La Difesa delle Lavoratrici - Anno VII - n. 10 - 9 giugno 19

f '.t,f. 1JTI!'Ef!A ÌJEL 1'''iP-.:·VORATRIOI ~ == = ====r===================;;r clìe son pronti a r inunzia .re a qualun- Contro la v1·01en'7~ que sahr io, non s_olo, 1;11aa-nc!1':la rç- 1J. ~111.R. tribui ro essi stess i gh stab,hmenti, pu rchè quest i assicur if!o che la loro pan cia sarÙ, salva per 1 fichi. Quest~ ,può dare anche l'fdea ~cl_la capacita ·tecnica cli tale ongrnahss1ma ... ma.c– st1·anza . Meglio è taèernc pcl' caritit 4i patria! Sta di fatto piuttosto - ed' è q_u~to il fenomeno che maggiormente c1 im– porta cli rilevare - che tal _ gente è a·ealm ente al sicuro da ogni sgrachta sorpresa per la ragione che è debita-: mente catalog-ata fra 11 perso_11ale di bu.on senso, 1ncntro noi, cho osiamo un li.antina opporc i a che .la tregua delle classi si risoh·a esclus1yamcntc nella cuocagna. dei pcscicani, siamo inclica,t,i come turbolenti CENSURA \Sest, -i Ponente, maggio 1918. Virgoletta. L'immigrazione in f rancia durante la guerra Dà una, relazione dell'ingegnere ~gri– colo Ri card al Mini skro dell 'Agncol– tura sull' organizzazione durante la guerra dell' immigrazion e euroriea m Fi ·anc ia, togliamo queste note mt eres– santi: · . d t· I servizi d'immigrazione d1pen ,en 1 dall'Ufficio della mano d'oper~ agncola funzionano con metodo umforme su tutta la frontiera francese; il 31 dicem– bre 1917 si avevano 9 uffici sulla fron– tiera spagnuola e 14 sulla frontiera 1ta– lc-s,izzera, che permettono una co1;11ple– ta sorveglianza su tutt i gli sbo~c1?1del– l'immigrazione. Si sono potuti '1: tal modo registrare: '.2-8.~88 immigra~, :1el 1915; nel 1916, 98.423; nel_ 1917, 101.602; ossia, in totale al 1 gennaio 1918, 234.363 immigrati. . Que sta cifra no n rappr esenta enden– t emente il num ero dei lavor ato n stra– nieri venut i in Francia dopo il 1915, p.erchè vi figurano coloro che dop~ es– sere usciti precedentem ent_e sono_poi n– tornati. l[a indi ca un seno avna ,mento al controllo efficace sulla mano cl opera straniera. • . Ogni opera io che en t ri_ in fran_cia de– ve pre senta ,·e le carte giust1ficatn-e del suo stato civile. L' esame ne è fatto dal Commis sariato e questa formalità pre– cede tutte le altre. Una volta 1:utoriz– za.ta la sua ammissione, l'imm_,grante deve munirs i di una carta speciale che gli dà il diritto di circolazione sul ter – ritorio francese e presentare, .oltre alla fotografia ed al certificato di v1;ccm'.'– zion~ un contratto di lavoro. L ufficio ha ;tabilito un modell_o di _co1:tratto, nel qual e è affermata m prmc1p1.9_ la eguag1ianza di tr_attame~to_ fra operai franeesi ed opera, stra.men. . Una volta otknuto il permesso cli var– care la frontiera, l'immigrante ha com– pleta lib ertà di circolazi,:>ne ~ell'internC? del territorio salvo i limiti generali stabiliti dalle 'disposizioni di guerra per gli stranieri. . Terminato il contratto d1 lavoro, se ]'immigrante vuole ritorna1·e al suo pae– se di origine, deve raggrnngere imme : diatamente la frontiera, sot_to pena di contravvenzi-0ne. Se v_uole _mvcce t~o– vare un'altra oceupaz,one m Francia, per las ciare il eomune di residenza, de– ve pr esentare al sindaco il nuovo con- tratto di lavoro. . . . S!l l'immigrato iles1dera far vemre rn Francia la famiglia, ~cvc_pre se1;tare. c9- pia del certificato d'11Up1ego, nlasc1ato dalla Ditta, pre sso la quale !avara . L' immigrazione dalle colome è sotto– posta a differenti regole e procede per contratti a gruppo . F ino a quando -ci saranno uomini o~ie. tcn– 'deranno la 1/l.ano in cerca della canta; fino a quando ,,;i saranno donne che e8i– bira,nno la vropria carne ai mercato in– fa 111e; 1 . 