La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 19 - 22 ottobre 19

Rc1cconto orientale Al tempo dt::I dotto imperarore Fou-hi, il prin– cipe Tching-ha1 regnava sulla proYìncia degli Olivi ers N'ains. c ·era, allora, un mar.d::trino (uf– ficiale ciYile e miiirare in Cina/ il quale era l'uom o più bellicoso di:!!'I mper o Ce ìeste: egli amava moito la gue rra e la facev a ogn i volta -che poteva. I ~uoi su dditi 1·a\'e\'an o sopranno– minato il Prin cipe d'ln dJm-abib Furnre. Tutti i suoi digni tarì, ;ier attirars i la sua sti - 111:?, l 'approvava no ne · suo i' diseg ni e trovava – no sempre be~e ciò cr.~ :?vev a tat to o deciso . Molti merc am ! e artigia ni lr! p::::nsavano come lui. perchè non e,a no sa~ienroni e non sape – vano leg ge re nei g:-an li!Jro dei Re : non am a– vano per dò oeder~ i in dotte riflessk' ni e ere– -devano, st!nz~ giudicare, tl"tto ciò che loro s:i :iice\ ·a. L na volta T,.·hing-~•rni-:E~.:-:e c:,e i 1\i.r-.!li degli ante nati , cioè le anim e dei morti. er ano irritati -e c~e per ci0 hisogn2. ,. c');:1bam: ~ contro il pcp:1lo delìa pro\' inci::t vici:u. . ! man:.farini i mer– c.anìi e gli 'lrtic;i:n i aff~1;1~;.r,,r:o eh~ aveva ra – g ì::.;n~. e che bisog nava s~eìii,ir,::ire tu:ta la gente rlei ;,;.1ese de li Ahi BarP.bous. E:::.si, del res rn, non conoscevan questa gente, n1n suppo ne \'ano che fosse moltQ feroce e piena 'C1 cattiYe int~'."!zi-ini. perchè il principe Tching– h::::'1 t ·a :e\·a farro ;rn clam :u e lui stesso per tutta 1.t. città. a me zzo de' suoi emissari. Al suo no dei gongs si ri:..mì un gran numero -di soldc:ti e m t:i erano contenti di veder un eser– ~ito for mida bile. Poi la guerra cominciò: molta t!:eme morì. molte cinà furono saccheggiate e di s1rutte col fi.:ocr-. fi.:rono anche uccisi donne e fanci:illi. perchè l' odio eà il furore dei combat– tenti era gra nde. sia da :ma parte. che dall 'altr.a. In quel tempo abita va nella capitale di Tching– hai' un mer c:rnre rr:o!to ricco. il quale aveva un : ommercio prospero . Viveva in mezzo al lusso ed elle gioie : a•:e 1 :a anche un figlio che amav a e c:le aveva fatto istruire come i figli dei Grandi del regn , . Q uest o merc ante. chiamato Tcheu-huo. appro– "'\'ava gli atti del suo sovrano e pensava anche -di att ir:ir::;i la :-ua benevo len za. perc'::è saoe\ a che sarebbe su?t'J catti·••o sche r:èo f -2'.".$3rla in m o<h diver so Celi:? c~sta dei r.obili :1Jl:i qu.ale -açpart ene va . Egli a\·e•:a semp:-e creduto che la sag ge zza consistesse nell'inchinarsi davanti ai ua<lror.i ed all e i$:iruzioni del S:! Q pae se . · C ')SÌ Tche..i-h :10 cgni giorno perc orrev a b cit– td. Calla mattina s.ll: i s:era e chia cd1i er:r;a a hm – -zo con gli amici e con la gen te che conos cev:i .::p;_)er:.a .. Pl ~"-1\'a mal :e ore nelle Case da Th~ a far delle