La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 10 - 4 giugno 1916

La guerra ha poiut -0 diradare le file de l– l' organizzazione operaia. sonrarre le forze migli ori, p,~vare l'eserc ito dell e lavorat rici clei loro duci, ma non ha potuto spe zza.re la ca.terna che le avvince all'organizzazion e nè fiaccarne la resistenza. La classe padro – nale. sempre ir, agguato per sorprendere ogni indizio cli debolezza.. ~1 aft'rf tiò ad in– vocare dal -patri o GoYerno l"alJohzione cle!La striminzit a legislazione sociale, frutto .di lungne agitazi oni. di aspre lott e. cli soffe– renz e inaudite . Il momento e.ra opportuno. Spera\-ano gli industriali che le laror atri– ci r:elle fabbmhe. piega ndo il capo rass e– gnat e, offrissero. piangendo. sull'altar e ciel– la patria (identi fi cata per essi nei lauti di– videndi ) il larnro. la sa lute, il pane dei fi– glioli ma fecero maJe i loro conti. Le 'c1onne. aclclestrate alle guerl'iglie quo– tidiane per Una rita meno gra ma. spinte dal di5agio creato dal la guerra.. preoccupat e dal crescente rincaro <lei generi cli pr·ima necessità . paYent.anclo ur. peggiore doman i, insorsero chieclenclo a gran rnce pane e la– voro, affennando il loro diritt o e la parte– cipazion e al guadagno che, auspice il Go– verno , vederm10 afliuire, per la guerra, all e casse pad ronali . I lanieri ciel Biellese e del Prat ese , i co– tonieri del 'iornres e e dell'Alto Milanese tenta rono un nuor o mezzo cli dif esa: i con– sor:.i industriali: ma rorganizzazìone. sem– pre Yigile e oculata. fatta accorta del t.ra_– nello teso alla cl.asse laYorot rice , denunci o all' opinio ne pubbli ca le mire gesuitiche de– gli industriali e quest i. sotto la pressione mi nacciosa di uno sciopero generale. scese – ro a più miti consigli . L·incanto era rotto: srnGila la speranza ooHa rngheggiata 11':gua di dio sinizi ò un intermitt ente corpo a corpo tra larnral ori e datori di laYoro per s,·e□tare tentaliri di spogliazi one dei diritti conquistat i, per _ot: tenere compensi cmTisponcle nti ai cresciuti bi.sozni della Yita. i; agitazioni e le vittorie del Pratese; il memorabil e sciopero delle tessit rici di To– rin o per la parificazion e delle tariffe , quello delle cotoniere dell 'Alto Milai;ese. del No– rnrese e delle maglieriste di '.llilano, chiusi in seguito a concordati favorernli alla_ clas– se larnratrice. dis sero agli industriali che anche le donne sanno i mezzi di lotta: che anch e le donne hanno imparato a resistere alle intimidazioni dei forti. alle blandizi e ipocMte dei falsi amici; che anche le clonr.e sanno mantenersi solidali e compa tte. com– battere e ùncere. I clericali . naturali alleati dei padroni, vann o perden do ogni giorno te1Teno fra Je masse larn ra trici. Le donne. ammaestrate dall' espe rie nza. non si accodar,o pecorilmen– te. come pel pas.,sato, alle figlie di '.llru•ia; .sanno distlnguer3 reli,qionP da int eresse e da re a quest'ultimo il giusto ,·alor·e. Le file delle kr-umire si asso ttig liano; il mira 0 aio del regno de' Ciélì non basta a com– pens~l e delle sofferenz e imposte giorna l– ment e da lring ord igia dei padroni. Sulla. ter– ra anche le donr.e vogliono 11,·ere. vogl1ono il compenso dovuto a,li ste nti. alle fat iche del lavoro campiuto quaggiù. La ruerra ba fatto il miracolo: ha ape rto ali ot~hi ancbe alle donne - i lavorai.o ri ;:'ono alla fronte e la lotta di classe conti– nua incessante iwr virtù rJellP lavoratr ic-i. Sia queéta constatazione rii fatto incita– men to e "J)rone a prosegu ire la faticosa ascxsa ton ferma fiducia. Il premio nor. puù ma nca re: i vantagg i 0ttenuti in quest'anno di lotta ne dannr, sicuro affidamento. Va lga– no a pa- suad erYi qui>sk poche c-ifre Numero Aumento apprMsi - PLAGHE degli o~rai mativo dei sala ri intere-;sati annuali Biellese . 