriaresurrezione Bestie del d~po la morte. E' necessario ripersnaderli .900 ., Vittorini A ";07a~ti:.io ~;a ~~:t:,asa ;" u::. rare, o con tde1no, '"" non pGUO ne1are che t'Ji#o u molto 1enre ,i compo ..to come ,e 11e ric:nc.,e dei di1turbi eJtremamente trovi. D1 qual 1ene,e e.ua ,io ce Lo mo.strano ton/o ili opoculittici di /orm(J:io~ reo:ionoria quanto 1l1 apO("Q/irtici di /ormo::ione mnrxistn che, do 11110 quarantino d'anni, concordano 11d 1iudicore com• un'unic« c,i,i di INlnJi• zio1t• tulio In .Ilario 1pirit11nle dell'uomo mo– <lerno. L'uomo c/Je ha 11erd1110, con la /i"• del mfflioen,, l'ubi comht■m delle vf!Cehie conce:ioni troH:endentofi è ai loro occhi Wl diagro:iato che .1i clibatle in inccrte::e conii• 11ue dalle quali non 1>0trà u.tcire, .1econdo &Li uni. eh• tornando oll'onlico ubi N1nsi&t1m,o /ahbricondosl!lle, ucando &li oltri, ""o di nuoto conio. Oro io ammetto che pouli Hsere ,1,ua molu, comodo t,•frere entro dei limiii immutobili e ra.ukurnnti. Amn1e110 inolt,e che ai po~MJ womr■ diJa~io n crm.tirlunu incom• piuta In t'f'rittl e n 1/orer comminare con UJa da 11n(I nrilta all'nltr11 dei 1twi sviluppi. Ma no,1 direi che la 11crmomm:anelfa111ica pri, &ione ci abbia /otto M>la bene e che 1/Clfft• bo11da,e nlfaperto ci facci,, .10/o mole. Condi• 11ido nn:i, in ·wopo,ito, il parere di q11nnti ~nlaRO che [uomo anlico abbia oi:uto osni .1ua ,,ande::o propria a di.1pe.tto di quella pliçi«-11e.• dunque nella mi:1111ra in cui 1e ,1 opponet,'CIe l'alloriac:o e 1ende1•11 n demolirln. L. nottu 11tu1le condi1,ione, 11er Mli d è infi. ne conttt!o di oredere in 11~0!1110 tolo nella nosln uµad11' di rercare e di KOµrire, è la prima d1t corrit1.ond1, dopo l1nla .iori1. al ~ilio della no,tn natura, ed è om11i indi" tod.1hile dalla di,:nitii del non~ d'uomo come b più 11d11t1,1 a fa,orire o~ni nOflro ,,·iluJ)IJO uh&riore. Il bi.1ogno di ccru::e dic:crse do que• .1ta e. di wi11cipii Jtnbili ai q11nli potersi. d• nuoi:o, nbl,w,donar,. pu3-1ir.amenle,io lo con• ,idcro perciò inferiore. f," una CJ1"ivn t1bitu, dine ch11 ci rimune dni 1em11i in cui nnch11 I• forche ri ni11Mt"1no n $odr/i~Jnrln. Com11la di,1pcra:ione dell'uomo ili Elio/ nel Wll!teland. F, cum• og11i ,rido c/1e jj nl:u, invoc1indo 1nccorw. da wtti i • 1t·o,1elnn,l.t > intelleum,U, ,i., di prorincfo ch4l mNro1>0litan1'. Cnufoo abi, tu,/i11e che il romon/i('t,mo ha tmrlotto anche in ntt«stinm~nto Jctt«Tnrio, irleoloxico, poli• r1'to. e che l" cultura, di c0fl$C1Utn:o. incontrri enormi di/ficollà n neulrali::nre ancM ,ul 1iroprio t«rrenu. Pur J(lrebb« ora di comin• ciore a cMedcrsi: e Ma qunndo rnni .1i ,on rneo..ti auUo 1t«.1Jo pfon11 il corn1,io e In paura? L'o•pirn:ione nllo liberti, morale. l'a,pfra,ione alla libertà intf'l1"'1unle, e quclln nbbietta a non orere il /aMklio di eJercìtnrle? >.... Scrrebb11 troppo l11n110 apiesnre quali auto– ri conrem11oranei /estimonfono di e quanto ,o/Ka > in ,c1110 po,i1i1•0, e qm1fi invece ne tHtimo/11.Ulni, in ,en.10 ne,alfro. Avver10 in nini modo che anche ln pi1ì 1!1plid1aopolo1UI di rcnro non ,npr11icon$idernrla u11 reato, • cM la terrei in conio. piuw,,10, di un conni• lmto nllo CAno,centa dd reo/o. J'i .1orio 1f'n:a dubbio etir in cui la ffl!llnuia puèl ..,.,e,e più c;irulenta, Qudl.e in cui ruamo è ,n,na Li,il,. direi. Trn i quindici e i l.'l!PUÌ· cinqu•. E dai dn1111111ta in poi. Ma. per i co– .1"1etti i,ttelle/fuaU, onch.e tra i venticinque e i cinq11a111a. Stefanini I E grandi sintesi. avvl'!ntllt11 In J)OChe pi. rote rbeh!ano di dh-el}tare peccati ca– ..,. pltaii. In una d!•i?lost è tmp!lclto un metodo di cura: e un metodo di cura. S\lii:• auito allR S\eJ~. rl&ehla di rani airnile allo epeciftco mlrAcoloso di b1u.ar e 11 nera, Cl 60110concetLi che otturano e concetti che aprono. Ml servirò di un concetto ;..:1! apre per deftnire Il male del secolo: de/la– gra.tfone. L'Ottocento era un secolo tota.11- tarlo: moralmente, logtca.mtnte. socio:ogica– mente, politicamente. Al!ora. si ra.cevano le rh·oluzlonl per un Ideale, ora si fanno le ri– voluzioni cont.ro l'ideale. Secolo, quello, delle i?'a.ndl costruzioni e dei grandi sistemi: co– struzione 1eeondo gll immortali principti COI lueito della RlvoJutlone rr1moese, co– struzione del co.smo logico con Hegel. costru· zione del cosmo naturale con Spencer. co– litruzlone del c06mo mat.er !ale con Haeckel. costruzione del coismo economico (e Il sole del.l'avvenire>) con Marx. COfitruzione ùel eo&mo scientifico con la circolazione den·~– nen;la e Il dev:rmlnlsmo universale, costru– tlone del co.