gi..1diziose arringhe sulla guerra, a esercitare il coraggio . la pazienza. il patri otti– ::>P.10 di tutti quelli che l 'as,::ohav ano. Se qual– .che Ietternt0 lo contraddiceva, eg li andava su 1i:tre le furie e diceva delle cose cattive. Ma ·la guena durò molto rempo. I! figlio di -Yc"!e·c1-~!.lo che finorn gli era staro vicino e ave– '.! conrinuato a vivere con lui r.el lusso e nella te: icità. dovette andar a combattere: fu preso cc.me gli al::ri _giovani del pae se, e parti. i\ on e ra contento perchè in Cuor suo aveva sempre giudica~a !a vira pre feiibil e alla mort e. Tch eu,huo s ·irc ol!e:-ì peichè se pensa\'a che 1a gue rra e:-a una cosa bella e de gna di com– mu o\·ere i C;JOri. ~ensava anche c1e m io gli a l– rri d(r ;eva no pren der vi parte , e ncn su o figlio. Cosi perc orse di nuov o la città dalla matrin 2: alla sera . e chiacc hierando a lungo con gli amici eà anche con le personz che con osceva ap ;,ena .. Pa sc:a·:a dell e lunghe ore nelle Case di Thè fa– ce ndo delle arring'1e contro la guerra, contro il '"9Vran o ; dicem:frJ che tutto ciò era molto triste e te:-ribile . e che biso gnava finisse subito. E ?ascia-.,a sccr!'e;-e parole à ·amare zza vicino a quella gente che l 'ascolt ava e deplorava la sua rnfelicità . Il figlio di Tcheu-h uo fu ucci so da una frec– ,:-i~ Il ,.ice') meicante pro·:ò un dolore indici– bile; la sua collera dive nne çiù viole nta . Be– ~•e::imih cr::nt:-o il sov:-a:,o e ;,:-!'):!a'TiJ in t;;t ·: i posti , c:1e il :-e 2,·ev~ ir---::rnato il p~;,olo. Tch ing -~::>1 ud: ;::arlare della cosa. e terne:te che i s.:J– diti. ri·,oltando~ i. lo face,;;sern caè~re dal tro:10 P rese Q!.lindi una c;a~g-ia dec i<:.i,..1~e : ;,er cac;ti– gar e il me rcante del c:..10e,z0ismo e della sua cattiv eria gli fece, .c-e,"'nliremqrzte ta~liar la te- Ch e cosa sarà il socialismo ? Il J!ai mrJ rett..zr:-i n'" " r .7i ~-e ;r Ju t ~·p •- rr ;)l!:i '·"' a ff. -'al, di– . z; r; 1 -i z-, •YufrJri del.'e 1' <"'JCUi o i J irz /U Qll e,,;, ·, '~ 11ll.. •r, I " "rz•1 ,(l I ''1 n 1 r ,, to 'tJ)r rietù. t•o 'l 1 1rr ~ iu ,e a 1 ui' a'' 'i'i 1 JJrr.. r:ir, ,olr/O o in • '1 n I f in 1ft i 'un n l re , me mm,.,– e e I u si e'la r P~n " 1 i ,; U. DIFESA DELLE LAVORATRICI Perchè la donna venga al socialismo La nec essiià che la donna sia a fianco del– I ·uomo nell a lena ant icapit alistica è stata rico– nosci ..ita fin dai primi albori dd nostro movi – mento politi co di class e . Alle lucide menti dei nostri ç,recursori, il grave e compl ess o proble– ma della educazione delle nov c!le generaz ioni 21 san i principi della dottrin3l sociali s:a apparve decisam ente inscind ibile d.:i quello detla donna. V 'è tan ta necèssità d1 creare la donna soc ia– lista, per il buon succes so della nostra cau s:a. Qllanta v'è n'è di cre are mae~tri e maestre