14.000 L. 1.380.000 Toscana 12.fJ!IO " 2.000.000 Torino 500 15.000 Alt., .\filanese 40.000 " 3.000.000 A-11,nv ,,, 500 :;.ooo t,o· ·arese 4.000 3'>0.000 Milano e dir.t. 2.500 2~0.orm Totali 73.500 L . 7.WJ0.000 Sial•• as,.idue 1• t,•nar,i collaboratrir·i rl<·i rnstri r:r,mpa~i di lavr,ro. r·hiamalf• all'or– ganizzazirmr ~ tutte IBor,r•raie rhf> ne sono an– cora !ontane. '.\'el!'unir,ne sta lrt fhrza. Proletarie unileri e perse,·N"al.e. C. CLERICT. Gli .sdr~n:,ioti rlicrmo r-f,r, [f! (uno i~ 1JfllJ spPril'. di rrwndo morfo. tht>, dopfi (l,·r,r m•v– to una i-ita vegeto/1-(Jn:m,11/r uryuoft a r111P/– lo rJ,v,gli nllri rrl/Jnrfi I firo dirf'outo un orn– masso d; aridi mociqni e di qldoccio. CE'.\SURA LA DIFESA DELLE LAVORATRICI L'infanzia socalista france se Tutti colorn che lottano, l•avorano .per il progr esso, per l'evoluzione dell' umanit à han– no compr eso la grand e importanza d ell'edu– cazione d el fanciullo. Tutta la futura società di-pende da codesta educazione che è l'azion e più necessaria e, nello si.esso tempo, la -più d ifficile. Non si tratta solament e di com uni care delle no. zioni, d'arricohir ,e l'immaginaz ione e d'affi– nar e, sviluppar.e la facoltà d e·l rag ion amen – to; si t.ratta, sopra tu tto, pe,r noi, per noi socialist i. di formare dei caratt eri , di crea– re delle energie , di far stud iru·e ai nost ri figliu oli la vera vita de,l lavoro Q d'ist.rui rli , perc iò, sui f,att i sociali che si svolgono gior– no ve.r giorno, fatti semp lici, commove nt.i e famigliari ohe cas i comp rend ~ranrn.o bene com e l'invasione degli arabi, e le battaglie della Guerra d ei tr ent'anni. -Il fanciullo è il ,padr e delVuomo - diss e Il grande -poeta Woodwort h, e, crede – telo p,ure, il vero creatore dell'uomo di dC>– mani è proprio il fanciullo ohe si -plasmerà, appunto, per l'educazione e le lezioni che riceverà. Eippui·e ne3inche i migliori nostri socia– listi si sono iresi conto abbastruvz.a dell'i m– portanza di questa pr ima educazione; i no– stri avv ersari, su questo soggetto sono stati molto più perspicaci di noi! Intani.o, però, si è creato, per fo.rza logica delle cose, un movimento ed-u,cativo nel seno stesso dell e nostre organizzazioni opera ie, tale movi– mento ha dato poi origine ai nostr i gruppi di pupilli. Essi sorsero in seno alle nostre società cooperat ive essendo esse, sollo un ceri.o a– spet to, la cont inuazi one, per così d\re, del focolar e domest ico ,poiché in queste Coa,pe;– rative dove m1, litia.no gli uomini vengono a fare le loro rp-rovviste le mogli e i figliuòli. Fin · da.1 1833 Roberto Owen .non aveva li– milato la coope1nazione a un i se,mpl ice sca.. m– bio di com1pra e v,endita, e d 'in teress i com– me"cial i ma aveva compr -eso che l'ecluoa.zio– n,; è il primo fai.I.ore per l'emanc i,pazione dei lavoratori. Egli dichiarò nettam ent e : L'educazione, tanto petr lo svi luppo dell'in– d ividuo, quanto per il ,p.rogmesso e la sicu– rezza della società, è il più elevato, il più important e dov ere ohe gli uomini hanno da compiere. Coe.i,entc a qu,esto suo princ i·p io egli creò le celebri scuoLe di New-Laimairk c-h e d esta– rono, in qu el te,mpo, lo stwpore del mondo civile. Non •aveLe mai osservato come sia st rano , illogico, che dei figliuoli di militanti nel nostro ,pa,rtito vivano, orescano n·ella fami – glia che si è già ema ncipata dai vecchi pre– giu dizi e che , nello stesso tempo, nell e scuo– le d i quella società cha i loro p ad ri com– battono ricevano pri,nci,pì oontrari , avversi a