La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 19 - 22 ottobre 19

LA lllFllSA DELLE LAVùRATRICI Wilson e la Pace. La nota femmin ista unghere se ;~osica Sch– wimmer. che fu anche s'egrcw.ria della corde renz2 Ford per la pace , è ritorn ata dall 'Am~– rica nella sua patria unghere se ed ha fa!IO ai giornalisti del suo paese alcune dichiarazi oni in– torno ali 'azione intermediari a della Americ:1 pc..:r la pace. Secondo lei Wilson sa benissimo che egli non potrà essere eletto, se pr ima del giorn~ delle ele zioni non avr à fatto qualc osa di con– cret o per la pace. La u Sch wimmer II narr ò quindi: cc 1 èlla giusta visione che. pel moment o, non vi è in America nessuna corrente per que~to o quel candidata alla presidenza. \X'ilson vuole approfittare dì una tale situazione e guad agna r– si vera popolari tà con qualche gesto stra c-rdina– rio . Per 'J(juesta ragione egli chiamò a \\"a shi ng– ton gli ambasciat or i degli Stati Uniti a Lo:iùra. Parigi e Berlino. per avere da loro schia riment i verbali intorno aile inclina zion i pacifiche dei singoli paesi belligeranti. e per poi fare un ras– so decisivo sulla \'ia della pace. ancora prima del giorno dells. elezione pre,;;idenziale. che sarfl probabilmente il 3 novembre )). Se g uaci di S an Tomaso ! Quei cari demo- ril.•ollL:.iunari d1P srmo così intolleranti t'erso di noi., e che ci i-orrl'bbero in galera. o addirittura al mur () rnllP quattro pall e del De Ambri s, sono gli en•di diretti del– la spie tat ti intnllcran :.a catfol ica, malarad o lt, ,'Jo il loro sbandie ram ento J>rrenne antic/1 •– ric al e. Ed è proprio Sa n Toma:;o d'A.1uin o il foro padre spirituale, qu el Srrn Tomaso che ha scritto. sulla eresia . il S"(}Uf nt e gra-:.fo ~o pr ogrammin o: " L'er esia è 101r> dei peccali che rendono me- 11 ri lt'role colui che ne è infetto, n on solamcn– " le di rt>nir sepa,:ato dal re~tn drlla socie tà ,nrdionte l,l ~cr,munica . ma a11 ·he di e5:-5CI"~ 11 e;- ·lu., ,l dnl mnndo coJlii. mod e... SP /'eretirt, u si ostina np/ propri,, errore. In Chies-a. (/i. u sperando ormai della sua s:olule, ha il do– ,, t·en• di pro1 1 1·edere alla sal11te dJali altri col u reriderlf"J dnl di lei seno. mediant P ww srn– " ten:.a di scomunirn: indi de\'e abhandonarlo ., al hrncci r, .vrolare nerrht' colla. mort e • ln e, tolza da que.::to mondo,,_ l' alera dan·pro la pena di lutfare tant o ro11- tro l'Jnqui:.:i-:.irme. JJPr redrrc in auge rmnri Tnquis,ifnri nPl .tecrAu i·ent,•,çimo .' Parole di Giuseppe Mazzini. I governi iniziatori sono i soli che dur ino. go1:erni che viv ono di repressione sono cordan– nati a perire. La mo;te non è per essi che qui– sti or.e di tempo. r,.·essuna maggi oran::a può decretare la tiran– nide e spegnere o alier;_re la propria lib ertà. Le leggi fall e da una sola f razione di citta– dini non possono per natura di cose e di uo– mini riflettere che il pensier o. le aspirazioni. i desi:te rii di quella jra::ione : rappresentano non la patria. ma un terzo . un quart o. una classe, una : ona del!a patria. en:a !ibe rtà 1-'0i non potete compie re alcuno dei vos'ri doreri. Voi a1-·etedunque Dirit:o alla Lib ertà e D::,vere di conquistarla in ogni modo, contro qualunque potere la neghi. Il !!ave rno che contende a un 'idea di mant– festar si, è, cvn qualunque nome si