Fiera Letteraria - Anno VI - n. 15 - 15 aprile 1951

Domenica 15 Apri le 195I LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 MICHELANGELO DA CARAVA UN MODERNO DEL SEICENTO I N ROMA dominato meno da I 'n ' I Raffaello che da Ufl4 vogu 11Ja.uen:o Ufl seco o, da. noi e ::~ 0 :u::;/,~':;:::/:::;: accademin 1cdicenle ra/fae l• f . "-' O come 11t:so, ,i,l libro apt:rlo, il fuco , il Caravanio apporue ,IU· uor,, in .:ipagna e in landa, braccio del San Monco dl Bt:r- bito un tcmptram cnto rivofo:::io. lino! noria, a/fa1c.inante O M:Oruloli:- ma rimase irt d~finitiva un fe· • Quello il noturali.Jmo di. Ca• :::ante, un pillare nuovo anche rat.YJffÌO e il ,ua 1,-olser le ,polle ~::ve:"::~~~~u:i~~ d:O:: J C~ :: nom eno unico, 1nte1p1ele e ':f!~"::S::n;.;; ~~ 0 ,:;n,':':a: ,j~ il Bellori. per lo 1tudio di ,u1. nille incongr~n::e e 1 ulla fama ::;bidl::: 0 !~::;ll:·!~e ta:~: anticipa lore di un a e i V il t à :::e ;u::::·~~ c;t;:;;:n;,i : ;e t~~1(a~";,:p~~/itJ'rc::: ;:~ * ::t!:e~~e q~e::~;'; i i~:::: 0 ~~ ::r:;;ia:: dc~~~o t;~,::~\! di FOR1,UNA'tiO BEIJ,ONZI ~~~:~~e;z:d;;;::::,:~~·ai:'; ;:~:• d=l~;$Ì:::7,; n~e e ico'~:1,,0:r~: selico'. è perJua.sivomente collo- copo mo:.:o ,i /o lanterna allo ;:~•:!: 11 :~!:~: :~~l~;:m!!~~ CARAVAOGIO - e Tuta di Medusa , (Uffl.J.1- F1tenu) CARAVAGGIO - e San Matteo e l'An1clo ~ tChlua df S. Luigi del Franct:11 - RornaJ rocoli mirando le opere sue, lo ~•o m allo, colante con lutl~ ~'Ua &lradadi peno. fuori di ,troda, pe.rcliè ci ,/une se1uiunono a 1aro, &po$liondo mtera la.,sua corne umano, d, C'è il Caroc:anio dei bori e uno dei più alti ,e1ret i dello ec• modelli e al:ando lumi. E: &en:o ra1a:zo di &tracia rre&o O m~el- dei concerti&li, dell'Eros trion• ce:iona liui ma .iatura .Jpirituale più attendere a llmlio e in.se 1 ?: 8 terreno ed e cdeSfe, • ,o- fante di Berlino e dei Slln Ci&. tlel Carouonio: intend o il fe(i. inament i, cin.fCuno trovaoo Jacil, lido e 11~ 11 l,u pe,o, ,e neu un \'annini , o 1}flnJOIÌ o feJUJnti, ce connubio delle COH 1Ji,ie e mente in pia::4 e per da il uent~ . sii. arroio.rula ,il . manto cl1e &ano Jlreieui pittorici. di delle ide• pensate, lo t1reuiui', maestro e 1li eJempi nel copinre quo,i( rnl f•ll""' di padi~hon e so, 1ple.,ndidi i1nudi e di ornali ma u11ione di una fonia.sia or• il naturale>. E' il Cnrtll,'fflfÌO noro ,:o e ~a ,m 0nd0 rla ~ oro, /iUa panne«si; ma c'è il Cara1-'0fSÌO dente e di una inda1ine amorosa eh• colloca lo Vocazione di San dl cherubini, della plltura de, dallo dominor.le vi,1ione tragico del r«ile.. Le e incon1,uen:e > M:11teo nell'atmosfera fumOMi ,li rota del trecento e 1el _quollro-dei{'esisten:a in Jondo olla quale del Carat'Offio non ,ano le con• una bet1oln: quello che ha per cento). Il Caro~gg,~ e, oh,~ riluce, come il lume allo che traddi:ioni di un ortidn che cer• modello al Tnntilo della Ver- 1 ~ 110 , 1"' oulcnllco plllore reli· esli solet •a flO"e ,ui modelli, ca di sconce,10,e il benptn.sonte : gine 11n'aflo1at11. dai piedi son/i: roso. il ,csno della reden:ione , pre• ,ono le novilà più inlerio ri, i che nel San P:10l0 tulla ,•ia di Raramente con la dome,tica, ,entit o da quel fascio di luce /atti più poetici di un artiAta cl e Oa~ uto accentra i propri i~te• raccolto aioin del. Riposo. in Eglt, che non si 10 bene di dove pro- sommuo ve l'acet1demia .ten:a di– reu , ,ul an:nllo; c/1e per •prima I to dd la Galleria Dorio (con veng 11 come nella Vocazione di stru,sulo, on:i ri,petlandoln in affronta la na111rn morta_ com~ quel mo1ico o.ngelo.al .:.oto come San Matteo : doce il lurbamento ciò che ricerca e vuole di odor– soggetto oltrellnnto nobile d, uno sldo e •l chiaro, fiabetco dei bettolieri f! In ,affigura:ione no superomenlo della recitò qllf'– una scena .tOCrff: che ,i compia« poese che per~uade la Yer1ine plaJliço, e,·idenriWma di un 1idiana in 11navisione compen • dei '!'"'dri di genere: ,i"no il al so•no); più speuo con l'em- uame rapido di ooscien:a im- diaria del cero e della fania,ia.1 ,----------------------------, fan r1ullo mor~o da un n _ruarr~ pita drammatico di un ,rand e pO)to dal swo di Gesù (mi diin• In tal modo_ l'um~ità dipint~ M J LANO ~ la ''°".e.t'erin_n Suonatr~re d~ poeto dello ,olferen:a, il Cara- no l'impreuione, quei iioca tori dal ~aro1-'011~ no" ~ meno ~ro1- ~1i:t:ca:::: ~rr:~, :':ot ;;;t;i,~ ,~;r:;.~a fi~~~:o::;V: 0 deT::~: d:i. ~:,::r::a!:t eca~=l~ :i";°;;;; Ma!:~:':~; :: ~}:;~,:nd;ei::. o_ '!"n? mnlan~rini ~ei bari. No-_ la Comroriforma: là dov e l• ni, di priiiollieri in' una sepe- E volfarità o nobiltà di 1i~i ~i · 1 e . vita d., "'~~etti e d,,p re::o de, Morie e il di.tcepolo predile uo la, nel pun,o in cui em,a il f?ndono ~rfetto m_e~te_ nell UIII• Pe .... I ar·avao·g10 c.-,nl)nl dellarte: quel poco o si piesano in accenti profondo- 1iudice e 03nu110 8.. ,.. ta del partito lummU11co •111tto .I. a. ".'!llo i"!po't"r,i dei piani. qflel me 11 1e sconditi di impietroto do- la senten=o 8 in u: b':Je!;a ,;. ,i,enlit~ di osc~ri. 101l~rdi >. <._J I tntend1m~nto tutto_ ~r~nol, lore sullo ,plendido corpo di pa"'1 intero il commino d~Ua come 1"'• bene il ~•~ori. &1on- 1tf,.. ,lello s~uo, qu~l rlistribu1;e la Ce.sù; nel ,ruppo folgorato dalla propria vita a pochi istanti. dal- do allop~llo de1l1 ideali co, ( • luce e ent.,o ~aria b~11n,n d1 una luce, come è schiantato dallo la morte). ,111-'tlffut:h1. fil J eh1lle lfaru::fl onmua rzncluusa. p,, t,arido. un Mro:io contenuto, che circonda. Per sentire e imma inare e .Nobile è lo tlilc d~l. Ca,a1-~1· lume alto, che n-~ndeva o pzom, il tropuuo di Maria. t1eli4 ,oli d' . • il C I . 