codesta lotta sociale? S-i fondarono i grwpp ,i di pupilli appu11to !Qer rimediare a codesta situazione anor– m•ale, e ·per crewre una vera educazione so– ciale. Dopo il Cong" esso cli Montharmè (1909) si notò un vero ent usiasmo pe.r le t1ostre organizzaz ioni infant ili. Il compagno Alberto Thoma s, che allora era amminist"ator e de ll'ufficio delle Coope– rative, con que lla seri,età che mette in o-gnì sua opera, s'interessò a codeste istituzioni c.ct allora sorse una vera fioritura, di gl'U'ppi ,nfantili in tutta la Feancia, ma sop,ra tutto, 'nella regione del Nord . A.lice Jou.enne. Gli uomini irreggimentati combattono e muoiono per le pa/1-ie. Noi donne che facciamo per essi? Per l' organizzazionefemminile nel Partito Socialista. Cara <e Difesa n Bene hai tatto iniziando la discussio ne sulla ,1 organizzazione femminile,,, poichè nessun momento si è presentato più favorevole del presente per far comprendere con ;poco sforzo , alle nostre donne, tutta la necess'ìtà, l'urgenza e il dover e del l'organi zzazione Ma tu, cara Dtfesa hai accennato soltanto all 'organizzazzi one nel P artito; hai tralasciato di parlare anche dell'orga nizzazione econo– mica. Che tu abbia int eso, ed intenda fors e di af– fermare che quando le donne sara nno soc ia– liste, o alme.no ln·s-c1itte nel Part.ito, sa ran no anche delle org anizzate nelle loro leghe d i me– stiere? Se così è lascia che un modesto orga nizza· tore di masse lavoratri ci ti contraddica. I fat– ti ci di.mostrano sovente il cont rario, e ci in– ducono a pensaire all'imprescindibile necess ità di incom inciare dal l' organizz.az.io ne eco11omica p.er giung ere, a cpuella politi ca, o, quanto meno, di far la contempo rane amente affinchè l'indivi– duo non giunga al ..soci alismo.. in astratto se nza comp rend ere la grande importanza de l movimento econorn.ico. Tr oppo abbiamo dovut o lament are - e lo la– mentiamo anc ora ai giorn i nost ri - che ·vi sia no degli individui da tanto tempo inscrit– ti al Par tito, possessuri di una buona tessera che vi fanno vedere ogn i istante, ma sui qua– li occorre far iviva pressio ne - il più delle volte con app osito deliberato della sezione alla quale appartengo.no - per indurli a dare la lorb adesio ne alla lega del proprio mestiere nella qua le si combatte col sa crificio quoti– diano la buona bat tag lia della lohta di classe. In più d'uno di costo ro si è riscontrata la profonda convin zi on e che esse re inscr itto nel Part ito Socialista equiva le ad essere soc io della organi zzazi one di me stiere; in alt ri casi il viceversa. Ragion per cui si afferma con tanta fre– quen za., che chi è insc ritto in una leaa di re– sitenza è socialista. APPE ND ICE Vita ed avventure d'una rivoluzio na ria russa (Note aultibioyra(Lche). Intanto io fui mandata a Sdr,n-giusk sulla fron– tiera chine,,.r• r• qui m'incontrai con I<<'nnan. S(:lt<; anni eh"· s-r·gu;rono furo:10 i più duri dei miei ventitrè Rnni di p<:na; mi trovavo in una solitudin<: compk~a: solo qualche volta m'avv<'ni– v~ di potkr parlar<• rQJl qua,kh<· condannato poli. tico eh<·p:'.ls!">-ava pr·r di lì ('. vi si formava rwr q.ual– r·hr- v:ttim;in:'.I. Il govr-rno mi avev.:1as<;<-g:nato J>f':r il mio mant~nim~nto tr<-nta fr:infhi al mr-c;r, ma il vitto l'a'.Jog;~fo,11ric;(',iJda.m<·ntovr-nivano a ro– st:.1rmi'molto di <più, JY·r fortuna i mir,j amici di Russia mi M,c..c<Jrr<~ano ! rntanto l:1 solitudin<' mi n.