chiami , go- 1.,uno tirannico. Negare e reprimere la forma dei governi che cadono. GI USEPPE MAZZI .',;!. In una riunione di mct.i.llurg ici alla Camera del Lavoro di J\1ilano, si è discusso un probleJna urgente , e della mass ima import anza. Un ordine del Ministero della guerra stabi lisce che 11ogli stab iliment i debbano essere entro un mese in– trodotte le donne nelle maestran ze. Gli operai deb bono istruirle nel lavoro, ma domandano che i danni e il tempo perduto per cib siano a ca– rico della ditta . Perchè si sta insrnurnnd-0 un curio so sis,~ema. Una ditta prende delle donne come apprend iste . li loro lavoro nnturalmente non è perfetto e dà una certa quantità di scar1~. Ora avv iene c-1e la ditta fa pagare alla squ1dra g:i sca rti! Gli operai vorrebbero che gli scarti dovesse ro essere a caric o della ditta, ciò che è logico, onesto, natur ale, ma sta contro gii intere ssi. padrona li ! Questo episodio ha un significato che non deve essere posto in rncere . Mentr e le ditte guadagna no enormemente colle forniture mi\i– t~ri. il Governo non ha' preso nessuna disposi– zione per tutelare gli interess i delle opera ie. E se ciò è naturale - essendo il Governo ema· nazione della classe dominante, cap italista - non è per questo meno bias imevo le, tnnto più che il motto del Go verno medesirno è quello così strombazza to: ConcorriL11.Nazionale! Il Metallurg ico continua ad occuparsi del la– \'Oro delle donne nelle fabbriche di munizioni. Da un 'inchie.sta compiuta dalla Fede razione ita– li~ma d~gli operai mern.llurgici, è risultato che le donne occupare finora sono sfru ttate e co– stre tte :i sopp onare delle fatiche inada 1te al loro organ ismo e alla loro possibil ità fisica. La ca· p.:icirh produttiva delle ope raie \'8 sce mando in proporzione della durata della loro permanenza ncll"officirrn. Dopo pochi giorn i della loro assun– zione al lavoro le donne operaie risentono già la più grave stanchezza. E invece di provve– èere a limitare il loro orar io di lavoro e a ri– durre la loro fatica si è arrivat i incosciente– mente ad auto rizzare perfino il lavoro notturno che produce effetti disas trosi per la maggior parte delle donne . Il trattamento delle donn e operaie è stato fi– norn abbandonato compl etamente al criierio de• ,gli industriali i quali non si sono preoccupati d ·altro che di aumentar e la produz ione e di pa– gare dei salar i bass issimi. Per dare un 'idea dei provvedimenti che si potrebbero adottare anche in It:ilia il Metal · l!lr gico riproduce le disposizion i più' importa~ che relativamente al la\oro delle <ionr'le sono state date in Fnncia dal sc 1toseg retario Thomas. L 1 0n. Thomas distingu e tre cas i : a) !avori anter iorme nte eseguiti da donne; b) !J.vori nor– mali non anter iormente eseguiti neg li stabili– men ti e nel distretto 1 nè da 1:orr.ini. nè da don– ne); c) lavor i anteriormente eseguiri da uomini e attualmente affidati alle donne. H Per la categoria a) la regola generale re– lativa alla rimunerazione . degli operai cielle offi– cine di guerra , si applica se nza snec ia!i diffi- coltà. · 11 I capi degli Stabi limenti e delle Industrie h3nno, o per consuetudine o per contratto, I 'ob– bligo di pagare alle operaie il sa lario norma le corrente nelh reg ione per il mestiere a cui ven– gono adibite. '.