1 . . fino a qu/Jlndoun uomo p9 ra e uamarsi. padr one e l'altro seno; . ji110 a quando il pane potra 11M11ca1·e su una sola mensa, ed u,t guanciale su alu p0 sare 1a testa ad 1m solo ,wmo ; fi,w a quando vi sa,ranno ·vecchi eenz<f r.if )oso e bimbi senza sole, la parol a flvi lt~ suo11erà.ayli oreooh!. del soc,a liel• Oom, tu i inganno e una derttio,ie. Malgrado tutt i i contra1·ii ins,egna– menti esiste ancora nel mondo la con– vinzio'ne che la, vio lenza abbia talvolta la sua buona. ragiono di esse.re_e presenti non infr equent~mente degh mcontesta- bili vantaggi. . Il pubblico - anche il pubbhco colto - ragiona. presso a poco come 11 popo– lano scmpii ce e sincero, il q ua_le qice - Sta beno: le parole, e le rag,o'?-l S?J:0 ·un'-0ttima cosa: il diritto e la grnst1z 1a sono qualche cosa a.n.cora di mc?l10: ma in realtà vi s0110certo quest10m che si risolrnno pi,1 alla sp i_qcia con quat– tro pugni ohe, non col Jllll sottile ,e ,a,;. sennato r~gionamento. . . Del resto, se la gente rag10na a_.que– sto modo se in tutte le categono d\ persone, dalle p.iù •umili 1:11le pii1 coite, ~! mantiene questo conv1nc 1mento, non e e veramente da st upir si. La storia si è incaricata di p ortarci, fin,o ad ogg i, i migliori argomenti in favoro della violenza. I popoli oppressi e le class i sfruttate hanno proprio dovuto pe r il passa.to ricorr ere alla vi.olcnza, se hanno volu to scuotere il giogo che pesaYa sulla. loro cervice. La libertà e il diritto hanno spesso ab – bevcra.to col sangue lo loro radici edi è fino ad ora giust ificata l'a spra fr ase teutonica la quale di ce che elio iliecle agli uomin i il ferr~ perchè non voll e che vi fossero . schiavi. Noi dobbiamo considerare la violem.a come un residuo di barbari e o ammet– tere la possibilità_ d'olla vit.i, s_ociale ?01: solo, ma di quals1a s1 lotta, ~1 qu alsias i confl itto il più vivo, il più urg ente , sen2la la' necess ità di dover ricorrere ad att i di violenza.. Tutta la sto ri a, del progre sso si può compend iare_ in una ~radualt; sosti~u: zione ciel clintto alla v10lenza m tutti 1 rapporti sociali . . Così noi clobb1a.rno amm<;ttere come possibile p_er l'. av-v!)nire. qualsiasi rap– porto ,eh pop~h , . d1_naz1?111.o d1 razz:c diverse qualsiasi nv en d1caz1onc d1 di– rit ti cl'~ parti di popol_i oppre5? i o di clas-si sfruttate qual s1as1 sovver tim ento , anche il p i11 ~ostanziale,-. dei prin~il_lii che regolano il nostl'o v1vere social e, senza la necessità cli <loYer ricorrere a mezzi violenti. Non è dunque - si badi bene - qu e– sta campagna contro la vio.Jenza · una teoria di quietismo e di ra.ssegnazionc, non un r esidu o di q nella mora le che fu definita col nome di schiavi.sta, non un espediente di abile tattica