110, della ,tena nobUta che 111• M I LA N O , cuore di quell a Lombnrdia che dette i nata li e i primi alimenti dell'arte al Cat'fllva;• gio, h:1 preso l'ini1i 1uiva della più romplera mo• 1ln che al pittore ti:1 111111dedicala in 11uuti ullimi q11.1r.inl'•nn i, da quando cioC la critira ti C rhoh.i a lui comt< a figura prem inente dell'arte i1aliana. Alla riu1c1ta della mo1tra hanno cord ialmenl e eoll•• borato non ,o lo i nollri ~lutei e le nollre Galler ie, mJ il V11ticano, tdi Stati Uniti, la Frenci:1, la Cermani:1, il Belgio, la S\iinra, l'Olanda; ed 1rnt he l'Inghilt erra ha ascolta10 ìl rr e.a:mtc in\•ito ,::he le e 111110 rh•oho. Da 111rile a giugnQ,. nelle 1ale dell'ex P:1lur:r:o Reale . cbe un gru11110di arch itet11 1pcci11li~ti va 11d11tando e 11rre• dando a quel fine. u rà dato 11mmirar c un:1 qu:1n1111i1111 di te!~ de.I M11t!lro. ln1orno a liii, la u hie.ra dei Caraugguchi - i111li1111, , fnnre,i , olanrl.c-i e •1 agnoli - imilator i e ~e.gu :1ci- rie• cht:ggenl (ne.Ile. in\e.111:ioni lumini,11,he . nei ritmi eomJJtJ •il i e ne.i ti11i) gli afr1ucin11n1i moti, •i dell11ju11 tavolou11; indicando i li:1rghi con fini tlell:1 11111 influentu nell'ur1e. Oh rerhè un 01111111:io al gran de lomb11rdo. l11 111u.1r11 111rà centro e 11r,comcn10 di un rinno, •ato fcnorc critico c di .11pprofo~~limc1110 intorno • quett11 11unde ver,onali1.:. ane.on amL,gua. BenchC non ne 1i1 cerio l'anno di nucita. 1uttavl1 ,i ammelle che c11li non ave.de pili di 15 anni qu:tndo entrò nella bo1teg1 del 1uo primo matatro, a Milano. nel 1584. A 20 anni era già • Roma. 11iiipadron e dei auoi n1e.n i arti>.tici ed rsprc~~i\ i, e dt1I 1592 al 1606. in poco 11itl di uo decenn io, 1 ur Ira le aecche di 11111 , i111to rdi da e tcill,JU• ra11t. \'i costr uiva • colpi di capoltnori Il 1uo monumenlo . Quel rt litto unumo che in una m111i1111 di Luglio del 1610 1i abL.1ndnnò 1ulla ,piaggia deter lu di Porto Ercole 1>e.rmuciini con~umato più che dalla malaria dall'inliiuo · furore - e 1rhiac-cia10 dalla m•ligni lii del du1ino - e.r:1 un arti1111d1e I\ e.vi 1p1ten• r1uiun 10 I:. maturitii dell;,1 ,it• e c-he. forte non I\CU ancor d110 la piena miuu1 della au:1 :me Si parl a \Olentieri della derhnionc del Can1v11ggio dall'arte venc!D, e degli infl1111i lomLurdi . E certo nou 1i può dimcntir11re the ancora fonciullo, dal suo 1ta110 pue,e nalale. e1li dO\Clle afracei1ui ai centri vicini di Be.l'l11n10 e tli Crrmona, e li rirevere I• prima rhel:u1one dcll'arlc \Cile.la. aneo>r florida e robuua nel tino a111nie, rhwo dei minori . Non 1i può diment ic:1re che quel Si, mone Pctrau no th <' fu il 1uo primo maeuro •i (iru1:1u e.on vanlo • Titi 11ni di&eipnlu, >. :\111ciuando