ele– mentari per divulgare l'istru zione primaria nel popolo. Le nostre scuole compl emenrnri e nor– mali c!evono tendere ad 3ttrarre. ad appassio– nare le menti ed i cuori delle donne lavora~ici ai pro blemi della propria emancipazione dalla doppia servitù verso l 'uomo in genere e verso la borghe sia capitalistic a in specie. Da molti s'è detto che la donna s:irebbe rima– na refra ttaiia al mov imento nostro, fatto di ri– schi e sacrific i, e che il monopo lio che il prete fa dei loro cuori e delle !oro menti rimarrebbe inattac cabile. Si è anche detto da qua lcuno che rrascinar la donra nel! 'agitato ambiente della lot· ta polit ica e soc iale equiv::irrebbe a sottrarla ir– rimediabilmentz alle particolari cure della fami– glia cui essa è prepoo ta. I primi cercava no e cercano una giustifica– zione alla manchevolezza della nostra propaga n– da. l secondi non si pr eoccuparono mai nè si preoccupano ora se la donna trascuri o non le cure di casa quando la si costringe al duro este– nuante lavoro della fabbrica o della risaia. La ver ità è che in questo campo si è fatto po- priato come per essa) sfrut tandola in quella che è la sua principale e non irrim ediabile I unzione del! 'odiern a soc ie!à: la procrea zione cieca, in– cosciente ed abbondant e . Poco importa alla bor– ghesia se i figli della donna del popolo cre s,ce– ranno privi di educazione e dei confort i d'una sagg ia g·uida fam igliare : purchè siano abbon– danti e sapp iano un giorno impugnare le arm i per la Pa tri a Noi dalla donna del popolo, dalla donna la– voratric e, che conosce le nostre sofferen ze e le cond ivide, possiamo ouen ere molto di più par– landole al cuore, risvegliandole il non sterile in– telletto. Essa segu irà noi, segui rà la band iera di quel partito che non vorrà più vederla nella miseria e nell 'abbiez ione, Ciascun uomo (eccez ion farta per qualche au– tocandid ato alla steriiità sciocca ed inconcludente del celibato volonta rio) ha avuto, ha od avrà una donna sulla qua le possa eserc itare un asce n– dente senza dubb io più efficace che non col pro– prio amico o compagno di lavoro. Si parli al cuore della donna : le si mostri tutta la bellezza e la sr.nti :à della nostra causa, la si chiami a collaborare con noi in una azione che tende a non veder più l'infanzia abbando– nata, ad assicurare un minimum di benesse re per tu '.'ti,•a band ire le strag· Invi- tiamola ad amare con noi tutti i soffe rent i, a volere con noi una patri a pili grande, infinita– mente più grande ove solo ed assoluto sovrano La spremitur a . chiss imo e che oggi più che mai urge provve– dere a questa grave lacuna ne\!a organizzazio ne della propaganda soc ial ista. Biso gna innanzitu .'to s~atare la leggenda che il sano movime nto di redenz ione e di elev azione re cato fra le lavorntrici dal verbo soc ialista si identifichi con l'i steri smo de lle suffragette bor– gt:esi. Noi chiedbmo qua lche cosa di pili del diritto elettorale , pe r la donna del popolo .. Tornando al d'J·.