~mopolitico con la volontà dlvln'I del monarchi &.$SOiuti e della SRnta Allc,n– za. costruzione del ~mo artistico col neo– clusk:l.smo e con l'Accademia. coot.:-uz!one del co.vno let~rarlo con I grandi rom&'1:I sociologici alla Dostojevsklj e alla Hugo. Nel Nc.vecento l'uomo scoppia: non r"3me a contenere nel fr8,Glle ln\'olucro !'~soluto che pe.r un Istante, cioè per un 1Seco10. ave\'" creduto di poter sostituire. L'uomo si fran– tuma: questo è Il senso del Novecento. s~=P· plo 1'1l0&oftcp<renomenologla, prob~motlei– amo. e.sistenzlal!.smo). socia.le (rivoluzione co– me stato permanente dell'umanlt.a,. t..clr:1tt– ftco Ondetcrmlnazlone contro Il blocco dl?te.r. mJnbtlco dell'Ottocento) psicologie.) U'lo d,!– aolto nell'lncon.sclo), artietlco (dl&Glullone formale>. Ogni valore che abbia ragione .:I'. flue rede a uno at.rumentaUsmo esorbitante. Il ta)•lo:1- &mo fum.lonalitza l'applicar.ione produttJV'èt, l'impiego, ta proreS1Slone.senza cercare com– pensazioni tra il lavoro e l'uomo. Il princl. plo Ce.Ila re.lativita che. i;erve alla sclen:r.a, è esttsO con un'indebita illazione, ad ogni r11- laUvJ~mo Io.lco. morale. filosofico. La Abbiamo chiesto agli scrittori italiani 1) Cttde ~he orrt 11 poM& pa.rlar11 di un cmala del 1ecolo•, o crede che 11 tratti dJ un problema ormai 1uperato! f:, In cuo po,ltll'o, qu/ 11.le di aroHI Lei fattbbe d.1 quuto male! Seni:a, naturalmente, Umltanl all'aapetto ,olt.anto lette.rulo? 2) Quali 1ono, a Suo r-Judl&lo, rii autori e le ope.re contemporanee eh11 poMono or– frire la ml1llore te&tlmonla,ua.. ,1a In 1f'nao neratll'o che poslUvo. di un nostro • male del 1erolo •? E cNJde che l'età abbia un'lnrluenu! f: In 4uceto caao, quale Le &emb,.. l'el.1 perlcolasa e critica! soomposlzlone dell'atomo. che &erve all'ln– duat.ria e speclai.mente aJ.l'lndU&t.rladi a:uer– ra, ! esteso con Indebita Illazione, da RUMel e oompagnt. alla scompo5lzione dell'atomo spi– rituale. cu., che più si dete.5ta è U supporto permanente e responaablle della, peuona. L'arte vuol elevarsl sul e rlftuto m.nnlto d1 essere qul\lche cou > (VaJéry), e n vero vn– lor11 dl un uomo si determina valutando 1n quale mbura II in che l!enso egli è a:iunto a llberaral dall'Io> (Einstein). Il logicismo del lVienerkrel.s è impiegato per dlmo.&trare J'1n– coerenz.a della ragione e l'arbitrarietà di Dilli a35loma menta.le. 51 tende a scomporre 01n1 "in~l della vita, mentre rermetl6mo è Impegnato a &Comporre la l!lnt&&sidel perio– do. IJ clnematoerafo satura le cosclenze di espe.rlenze vlst.e, al p015todelle espf'Jienze l!or– ferte. come la cultura fret.toID!a ndondant.!! 6~tlt.ul.sce l'Impegno del]'lntema elaborazto– ne e della coesione personale. La tecnica del• la passione romantica cede al contingenti. s.mo sportivo dee!! atrett.l, doclll al cai>rlcclo e al plACere. 51 patt~ il dolore di noa sa– pu soffrire, per lA mancata reazione di un tronco vita.le che sanguini dl un dolore &ano, ripa.rat.o.e. L'ultima p~canalisl americana correga:e l'ana.lisi freudiana della neurosi, rlcon0&eendo che questa. è dovuta in 11:an parte all'atmosfera impersonale In oul l'uomo attualmente vive. Eppure la pedagogia d't– mltuione Insiste, anche pre.!isOdi noi. a @l'!r. aon11lluare gli alunn.1, eottomettendoJI alle mt'dle aritmetiche e aJ calcolo st.11.tiat.!co dei t1!5tl mentali. La sta.tl.stlca è· l'anima del nOEtrosecolo, per un& specie di tot.alitatlsmo, che essa pub lnstaur&re ~enza tener co:1to del J:)er60 g.peclrlco degli elementi. Un tolall– tulsmo nnto è quello del mito: mlto ranta– stlcamente e-retto e dl.~olto da. chi lo pone per l'Uluslone di un istante di fede. Altro to• talltarlsmo fittizio, U nomJna.llamo letterR• rio: sotto l'lnsegn& di un nome, cerebral– mente cscogltato e sormontato di ora ln ora e C()lltraddetto da l\ltrl nomi, al schiera-– no poet.l ed artJstl per difendere collegia.1- mente una loro ortrtna.lltà e.