·nd•·va qu:hi pazza , per salvar<• b mb ragi,,n,: ,-,trr<•vosulla n(;V(', r<·– c:itavo <:ant:wo mr•Jodi<'. d'oJ)'·r,, :.Ila c--amvagn:1 <fo~ 6f::'f'ta 1 <· muta, :-1g-li :1llx~ri isch,·ktriti _ ! Tr:iscorsi i Y·W· anni, <;bbi il prormr~so <li vi: tggi.ar< ·p<1' tutta la Sibr".r'ia; al'.ora passai tre anni ad Irkutsk, lc.1 città più importante d•-Ha r,•~ion<·, molti anni a Tobolsk. a T~um<·n <· a-ltr<- città di minor<• irmr,or– tam::J. Ora eh<: k· mif• soff<~r<m7P •~rmin:.1.vanodo– vevo assist<--rP a qudk~ dr:gli altri; la proc" S'>ion<' dei dr-portati in Sibr--ria in~ros-;ava s..->mpre più, io compr,.:nd,:va eh•· la propaganda andava se.:-mprc es.t•·ndr:ndo,;;i. J ntanto con <lei compagn i faCF.·vo progr:Ui per l'a\'v,:nirP, progetti, disegni, J)"'r il llO'>lro ideale. \'d 1~ 1 6, in settembre, ottenni l'autoriz;r,az:on•· di Si obbietterà che sono questi i piccoli in– fortun i derivanti da llo svo lgiment o di .una grande o.pera di emancipaz ione proletaria. E-ppur e si.Inili rag ionam ent i, se rvono a cr.ea– re ·una mentalità ta le fr a massa lavoratrice fémminile tanto che si rende pi ù diffi cile il reclutam en'to della st.essa nei nostri movimen– ti econ omici. E nesuno lo p,uò nega re. Per questo io 1penso che ad evitaire il perpe– tu arsi di un s1mile stat.o di c-ose, e per incuJ– :.;..oa-re ne ll e.- .m•<m.M--p-ro-lct arie u,n - concetto più preciso delle diverse form e di organizzazione, occorra p:rocedere per ordine. Si dica dunqq11e alle donne: <( organizzatavi nelle vostre leg.be <li mestiere, prende te parte atti-va alla vi-ta ed allo svilup po delle mede– sime, siate delle affezionate tute-lat rici .dei vo– stri inte!'essi nel campo d,ella produz ione, dan– do la vost ra oomp leta soli darietà nelle batta– glie del lavo,ro; ed entrate a far parte d,e.11-e ~~~~r~~.so:/,~li~~e~P~ ~~e~~;~J .:t~;: 7~~~~ao~~ lottat:r:ici per una società nuova in cui il la– voro ,vostro s.arà emancipato d,aJ capitale sfr ut– tatore 1, · II momento, .come ho <letto, è favo revole: i ,vuoti lasciati nelle nost re file.. economich e e politiche debbono essere colma ti coll'entrata in lizza delle donne. Il convi ncerle ora , io pen– so sia neppur difficiJ.e; meno ancora lo sarà domani. Con fermo proponimento quindi, ma col di– ter io -che modestamente ho espneSso, non è difficile creare un.a vera forza femminil e: quel– la forz a che non ver rà mandata alle trin cee della frrnte, ma che conierà tanto nelle bat– taglie più sante e 'Più civili che combatteran– no domani al ritorno della pace da noi tanto auspicata nell'or e dell'int enso e .pwo!ìcuo la– VOl'Odi pro d uzion e delle ricchezze soc iali. Pr ato (Toscana). ETTORE STROBINO ritornare in Russia , ne approfit tai immed iatame n– te : tre Orè dopo aver ricevuto il decreto salivo in tre no. Otto anni dopo il mio ritorno mi 'J'imisi viaggiare. Notai subito un gran mutamento nella vita russa. .l\v<'ndodel dC'n:J.ropol-cvo mnn~iar<· in fc-rrovi:"t ,. con,dirnare co-,) il mio cammino molto più rnpi– damont<·. Si può dire che f)C'r sci anni il mio do– micilio fu sui vagoni. Tcnovo ndunanze rivoluzio. nari-e di notte s.ui bnttelli, nelle case operaie <li città, ncr<' capanne df'i con,t.adini, ll<'lle foroste. Ora.. mi trovava fra folle preparate già prca:xlen– temenle d:1 altri rivoluzionari. Una volta, a Odessa , arrivò la polizia improv– visamenl<.!nena ca""1,ove mi trovavo, per fare una pc-rquisizion<.;. llnmediaL-1.menU'.mi -trasformai in una v('(:chia contadina e cosi mi salvai. 11 mese S<'~,UC'ntc via.g– giavo il c;ud cnmuffat;t da frirnC<'<.<'. La polizic1 di<'lro c<•rti so<,,.-pe,Ui v<mne n<'.!\ r...-1sam<·ntove mi trov;ivo rer esaminare i passaporti, ma ebbi i! tempo, mcntr<> pr-rquisivano l'~ppartamento vicino a quello occupato da me, di fug:gire n<'lla casa vi. cina. Oirio1to nwsi dopo mi frovavo a Ki.