dal Pordenone e dal Campi, d11l Sa•o ldo, dal Roman ino e dal Moretto, ,i p1ua • di,cernere nel• l'oper11 1Ull le derhationi di Giovann i Bellini e di <.:ar– vaccio, di Gior1io ne. di Tìtien o e di Tintoretto, allora in \Crilii la dcriu1ione di\~ne eeletthruo e il problemi, delle «:mneuioni dell'a rte del Cnr.aHtggio ne ri!alta all11r– ga10. Tanto più t hc la 1101ente i11111:1lcatura delle 1ue ficuie e l:1 ,u, 111drooanu del nudo 1ugg,eri1e.ono il nome ,t; Mith ehngelo: la Jr1mmatica 1olen nitii del Crhto nelb e \ ocn,one di S. M1111eo > ra penane • Ciolio e • M.1pc– cio; l'an gelo del • Hi110,o in Egitto> e gli altri de.I • Mar- 1irio di S. Maneo > o delle • Sette opere di misericordia>, evoca no le morbide.ne e gli 11rdimenti dr:I Correggio; iu, fin, altri quaJri mo~lrano che non 11 ,onraue in1eraruen1e nepp ure agli i11flu1Ji di Lllonudo e di Raffaello. tao;;;teco;~i:!i!~~lod~l :,,s;:': tori4, ,ro11~e::a d.el '.san ~irola: P;::~:!~'1n co,:~a ~~:~ 0 ;;',!~d=~=o: :7:,d:r~:o in':"e~~ir; 0 ::in~a;~ lasc.inndo_ il rimanente in -,mh7YI :/iun~a :~:r~~e':ch~:CJ:;:: 0 :'. ness"'i ma.euro. intorni,, 0 -~-E non era fa. nobillà della ,c11oli,, a /me d, r,:co, for:a con vehe- bite /ond e e cieche che 111ordn ~e a,-o eoo 1m1mmere a tp1. ·1:° ,ibbene quel1'11nica che hn le1lt- m~;:: ,::,; hi';;:',,: :,:::on~:n '!o l'inc:l1ibile; n~Ue et1o~i d; 1:::::: 0 chae ,::::ai!,i!'~~e:;:•,u ~~~ll:it~:di:~aZ:im:el~:;~en: : te: come ni:nie i In vita tre1ica ~,. Fronc~o: _ne.., seppel!,n.,e.n, preme1,'0, oltro non avevo da dotala di ,mi,u,ata ,en;a di e di&ardinata del pittare. ma,.,,. ti fanoo~che CO.JI r1mo_~es11011 _,la ,ce1lie r_e che i 't'Olti.della r:ùa: poHia. po ria di una bio1ro/in ,unutic:a. ,~prav"ic:e,~e poco. piu e~~ l'•n:· ~od_ell, co!'ie conladmf O bf:u.o- Com'è naturnlistin, e tnsiemio Quunto al nnturnli,mo del Ca, p1o~to .:enrC?); ne, marlu1, e in lier_,,~ie1l10che, gener,~• llp1z- aJtrnlto. co, i il Cartn>a$#ÌO è , ,.,. ravn,zgio. euo è 111tt'al1ro eh, quei ~olloqui con &e. &le.uo che :~= 1 ~ 111 • Apo,to,t,. bar~uh e an• mnntico e clnuico: una volta d, l'oninala ~ sconcertll nte fedeltà so110 ,L i'."arr!so 1elkJ Bor1hue, :,ani, per trn~li~1one •.cono,rra/i• più ri~tendosi l'ins11/Jicienz.1 nl uno di cm' ci 1,arla il Uellori. o spUChrn d1 11~ acqua ~rum1 ~ ca; ma amem,c~ v~h, con bar• delle cntef{orie nei ,irrinrdi del Un q 11 adro più attratto delln p~ofo~tfa eh~ rimanda 1mfl!'ll1•b.e. vere. con p,ed.1 non in1e._nti, ,e nio. Turbato, mouo, paufnnn Crot:iriuione di San Pietro. i,~. tl1ta l 1m~11me e la ,conc~1!1de. 1111 .ma conformnt1 dal morc1ore le, addirittura uaiiiato nella vi tanto, .tarebbe dilfic,ile im~1111, come ~n ~•mbolo d_ell etern11a, e nudi ,ulle oJpre:ze della. terra, tn proticn q,"'nlo volete., ei li ha noria: ,embro lo d1mo&1roz1on~ le t'~rlanlz de.I Da~,d: uno delle con mani forti, cono.Jeitrici della oddenMJto nel 1110 mondo pillo di 11n teorema; e non c'è sa quali - q,ue~la dello Uor1he- foiica. Quando eui po,siano tul rico 11110 il buio che c'era nel, pien:a di muscoli o p1m1ente H - ha I ev,Jen:a d?nte,ca Ji terre.no vi 3ror;itano col ~ di l'indole. che a1.