&eluslva e un modulo lM\apenb:1e d'lap!raz.lone e di com– poslzlone. esso: la botte dd il vino che ha. Se pof ci /o.s.se chi in un tempo df qudto carattere pretendesse una lettera.tura. tdilllca., per– meata di .!ublhn.f vlrtU., sentlmeriti puri e gen.erost, ca.itf cimori, allora .si, .sf potrebbe p,3.rlcire di un mais del secolo, ma la. ma-. latttti dovremmo cercarla nel cervello dt quelle perso™!!. Càrdarelli Sec.ondo me - come ebbi a scrivere al– trove, e più preciMtmente ln SalUarlo tn Arcadia - lo scrittore buono tende a vincere Il temp0, Caratter•l&tlche del buon scrittore M>no lnfat.ti li suo Istinto di con– servazione, la sua na.turale e sottile oura. di distinguersi, di salvarsi ,diremmo noi: la disposizione costante ad uscire dalle convenilon1, a reagire alla pigrizia dell'uso, bello o brutto che sta, e al vizi che porta 5eCO. Caratteri evldentlsslml In oa-nl scrit– tore che al rispetti. il quale deve pur &em• ~~fa~~;io ~n~~~~o i.:h;ua1~~o~t~~~ a quelle che ho dette formano 11 cattivo scrltto,:e, la cui fort.una. è facile quanto è rapido il &uo declinare. E il cattivo scrittore è malato del &uo eeoolo, perché è l'°'ato al suo tempo. Su– bLs::e cioè l'lnfiuenr.a e il contailO di tutti 1 mali. che oi'lli &e.colo POrta fatllmente seco. Non parleret, ougl, dt un e male tftl tt~ colo>. Eno era identificabile venti, tren– ta o quar1nt'annt fa con il ribelllsmo e con l'csa.sperazione ddl'individuallsmo, che pure diedero Jruttt non trascurabili, come la co&iddttta e de/orma.::lone > nelle arU figurative. l'Ulu.mhiazione lirica in poe..sta e l'anallsl dei sentimenti nel ro– manzo, anche se 1,rovocarono. con. l'esal– tazione dtl •Superuomo> e con l'adora– :lont della. bdltua. qualche oro.ssa ca– ttutro/e $pirituale. Ora tutto ct.ò pare in via di esaurimento. Domina l'ind.tJ/e– renu. inskme con un. ccm/drrtfl.smo .sem– pre ptU accomodante nelle arti e ntlle lettere, un auno.!ticismo .!empre pii,. pru– dente verso le idee e verso la rellt1lone. un e la1clar vtvere > mlna.cciato ,oltanto dai problemi politici e socia.li . Se mat. dunq,u•, plU che di un •male> .si potrebbe parla.re dt una e pa.ura > del secolo. Una. paura fisica, purtroppo, e non una ,alu• tare inquietudine dell'anima. DIC&SI tutto ciò, anche, conthigentt.tmn: cont.ingenza dell 'at.to Uffl!.no, che per rlmll– r.ere libero, vuol e..~ere fuori da ogni coordl– cat.a ruJonale, ~ vincolo c11.1J.!'ale, ogni tm~rno M..coluto.~.'r.a libertà, ftne a se stes. sa, che si scarica. In attimi d!Scontlnul di ,•1- ta, per godere del Joro prestl'Oo ernmero. Sartre e Ja.-;peni ha.nno teorlztato l'a,t,to e contingente> ed e ecee-zlonale »: l'hanno o realizzato letteraria.mente o tr11.mandato dsl.' la. ftlosona alla let.teTI1.tUTI1., dove ~ s'incon– tra con l'atto e gn,t.ulto > di Glde. con l'a.tto craro • dl Valéry, con )'atto cllSSurdo> di Cll,ITIU.S. L'arte risctliR di non poter m&nt~– nere la sua forma nel rarsl lmqlne 1ince.n. di un'umanità donde b rorma. ! icomparga, • P~lli'zzi' E la cura? Ma Il Novecento è cura a se me.destmo. perchè è la suppurazione della malattia dell'Ottocento. Tutto Il bene che ftorisoe attorrio a noi - sarebbe doveroso parlare anche di que5to - viene dall'ultima prova. che non la&cla scampo, Alla ftne del seoolo scorso Huysmans dlve.nt .&va ram010 con un suo A reboun: ma era. un'ora di fan– tasia, non una g1ornAt& di buona volontà. L'Ottocento aveva b\sorno di una aperimen– tazlone cruciale perchè si pot.esae Sffltlre ef. flcacemente la nogta1a1a di benJ perduti: e not atliuno aperiment.Ando. Se non s.l crede, come io non endo. al– l'Untergang di S-pensler, bilocn& anda.re nelJa direzione d1Huyamuu, ma conun eser– citi.o lOStenuto di buona \-Olontà eh, 1o&tl– tulsca I& SU &h.nt .