La Difesa delle Lavoratrici - anno X - n. 13 - 27 marzo 1921

7,A DTPESA DF:UJ: T,_lrOl/A1'RJrl LOTTE .E PROBLEMI DEL LAVORO La disoccupazione La ùisoccupa.zione involontaria <ldla. lnMSa operaia., sia maschile che fommi– nilo, si allarga ed aumenta giorno por gi-0rno, ·opavontosamcnt.e, in itulte le pl,i,gho ù' 1taiia. umiliati aù accct•;a,re ]'a.iulo <lei fig!-i maga.ri giil, carichi di famiglia, o t.ron– ca.re la loro misera esistenza sotto un convoglio in corsa, per non morire di fame. dissentendo ùal-le loro iùeo, por.ta . un giudizio i.spirato .a giustizia, mettendo– li m confronto coi rivoluzionari repub– bl·icani. « La ùifforenza, egli dico, fra queste duo nal;ure ùi rivoluzionari sta in questo, eh-e i ropnbbHcani erano ispi– ra.ti dall'odio del principato, o i secon– di dal progresso doll'umanitì,,. La re– pubblica e l'eguaglianza, OJ"a-noil fino deg!·i uni; il rinnovellament-0 sreiale o la fraternità erano il fine degli altri 11. Buon dì, miseria Ohi batt~ alla mia r,ortar..• ... Buon ·di., Miseria; 110n •mi fai paura. l 1 'rcdcla cum-<:1tn(t, 1no,-/0, J111tra: io t'accolgo ,·ìytda e sccura. Spcl/ro s,tentaio d-a le soorne b,·accia, G 11a1·da/... ti .-ido fo· faccia,. fori i meta~lurgici industriai-i chiude– van-0 le fabbriche rerchè, a loro <lire, .impcs,:jbilitat-i a smercia.re i prodotti, oggi quelli chimioi di qua,lsiasi ramo d'industria. p.rocedono a, licenziamenti in mas,,a per esuberanza. di materiale nei dt'lpositi; le teso.ili, le la,voranti in biancheria ed indumenti va.ri riman.g0- no senza lavoro rerchè ognuno vede di ba.stare con ciò che in tempi più fl-0ridi ha potuto procural'ili; domani saranno gli operai e le Ol )era.ie di a.~tre sva-riate indust-rie che runarranno disoccupati perchè più nessuno si servirà. della loro opera, cosiochè giornalmente si contano a migliaia i senza ta.voro che null'altro chiedono se non di utili.-..zare la loro forza produttiva, unioo loro mezzo di 1·ita. Con questo stato di oose, si crea e si sviluppa la miseria in modo veramente impressionante; miseria. che la.scia sen– za pane ruiglia1a e migliaia. di creature innocenti, miàeria che corromre e con– duce alla delinquenza, die gi~S!), P.ersi; no a spezza.re ed anruentare 1 prn pun e saldi vincoli familia.ri . Sono giovani esuberanti ùi forzo che sì adatt,crobbero al più umile e faticoJo dei lavori pur· di contribuire a dar da viv.eri ai genitori, al fratello già da tOlilpo ùi!-Oecupa,to; ma sotto le torture della. riù clisperante degradazione~ pas-– ea.no ad ingros-sare le file della .ttegia Guardia contro i ,oro steasi fra,oolli, p ad aumentare quelle della ùelinque,nza. Sono a volte vedove di guerra che chiedono ùi inkgrare col larnro la mi– sera.bilo pe-nsione del Go.