per .acquista– rn l'appogg io ed il voto degh md ec1s1 e dei timid i. E-ssa non va predicando la pace, per amor di quieto vivero, a chi soffre , a c~i è oppresso e a, chi è sfruttato, ma las cia ad essi la più ampia libertà <1 muover– si di agire, di conquistarsi una miglio – r~ posizione alla lu ce del sole : solamen– k essa respinge quei sistemi di lotta che risospingono indietro l'umani tà suUa via del regresso, mentre mette mvece m valore quei mezzi - come l'organ izza– zione, la scheda, lo sciopero, ccc.,_- C?i quali non si attenta a qu el patnmomo di libertà e cli ricchezza che si ha ben e il diritto di voler conservato . Nè si può dire - basandosi sopra su– perficiali constatazioni - che tutti qu e: sti mC7-zisiano d1 gran lunga mfenon ad una buona sommossa della piazza con ciottoli e barricate. Se ciò ha potuto tal volta accadei·e, dipese certamente dal fatto che ancora il popolo non ha imparato a servirsi dei m.eu.i civili di lotta, che sono a sua di– sposizione. Chi oserebb e, ad esempio , sostenere con ragion fondata la scarsa efficacia della scheda eletto mie, quando si assiste ancora alla vendita del voto per qualche litro di vino o por qualche biglietto da cinquc1 Chi potrebbe negare ·H valore dello sciopc1·0 general e, solo per averne visto qualche .l?arodia 1 Noi dobbiamo quindi affermare che la campagna conti·o la viol enza può - an– zi, dirò meglio, deve essere sostenuta precisamente dal Partito sociali sta, che pure ha degli inknti fondamenta lm ente sovvertitori dell'attuale regime di vita sociale. Questa; campagna può sel'Vire a dif – ferenziale ancor meglio dagli a.Itri par – tit i conservatori, un parti.1,o che tende verso una nWYVa era di civiltà: essa viene a. completaro e a legitt imar e la lotta senza qu11,rtiere che si devo com– battere contro il militarismo. Solamente chi combatte la violenza. da quahiasi parte essa venga, chi I~ vuole esclusa, da -ogni mani:festazionc della nostra vita socia le, ha il -diritto di porsi all'avanguardia, verso le nuovo conq ui ste dd l'avvcnirc. Ma vi è chi dice eh<;tutta questa cam– pa gna contro la violenza, questo fiume di lattemiele pacifista, ridonda a.Ila fine a svantaggio <lella razza uman a pcrchè tende a, creare solamente degli imbelli o clegli smidollati. E questa ritengono non solame nte gli in fatuati -della violenza, coloro che esa l– tano lo schi affo cd il pu gn o e chi amano la guerra sola, igi ene del mondo, ma an– cho gli equilibr at i e i benp~santi i qu~ li credono ,di vedero nella drnc1plma mi– litarn una tal quale azione rinvigori – trice della nostra gioventù e non na– scondono un a, certa apprensione pe r le possibili conseguenze dc! n ostro gen e.•.~ <li vita sopra, le con.drzioni fisiche defila r.azz.a. Orbene, anc he qu esto è un pr egiudizio cho occorre sfatare . P ei; fortuna noi assistiamo invece at. tualmente ad un risvegli-0 di cure pe1· la t utela della salut e delle popolazioni: mai come a.i tempi nostri si è conside– rato con frecLdezza ca lcolatr ice il note – vole valore econom ico. della vita o dell a salu te dell'uomo: in nessun altro tempo ma si è data, tanta importanza alla pre– venz ione dell e malattie e in genere al – l'igieno. Ciò