&61&. Moretti S E Il male del aecolo o tlel «ros ,ogu.er ,1i ,t chiama, almeno letteraria.mente, Sartre, o col nome cU non. .!O Qllale altro scrittore /ro.nce.!e o o.merfc11no o U4- llcno, vorrei ricorda.re, cc.ml' - /a fl mio ami– co Pa.uo Pazzi in un capitolo dei .!uot , Grdlf >. che il Goethe chiamava la ,ua • trl&te ePQCa e,tetlca >. cfò che sicmtJf,ea che anche Il .su.o ,ecolo era abba1tan:a nullato. G~thc aveva appena letto l'ulti– mo romanzo di Victor Hugo, PTe!tatoglt ti4l pectagogo /rances,e. del principe eredi• tario di Wei1nar, Net.re Dame de Parls, e così ne scriveva a un amico: • / chimici distinguono tre Jcrmc,ita.:to– nf, o m.cglfo tre statti di questa: vino, ace– to, putrcdhtc; a quest'ultimo st trovano a proJ)Tio aoio i /rance.si d'ingcono. Come potranno tornare al chicco naturale e al– l'energica Jermentazione del mo.!to, non so. C'è da con.solarsi che almeno i loro vini non. comhtcino a sobrf.r pure dt· quc!tii trl.ste epoca estetica~- Nel libro suddetto Pano Paul co,telude eh~ tutte le eJ)OCheletterarte .sono pure, come q1tclla in.torno al J&JO, trt.Jtt epoche estetiche. Palazzeschi P ARLEREI piuttosto di caratteri del .!ecolo in cor,o. E vi direi .subito che. ho un pessimo carattere, un carat~c· raccio. Nono.!tante io .sappia. per anttca pratica che, speciahnente n.lf nostro pae– .!e, le persone col cat~ivo carattere hanno successo e rìe1cono sm1patiche. Guerre e riooluzioni. nvolu:ioni e guerre, guerre rivoluzionarie. E tutti parlano di pace. E quelli che ne porla110 con ,nagg1ore insi– stenza .!Ono proprio queUi che vorrebbero le incomode cose tutte e due insieme. lo .sono nato in un periodo di pace. pace ve• ra, ,ton quella di cui si parla oool. e c'era chi grtd.ava a squarctauola: • uuerra ,ola iglcn,e del mondo>. Mi potreste apieoare come funzionano certe co.!e? Glf ,tessi elementi sembra,1.0approvare il noatro U· colo mctttndosi al va,,so con lui. Per quello, poi, elle riguarda la lettera• tua, Il /atto t pili. cl1e naturale. In un tem– po in cui non si Lavora che per amma:.::are, e in quale modo e proPOnfone, la lettera– tura rispecchia. un ta.le .sta.to dt cose. Glt acrfttorl non .sono eh.e f plttoreJchl notaf del loro tempo, pronti e Jedeli tnterpreti di O GNI secolo. og-nt epoca, ha. 11 auo e male>. li d1vt'nire storico non è mai senu. attrito e dolore. e con– t.rasto dt forze. Questo male c't perché è itntUo. Se non fe&Se sentito, ci sarebbe un ristagno: e allora. Il male di quel se• colo sarebbe appunto Il ristagno. Ma tale diagnosi potrebbe venir fatta sqlo da fuori, o da dopo: cl si accor11"erebbe, cioè. che Quel ristagno eu un principio di mort.c. • Il nostro secolo > è espressione troppo vaga e generica, se non cl si limita al no– stro ambito di cultura e di clv!ltà. In questo ambito. Il fatto stesso che e Il male dt'I secolo> sia. molto acutamente e dlffu- 6(\JJlente sentito come tale è. per mio con– to. .seqno e lndlrJo certo della vita.mir. dPlla cultura e della clvlltl\ cui noi appar– teniamo. C'è dl.sastlo, soprattutto morale, perché non c'è rist.agno. · Chiedersi. come fanno alcuni. se la· no– stra sia una e malattia di sviluppo> op• pure un11. e ma.lattla senile>, è cosa futile e Inappropriata. Qna civiltà che reagisce è una civiltà che si stA truformando, non è una clvfltà che muore. Soffrire e vivere, In questa materia, sono quMI sinonimi. Io ritengo che la civilU1. nostra non abbia avuto nessuna decisiva soluzklne dl conti– nuità dR prima di Talete a noi: e no,i r~– tt'ngo che sta per averne una adesso. Il vero e male del secolo> riteni:o che 6\a da cercar.si fra coloro che 11ot1sentono. come una continua fonte di ansietà e dl– Eaf:lo, la profonda crisi di adattamento a circostanze e condizioni nuove. cui la no– stra civiltà e ora soggetta. Debbo a(::'giun• iere. con dolore, che nell'Italia d'oggi que• !!ti spiriti apatici o lncomprens1vl 50110 niolt.!, e non sempre lontani dal fulcri del potere e della ricchezza. Per questa r~lo– ne. e In questo senso, l'ItaU& d'oggi è e debolmente viva,. Da quanto ho detto discende che I veri e .soli testlmonl del e male del secolo> so– r.o gli scrittori i11diOert11ti, anche e so• prattutto come scrittori. alla cnsl della loro stessa c!vlltA. Ossll\ gli scrittori. gli artisti. I f\losoft. s;::11 scienziati e puri>. Le c!vlltà muoiono In bellena, ossia c- In PU• rltà >. Se lo non vedo male. la nostra cl– viltà e o,g1 molto lont.ar.a. nel complesso. da una slm!le •purezza>, e perclb dalla aua e morte>: ma vi sono certo, In tutti I settori, preoecupahtl venature di e PU· reu.a >. Le differenze d'età cl propongono &olo delle varianti storlco-psicolo&lche, di