-cruo per com. P!ere il loro dovere di cresc,ere i figli; o gioYani raga220 che raggra.nellav'a.rio franco a franco il r,e{)u]io necessario ad allestire la loro casetta e che si vedono bruxamente interrotto il loro sogno d'a– more. . Tu~ti, agitando ),e bra,,ria ino_perosc, ci chiedono, perchè, perchè 7.., Porchè la collettività è ancora schia– ,va ùe-!Ja volontà e dell'interesse ·dei pa– chi; perchè noi non abbiamo ancora sa– put oimporrè la. leggo uma,na.; il didtto alla vita per tutti. A,·àua. ---------•---------- E qne,:,ta. povera gente che non può 1·assegnarsi al destino sempre troppo ingi usbo verso chi non ha. che lavorato e prodotto la ricchezza. a ohi invece li sa sfruttare, si ribella e malédice i p0- V. tenti ed inumani datori di lavoro cho Abbiamo dimo.strato, ne-1capitolo pro- nagano, non sempre peti necessità il di- cedente, ehc ii.nche Owen, pur profitlan- 1·itto al lii. vita. ' do dell'esperienzii., restava nel campo Que_stc proteste che possono rarerc a dei sogni: ogli non avvertiva l'avver– talum osagerat.e, non sono affatto infon- sione dei dominanti ad ogni com·ersio– ùate so si pensa, e oo sopratutto si os- ne e ad ogni nuovo esig-~nz:i,ùclle clas-– zerYa, che il lavoro ci sarebbe a patto si soggette: egli confidava troppo ncHa 11erò che gli operai fosooro disposti a bontà degli uomini, nella picghevolea:za rinuncia,re alle 8 ore di lavoro, una del- dei potenti! ,t *. C-0n Cabet pogsiamo dire ohe il socia– lismo de' sognatori (utopisti) è finito: i pensat-0ri hanno osserva.to meglio lo ambiente. hii.nno ritrovato che non ba.– sta prcù1care il bene. e 1wer cieca fidu– cia nella innaJta bontà dell'uomo, o han– no vo~uto ritrova.re i mezzi por cui un mi.~lioramonto si· possa raggiungere; han la..'lCiati i sogni e la roesia., e si sono ri,·olti· a.J.la scienza ed alla prosa. Di quando in quanùo si vcùrà qual– che -sontimentalista sognare, poichè il sentimento o la p-00sia fan sempre capo– lino fra gli uomini, ma sa.rà l 1 eccezione; d'ora innanzi il socia~ismo sarà del tut– to scientifico. Dopo Cabet, un fenomono nuovo B'i ùisogna nei movimenti politici: il pro– letariat-0, la clarue dei la.vora.t-0ri, esce ùal periodo dei mctti inconsulti e si o– rientn. verso un movimento oomplet.a.– mcnb organizzato, cui fa risoont.ro un fcinomeno 'L"'COnomioo anche eg.-.,onuovo: il monopolio dell'Inghilterra su tutti i m~rcati de,! mondo. B filosofo di t-alc movimcnl-o sociale moderno, colui che formulò le proposi– zioni teoricho le qua li esprimono nel piìi alto gra.do la, comunarnza ùi ogni co– miento movimento i::roletario, e che beo a ragione è considerato il padre del m.o– dern-0 socialismo è Carlo Marx. La. sua dot~rina è conosciuta col nomo <li mr-r– xismo, e ra.pprcs~nta la tenùenz.a al].'ir:– tornazion:i,lità del movimento sociale-, al– la sua, unità. Prirua di lui furono in Germania molti agitatori e granùi, List, Bluru" Lassalle; ma egli unì e ind.iriz.. zò lo già, forti agitazioni a.cl un fin.e u– nico. Ma-rx fu il t'-'orico do! movimento sociab. le più belle vittorie ohe poooa vantare Anche la cost-ruzione comuni,~tioa di quasi tutto il proletariato mondiale. Cabet è ancora un romanzo: un sogno (C'o,i'ti1111n). non solo, ma se aocetta.ssero una no~ in cui gli uomini &i svoglia.no fratelli e <Q.--.