·ere nostro, io pe nso che vi posso no e vi debbono esse re diss ens i dottrinali fra chi si propone di defini re ed illustrare la no– stra co ncez ione pc,li1ico-sociale, ma asso luta con– cr•rdanza di per.siero e d 'in.•znt i deve esse rvi in q:.iella che è la funzione principale del Partii.o SrJçiar-~:-:.1: !a prcpa~2.nda per la diffus ione de lle noc;tre do trine fra le mass:! cd il magg ior pro– selitic;mo p.;; affrettare I 'avvcntc della sncie ta che vagheg~iarr.o Ed allor.i qual campo più interessante e di maggior rendimento di quel lo femmini le? Tenut'1 pre'ente che noi ci proponiamo se m– P e ".!i conq;..iistare a!la n-::.'~tracauc:;a un grcr~ario e,J rn d:vul~atore, penc:.Jte alla chnna sorh!ic;:a rc·e I 'idealt del militante C<Jnvintf) e del :-'~ ac"rdi' ':.a q!.:antn •nni efficace cJ ~t1ivr, La dor a p"r ('ua natura è p ·Qpago.n<lista ec– t"' e:-.. i \")-:-tr1 onna s::irft ~ , 1i,;;t1 non \O' r cor•;:~gn, e ia 1ilitar.te T J 1--~ri 1 rn:i e, r"" ')er lo n ,'> la ,J,1lcc e ç .n prole ..,ed r -e i vr, i r ,.. i , onr,a .- ~1 ..1 v "' t~ a nn1 molto ~i i 1r ~ 1i:itt2g! 1 n per la p ·ole· n e c;.j r.... ti ·f nzi allt. aiffì ~ 1 ;!tà cd JCC,.,. "i , h n 1E .. :a mi I l'e rr pr-(1Ve rr.o,,) rtt !'f"r 1 1 h () f u 9 lla J:')nna l..e ar:rir· regni l 'am ore per tutti e fra tutti . La donna sarà con noi, non ne dubitate. Particolari condi zioni di t'empo e di luogo consigliano i compa gn i di alcune regioni ad ini– ziare subito !a santa crociata di una incess ante e vi~tosa propaganda fra le numerose 13.vora– trici che logorano ogni giorno un po' per rutto prematuramente la loro giov inezza e la loro bellezza. Non v'è paese o città delle vari e provincie che non abbia uno o più opifici ove le nostre donne, le donne de l popolo, le donne prol etarie, le doppi2men te, tripli cemente schiave ciel cap i– ta !is.no, imm olano il fiore della loro salute s.u!- 1 'alta re de l capit alismo. ogg i pili che mai spc– cula !lte su lle miser e merceù i operaie. Si tenti almeno di salvare I'e– ducatrice dei nostri bimbi. Si dia ad essa un ragg io di luce. comu nic~ndole il frem ito della nostr a speran za e del!~ nostra fede . e I r·.lc-Siru. Sr,l/1111/1;/11 fr,r;,, rfrl pfJ71'1/()711u) r/irr, q11an_ rlri fr,rrt xif1 1 1 P1111ltl. /fJ parr,ln RliJJr,·ma r tl Pf'i– J.'il'11 1/i>r1mfi a 1·11i rlr-hlrn11r1 i f;nrerni ,·,l i Po r– tcu11,,11fi i11rh ·71nr. i Pd 11/,lij,firr. Gw,·.\'.'li-"JBùvJO. PU BBLIC A Z I ONI . J.1 H,1 'lnr r.. \!!I. \ ,,,, ,. (J111•rn di Prrmrj. i·rr, l·',·rrr•r. I·, 1111 \'1-}1111 t'o ,,I] !o I 11·1Ili \.,.,,. it 1 P 1,0J11r;, f\ia ('a·'l<i I 101·rio, :j8, nl I'' rzri di T., O (i'). ':\ s-.1111 i, in l 1:iJ1·, 1n ,~Jin ,j(>]l',ivv. \lol 1 n-tri .