se– condaria Importanza.. blioteca Gino Bianco De Benedetti S ENZA off:esa per I contemporanei, del quali facciamo parte. e'è una bella dose di orgogilo ln questo nostro gran parlare di un • male del secoln >. Perchè ritenere!. nella traftla. delle gene– razioni, l beneftciarl di un qualsiasi prl– vlle♦IO, sia pure maUnconico? Non slamo ~r~~t~1f 1 c~ 0 ~a~: ~~:à~::: ~ h~e~:: ,ione 11 luogo comune: I seco11 che con– sideriamo felici .sono tali soltanto nel– rlnganno della lontanan7.a. Anche g-It uomini che 11 popolavano vissero le loro alternative di depressioni e di ott.lmtsml. Ogni secolo, chi sapesse confessarlo, avrà parlato del suo e male del secolo>. L'Immagine manronlana del malato, che instancabilmente cerca ner &uo lct.to la posizione dove soffrirà meno. è una Immagine perenne della condizione uma– na. Senza dubbio, noi slamo ftgll di un periodo notevolmente drammatico e l'ir– requietudine con cui cl rivoltoliamo nel nostro letto può npparlre piena dl rebbre e di smatue. Ma, per rimanere nel para• gon1 clinici. ricordiamoci di quello che succedeva nel casi dl polmonite, prima degli antibiotici. Veniva 11 momento che Il malato sentJva. •vvlcJnarai il traauardo risolutivo <che 1 me.dici chiamavano la e crisi>), di là dal quale, con i;udorl e svenimenti, avrebbe riapprodato alla vi• ta. Noi siamo come quel malati di Poltao– nite, ed è g1à un bel vantai1io. Senti:tmo .!l,&ClnO e probabile li tra&uardÒ. Sappi&· !ho di pot.er !o varcare atLraverso trandl t.1-;rlormazlom: argomento su cui qua.si tut.tl cl troviamo d'accordo. per quanto ~!verse p,ossano essere le nostre tmPO– staz.tonl ment.ali e ldeoloilche. , B130inerebbe tras!ormare 11 con.senso gi-n~rlco In una concordia specin.ca . Paa– sare dalla valutazione del nnl all'accer– t..<mento del mezzi o, se &I vuole. dalla d1:umosl alla terapia. Flncht si pari:.. di • malattia lndeflnlblle dell'anlma ~. come 11sano certunJ del professori a con.sulto, non si fa che nutrire la malattia, cro- 5: .olarvl.sl. Sarebbe più efftcace, quantun– que meno poetico, riconoscere che .s1 trat– ta di una bene Identificata febbre di svi– luppo del corpo sociale. Sarebbe più sclen– t.Jt'ico localluare que.sta malattia e ag– giungere che, come fenomeno patologico, e interessa> solo una piccola. parte di quel corpo. Sarebbe più equo enume1are ar.che I .sintomi di salute. Cambiamo cli– nica: In questa. dove si vorrebbe ttnere 11 nostro tempo, aumenta ogni giorno Il numero del con.sulentl e del primari, mentre scarseggiano gli assi.stenti e gli in!ermler!. Tante analisi, t.'lnte prove di laboratorio controllano 11 malanno, ma lo tengono soggetto. lo adoperano come malanno, Impedendogli di tue n suo ccr- 6<1. Coll)OIO è far.si prendere dall'Jmpa– zienza. tergiversare lo è alt.ret~anto. E' stato Glde a raccontarci la storia di Méla.nic, la e seque.strata di Po:tt,m, >. Per 24 nnnl. la famiglia l'aveva tenuta. reclusa. in una ca.mera dalle persiane sbarra.te , sordida.. Irrespirabile. Mélanie aveva finito con l'amare quel carcere ammorbato <e morboso>. Lo chiamava con orribile tenerezza e mon cher orand /ond Malantpla >. Chi sa. che questa fa– mosa malattia de.I secolo non sia not,e cller grand /ond Malampla. Nelle opere e nel successi letU!rarl di questi anni. si nota piuttosto 11 cora.gglo dt'lla. denuuzia, che la partecipazione a.I salvatagglo. Insigni la spavalderia. e 11 ~:;~~le~~i~:~~~:_.:~~ne( :e~~n~~gl~~~L~ abbiano cc.s&ato di tare da ciceroni del • misteri del secolo> Clntesl come un Sue poteva Intendere quelli di Par!J:D. Ve– risti ftnchè rimangono nel negativo, quel romanzieri diventano adepti del roman– ze!co. qmmdo è ora di !!ruggire & un contributo posltlvo. All'lnnos.,o, s! sta producendo una curiosa. rep\lc11. del t.Ar– do roma.ntlcl.smo: con la differenza che, Invece di cant.ue l'elegia dell'Individuo che sl .smarrisce e consuma, questa vol– ta si prende bruscament.