---------~-.,._,.,._ ira!,curabile diminU11ione di salario vivono in pcrfètta armonia e giustizia.. mentre giornalmente aumenta i1 pan~ Il suo viaggio in Icaria è un romanzo e tutti gli altri generi di prima neces- che ci trasporta in un felice pMsè do,·e sità. tutto le ineguaglianze, tutte le pornrtà, llfa gli operai sono forti nelle loro tuUe !e soa.brosità medesime del lavoro conquiste e non cederanno a nessun dovcYano sparire in un ordi.nament-0 patto, anche uno solo dei benefici che fantastico- .. costarono interi a.nni di Lotta. Figlio di un artigia.n-0 di Digione, Ohi non abbia. conosciuto queeta ro- avviato per la magistrat-ura, deputato ,era g,ente da vicino, non può im.magi- ùella Silla città natale. nel 1830, caduto nare quale e quanta. tristezza. lasci nel- da-ll.a,politica rer la sua cacciata, d.a,lla l'animo la sua a volte rassegnata., a vol- Ca.mera nel 1834, esiliato noi Belgio, ri– te giustamente furente dieperazi-0ne. tornat-0 a Parigi ùopo !a sua pena, Ca- Sono ,·eochi che hanno lavorato per bct or.a.si riposto in seno al proletariato, anni eù anni presso la stoo..a. fabbrica del qnalo uscinL, p~r trovarsi un pun– che rimangòno senza lavoro, quando piò I to d'appoggio a' rnoi pensamenti od al– che mai hann-0 bisogno di riguardi. D0- l'opera sua. Cabet era il filo.sofo ed in– ve pOSG0::10 trovare occupazione ora che sieme il ,gran s:werdote di quella reli– sono deboli od inabili a lavori di fa.ti- gione del ben essere ... Nella rivolnzion-, ca, quando gli stessi giovani sono co- ciel 48, Cabet anzich~ predicare agli a– stretti all'inopero3ità 1 depti &noi l'insu1 rceione, preùicava 10- Lettura perle donne FILENI - l'resso il letto di morte di un socialista . . . HUGO - Non mi lido del pre. te . . . . . . . . . . ·• KUOPATKIN - Al giovani . LIEBKNECHT - Lettere dal campo, dal carcere, dal reclu- sorio . . . . . . . . . . SUE - Grido di protesta di unn donna perduta . . . . TUUATI - Il voto alla donna e Jr salariate dell'amore . . ZIBOUDI - Ai fanciulli, pagi– gin:e di e-<lnrnzione ('Ì\·i:c . . La Terza Internazionale e te donne L. 0,30 "0,30 » 0,30 » 3,50 ~ 0,30 » 0,50 )) 3,- » 0,10 E siocome anche il-\}ove~no nega a c0- ro l'.' paziMza e_l'orror!l ~ell_'anar_chia.,. loro che hanno oomprnt.o il 65° anno di Di q11e3ti ultimi socialisti, Sarnt-Si- Inviare ordinazioni alla Libreria et~ il minimo sussidio quando sarebbbe mon, Cabet, Fourier, Pietro Leroux e ~ell'« 1ha116. 1 ». Milano, via S. D:i,– più che giustamente merita.t.o, si vedono Luigi Blanc, lo ste.sso Lamartine, !?Ur miano 13 e via Dogana, 2- Nrn, ba,qfa ancort ... '1."oi·anz·a, 1"ara11za d1111quo, o spett,·o mal<?dello. 8traJ)panti la speranza, Scarn coll'JJgne adunche cntm il mio petto; Str:,uli l'ala RII! Ictio di dolore Di mia ·1n&dre ohe muore. 