<J!f'\':t, nrh·(•J(• di l·raor'J~,-o F,·rr"r Jl ,,,,J11111rtt,, f'i r~tc(':·!11a·Hl1Lsi·(•C'irtl– m' •1f1• V'l'C'I · r,,l, 1 drtth ih 1• h ~t•rr•nila non ,nri ff lttiJ off•1 rat,, dalla pa<-!ò.iOn'1' per la <·•,11 ·:1 del I ,.,.~r. ( },p yi 11r:• nPII f<() parri,it• h•I :\fo!i ari. AVANrI' I! Quanto cammino e~ riman,e a11cora ria fare prna u di ,., ere ,u- e tlo1,11e. di godere degli s.e ...~i dirilti. degli stes:;i pi i\'iied1 di eui @_O– dono gl i uomini ! Uou emo tOJJJJatl.cr~ con– tro Luttu lll !-éè l'o.lla di >ci-oct:oni o d'1mpo– slor i che cii ma l<Jct:hio rerlono (Jl!Cslo cman– c:i nar~i <lclla donna; contro i deboli, i ti– midi che sbigoititi s·rn'l'C!'.-lano cluvanli al– l'o..... iac·olo ; conLrn gli ignora nti che non pos– sono eomp1c1Jdere. coi:Lro •lulti . .\lolt! in una donna cmnn('ipal1.L non re– dono che una zitella orida. pedante, priva (r ogi1i fomrninilitù. di qu<'lla grazia spe– c·ialc d1e rende cara la donna. dist ingue ed inalza la madre .. \Itri lemo 1:f rii reclere Je loro case diH 1 rtat c ; lemon() C'l1c. l 'emanc ipa– zionf' della donna segni la roYina della fa– mig li a. .\on è <letto che tll l lr tlernn o tlirrnt,ir pro– fe.,soresse. o rlot.i.e: nè che abbiano a ~<!1- tar ~i a capot fitt o n{'!ln politi ca . imm e mori cli qua lunque al110 tlorrre rhe lorn incom- 1.>a. Basterebbe che la donno:isi islrn issc, lro– \'Osse fra. lr .~ur fnc:c-rndc. il suo lavoro, ur.'ora eia (le,d ican "' ullo ~luù io. nl!a lettura; legges:-:e nei giornali qnnlc·l!c· altr a ro:=:a ol– tr e ai falli rlellu cronaf'a loenlr. per ])Oter poi par la.re col mai-ilo. f'oi frnlell i rli cose eh-e li intere ssino: , i oc·ru111-.1, ·~r dr i probl ·emi sia politici. sia !==O(' ial i rhe agitano gli ua– mini; ave~sc un 'opi ninn<" propria fondat a, pensata, e sopra lutto ayes~e il eo,·a~gio clcl– Ja propria opinione : fo<se la rera compa– gna dell'u orno. r ntrn n(lo al ~ 1 uo tìanro. co– ragg iosamene, 1,clla ritn, aiutan dolo. con– sigliand olo, loll acrlo eon lt1i. per lui. senm debolezze, senza prei:riudizi. La nostra mi~'-·i.-1nf' sull a. terra è grande e saora. Mostr ia moci ,degne di qu es.la mis– s,one. Adoperiam r.' ·i con tu tte le fot·ze pe1' corr egge.rei ; calpe. 1 1'.'irirno !ult o eiì) r·h~ è de– bolezza. fri, ·o!czz1. inr·o~lanzu: Elucli<.u110 so– pratt utto! Bisog·:a di~rrtarc lr rhir~c clo,·e la parola nr ot.n del pr,-tr ad nitro nu1 lf'ncle che a turba re gli ~pii lti eri a rP'Turz.arp, la superst izione e J'ig1.nrnnza: J;jc.