<, la società come protagonista. della consunzione. Al limi– te, si scriverebbe una sllrlcatlS5lma Tra– viata della Società. Potrebbe tornare Ari• stot.c.le In persona, che non riuscirebbe a trovare una catarsi. (LA&clamo da parte 1 nostalizicl dell'800 e I dolci orres!, In cui t.rovlamo, Quando va bene, certe lusln;he letterarie. Le quali. per quanto possano piacerci, acquerellano &Pmpre deliziose morgane sul deserto di quegli scrittori, e si:mpre finiscono col produrre un feno– meno di • déJa vu >) Chi volesse Indicare un libro slniolar– ment.e degno che gli .si dia retta. un li– bro che riesce autorevole con quel liUO tatto. direi lndiscreto, Pot.rà forse pen• sare al Doctor Fau.stu.! di Thomas Mann. Qui 11 ~nn borizhese 1-.-la,nn. sebbene ostenti un fare malndo, non pub rlftutar.sl alla lealtà. di scoprire l'odore di zolfo, che è nel labirinti della fascinosa cul– tura, di cui l'intellettuale europeo fa le sue delll.ie. Con l'Intelligenza. col iusto contrariato e sedotto di una ve1Zgenza per lui imprudente, Mann ammet.te quel mon– do sem.:l più sul)f!rstlzlonl nè ambhrue complicità., che forse Impaurisce Il suo sentimento. La sua è una Apoca!VP-'is cum. fiouris oltre la quale si :ntra\'ede il giorno del gludlz.io: Intendiamo: Il r:1orno In cui si metterà giudizio e non occorre.rA. più - nè per fare mu.slea, ne per Impegnarsi nell'azione - venire a patti col diavolo o inceruare le e malat– tie tndeftnlbill dell'anima>. di ALDO PALAZZESCHI (EdizioneVallecchi) C ON que.,to JèMo Aldo Pa- df gioventù, vale a dire mo• di un orcUne tnvffltato dalle Iaut.!chi aggiun,e una .stra una colpa, un errore di no&tre Ulu.sionf.Ptrehl in. fon.– nota nuova alla 1torfa temr,o tale da ess~e punito cfo que.stci t l'ulti""4 ra.gtone CUila .!ua poesia. Si m.f.!url lo immecUatamente. Il mondo dtl mondo palauesch.ta.no , fraJe in tutta la sua luce al Ml P'alaueachl vive dunqu~ l'unica Ulu.slone che ci i con.– di fuori d'ogni ,uoge.!tlone' rt- Jra que,tt due e&trcmi. da una ceua e ut1'tmmogine di J)Oe– vetuta, e &i avrà l'importan:a parte con/lnc con. la /anta.sta. &ia che non è atlatto eva&io• (Ul libro. Non siamo di Jronte pili. lfbera. e aperta. e dall'al- ne, rinuncia, tradimento CUl- 11l .!olito Palaueschi con un. tra parte tocca Il aenso di una la veritti ,na che i, caso mai, aumento dt gra:ia. con qual- 1ealtà implacabile. La. critica una rfconf~ma della reaUà. che ra.gione In piit per la de• &t è fermata quast sempre $Ul &tessa, la r:conferm.a che na– /lntzlone della .sua arte no primo domtnio e per questo sce dalla realtà provata. dal– nella raccolta dt oggi c:é u,i ci sembra opportuno rutare l'equlli!>~to clte U tempo tePl~ equilibrio che ftnora non era r,cr un momento sull'Impor- a &tab1ltre fra le paHfoni e U stato Taggiunto con ta]lta ,t- tanza del mondo rea.le. A scio- volto quotidiano dd mondo. B cureua e con questa. fono. gllerc quc.!ta nozione ncll'ar- per la de/ì.71J.z!one di qiusto Il Palaucschi degli ulÙm1 co dell'opera palauc1chlana equilibrio Pala.zuscht non si anni appariva a volte tncerto ci .si accorge subito che la é fermato a un procedimento .iulte ragioni /Inali da adotta. realtà, che in un primo tem- puramente allustoo. ha fatto re e U lettore lo vedeva PTO· Po era stata addirittura abo• In 1nodo che dalle voct ateue cedere per risorse e&trema- U!a dal p0eta dell'Incendiarlo delle sue /avole na.sce.m, il mente coraggio.se o addirtttu. ed era pot stata completa- senso di una contpo.sizlone ft– ra temerarie in. modo che oll mente tro&/ormata dallo .!crlt- r.ale. Il Doge di Veneala trova &teS&Irisultati rrutavano com- tore del Codice di Perc!à, ha appunto la 1ua. vera .soatanza prome.tsl o per lo meno non riconquistata. con la maturitti 1'ella corrupo,utenza naturale giusti/lcabili ,u un piano co- dello scrittore non solo tutta dei simboli, nel pa..s,aogiodal– mune. La .!tes.!a atrada lf.ef la sua ooce ma una nuova le Immagini reau a quella poe– Fnnelll Cuccoll mo.!trava. il natura. Qui U Palaueschi dei tiche: il tutto sO.!tenuto d.al– ,.,.,t$lJ continuo della ricerca, racconti; delle .ltampe e ora l'Intervento ironico del. per10- 1l bl.!oono di wcire dalla ri• delle /avole ha portato un nagvt untani. Percht a volte petizione ma nello ste.uo tem- "COntributo a.ssai piit robwto Palaueschi non dimentica. 