1"a.cca1lisci: c1,e vale! }J' la mia gioi;inczz<t, é la mia i•ita! Nella pugna j(l./alc Xon mi -t;Cdrai, 110n, mi. i·edrai sfinita. S1t le sparse ,·oi·lne e s1t gli affawnl n,·inano i miei. vcnt'a.nni. Tu. 110n mL toglLc1·at Questa ohe m'arde in cor for:a di1,•ina, Tu non m.'a-rrcsterai. Ne l'irrurntc t:ol che nH trascin<l. [m11otcnte è il tu.o ,·ostro. -· o· fctni Itltli4, Io s.eguo la mi.a ,iia. vcir.i foggiù nel molido (Juanta l•oc di sole e quante rò,e, :senti, pcl ciel vWcondo l tri-lli de le allodole festose: Ul>e sfolgof"io di fedi e di ideali, Q1tanlo fremito ·,l'a!i.' ... l'cccltia megera: rsa11g11e Ohe ti 1wscoru/i 11clooppuccio nlro. lo nelle t:tne ho sangue, Sangue ·di vopu?ona at·dentc e fic1·0. Vii:c angosce calpesto, e pia11t,, c,J tre, L' mo1:o all'ai·,coulrc. V0!Jli0 il lar:Jt che i11dla, E con 11olJflr ùnper tutto yor:cnw, Il S()gnu e 1'armoma, D'ade la yiorinc:za. sempiterna,· Rtso <l'a;·zu rro e bal8a mi- ài flo,·i, A..<Jfri, baci e splcu,lon. '.L'1t passa.; o ma_qa nero, Pat,sa come fu1i.ettfa ombra. s11J sole. 'l'utto 1'/korgc e spera, B sorrtdon fra i dumi le ,:i<>lc: Ed /o, rlui lacci tuoi baLzando <trdifu, (:~,i/o 1'111110 alla t·ila! ... ADA Nt:nr.r. •• •• •• •• Al momento di andare i11 macchi11a apprelidiarno che nno1",: allentati, che un e(iera-to delitto si è commesso co11- tro la i:ita di pacifici cittadini. Il 110- st ro com.pianto aUe 1.,itti1,1e e alle lo– ro ja111iglie, così duremente colpite! ,lfa che si faccic, luce sul mo,·ente e sulla 1·agio11e di q1<eJto oscm·o e /·,-,ice misfatto. =!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!""""'"""'"""'"""'"""'"""""""'"""'"""'"""'"""'"""'"""'"""'"'"""""'"""'"""'"""'"""'"""'"""'""'"'" APPENDICEJ 8 TRISTI: SOGGIORNO Quanùo l'automobile, proveniente dal- Era una \'ecc:hielta, pe.llagrosa, dal l'a.sroIJt-eria d-r via. Lamarruora, rove- corpo coperto di piaghe, dai capelli rasi, 3ciava il suo triste carico nella sala dal viw sde,itat-0 e rugoso. Oooen·azione, da. cui pa.1!6avano tutte le La nonnjna (Annie l'aveva ch;am:i,ta ammalate per essere destinate ai diversi cosi) ,,,., gettava sui cibi con una vora– padiglioni, Ann.ie lavorava. cità da lupa; non era mai sazia· sem- Si prodigava aiutando le rnfermiere a. brava che ella volesse rifarsi dei lunghi sn,stire le ammalate, a porle a letto, forza.ti dighini, Annie r:usciva a. sot– coniortandole, tca.!mandole wn parole trarre qualche volta del pane che l'al– buone, o con carezze ma.teme. tra mang:ava a.vidamoote, malgrado la Come esse, tornate bambine. amava- mancanu. dei denti. no le faYole, ella frugava nei suoi ricor- Anche un'altra, una donna ancora gla– di, per l>covarne qualche raccont-0 che va.ne, sebbene avesse una folta capi– le divertisse, che le scuote6se, risve- glia.tura brizzolata, si era rivelata affa– Jl:lianùo in_ loro _qi_ialchesprao:zo d'intel- mata, ,fin da\ primo_ giorno. hgenza, di sensi:b1lità. - Come siete qn•1 - le aveva chies Qualche volta. leggeva ad alta voce sto Annie porgendole la terza scodella lenta.mente, mettendo nella lettura tutta di minestra. l'anima, tutta s;e stessa. - Sapete voi che co,a significa avere Esse ascoltavano, silenziosamente, re- il ma.rito wldato e non sapere come ligiosamente; oi sarebbe detto che com- sfama.re sei tenere oreature'I - av-eva pren<les5ero; ma. forse non era cosi, detto l'altra pur continuando a man– forS<' erano soltanto prese, bull)a ,:la giare, quella vooe lenta e triste. come cl.a, un Annie provò una stretta. al cuore. ritmo mllBicale. L 'adorava.no, e ne se.