Fiera Letteraria - Anno II - n. 42 - 16 ottobre 1947

Q l'l'STt dt"li agg-ronclati, calmi fan. no bellissima la città finchè non piove. Perchè con la piog. g,a i seki:ui diventano neri: e allo– ra si turba questo incredibile giuo– co. d_i ri n~si opachi che i I grande gng,o det nuvoli muo,·e invi!tibil– mcnte sul letto delle .,tradc ar. g-cntec e lt• facciate f)()lvcrose degli antichi palazzi. Rare volle la luce è cosi disinteressata e discrcrn nell'illu– minare. Eppure con <1ualc risalto le irn111:1g-ini !,i nrfoN.~ianoorn, quasi dal– l'interno di loro stesse, come !:tC ognu. n:1 e-i desse <lai di dentro una illumi- 1101.ionc giuMa. Non diverso·~ l'effet– to cli una Iure come questa, <iuasi morta. n se stcs..,n e a~s.orta nei suoi specchi. ' Es,a fa una ~ande donazione di sè alle cose. Guarda ora, come la lunga via bru. nn ha poca ombra. Se fosse una di quelle mmtine irwcrnali e serene co– me ne avremo di qui a qualche gior– no, pa:-.c.ato c:he sia lo scirocco, que– sta medesima strada la ,•edresti ta– g-liata fra ombra e sole; anzi fra gial– lo e turchino. Poichè mi ricordo bene come tutta qucstn filn di case dalla parte cli levante prendono, quando è limpido, l'oro del sole rhc sorge; e quesrn fila, a occidente, ~e ne sta in– frcdc!o1itn ìn un f<~o cele'-tc, allun– g-ando inn:lnl'i :l si: uno ~pirc-hio d'om– h1a fino :1ll'nng-olo ddln vin 1r;wcrsa, dove ('Ornincia un altro c:unpo di luce. O~g-i, invN~c, non ,i capi...,ce cln che pnrtc le c-:1i;e si:-ino illuminate e le strrulc l' le persone rlw p;l',,ano; e, ,·eramcntc, anche noi rhc :tncliamo co– ._i ç:11nminando. ahhiamo perduto la no.,tr:1 ombra. E' que,to d,e dà un e-enso CO!',Ìmutato alla nostra corpo– rt:-ità, un 1Srnso di ft:'lire esenzione. And1e le nostre voci si 'i0no a poco a poco c;corporntc dal suono e forse ne~un altro che noi le udirebbe. Es– ~e 6i 5'ono fatte pii1 vicine a quel gra– do in cui frn gli spiri1i si stabilisce un silenzio~o commercio cli J>Cn-.ieri. Se è la diurna vivezza <lf"i r.1ggi che - in perfetta opposi?ione alla notte - asscgrn.1 i limi1i del visibile, ritaglia {?"li oggetti separa una cosa dnll'altra, bisogna ciire che questo cie. lo den:-io, 1n111c11<.•nclo in sè la qualità pi i, dcci~:, clclln luce, abbia anche ri– tirato rlnlle cose e dalle persone molt;i parie delle loro esistenze separate. Noi pure, in fondo, ci sentiamo me. flO cliv1si dnlle pn•scn7c che ci stannri dintorno, ed entriamo in rapporti e comunicazioni, inaspettati. Una g-r:mde p.,rcntela si riconosce, si fa festa: p.,renti lontnni""tsimi, amici di– m<'ntica1i !