1ft po a lettore avbèrttva un ar- del Pala.ueschi romanziere: essere stato l'i.rrtverente poe- glne di perpJes.sltci di Jro, 1 te . ta della pace laboriosa delle alle straordinarie acrobazie ! monache e sa rfprendere per d.ell'ln.telligcru:a pala.uc.schla. -._ diver.!e occasiont la precflio• rnr. Ora la Jor:a dl que,to ne risolutiva dt certe J>Qrole .scrittore è sempre $tata ~lla che diventano mauicM al col. luce. di una fantasia comu 11 e mo della spec1tlazion.e,al ma,- ~f:g~:%~:!e;Jr:!1: ~ ~:= :.~~fe!~i:::/o;g,g1:;~~ 0 l~e~!l.~ tra.lti, d4 OPJ>O&izìonl, dall'in- di volgaritd serve a rimettere ncatare motivi apparentemen- le CO.!e a POSto, a. denunciare te diverd ma in. reaUd dello il pericolo che vive rull'a.e- .!tessosanoue. volti a uno stcs- cettare un.a _.sola pronuncia .!O co,npUo. E aggiungo, quan- della realta, e un monito al do &I parla di fantasia pratica lettore r,ercltt non commetta. non &f vuole atlatto alludere un errore df calcolo. La. pouici alla moralitd comandata. d.el · è Il termine conclu.slvo dt una. lo scrittore, ne&$ut1o fn realtà opcrazto,ic che deve durare Il e stato meno intercuato dt temµo steno della vita: qiul Palaz.ze.!chi e le poche volte , e lasciatemi <!ivertiTe> di un che la ,ua penna ha accetta- tempo che e atato pre10 a. to di dtrlvare dalle operaz.lo- .sfmbolo di un'epoca, oooi ,ap- 11tuna co11clwione ,1 è capito ptamo che è stato un prete,to subito che qualco.ta mancava per andare a /011do nel giuo- per de/tn.1re u rapporto del- co delle co,e o meglio U dt- l'inven.zlone. Si vedano le par- vcrtime,~to si t coriclu.so ndl4 ti POlemfche O pi1Ì.aperte )tef pro1umc1a steua delle cose. Tre Imperi... mancati o Quel• Aldo f'alauCM:hl cott quel limite di dlsperazio- le... del libro che esce oggt: Le Sorelle Materassi prima e tte e df speranza, con quella ~md 0 cia7z~t~~!11ct~Pf:v!:t~!~ !c:,~~t,e~~•!W;~ 1 !tfa°da h:m;~ :::;/:r: 1 !e~~~~fieco:rz:e :!~ t~"::.":fr~tein ·1:nrtt,: ~~u:,.a.l~!=~o::,:m:;~: ii~ J::rlt:':e',.:'~ 0 :iz:s:::t,/~ :~~~:':!ir!e~f~o'rit:r:;:'g;j ~~':Cvo:;ro~ c~~or':t~ 0 ~e~ ~r'g<t!°':~~. i;::~~a i:",,::i~ la realtd è una fonte df ,olu- tlco. Il Palauescht del rac- tato dcUe $UC ricerche lo allf.: ~~o~l:u~7:eb:u;'l>,r';ie1:~ ::1 ;fifiitot :1, 0 ~n-1;~g:ebd':!:i~ ;4,~ e 0 ;~nJ~rti~i ~:'f:m~':. 900 tono i,roprfo quelle dove pi1Ì. tpedlto e ctfrctto, tl m.e- CA&I.O BO l'equilibrio den.tLn.cia. l'ov- tro obbligato lo h.a portato a. ~~n;:zt~t~~~,;"~!:"ii:rttr!t ~~to;i ,f;ce1ter~ "n.:1~~ ~~~: lnet1ntrf e seonlrl to della re&lna. Salvare Co- cruda della. realtà la. semplice caro Dfrettore ~*~ ti bgg=~~b'lfe~'::r.~ ar.;_ ~~rJ:::.io;:n1!~e~~b/:;;a 1~ non. t ~!~~~~cir=~ ~ni!lL :ae~fl~~:;i~; J:u:~= ::fu~tc:~~ }r~~oi~e':: ~p~r~~ }~~~~~nz~o~l a~u:~n~f~ ste pa."ine e nata ,otto questo e ,uftcerato nei ,uol punti di mente ha' inclu..so loro .:ritti .segno e restituisce In pieno maggior re.&lstenza e, qut .sta- crlUcl'nella 1ua antoJogfa Me&– l'e&attezza della Jormula po.- mo al centro della quedio,u zo aooolo di poe,5la. lout&chiana. E .st badt bene, che cl inter~na, tutto questo Nel separare nettamen.te le l' cqulltbrlo per Pala:uschl è poniblle percht PalauesChi propri« rupon.so: bilità lettna..– non nasce dall'applicazione di è stato della vita umana u.no rie da quelle del ,fgnor Fiortm– una economia rfdotta ma. dal spettatore attento, senza pre- tino, lo dlt1fda110dal quali}leare ,aver fare Intervenire nel rac- giudizi. libero e df&fnca,.ntato. .U collabora.z1on• la loro coat~ci conto tutti f motivi, dal mo• St riPTenda SalVBre Cocò che presenza neUci detta. antolog14 two poetico a quello rude e, a. momenti potrà 1cmbrare e dal aerbare i loro ,cntti fn Implacabile della più povera atJehe un racconto facile, a/- una eventuale seconda edi.tlons delle realtd. Naturalmente per /lda.to com.'t a una logica. un de~~:r;« t ,alutJ • 1 ringra– q11e.sto non. gli occorre dllu_n• po' meccantca, eppure quanta :lamenti di Carlo Bo. Oiweppe uar&_i in dc~crlzionl eccuawe .iaplenza, quale vlrtu dt csp,:- De Robertl&, Olan&lro P'erut.,, e oh ~alta mvece la luce im- r~ema. d_lrctta, quanta capa- Oreste Macrl, Oladnto Spa,. provvua d'una parola. di un catà: d1 rimettere le cose a lo- gnolettl. ~a°,~:ug ::;:~':ai s1:uÌtt~t~~t~: ~~lpo~O.c 0 :n!:~te :ierf:1'°:~~ 'f-, :~c~~:~c! 0 1 :e1~rl~;~1~: ~j ~~ 1 z"r:nr~a1~! 