-e1-'a sortl"toda no• nofnzione di dellasli, come far, una Beltrun del Bormo th e del si1anti; quel che e.ui impusna~ lllro, Ma esli portavo nel c:i,n ,eui sollevati dallo sfor:o o p,'an, r ,e, 1onfio di oontr05ti crr ,de.li . te di piedi brmtnl e di trrra. che una f11villn del ciefo e ponano dimin11i,ne l'imprc 1 Jio, ,opr" i conve1ni delle sue Jii11• ne meto/i,ico, ,i direbbe o,si. E: ,I! ~rchè pare.ue. improvvi• e un martirio auurdo, cm! obbe. immedia1n. in dr"mmntic,.e lott, di,c• al rc1illo con uno ..cru di I,,« e di tenebre. In cret'lllfr11 polo sommo: è una mnn::hino 11mnnnqunle i ett:rnnmente tv11 pe.r/eltn doi:e lo crt:al11ra unrnnn ,un i 1pircl.i di &aie nt-ltn nott, ti finist"e per dimenllCflrla: on· dei w.n,I, che lo tuta df:ll'Apoi.tolo .Ji ,ol, Pnrimente a,,li nitri sommi. " leva 1111iN1me.nle pt:r colmare. con 11n,Dante O 11 ,1 1111 Cfouo, a u 11 poetÌCtl necesji fii 11n ampio ,.al/o Pirro ,!ella Prnn~M'tl O 11 11 n nero. E nienfll e meno inverr,. Mn~N:io, lcli non ehlte. in , 0 Jimi/e dello 1emello C•duta di San Paolo. doc:e il pa"1/reniere for:a Lr tuta del ctil'dllo pf"rchè n1111nntiqua,i la palma vibrante dello deslro di P11olo e tra il r;e.ntre dell'animale e il corpo scortnto del cavaliere ,i crei l'imb1.wro di uno 1rolto den.a tli rom11ntic:he penombre schia, rite do 1"mpi di l,,ce. Qu~sto naturoli&Jo i, a bVt ve– dere. un surreali,&10attuo, se nella ronchi1lùa di un 1,~lo rac– chiude l'on1,elo $iovineuo det· tante n ~,. Malteo, sorpreso e spai:entato, e « rto po&toti o ,crillere nella ,r,eno rtali.t1ico delle po,iture: onde tutto il quadro vive mnskom enle in una unico voluto aipriccioMJ, com e una fa1lio di ocanto cresciuta ,0110 la. te1oln. E oon queJto ,j . ,ultato potentiuimo: clie la det• talura dell'Ec:"n«eUo è un drom• mo arcana. dii,;no: e che le ,palle curve del vecchio Apo, .t10Jo contadino pie1nno ,0110 le parole del meun,,-io ce/e# e co– me &ottoil peso di una lrememln <tan:11. se,uaci in q11e.,to s,111 sincnlnre ~ l/lltnrin lem/N'stirh simt>inlen,lere.. etperimentario ed r,nrim~,,, In ,,,e,,,, ron1iun:ion,. del ben, , ,lei male. dello i,r ritìi r tlrll'errore. lnll11en:n 11n .tecolo. d11noi ,. f11ari. in S001nn e in Ola111ln: rfre,be,n 11l11'mi bncliori perflnn ti, un Pin::e.tta, mn rimate (n drfinitir.'fl 11n f,nnmeno uni,-,,. interp,~1, , nnlirip,7tore di 11n11 rii:iltii <'he M nt-1 8r11no. lors,, il suo r:tt-lice. ,4 noi. infine. il r.11,,,1-'tlccfo in..