- - Ma come avete potuto vcn.ir qui 1 guivano i passi, i movimenti con quello - dom!'ndò, eguardo umile, devoto che è proprJlo del - V'l sono venuta dall'astanteria cane feclele. An.che Annie le amava, ed dove ~ lettiga di pompieri mi h~ 11,11a. spec;,alment. le. ~ra cara.. portato. Che volete 1 Ero cosi disperata che ho dato un pugno nella fineslra di una mia vicina, rompendvle i vetr~ ed accusandola di essere l'amante di mio marito. O,·a provvederanno ai: miei bam– bini. - Vi r:manderanno a casa - di~sc Annie. - Uh! no, l:i, di:sperazione ras,omiglia tanto alla pazzia; mi terranno, vedrete. E ]a, tennero infatti chè ella aveva dato al prpfes5ore delle ritposte cosi slrane che avrebbe eccitalo il i;iso in Annie, €}} ella. non avesse pensato, con profonda tristezza., come gran.de doves– se essere la mi,eria che spingeva quella sventurata ad una, cosl perfetta s:ml!– lazione. Ma non meno grande della. sua mise– ria ùoveva essere in lei il dolore, il pensiero <lei figli abbandonati alla mer– oè della provvidenza. Gome Annie era divenuta una specie di segretar'1a delle ammalate, scrisse per lei ad una sua cognata chiedendole no– tizie. N es,una risposta venne ; il dolore d_ella pove~a donna si mut? in dispera– zwne. Anme J)Te~a dalla pietà si pro,ò d;i dirle: - Ma voi p_otete uscire di qui e ri– vedere i vostri quando volete; finitela di raccontare quella sciocca storia. dei sette ma.riti, di cui uno è tenente me– d'ico, vedrete, che riconoscerudovi sana di mente, vi restituiranno ai v06tri cari. - Ma perchè non dovrei diire questa storia se essa. corrii.l)Onde ali& verità l Era ella vera_mente _pnzza ·l Oppure, anche_ con Anrue_ oonlmuavn nella si– mulazione, atterrita -dal timore di ri– trovare in casa, sua l'antica miseria. e lo spettro orribile della fame per ~è e pe~ ! suoi bimbi 1 Kell"infermcri>i in cui Annie si tro– vava, non sé. soffriva soltanto si mo- riva anche. , Si muore nel manicomio come in tutti gli altri oopedali; quando un'ammalata st.a male si fa venire il pr-ete bi av– vertono i familiari che non sempre g:i~n– gono a tempo per raccoglierne l'nlt,imo resp>ro. ~rattandosi di poveri pazzi, questo ult:mo penoso dovere è poco sentito non sempre comp1uto. ' I pazzi non_ di!llenti~ano Mltanto; 80 • no spesso dei dimenticati. Si soffre in– tens!'mente qua_ndo la._terribile malattia. colpisce uno de~ n~tn _cari; poi ci t.i fa. una i:ag,.one, 01 s1 abitua. Come eesi n_on c1 comprendon'? p1ù, e noi non pos– s:_~mo_compr_en~e-rh., non ci sembrano p_m v~v1; essi s1 s~cano da noi, come st 6ta.ccano dalla. vita.; perciò la loro morte reale non è ohe la. -oontiru.l:azione della. loro morte apparente ; noi la, con– sider,_amo come un ben.e4ìc.io per loro ed una hbera/l.lone per noi. (Co,,tinua). I.IBERA

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