-Ì ritrovano, st ,•en~ono in. contro. Si riacquisla memoria di tan– ti fotti. I.a ,norte non ci na..,conde pil! nulla. Il Giornate come quc~te non si fo,r. m:-ino che ;ic;c:;ajtli r:ulo nel giro di infinite stagioni. Ei richiedono l'in– C'<'ntro di molle congiunture favore. v<li I a -.c-iPn✓a è :-incora troppo a.i primordi per '-npt•re come ciò nvven. g-a; ecl ~ molto pili f:wile prevecil're J 'i•~tantc d'un cclis...,r o ciel pa"is:-tgi:rio cl'una romctn, che indovinare le leg– gi di qu~sta imponderabile felicità de. gli elemrnti 11.tturali e divini. Sulle pr-inw o..,jcr-edcrcbbe quasi che unn divL"r.Sa condizione dei sensi ab. bia reso p<!r<'cpibile qu~ta cupa ma.. re.a di suono. Ess:'l ecrtamente, si ver– ~a dntrrct~~t.c.ivo :-tcldcnsamenlo delle nu,·ole: e-i dev'rssere un terribile pe– ~ nell':atmosfcra : qualcosa. freme e vibra dentro le mura. pieg-andole al suo p:1..,;;..;a~j?io. Inf:-ttti. se tu guardi in alto contro ci~lo, ti accorgi che il cif?lio delle c:tse oseilla e viene un po. C'O in a,·anti, fuori dal c;uo perpendi– colo. ~la r>011'in..,i,;;tcrc eh que,10 suo– no. che b:ttte come un cuore nel. l'interno drlle nubi e dei muri, l'im– provviso ;irT01!:1~i dell:1 strada, ci convince che, da mollie rorn, mi. gliaia di brorwi insieme rintocc.:1- no a lutto. E In citi:\ che profvn• clis!'-imamente sta nascost:1 ncll'in- 1crno cli noi, è identica m modo allu– C'iuan1c n questa che è ,·cnuta fuori, or:l, in rosi g-iusto rilievo cli mura abi1:-tte e cli ,tracie, in fondo alle qua– li ci troviamo a ramrn1nare noi. Non è faeile, <·on<.,ervare la co..,cicn;a in momcnt i t·orne que,tr, quando la <livi– ~ione umana ciel s•\ l! ridotta a cosi ~ottile 1ramez10 fra due- oppo~te tcn. sioni dell'essere, frn. il dentro e il fuo. ri. Non ~ facile conservarsi in questo bilico, spenti tutti i fuochi della men. te, meno una minima luce perchè 1~ finmm:l che siamo non s1 estingua del tutto, lasciando rhe il cuore batta tal. mente ada~io c:he qua-., f.t~1per fer. mar-.1; eia un battito alt'n)tro è come ... nltare ~ni ,·ohn sul \'U0to da una ,·etta n un'n 1r:-t,·<.:ua, sopra un \"U0to che si. dalat:1 ... empr_e di pili. ~la il cuo. re lc-nt,,...,11110 ~ pn, ilqiio cli t.:nl1sm·ru– mani rh1.· arri\'a110 a h.1t1iti di un an– no l'uno a lt'tnpc-.,,C'OI-.ole, e solo cosi po....,ono ' \'l•drre fl-rmn I:\ fnrc:b dei ,t.>t·oli, le rnai;;-.irnt• fitrure del tempo in di-.c.·~n1 t·onrim1i. FIERA LETTERARIA 3 La morte pensata pt b1 e ben c.."llate, la morie. E ci sono ..ono and:-tto e tutto 'luesto ho fatto. C"io~. no: non l'ho fatto, non ho be– HHO il <onno. ho 6olo ~~1mulato. Ma 1r.1:uuo per <1ualche tempo ho dovuto <lis.t n<lermi: l'idea delle ore rhe pas– ~vano mi divcnta\"ano un 'angoscia. Come res·are cosi immobile, steso su quei cuscini d'oro, fra quei candela. bri, qunndo pcni,;n,·o rhe iei forse in quel moml"nto sw,·:1 muo\"cndosi cli rnsa, fo.CC \'a la ~trmln, saliva le sca. le, entr:lV:l, mi stava già aspen:mdo? cl l Tu ,·cdi queste due ciu!\ ug-u:-ili - la città. di dentro, la citt:\ di fuori, - che si veng-ono incontro fino a combaciare sul limite vertiginoso <lel. la \"isione; e ti abitui a poro a poco a questo delirante giuOf~o cli specchi fino a dimcnticnrlo, co~I seduto, tran– quillo dietro la vetrina del vecchio caltè fondaro nel 1745, dove ~0110 :1p– pesi al muro molti quadri e stampe di quel tempo n, che ~nigliano ter. ribilmef\te 111 questa me:ua luce a quelle altre scene della citd, che sta lì fuori, dietro l:t vetrina. 