\eppure il seconào cas o può 9irsi p1rri· colare alla mano d 'ope ra femminile, sebbene si3 p!ù frequente per essa, a causa delle trasfor– mazioni indus triali e dei processi di fabbr ica– zioni che si son.o dovut i operar e per rendere poss ihilz I "impiego; o anche perchè la richies ta APPENDICE L A GUERRA HO)UXZO DI VSE VOLOD GARTSCHIN X. IL 222. 0 Il :e.et' - rP,_:,~irnent,, n;i. fJll!l.Ri rntr•r;,rur,111R. f )r 1HtrJ da r:c,n t:1..dini di \'1at"-k f• di l<fJ!-!fr<J– lll a. Le loro fat;de J;1r7li1: r:d ..i1:::u>lr1f- ,.r,111,J i,fil,1 ,nzatr:: rfal sol~: i J,Jf(J 1>i1·cr,Ji or: 1 :hi. f,!ri 1,t1 dli e b,.1.rba. di un ~i• IJ,n·e inddinibilf• J:i, ro r,enr~ q11 J, ti,: n,Jme, rn 11 >n sa.r,rei dir", f"hi "i riff' . .e. fJ,Jf 1r,ir-i gforni d.l':',, r-,i d r•1 rd J , ,1 e ~ve,J 'JÌ·11.t, ,-Jrf.,111.J<:f' i rr, tJ ,~ ,1~ir 1 c.ruc~.o h 'era a] IflJtJ fi:1nr,J t nu JrJ d I r J scliie t ~ri~ :1 eh i, 4 v st , p:- · d 1v 1 it aal fJC"r.., • 1,, .rfJ. 1.UJ &\, iu " ,. nt,, ,a .-eùr,r,Jw ~ r;. J.:ow , , , J J,,.\ 1n , .lii• -r- ,r er,pllr" ri n. ;<,;, ra 1, 1g 1 w 1..f fo tJ.o I Jr,,_~ 1 fl f•r Jr) io':1.t • un r i firP. h , di .1 h?l l 11, ondJI,.,+. ((J , riieni di • za. r, 1nd'1 i gr.1~-va. « <lV n' i '-I ,.1.,. ,. 11 tam , ,-ra '1JJ ehe rlnv:i il fJr1 I egg;u1r>11t, 1 r a""~Jur wh ,·,Jllr1 fiU~ llmn1rJa \'' ·1i h•n,,riJ,, Ja rwfo n·1 a u'" "1':lla c1nz1,m• _:11 <.:~na , \ olP. lo ~,tr 1, (1 • t C.::a z:one ~P lara ru a. A_w~v, i;11;iara+A"1 fra :iltn, a lf'ggr•1'f> i f!i<,r- 11al_1<·d :, :-r•nirsi di f'."Pl'<•~ioni sf'"llr •. .r-..,a 11atrJ 111·1 g-r1v1•rJ1alrirato (li Vl:l'limir. aH~1,-·a JJ:_tQ'ID.I() la 4 11fl f;nwiullr·zz:t a Pi1•(,-ol,ur– f!O f•, ('lo f•lrn nrJ11 s1H•r•;i/jp r-:1,r•s,10, n(\ 11 ,,rn. stat(J g"1J:t<ct:t1,,, m·t fHdtanlo rinr·hililr,. . (1 rt,, Vlatli1Ui1· .\li,·aiJr,\itcli mi dict>rn. _ 1n__J11, .,, ni!rior,:u·p iH all i-o rn111J,,, ,-tir• Jn ZJ'J (,1'kr, ·, l>f',fh f'1 tn,J,u,·g-,, ha f''-Pr·ila!o su mi• tm•t t'e b. inf111 .. 11z:1 •• \ P i l ·oti, 11·trn im– ) 1·a la dv J. Jn I t <- in i"•mp:1!{11:i ,J,imiwi I J''1H,r;.111z ,. l:1 l1arhari •- .\f (,i:k()w ,. 1rn 11 ,1t1<J rnat11r,, ,ui, J,r,n 11 -p d':t·; , · ,,. 11(1lte '• tj';•~ r <:O!)J ;l'f lllflJf I /" '1(•zjn· (•(' J" 11-.,11 dP o J,,11 1· P. pii'1 l!o di Jui !I;1. : 1 1 1'trn u·l~d u. ~,wh ('n ~, nl ., w, 11 L • tk, w, Hl ,. 1, I t r.0111Jli11 I, f r- 1l f re,(• ,1 1q,r,•1p, A ;1•~t ur~o<-'11, 1 1)( li lt 'T i ( IJ o sii 't r~ ,Jell 11 J11Pl11· ' ' f': \ 1 il f 1 1P 11am ~. ,, I r ,udo rrn,t,i]iu 1r 11, [.'f('!ll lii J' '!'.Lt~:-.r,11 1 ,~~1 ~l ~:\1,~~~ :t~r,,..tt, Ji().;•<J l).(>.AJ11e,..ritc ,. la 1aJ, e t·r11 i•1 ltJ qu lrh, ,., • ,,,1e ,, ,lj bw.,tJ 0 CV I ( l tf IJI} f' I della donna si è iniens ificata in quei nuovi ra– mi di l'abbricazione per i quali non es istevano anteriormente le maestranziJ. La regola da se – guire è però la stessa . « Quel che i.mpona è che in que sto periodo l'operaia che avrà palesemente dato uno sforzo uguale allo sforzo anteriore , ossia normale, ot– tenga in defini1iva - anche med iante un com– pen so suppl ementar e - una rimu nerazi one al– meno ugua le a quella ohe avrebbe avuto per il suo lavoro primit ivo o. per uno di que lli nor– nrnlmente organizzali. 