-·f ron una ~iovin,,'t:1 <li diciasSéttc nnni, rivoluzionaria atti– va, militante sotto sorvcglian?..a de:Jla questura . Si viwwa insiem<' in una piccola c:urn·ra quando un giorno d<•I!<) spie mi osS<~rv;c1Tono in sun. compa– ~nia; la nottr- <;(:..~'uent•-un g••1Hlarnwvc,nne a b:-lt– tcrc :111.a nostra porta, (: fhi<·se alla hn6u·1a : - Qualouno dQrm<>con voi; p 1 ·rch(' non avete avvertito la qi1estura ! Per fortun:1 io ero uscita. La ra~an:t, molto spaw·ntata, rispose : - V('on" solamcnlf> la mia nonna a trovn.rmi. La giovinetta, appena partita la g,uardia, fuggi Carlo Fourier e la divisione dei benL Uno dei piii convinti apostoli della coopera– zione.., Carlo Fourier, di cui la Francia ha commemo r ato in questi giorni il JH. anni – versa rio della nascita, amava molto quando era a Parigi, passeggiare nei giardini del Palais Ro·yal. Un gio1·no si era soffermato a guardare un tale che gettava del pane, minuz – :;olo per minuz:;olo, ai numeros'issimi passeri di qtiei paraggi; ed i passeri , ad ogni ~briciola che cadeva sul terreno, vi si avventavano, si disputavano, stridevano, contendendosela, se1npre più avidi., sempre più discordi ed ira – ti. Il colpevole di tutto questo leticare avendo notata la pr esen:.a di F01lrier, ch'e(Jli cono– sceva, si volse a lu.i dicendo: - Ecco, signor Four ier , vedete? Questi uccelli s'i bisticciano per una minima bric iola di pan e. E come potete voi s11erare che gli uomini, che hanno tante cose per cui 110n possono andar d'accor– do, riescano mai a vive re in pace? - Vogliate cedermi il vostro 11ane, caro si– gnore, rispose il savio; e poich e l'ebbe, /lo sminu:.zò tutto nelle pr ovri e mani gettandolo i11fine a vro {usi.on e a(Jli uccellini. · Allora ognun di loro , sen:.a più quest iona re., si pres e il suo minu;:;ol o, e s'en e volò via tran– tJUillo. - M ettele cia s1cuno in grad o di ottenere ciò che (]li abbisoana, - diss è all ora pacatamente Fourier al suo inle rl ocutou stu1Jilo - e ve– dret e che l'a ccord o pu6 regnar e, così fra i pa sseri come fra gli uomini. Lcl CoOJ)eraz.ione Jta.liama . sott o J,a pioggia e venne a t.rovanrni in un a i·ìu. nione segreta. Là m'abbi.g,Jiarono come una gran dama e cosi cmnufTata in 1.ma elegante ca"'rozza mi condu sse. ro a!la staziono. In tanto operai e stiudiosi oreava no contin.ua men– te nuovi ,gruppi d'agitazion e, 1 nost ri discorsi ec– citavano l'entus ias mo; entusiasmi seguiti da arre– sti. da condanne alla depor,tazione ~n Siberia, ma intanl-o i contadini, gti operai si desta vano dal loro pigro leta rgo, ridestando la nostra gra nde spera n– ;r..,1 : lo scoppio della rivoluzione per opera del po– polo ! l.l'! gu<'rrn con il Ginppone destò in ,Russia il più g:rnn malcontento che si si:i. mai visto, e allora i nostri quarttroC'<'ntomila cornpagni eccitar ono i la– voratori n ribellarsi f)C'r la '.ibertà. In fatti n<'i recenti moti si videro dei soldati ri– fiutare di far fuoco sulla foll.-"I.In sono -allo stess o c~rcito vi sono soldati, anzi ufficiali che 1.-"lvora– no scgretamc~tc per ta nostra causa , mettendo a no':.lrn disposizione anmi e intelligenze . ;-.;elle Univ(',rsità, in Lutte le classi profossiona li vi sono uomini energici, d'ing~no che sarebbe ro prnnti, giunto il mom{'nto opportuno, di guidare la rivoLta. E il movimento rivoluzionario va som– pr<' pili csl{'nd,endosi e intensificandosi. Sono milioni e milioni d'uomini che lottano , combattono nell'ombra per abbattere lo czarismo, J){'r lib<>rare !:1 R'l.lssia. Combattono, lavorano e soffrono in silenzio sen – zr.1posa, senr.a tregua, crc.c'l.ndosiun con forto nel:0 stesso lor sogno luminoso di libertà . FINE. CATERINA BRESHKOVSKAJA. Traduttrice Gi11seppina Moro

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