sta ad in dicarn che la robustezza e la, salute son ogg i pitt che mai te– nu te in alt a eons id er.a.zione, perchè beni si capisc e che esse rappresoo tana un coefficiente -di primari.a. importanza anche 110lla quoticliana lotta per la vit a,. che 'J)rure noi civil i sia mo chia– ma,ti a combattere . Se non, è più necessa.rio ai g iorn i nostri essere for,niti di muscoli pos– senti per il maneggio <lii un 'arme, è porò iaidrispensabilc un a, resistenza ed un eq, uilibrio nervoso,. che sa rebbe im– possibil e pretendc1"e da, un cervello o da nervi racchiusi ent ro un organ ismo m.a.le funzion~nte. .A,n,cora oggi cioè la vittoria arri de a d1i è sano e robusto . e niù che mai è ammessa la ver itù della fras e : mente sana ùi co1'po sano . Se ciò avvicno ()ggi, è logico atten– dersi per l'av ven ire una semp i:-e mag .. gioro attencione -per i grandi probl emi d ella, salute, ed è ra zion.aJe ohe in pri – ma lin e,a,agiti questi problemi un par– tito d'avanzata ·come i-l P artito socia– li sta. _Solamente auguriamoc i per un avve– Ull'e non lontano , che si abb ia.no acl allevare dello generazio ni sano e robn– ste, non por farne ,!egli -strumenti di vi olenza, d elle bra ceia; in difesa degli st rett i confini d,ella, natria, o all'occor– renza della, carne da. cannone ma pe1·– chè uomini lib eri e forti rihbiano a portare il loro cont ,ribut-o di lavoro alla so~i~tà e a g-9dere la, loro part o della gwie della vita>. D . B. L'EducazionB delladonna Uno <lei priuc.ipali cloveTi ùella clODJJa - ora che ba veduto e<l ba potuto consta– tare la sua for7.a nel campo dell 1 organizza– ?.ione eeonomica, sorta per la cli.fesa e la cmaneipazione - clovTcbbeesser quello cli p.roporsi l'apo stolato fcn·ente e conti!n1io per cllf(ondei·e tra le compagne la veriU1 e la bellezza clcl -nostro ideale di upJana frateBanza.. Ma per riusei re a vincere le titubanze e li riserbo, per aequi&tare la sicura. forza delle convinzioJJl, per poi - in modo certo, cbiaro - tras:mctterle alle a ltre comp.ignc di ,lavoro, è neees$ar io cbe le giovani cu– rino la loro intelligenza, alimentandola di materiale istruttivo, leggendo le opere so– eialiste dei nostri migllo1•i uomini di pen- 1,i('lro. Anche delle grandi scrittrici h:inno avuto l'ideale nostro; ùonne che c-ombatlerono wlle barricate, come Luisa 1lichel; donne che morb:ono sul patibolo o in care-ere, co– me la SpMdnowa e Rosa Luxemburg . Queste donne, eitate a mo' d'escm.pio - perchè molte altre ne citeremo - ful'Ono i gra ll(]i precursori elci moYlmeoto iniziato ed a cui certamente adei1rit, do]);O secoli cli schiavitù, ili prostràzione, cli false ruorali1, non solo d'indole ec-onomica. ma a!lrcs l I'ù– ligiosa e .politica, la m3J;giore e miglior parte delle donne proletarie. . La trli;te e I)erniciosa chiltà borghe-e ha fomentato ,nelùHlonna. nn·fario distruttore. Questo tarlo è la ,,;a_nità. La vanitit è un nemico che !Jl.. dommi deve combattere in se stessa e nelle .alltre., Pe1· vanità •non intendiamo certa.mente alludere all'amoi·e del'la pulizia e dcllll <l'e, çenza, ma l!cm!)licemente a tut ti gli altri a,1 -titiciali mez~i che per lo più son ric er– c,,t, in ridicole cianf rnsag-lie cbe