1 vetri sono sempre un po' incan. tatorii; una città, veduta cosi die1ro un vetro dall'interno di un callè-, è tutt'altra cosa da quella nuda, cspo. ::-ta all'aria. Pcrchè 1 ,·ctri fermano alcuni ra~g-i al loro pas,ag-g-io e :tl– tri ne filtrano che v,.ngono dal. l'invi!:tibilc: e lascinmo to!-11c-,l•orgl·rc qualche cosa dell'essen1a ed anche questi gr:iodi cnrri a cas1cllo. qm~ll funP-bri p:111!',Sandri che ora s':w:ln✓a. no !-ulla via al passo magico dei ca– valli ebbri, dan✓ant i a-tl:ltici su z3m. pc di rumo lie"is::timc, fr:-t l'attonito grigio dei pal:-tni nobile~d1i. Giorgio Vigolo adesso, st:t seduto qui clcntro, vicino a me; anzi, se dehbo proprio dirlo ·-·· sono io stesso, che na~conclo sot– to l'impermeabile una deltc pii1 belle d:tlma1iChe del mondo. Ora solo, me ne ricordo bene, ora che riesco ,1u annodare iJ filo arruffato <li <1ues10 memorabile giorno, pieno di tanti colpi al cuore e 50prassalti, che sem– bra sprofondare in una ~ola di set·oli. El<l è lei, t;Cmpre lei che mi porta a questi passi, che mi caccia in que. sti intrig-hi, in tali batticuori da morire. eppure popolosa di fuochi romc un:-t luminaria notturna, un cm,tello nm. rn:tntato d:-t milioni di piccole fi:tm• mc oscill:tnti. l.a,cio che lcntamen1e ~i ,sgranino le ore, <'he scivolino l'una ::iull'altra, t·o.... ì gonfie, colme rig-og-lio:-c di brn. m:1, tutte possedute dalla sola imma. t?""incdi lei. Sono arrivato al punto t·he anche queste ore d'aue--a mi piac– dono, le so gustare, as:-.aporarc - c1uas1 ~en7a impazienza - poichè nn– rlic C-.sc le appartengono, fanno par. te ciel piacere che lei mi dà, pn.-ce- Al ora. aiutato eia! mio fedele Gu. suwo, che :'\vcva pensato a tutto, so– no scivolalo dal c:11:tf:tlro mentre gli svincri smontavano di guardia; al mio posto è 1Stato mes.-,,o il fantoccio di cera e sono così poiuto \"olare a ca. sa :tnrora un minuto prima c.·he lei :lrrh·as e. I Il Allora capisci che il grigiore <11 questo cielo annuvoloto ~e,va pioggia è il funebr~ delle giornate a lutto, ri. conoscibili a distan1a d1 iSt'<"oli.che si forma nell'ari:-t decrC).-.ita. di questa 1 città quan~:o muoiono i papi. Forse que::ito punto particol:tre di luce è ge. nerato dal palpito knli'.'-simo di enor– mi campane_ che rintoccano a morto da dentro le nuvole. 1-'l g-iornata si sta facendo es1rcmamt.'ntc rigida e sempre pii.1 buia. SaJvc cli C'annoni lon– tani arrivano liod1e 1 ;inch 'esse a b::u. titi uguali. Cristoforo Ora, .... nr:\ la stanchev.:1, ~arà questo rantuC'Cio di caffè cosi riparalO, certo è rhe a::.saporo la mia e~rnzione con un sen-o cli assoluta felicità : e chis– ..,3 quanta gente al mondo paghereb– be per a:-i<i"tlCrc co~i comod:imeute, dietro i ,·etri d'un e:ilTè, a un;i sct.-na 6traordinaria rome questo corteggio. ~fa il pili strano ~i è che qua dentro ne suno ha l'aria di accorgersi di quello che sta succedendo sulla stra. da : n~m:n<:no. uno ~i fa su li 'uscio, 1 «.