11 Tostochè il per iodo di prova o di avvia · mento sarà cessato e sarà determinata la mi– sura del compenso a corrisponders i per una produzi one normal e. i salari per dette categorie di lavoro rie ntreranno nel la reg ola ;.rcneralc. (( Più comples::;o è il caso che si riferi sci! ~i lavor i anteriormente esegu iti dn uomini e novel – lamente da donn e. « Le nuove rimunerazioni devono esse re in– formate ai seg uenti concetti . Calc olato I 'am– montare globale èe lla 111anod'opera per il la– voro pre s~ in consider9.zionc, biscg na diffalcar– ne le spese di tras formazion e dell 'outilfaae di 01ganizza zione, di sorve glianza, ecc. Vale° a· di– re la parte delle maggior i spese dovl!te alla so– st ituzione della mano d'opera femmin ile a que l– la ma~.chile. Occorre d'altra parte procedere ad una comp.a.rnzione esatta della quant ità e qualità di la\·oro fornito da un 'operaia con que llo del- 1 'operaio corrispondente. (( Fatte queste deduzion i e comp:1razioni. si potranno determ inare con gius tizia ed equi1à i sagg i dei sa lar i pel lavoro femminile. Deca log o civ ile . L' egregio inseg nant e Fabio Maffì ha compi– lato e pubb licato il seguente u decalogo civi le » che riproduciamo noi pur e segna ndolo alle per– sone d ·ogni confessione e d'ogni partito: I. Ama i compagn i di scuola. che saranno i tuoi compagn i di lavoro di tutta la 11ita. 2. Ama lo stud io che è il pane della men te - e sii grato a chi t 'insegna, come a tuo padre ed a tua madre. 3. Santifica tutti i giorn i con qualche azione utile e buona. con qualche atto gentilP.. 4. Onora le persone migl iori: rispetta tutti; non curvarti a nessuno. ~- Non odiare, non offen /ere. non vendicart i mat,- ma difenii il tuo diri tt:> e non rassegnarti alla prepotenza .' 6. Guarda ti da ogni viltà: sii l 'amico dei de– boli,- ama sopra tutte le cose la giustiz ia, senza la quale non c'è che miseria. 7. Ricordati che i beni della terra sono fruito del lav oro; goderne senza far nulla è come ru– bare il pane a chi la11ora. 8. Osserva e medita per conoscere la JJerilà. non. cr~d~re ciò che ri pugna alla ragione; no~ lasciarti rngtmna re,- non ingannare gli altri. 9. Non pensare che la patria si ami odiando o disprezzando le altre nazioni. o desiderando la gue rra , che è avan:o di barbarie. 1_0. 1ug11ra im•ece prossim o il giorno. in cui tutti glt u~1rnni - . cittad i11i lib eri di una patri a .sofo - ~ 1 tPranno m pace e gius ti zia da buoni fratelli. Chi non io farebb~ propr io questo decalogo? __ In esso _son~ magistralme nte compend iate le p1u grandi verità mora li e i consigl i più edu · catar i : diffond iamo lo. rJ IIISC– \~'I l ''"tl'l ... \'1>nga co~l rom'/> T 1 t ''.' ,-~,11.1ili_\'~ si .1rov:1nt ril;nih ~·,t I i· I·: . '1_:• ,1, Z:ilkHJ/'. 'i n:11111 i f'a.rii (' ,In(• 1,. I•· 11 tP,:irnfr, _f'(1hnnrl!n f"l il rnpita 11, 1 ,J, 111 1·0:_n. fl."JJJ:t ,Jr•J tir·,t l'i. \\'r•nli I. )J l IR17. 