·ogna affo l– lare le ~ruole.., dor r ~i in<.cgna il hr ilo rd il n:•-ro. Bi~ogna ~tudiarc pr r C<f:{'r C' ,. i"f" don– ne. per di,·enlare rcrC' madt i. e daremo al mondo de.gli uomini ,·e,i. dei fi<di fol'ti. Avanti dunque! \' i ~ono alti ideali , al1~ri sogni da. realizzare. altre opc1'c buone da compi ere . L' Lima.nilù rioffre un cam po va– sti~~imo dO\·e potremo e~-plicarc ogni nostra er.ergin. La Yitn è una lotta cnntinu.n. ar– chrn.; intorno a nc,i, r0!1a ~ocietù attuale, !11tto è mcnznrrna. cak olo. ·ipcc 1 i:-:L_1. A\'anti ! Rio/l,!:{na ina l;nrci. scuo(.:: 1 rci. cnlpeqare ogni co,nrenienza fal 'x!, ogni prer,iuflizio ,:cicicco : l,iscrnin u-!'ire ria q11-('."-lO a mbi enlr do\·e pu l– !u!a una foll a. di deboli. (]' ignar i o d'irnpo– '-lori c·iler i ir.culcano nel .,a-r!~HE' i loro falsi concetti e ci av,·elennno lei ~pirito. A ,·anti c-emprc. fo rti della nostra fede, :=:icu re della noc:.tra co<:ri-enza. ,·erso la r ita reré\, in alto. F-emnr-e piìi in nito . verc--0il sole. r r rso la ,·critù. ,·e-r~oil ~oeial i:=:mot Nerina J"o/onterio. Lo primc1propogondo .\lei:tre intorno aJ Pa,·lil o Social ista s'ad– d{'nsa .'('mprc più la reaz ione . mentre si in– terna la no.,t.1 a Yalornsa compagna Maria Goia. e le L·ulonne drl noslro 12ior na.le e,,:;.co– no Lia iwhc prr r·enM1ra. le fÌle del nostro pa,·tito :-i .,tr ìngono intorno alle 1:ost;re idee c. rno,·irnento irnpr-cs ionantc per quelli che a,·cra1ìo p1ono~ticata la mm te dell'lnterna– zicnnL'. qu('J]c clic s i a,·ri r inano al nostro Par·tilo -~·.mo le donn r . la. partL' drl l)Opolo più ~ri utt:ltn r nPlla r·asn f' r:ello .-,tabilimen– to . h ir'.'-t' J;{•rchl' JHr 11al uI a t· per ind ole la rn"no ·11·1,;•li\'p nlla lolt.a. la Ùùnna ehr f-•.ente in qu·.''-h m' nw,!lo d nessun c·11:,L1 c·hr ~i è l{·r.11to dì Lr i da lla so{'iPtù elle .... i era eretta. a di fp,a t!l' I d,,lml<• !--nrpa ~'-:11tlo 1·011 tanta k~gTn•1.z:1r q11a.'-i con c·nul-l'IL'i .-..ui!--Uoipiù :--·ac-1 i pffrtl i di '-p<1<..: :1 <· di rnuth{'. ricnr a noi leLh ma :-iC'11ra 1H 1 rdi(, intui -.;r·p dlC' non (' pit'i i:'1· ,.-i!>jj4, , 1 i.~i1 \.•1·f•:,.:, :n·-i d<•l!n Yita po– liti ca <·:p, porta <·.);i -.,t, la di fr,a rlC'i sunti in– tt'l't's I i11m:· lii.lii , ,, 1w1"•lli· i11l11i, ,·\~ cli es– ,r-1· _1-iataun po ' l'"1Jni1,·1hi lP t·1 ·I '.'-Ho a:-;1..en- 1 ·i~mo <lPll'w I ihi l<• l.{ll('IT 11 d: <• (!pya-.;la. da lw• 11 ni l' Europa. 1: l'ì, fion11a ,·ht• tk ll:1 glH' lT H ~•11t.(' piì1 r,,rl~• I'· rnii- il d,dcrt ,j 'lri11'!t' intorno a q1. 1 ; ,, 111l'hP ,. ili, ~i t• 1 ·hi11 :1!1, ror'r o gh nll:1 i li di nn11j r·nlor EiJl, , ,'t )! 1-0 :, qn1" l t r·r, ,ti'Ìo:-.o Par- lito C'l·" ì· rima:.{:1 i 1 :11,a\'idr1 al -..uo post<.1 Jwr h ciii' 1 ,r,.i 1 1 ato: i <-i /\ii-ii.~t no le ffJl!e rJ,,: pn I i u i 1 1, fi 11minil1•. la /Jifr,sr1, rt<> :-:f'~;,ah i rnnri1nPn!i i g-:'IIJlfJi ~tiit csi- lp1.fi ~i !'tl .. , l".!tJlil ,, ra,lllt-1 ,,p(•: di JII'Ofn – l!HJH!a: all ·• '-1•1.ioni-PI'.,.1Po, i <·ornpa/Jni e

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