·nmencn con11nuano a ponarc ora un eafTè, or:-t un ponce, ora un cioccola– to; 111:lgli avventori non hanno fo.c. eia 0 1 per lo meno, l'hanno tutti per– duta dietro i loro g-iornali spiegati. C-iò, a lu11go, può anche di,·entdre scom't'rli1nte. Perchè non si muovo. no:' pt.·rrhC' nascondono il \"ÌSO dietro quri j.:'iornalì? E' pos~ibile che delle p ·r-.one \'i,e po~snno n.•-..tare ferme per on,• di '-l'J,:'"Uito in una tille immobi– lit:\? Pen hl• qu~to silen7io, fisso in– c-antato, me111re là fuo,ri tanta marea di gente ondtg-g·a, si accaka sui mar– c.,~iapicd1 :i ,eder .. •? Può e..%ere che an. cht• <-ostcro fingano di es-,,ere morti. Tutto in questa città è un rituale. Erro: il carro magg--iore è or;i arri. vaio ct: ... 'lnan7i al palm·zo al termine delln ,··a. S'arr~sta; e tutlo il lung-o cortegg-io anche dietro di esso. Apro– no i portelli e una enorme cassa bor. chi:un d'oro, scolpirn di api, di trire. crni e di chi:wi scivoln gii1 1 sulla strn. eia, clinnnnzi all'androne. La depongo– no proprio nel mezzo. E allora si scor. ge un v<'<'Chioche dal fondo della :-ica. la !'li avanz:1: è bello, nobili,ssimo: veste di nero a.ll' nntica, con una fo~. gin un 1>0 1 ._p:tg-nuola, cal1.:e, candido ,•ollare inC"rc:,pato e sovre55o posata la -..cnile tc-,.l:1<'On barhn bianca a pizzo. linn c:1tena d'oro :l larghe maglie gli ~endc !-UI pe110 con la Croce di Mnlta. Il corteggio viene :wan1i per la via stretta molto lentamente tra fit1c 6ie. pi umane. lt c:1rro mng-g-:orc <lin:in. zi a tutti gli altri, in forma di C:l– stcllo o di ti:-irn, coptrto da milic,ni di c.anclclc acce~c, passa fra i pa1:iz. zi ed è alto fin :,opra i corniciGni: clodici di quei ,l?'r:lndi cnvalli lo tirn– no, che son detti frisoni o rrogioni, razza prc✓1osn di un nero 1.'h<.• tira al violetto. Ma soltanto questo carro <·01111itne il morto vero, il cnda\'ere imbnb.a– mato del p:tp::a: lutti g-la :\Itri <"arri che vengono dopo, in una fila h111- Q'hissima, conh:nJ!onu fa1~i c;1d;n ~n. Perchè questo è il rituale: -<hc la corte, la curia e il ~cr\'idor;1111e muoiano tutti in una volt.t, o "ti lir:. g-ano morta insieme rol pap., : e, pt•r ~imulato J°C<'cs·,o, che cli solito è 110. <lotto con potenti sonniferi 1 vengano nl'OSsi in baie, vc~lia11 fra c:rndrla. bri, carira1i su '-':1~ri. E' un cerim,,. niale come un altro ('hf' vuol~ testi– moniare il ma~...,imo 1>rl\'.t1g-10 del\':•u– Locrate, il potere ns~olutu del Vi''-'· Dio, togliendo :!Ila 111011c qunld\C .,n. sa della sua. offesa c:ol farln cHvc:,irc un fallo g-cner::ale, comune, che nun ha colpito Lui solo. CUt-,I, in .,:i.1c coru, i capelli canuti <h::Imonarca. l:1. ce,ano mettere a tutti parrur«.·he bian. che. Poichè il Gr:rnde Capo, am.1L1,;;. simo. è sempre 11natato ed è Lui rh'! go,erna e orùina ti guc..to, sarà 1mi. iato anche nel morire, mett~rà. per un giorno, almeno, di mod:-t 1a morte. Gli ,piriti dei fomiJ,?"liarl attirati dal Suo, Lo s;~T\liranno ruori dd corpo, ant,m. pag-nando10 al conlin(...