detunpaJil-0 iuvccc di abbellire la naturale e gentHe attraenza femmin.i.le. La. moc:.Ianon è crea ta per ai:lornare l'es – sere umano; essn è sempli~ement.e 1llll'in – dustrla sorta a ISCOP-0 di lucro, ed a furia: di voler cambiare ta lvolta cade nel grot – tesco. L'cl eg,1nza è costituita ncll.l semplici tà e più cll tutto ancora n€'1 carattere deHa; donna o clelln fanciulla . Ingentilire l'animo, già cosi dolce nello: donna normale, vuol dire cduearlo al gu– sto del JJello, mn della vera bellez7~~ che ci offre l'uniyer so nella sua moltepHce poes4t 1 che è qtie1la sola che ci ilnvita a lottare per la felic-itit. Questo grande dovere , dunqu e, dei p1·incipali di eui la. donna. ruoaerna, che \71 0! lottare coll'uomo, cll cui deve e sere la. compagna cli letizia e di 11'.ltta, de .e tener conto. Combattiawo dunque questa pri m mtc.a : ln vanit1t! z-.,·eos. ---- -- --~--r-- "- - Il comitao femminile m:ai:~ di Biella , , BY ZLLA, 31. Domen ica scorsa coll '{'mterve nto di una rap pr esentanza defl a Fcderazio nè femm inil e socia lista Pi/2m ontese, il Co– mitato Bi ell ese kn11e f. una importante adun anza! ·presiedutf <la.Ha compagna Montagnana. Si dnscu.sse a. lungo sul modo di intensifica{e la propaganda no– stra tra le masse OJperaic femminili for– ma nd o gruppi ec 1 :'itcat ivi e sezioni ed all' uopo si deli~ t?rÒ s?l momento op– portuno pGr lll}' Jiro d1 riro:pagan d:1. E sp resso con un voto l'mv1to a.I Gt'np – po parlamentlcn-c sociali.sta a sostenere 'dall a tribm:,-,, parlamentare il diritto della donna àlla conquista del voto poli– ti co ed amministrativo, la simpat ica! ad un ata si · sciolse con propositi di la- voro e di fede. · •••1 e Pubblicazioni del 1918 dellaSocietà Editrice A v anti I J. J. Rousse au . IL CON - TRATTO SOCIALE: interes– santis simo volume, ril egat o in tela L. E1nil·io Gecchi. - STUD I CR I– TI CI: sp lend ido st udio cnt 1co di lettera t ura e d'arte . L. Doti, Garn ·ier. - NEVRASTE– NIA SESSUALE: pagin e di ig iene e di saJ ute . . . . L. . Dosto iewsk y. - I RAGAZZ I : raccont i ru ssi L. r:,,,'.10 Jfor:c. - RICORDI PER – SONALI DI PAOLO LAF AR – GUE . . . . . Cent. l'as,rnino Dalla Clave. - VI NT I. (N ovella ) . . . . Cent. Car lo Kautski. - La GUERRA e !'INTERNAZIONALE Cent. !Jertell i-M attia-lJadaloni. Al CONSERVAT ORI IN l3UONA FRDE. IL SOCIALISMO CA– LU NNIATO. IL PA RTITO DEL PANE (ristampa). Ccnt . Carlo Liebknccht. - IL NUOVO METODO Cent. Leo 'l'ro tzki. - UN DRA MMA GIUDIZIARIO (il processo Beilis) . • . . . Cen t. On. Jlfo,·gari. - PEE U NA PRO– POSTA DI PACE (Document i social ist i in torno alla gue rra. Ser ie IV . N. 6) . Cent. On. 1'•urciti. - DOPO LA D I -– SFATTA E PERCHE' N ON SI RINNOVI. (Documenti so– eiali sti in torno alla guerra. Se– ri e IV. N. 7) Cent. Edoardo Barchi. - I SOCIALI – STI (ch i sono e che cosa. vo– gl iono). Seconda edizi one Ccnt. 1,80 4,5 () 2,50 1,- 0.25 0.10 0.15 0.15 0.15 0. 10 0.25 0.2() O.IO Ordinazioni con imp orto antic ipa to al• la Lil,reria Editrice Avanti I, via S. Da , miano , 16. -.w:,;..., !UGA MONT I GIUSEP.PE, ycre,nto. Tipografia della Società Editri ce 11:ca.ntiJ Vta S. Damia.110, 16',

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