1wni _l,:,ttwrlio11e Jl"ll ('l"'l <'•·TnJ\'11,;,111 r:•lrl ari S'i•1 di 'J11·1 i r•, r·omp·l"nlc, ro 1 41i 'lllQUr Nomè ancora vinto il preg iudizio che tende a mantenere la Cior.na ignorant e : mo:ti affer– mano ancora che I 'i~cruzione sia per la donna un lusso, una superfluit à e trascurano di man– dar e le loro figliuole nl!a sc uola dove s 'inse– gna soltanto a leggere e a scrivere. Dai regis rri di popolaz ione risulta che ogni anno il num ero delle fanc iulle obbligate .t fr~– quentar e le scLole è supe riore a que llo de i rr-a– schi e dai dati statistic i su ll 'istruzi one elem en– tare si deduce cne, nel 1916, 30259 masc hi e 29833 femmine frequentarono le sc uole ele– menrari. Q JestO prova ad evidenza che in mol te famiglie si· cura più l'i struzione del masch io, che si manda il maschio regol2rmente alla sc uo– la fino ai l 2 anni. che a lui si concede J1 c,:m– pletare la istruz ione nel corso clemen t:1,·e s--c– peri-0rc, mentre si sottrae la fanciu lla ali 'adem – pimento d~!la legge sulla istrnzione obb liga lo– ria o la f,i 1-0glie alla scuo la appena compiuto il corso elementare inferiore. L ·osserva zione ci indi.:cc a credere che que – sto avvenga spec ialmente nella classe opera ia . infatti la madre operaia, carica di figliuoli, ad– destra pre sto la femm ina nelle faccende dome – stiche e si fa volontieri aiutare e sost ituire da lei quando è ali 'officina. Perci ò le fanci ulle o a1 ri\'ano alla scuo la stanche, desiderose più di riposars i che di istruir<"i, o sono costre tte dalla mamma a frequ enti assenze. A 12 anni, se non prima. cessa l'obbligo le– gale dell 'istruzio:ie ed i genitori penS2.no su– bito a trar profitto del! 'ab itudine, che le rag azze han no pre so innan zi tempo al lavoro e le met– tono a mes tiere. Lavor ano, queste povere fi– gliuole, dal! 'alba :1.Itramonto, ali 'officina e a casa senza tregua nè riposo neppure alla do– menica. Molte avendo impa rato appena a ri– levar e sillabe si trovano ne!l 'imoossibilità di i– struir si colla sola lettura e au;ncntano que lla falange già troppo num erosa di donne lavora– trici che, ignar e dei loro diri tti. schi:ive per ab i– tudine. ritar dano e intrnl:i.:tno l'emancipa zione economica dei loro compa:!n i lavorato ri. A voi dunque. co:npagni coscienti, ci rivol – giamo per chè nelle vostre famiglie non avve nga ques to indegno sfruttamento della prole femmi– nile. Fate che anche le fanc iulle possano frequen– t.2.re regolarmente almeno il corso elementa re• non usate ìngiuste prefere nze, adottate la stess~ mi~.ura per tutti. Vigilate perchè 2nche le fi– gliuole si inscrivano e frequentino le scu ole fe– stive com:rn3l i, le qua li, benchè ora non sian o quali noi le desideriamo. sono però indiscutibil– mente migliori di quelle aper te dalle mona che ai!e q:ia\i accorrono forse (senza che voi· lo sao– piate ) le vostre sore lle e le vostre figliuole . · Imponeteve lo come dovere di frate llanza e solidarietà C. Clerici. l\~on sol~ Lui1i X IV ha dPft o : L'Etat c'es t m_m; m~ ,l mollo rip etr orrni fedel minchion e <li Pa~lltrz'},le fanatico. Cosi ogni volta che un tal nnn cluone mvtni,a <li posi:.ione. pr ocla ma– va che 1~utm'a di posi:.ionr il pa rti to, la clas – se. ?a 1;1rPncla <lelle costella:.ioni, l e l eg(J-i. 0 ,-_ (Jamche dell' esse re. CLAUDIO TREYES. P er. m~llrre il bamhino in conrli:.inni di 110- ter (Jrnd_icarecon inrlipenrlen:.a di tutti i fini della r1la umana, i! indispen.rnbile mrttere 1~elle .sue 1~ani dei libri e clcr,li oq(1rtli che (}li 1amn esenftno le cose tali e quali .rnno e non ~omP _l e_ 1~ppres~11lc~np i soliti lil,ri di tes to, infarr1l1 d, pre(JHUl1:.1t religiosi r sociali . FRAN CISCO FERP.ER. 'Conti n11" .

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