·e cioè fino al li· m'ì-!:edel cielo della Luna. romc ~i fa con i "'O"\·r:rni quando J)l'r viagg-iare lasciano 1emporaneamente il proprio territorio. Con I':tndar del tempo 1:-t"O'-,l\lman- 7a, probabilinlillt' or-igin:11:t d:1 un:-i reale pe~tikn7:1 d,c f t:' e e ~tr:i.,:re nella curia (almeno <la <1uanto si può capire da un p:1,;....,o as!',ai ~um,:o dei Libri Pontificali, rifcrihih.• a quel periodo ciel pili tt.'nehros,o mftlioc\"O fra il IX e il '\ o..,t"l·olo d1t" durò, come og-g-i si cominc-ia n nt:d~n•, .:--eimil:i anni e di <'UÌ è rimasta una c:oria e la. bile memoria. come <li un ~o(?no) tale co,tumanza. dunque è ,opr:1,vi,suta, al pari di tante estcrlClri )itur~ic, ro. me una funzione relig-ioi-n CUI ~, dà oca soltanto il !--ignitìra10 <li 1111:a me~ta aJle(!"Oria. Non è perciò affat10 ..,iruro c.·he tut– ti i carri dtl c-urtt·l,!~io c-ontt:n1?ano dei <.-ardinali addnrment:tti, ma è d~1 rredcrc d1e moh1 di e'-"-Ì facci:ino \'i,1~. ~i:-tre in loro luOf!o fantocfi di rcr.1, di perfetta ,omicltanl'a, vt:-;:iti dei sacri parame11ti e c:arirati !',Ub:tre. Uno di e~~i, infatti, dt<• tlo,rebhe transitare supino c.• dorrnt"lll!.! nel rar– ro che passa propr'.o ur:-t, qudlo li, Padre di FIUPPO DE PJSIS U,, fratr col suo mnuLdlo, "" ,·ttppuccino C"l>11 lti hnrhn f'llSSII lcgJ!rrn ndla te11t.·ra m,Ue l,mnrfJ, comt lii SOJ!"IIO, lm1J!o il umalc 1·rrde dir cm,,.,.c>la bitwct1 parClt. sc<>rr~. nm fiul'Slre/lr nere in fila. ('11 l111trr111·0 clrltn corona. u,i JrlHC",tr(' ,li to11nt·il P"sa,,te, un c,,rolnrt rilmrc.'O di w,u/a/1 nrl passo 11Jr,.1t.~. Co.rn c'J cli tanto slroonlinar1ù i,i nt\? 4•pp11,,: il 111io cuor batte 111 101n s,w. -:•aga r111s1a leggera. Magia clcll'ora r del silenzio 111istero ,lolcr dclii! co.tc ,nc,rtoli? Frate, do1.1e ti purtan , tuoi piedi nudi "01.·e i( tuo p,r...cro cuore? Se, tOl'co tloll,1 gr11:io o uua .torda sete d, p.iac-1..-rt• li punge? .\1lencio, po, una 1.·oce t·miJo clt tnrorinn i,t amore. E bi.\bigl, imlislinU. li.ca il cupo dal l-<1lcCJ11t'ino acrro guarda le ftdlc fllte in ciclo, lucide, tognnnti, trranti 11cll'11mm1c► tlolo, c. l'tul,c Cn"stuforo p1·1ha 11! suo delitto C f11<Wfrt' .. , co-. ;1 co!tl 1111 b,mlJo ancom d11'nmt1 nella 11ntt 0 prima di nddormcntnrs, nel suo ,,;uuco lettuccio. Era tanto che non ri in,·ontravamo: e io avevo fame cli lt1 11.·orne dt.·ll'nri'a. \la! ·detto destino! Quand 't.x.·c·c, ..,-he 1 tri all'improvviso mi l{IUnE!"<: un ~uo bi. ~lietto: con le .t-Olete fra~1 da pano m1 fa saJ>(.'re che ha un cmrno, una none tu:ti 111t1eri da re.,:-alarc.: ;t n~c. lo ~aJg~ _in cim,1 all'ultima 1.:-ug-li,1 della felicità. a quella ,hc mi fa ,·e. nire la verti~inc, tla <love si ,edc tu1. la la città sollo cli"tte... a. Comin,io (,:"ià ad uur:trt' nt"I f.pro infuocato di CJUCI dt!