-er,ui i limiti pr~ ri_,j del nn,11,11/i.,mn e detr,,,,,,. ~ionio.dell' b f1iral11 f,,n,n.d11 e del l'in1iollell1lflli.•mo ricercntorio e inv~ntore.. r,;• 1111 moderna e ~; rlirebb~ c:h, , a(lra COn le noflrr &teue inq11iet11din;",ldit,in,ll)t'I, ron perenlnriio immorini di hiol le::,r, f11niet> porlo a cui potMt nt> ,ziuneere. ,11lln IMrNJ delln poeJitJ, le no,tre 11ortu,~ e le no.tre nmbi:io1io pre,un:inn l: 11 r111nlc, di c:onfl11en:n tielle pi,i nrtlite ronc~:ioni e dei pi,ì r,a•• 1it>Mli tnrmenti, jl rm"IO ,li ,in. lesi d~l c11ore e della ragione.. AHOHE · PER Lii, .l}JGIJRA Voleva che la figura fosse rristallioa come nel Maote .~na, n;ia emergesse impreveduta– mente da un confuso abisso di tenebre ... DI BER.NARD BERENSON S CEND ENDO a Roma, ei:li dovè -so– stare a Bolo)!na e "cdervi i delii:10:ii affreschi di Niccolò dell'Abate, 11d llalauo ora adibito ad Uni\'ersi1à, ~la in Roma stessa, non dico Raffaello. ma ncm• meno ~I icnelanj!'do sembra averlo imprcs• sionato gran che. L'impressiQnÒ assai più Sebastia nc del Piombo, con la sua Pietà di Viterbc e la Flagellazione di San Piie:– tro ir, ~lontorio. In operé com~ l'Incre– dulità di Tommaso di Potsdam. e,::li è ml– mente un vene10 del pri mo Cin<111eccnto, da rievocare liii quadro che è il più scon• certante problema di attrib uzione elci Ri– nascimento: le cosiddette Tr e Età di Pilli , tradizional mente battezzate come Lotto. Non sarC' aH:mo 5'0rpreso. se 11n bel triomo s1 cercherà di asseg'nare questo af· fascinante capolavoro al C.uavag.1:io. Ma in cosa differiva la sua personaliti artistica da quella degli alt ri oittori che la,•orano a Roma a tempo suo? Prima di tutto: e,::li i.i:-nora,•a 11 lessico e la sintassi, voi:lio dire i tipi e Mli atl CJ!'· "iamenti correnti, basati principalmente ,u Raffaello .. Oioini:ere fi.i:-ure ,•enete e \'enei:iane a Roma. era di per sè una in• novazione. una diversità. In secondo luo– "o. come abbiamo osservato più vohe, ei:li c-o<le\•a· a inserir nei suoi quadri delle inconi:rue nze. forse per contras10 allo • s1ylc noble >, alle .i:-raziosità e sentimen– talità allora in vo.i:-a.Gli piaceva d'intrO• durre tipi ultr a-naluralistici tratti dalla hassavita (per es. un becero s.i:-an_R"herato come il rrio\'ane "isto di spa lla nella Vn– ,az ione di ~iatteo) in meuo a fi,::-ure dal oortamento solenne e dal tresto formale, stilizzate con tanta finezza e discrezionc da appari re a,istocratiche. Ciò lo condu:1- se a lanciare. se non a mventare, 1 motivi • l)icarcsch1 che troviamo nelle sue partite rii carte dominate dalla fi.i:-ura del baro, nella stra Decollazione. dove i i:alcoui <ibirciano dietro le sbarre. e perfino nelle ~ue