1 i•u!t~~/~,~~1c~;:s~ * A CU;!,.d1 Mario t?:1._in:.:. à pappagallo di Salvare Cocò, salveua: la df"riltà è vera- arnto pu....... cato rectn...._._.te, Dirci elle la famosa, strari- mente co,isumata nel ripeter• ~l~ Soc!tà~~~l~ ~~rt:al~u~~~~Jed':o7lealr:rt1~ dte,faei r!:lt'J: nella pro11u11cia g:~:t:: R~cioH R~::r~~ brt qui ha trovato una gra- Altrove. quando lo ,crtttore perato fortuncmmente in .\rpn- ~if:i·n~":e11~"::lt;~z:z.4u,~7er:!i! ~a~~~r: ::c~:;,~to.s:g~eeu 11 ~ ~~n e~\~:a1t!li~F.tA~: do110molto di piit. Alla paro- continun con/ro11to cort la lulto oggi all'att.erulone e alla. la. alla Jra,e che aembra de- realtci. risolve il problema con cura d(>g:11 st.udlosi. rivo.re da un altro mondo lo lo &po.sta.mento improvviso * Prroso le edi&ionl de 1A. lJa,. !~i~ti~~~eag:~n:;,r:ne 10 0 ffg:~ :f :~f[a 'ia i~zf:1:! 0 r~~~;/;. :ru;i:~u~/e~~~tine :;i~ avremo Il ca&o del leone vec• lino allora: si J)Tenda Pom• ~~fri°to ~~~~~m: ~~ chio, di Kan che i costretto pona e ti vedrà che Palazzc- bile che atrrontb negll u!ùmi 11d uccidere la 1ua domatrice .!Chi non sembra tnscnsiblle a Anni della 1ua vita 1 problemi che ulle vesti di portinaia una accezione cltlla. realtà co- rondament.A!I d~I& .ttoria. , d.1!1- .subi.sceun improvviso ritorno me punizione, come vendetta la polttlca. Pftroni P A.ALA.RE di un male de.l HCOlo or– mai mt sembra. con vitta. e, ilt /ht dei conti a..uai in.certa.: perla.re tUl ,nale o del ma.li dtll'uomo t p,e. ,untuo.so , bench.C!non vi sia male partleolare ad un. tempo che non ila. male fonda.mentale della .specie umana, Ebbene dopo aver ta11to letto. aver a1- 1istito a tanti proceui al nostro tempo, dopo averne anche un POCO vissuto le tur– bolenze non so che dire, dtl male del no• .!tro t~mpo (di que.!to secolo/ molto non so. lo non lo so qual'è Il male del secolo. Ho tempre pensato che oli uomini &ono 11atf per sof/rire (è una delle fra.si più vitte) che sono costretti a sol/rire perchi /in dall'origine .si, irittiahnen.te imperfetti, Ho .sempre creduto che vi sono uomini che .J<1nno 11lmeno soffrire e ve ne ,ono altri che non lo &anno e, di con.seouenza. penso che vi so110 anche epoche nelle quali si &a 101/rire ed epoche nelle qualf non lo .!i 1a.o 11l111.eno l si sa molto meno. Fare del moralt.smo 1u tutto questo è /or– .le ta.efle, com'é ,emPTe facllA del mora.lf . smo, condannare e dire come t fatta. la presunta. per/e.zlone; plU dll/lctle invece è valutare hl quale ml.sura l'acceUadoM a:arebbe un l>ene, la. co. !clen.za dell'accet– tazione ,arcbbe un 1alvamento cd u.n ap. prodo. Non vi è dubbio che l'uomo d'oggi h.4 particolarmente .101/erto e r,a.rtfcolar– mente Jatlcato a riconoscere Je proprie vie, qiulle meno infelici: ma tutto ciò to personalmente lo considero un in.se "na– mento e, .!e nusuno li scandaltua, un premio. Certo, il premio li riscuote quan– do ,e n'è .!aputo pagan~ il preuo e, in. questo 1enso, (ora far() u11 poco U mora.– lista) l'uomo d.l ooui ue11eralme1'ts non ha. saputo paga.re con discernimento, ha spesso pagato troppo per no11voler pa"are nulla, ed ora st trova. solo, a ma.nt vuote, tenza nem,neno gli elementi .semi,Ucl al quali ricorre normalmente anche nellci più semplice delle circo.stanze. E' questo forse il male del ,ecolo? ~• que.tta .sua solitlldfne, que.tta iua. lmpo.i– slbUltà di col109ui a condurlo In tanta tn– ctrte.ua? Questo è tutto u" altro di.scorso e, un« rf.J,xnta. mt ser~tirtf di poter dare ,olo quando le opere co1itemporarus non. le &entl.tsl più tonto contemponinee come, ovviamente, ora ,1.0n POS.!o. Per l'etci è altretta.nto df/ffd~ rtspoPl• dere; in questo ca"ipo l'et.i non. è mat quella registrata sulla carta d'idcntitd: vt ,on.o uomini maturi t COJctsnU tra coloro che si Jann.o la. barba. solo eta. qru'JlcJu me– se, e vt sono u.om.int trresi,onsabut pu.r a.vendo ~fà c'.a. tempo, come .sf 1uol dire, un. piede rulla fo.s.!a.. Betti Il m.a.Jeecc. Se ne pub da plà d'un ,ec,ole, è pr&ie111e tallo ,·uil a.spetti in tuti. le epere ,·alide di quNt"" pfflodo. e in 1u11icli uornini a11en1i.m11:1ri >0l0 in forma di con(uu rne– l1ncoui11. :-i•uu da queato: eh• rii ul)mini non ,i nn1ono più abb1•1anu liruri e ptt1uui della propria rt:iurrtzione dopo la mor1e. O~eorre ripenu1derli.

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