-oiclerio. Qm ,rn sern, q_ucsta stra In ,·edn', pen~o, immagmo, deliro. Preparo turti I par– ticolari della nostra ft!t-tla ..... cilitaria, dono il ~uo sorgere comt! 11 ciek al. l',lurora, t·he non è meno be-Ilo dfl 1,:1orno. ~le ne sto cosi felice in un ba~no t·a'do: quando sento di là JtCntc c..h1.! arriva, che cerca di me con insicr;tc.•n– a 111 l'apa l,; rba.no è morto all'im– prcn·i~o •· Ptt•,10, pr~to: bisogna ,·e-.tir-.1 - P:11 :i. l 'rhano è morto! - ~rulart! n "'ala,.10 1 piangere - Papa l'rbnno l· morto! - morire an«.'h«.'noi {<1uclla drog-J sonnifera è n:luScantc}); ~t n. clc, si .-..uJ C'at:,fako (con <1ue.,to 1>en. ,11•ro cli h.·i, nel cuore) - l'apri Ur. b:lno è morto! - fingt!rc, con le p:t1. E' ,1 Bali dell'Ordin~. Lo seguono in doppia ala i Cava. licr i J rl'<'ano .sulla "ia \"asellaml splt ndenti, anfore di lapislazzuli, cop. pe tempcs 1 :11c di gemme, piatti d'oro ma..,siccio. E' l'estremo banchetto, la Cena deg-li Spiriti, come \"iene chia. m:ua, che il 0all ofTre al pontefice se. ci:ndo il privilegio clcll'Ord1ne, ma an. t·hl· per la intrin:-.cca amicizia che li. lc.g-:ivn. Pdvilrg-io del Bali, per antico re– ~critlo, è appunto quello di ospitare il p.1pa: e da c-iò deriva questo postu. mo rituall! che è in~icme una festa di ospitalit!t e un hanchetto funeb1e. Pas.,ando il pontefice morto sotto la ca--.1 ciel principe, c1uesti esercita. an. <-orn una volta il suo diritto e gode dt'll"onore di ccm\fitarlo. E' ciò che si lcg,::-e nl quarto foglio delle Capitola- 7ioni dell'Apocrifo Mclitense: •Quan. do il i.rrnnde :-trnico pa.:;sa per l'ulti– ma ,oltn ,otto la casa dell'amico, sc:cncla ques•i per l'ultima \"Olta a in– contrarlo su11a via. offrendogli il sale nel fuoco, il fuoco nel vino, insieme con g-li :iltri beni della casa ». I vasi vC'ng-ono deposti 6ull'arca nel !-acro numero e ord.ne voluto d:-tl rito e al , erchio lfalì pian,:rcntc po,-J?"0no in una c-opp;t vino rosso e da un bra– «.•iere un :lrdl•nte earbonc che egli im– merge nel vino. Ahro Vino vi :l_ggiun. gono da unn u,rafTa di collo m~lto lung-o e miele cd aromi. Partt:: ne be. "e, parte ne sparge in terra ag-li dèi infcrnnli. Poi ancora g-li porgono il braci~, e su <·ui egli -.parge un pugno di s:1le. J':'umo dt.•n-.o ,si lc,•a, bianchir;simo, e aruto odore fii mirra, che si sente fin qui dentro, dietro i vetri del caOè Il c:orteJ:.l!:'iO,;,.irimette in moto. !-.l'i– la lt:nwmente per ore al pa!,sO IC"IÌ abbrunati pnlafrcni, al rullo dei ta7". buri ~ordqti, al roco cannon<.1?Jtiare ddle ._.ilvc !omane. E sono io stcs!--0 ora, t:ullato ,ull'alto \.'Hrro, col capo c!on<lt•lnntt.· sui l'U-;<.~inic:he mi sento portnrt.• rino all'ingrc,so di leoni e di ;,1utu<'. Il ~rmlcro è belli~simo clen. tro, bene urrt·dnlo, di molte camere : il l<·tro <;(lntuo-.;o, h, temperatura ug-ua. le. l 'na Iure 1ran,1uilla piove nelle 'itan~c cln un pict·olo luc~rnnrio, dal. l'nlto della piramide. Non '-tlrà poi tttnto "-<.:omodo resta. re qlli <h'n1ro qu:1k·he migliaio d'anni.

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