Maddalene. Fuorchè nella Vocazion e d1 Matteo. la quale, anche nelle sue condizioni presenti, ci ricorda le luci cd omb re di Rembrandt in pitture come la Ronda di notte , og.i:-1il chiaroscu ro del Caravaf.i:-io non ci ,mpr es• siona più. E' troppo ovviamente ispirato da un intcres.se tecnico, e finisce col pro– durre eHe11i melodrammatici. come l'im• provvisa e violenta illuminazione di un riflruore o di un lampo di mai:nrsio. C,,. loro the amano in t)lttura simili contrasti possono trO\'arc mae:g1ore sodd1sfaz1011.– i11Ol)ere dd pieno Quattrocento. quali il Livre du U><'ur d'Amour E,;pris du Rt>i René a Vienna, Ol)pure nei quadri del tar– do Bassano L O STATO in cui og,:-i si tro\ •ano la ma::?:c:iorparte delle sue pitture, ren– de difficile il parlare del C.1raval(• e-io colorista Come per il paesaggio. cosi ec-li rlimos1ra una notevole sensibilità per il colore: l'abb iamo oi.<iervata, e nel Ri– poso Doria. e nel Solrlato e la Zine:ara. ~ qua e là nella serie di S. Malleo e S. Lui– iri dei France si. Alcune te<ite del ~lartirio dt'I Santo. prim:i di diventare cosi scure. er:1110proh:ihilmente colorite, ~ntro i l'imiti dati clal c:-inoco cbiarnscuralc. con una sottii.rliezza dt'c-na di Giori:ione Tuha\'i3 specialme nte durante il 1 socri:iorno ròma , no, eR"litese a ~acrlfic are il colore. e ollre al colore il sit?nifica10 spirituale. a ur. esorbitan1e intertssc per le singole formt' umane: realizum1o queste non alla ma– nira quattroccnle~ca. ossia princ1palmen• te f)t'r mt'zzo dt'lla linea e del contorno . ma per mezzo di i.rorgbi d'ombra e di aber razioni chiar~curali . EJtli voleva che la fiJ:?ura foue cristallina come nel Mante gna, e nel medesimo tempo , che emer_R'esse imorevedutamenteda un confuso ab1o;so et, tenebre. inv~ce di staJ;?'liarsi conlro ·lo sfondo chi;aro us:uo dai pittori quattro– centeschi e ancora da ~lichelan11elo n,.I soffit10 della Sistina: quel Michelanrreio che tanto somig lia al nostro nelle prcft-• rcnze esclus ive oer la fit?nra ,;ul paesag~ici e l'amhicnte Quest a contradittol":elà di proced1men11 vale forse a spiej!'arci perchè i nurli dc! Carava_c:-c-io.con quella luce riflessa ctie t'mana dai loro corpi, sembrano \'I.Sii in– d1rcttamente. in uno soecchio, e mane: loro il calore della presenta immediata La luce. rimba lzando sulle superfici che illumina, disto rna tanto il pittore quant o crli spettatori da ciò che in arte sostitui– sce la realtà dcll'og~etto. ossia d.:al senso dell'ossatura, del muscolo. del •nervo. del– la mano che prende. del oiede che pog1{ia. BER NARD BERENSOS Daunli 11i r1poh1, ori ,,:org:1ti detta 1ua brf/\•e prodi• glosa fiori1ur1, ed or.a p--r la 11rim1 voha nccolii in co1-1 Jtan numero. i critici ,o. teranno di nUO\O ad ind:1gin• lo1 qu.,Jiti e- i ll11111idella ~ua arh:: e ■ di~utere. di luntini• mio e di rbiaro,curo, di in\eniione tecnica e di intuiaion e arlhtit'a, di clutico. di bi-roteo e di romantico. reJport,Jt1bilitò monile . Qridl'nn• CARA\'AGG IO (!) - e San Pietro rinnqa Cr11to, fPartlcola.re) 1d o, nelle (olte.::e CO.SÌ poco an, (Pina.coleca iiatlcana) FORT IDiA1'0 BELLONZI ''-----------------------------' QuM1to II noi, thc abbi amo ,,olulo que1111mo1ln per OIHHJre il 11n111e di un grande artia.ta. e 1>cr con1c111ire • ,•bi1:i1ori d'Italia e di lutto il mondo di godere dei frull i dtl ,uo geniu in liberi, e. (dire coutem11lnione. noi HJ>e.1· !eremo con 1-ioia di int'o111rarci nuo,amente con le ,uo tre,, ture, co•ì \:,,. e 1tN>\o1ni - dopo Ire •~c!)li - dcll'im11rri • tura giO\ ine1ta dcll"arte. ~:ir-i l'c Au,ore ridente. > del Museo Federico ad •ce.O• ,:liert1 ndl e -.ole dcll:i lfo,lra. co•1 lreJru e al:11._.ucl n1o1t• tutino na ti in,:t"ni :al ,uo cioc" .-ruJelc, CO&Ìiud1fforcntc alle 11e11edegli uodlini rhe le Caruuggio non foue il piu antileller:trio dt'i pill ori vorremmo tJ\'Ocare Dante e 111 1011 i.pi raia i111111:1giue della For tuna. Sui- il Oa\ id della Borgheae, ron1do e tri!-le ncll11 ,i uoria. 1ormentato da un:1 ten1 ihililii tuna moderna . Sarii il 11:iuio di Ulaf di Wig1nrour 1. co,i terio e t:biuo e innorenlc. •inco lare fratello del manci nion o aimbolo del , la e \ criti >. Ritro,tremo i rapizi intenli ed ingenui. e gli ta ltri piccoli bari dell e 1ue e partit e a co1rte >; o 1:ircmo accolti nel magico te rchio della e Ccn:i di E111111au1 > della Pimu:o– tcu di Brera, dove tuli o C upe llni one e 1per.1ni.a e 10• IJri:i, coutt:nuta 1utio nc. E come non parlare ancora della Ocpruii ione Vatiu, na, di cui tulli ricorda no la dran 1n1:nic1 tom11oiiiione lr:1• 1vet$3. e come la luce rimbalii 1ul mirabile corpo dd Criilo morlo, 1uì \Olti pieg:1ti e iolle mani, trepide di angoscia! E come non parl:.re della • Mori e della Vergine>. lo1 gran de tela del Lou, re, :1nchc 1e non è t<rlo po11a ficu• rare nella mo,tra 11crd1C le condizio ni del dipinlo lmpon• gono p:rr1icolari cautele. La 1or1e di q11e1to quadro ci ricord:1 che se la dio• triba dei critid !Ul Caraui;gio . incomintiata mentr'egli, ,i\ O, 011eta\ll in Roma. non è- ancor:. contlu !a, nè uo giu– diiio e.oncordc C ras,iunto, però . della 11i11unidel Macllru. il pubbli co da 1iù di tre iet:oli. ha giudiuto. Allorr hC il qu:1dro. dipin10 per li1 Chicu della Sula fu tt~ 11in10 d:1i committ enti e il Rubcn t ne coni igliò l'ar• 11ui110 al duta di M11n1ova, la foti• degli 11mmir111oridel Car:iu;;io prt:IUe rhe ro~ie e,poilo 1e.r 11iù giorni prim a che , eniue portato \ ili da Rou11, ACIII LLE ;\IARAZZ ,\

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