La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 7 - 2 aprile 1916

sa.re - epp ure sarebbe stato facile. bastarn un po· d 'indulgenza reciproca . Si faoeva tardi ed egli si alzò per andar– sene.. Ella ne provò una pena acuta . - Sent i Cesa re ... Ed avrebbe voluto dire. Perohè vuoi an– dartene? Non siamo più giorani, c' incam– mi.nia.mo a gran passi verso la vecchiaia. verso la tomba . perchè separar ci nell"ora in cui si ha più che mai bisogno di affetto e di cure? L"espe.rienza acquistata att-ra– Yerso ai disinganni e alle lotte aH à servito a qualche cosa . se ri, ·elancloci gli errori ciel pa ato . anà fuso le nostre anime per l"a\"· venire. Rimani Cesar e. io dividerò il t.uo ideale che farà di me un 'altra donna, co– me ha fallo cli le un altro uomo.. . E sarò più che la compagna . più <Jhe l'amica.. la rnstal e che manterrà accesa in te, come una lampada l"Oliva. la fiamma vivida del tuo fervente ent-usiasmo. )la non di se, presa ad un tratto da una timi dezza inesplicabi le-. Non disse. ma gli lesse sul rnl1o impa llidito, negli occhi greYi di tr is1ezza. ingo1nbri di lagri me. la mut a fervida preghiera ... - Vuoi che rimanga Annina? Così ripr esero la Yi\a in comune quei due esseri che la stanohezza ayern separat o ed una fede nu o\·a ri congiunge,·a ... così le loro anime buone. s' intesero. si fusero e si uni– rnno per sempre. LA DIFE SA DELLE LA VORATRICI Piccole e grandi verità Raccontino per fanciulli. glio la paur osa ammirazion e dei pochi che pur pens ando div ersam ente dalla massa dei bigotti, tim idi, Limidi, mascheravan o con orura le loro idee. Era giovine, bellin a, d i ca– rattere espansivo e si fece amarn mollo da' suoi bamb occi di prim a classe, il cui cuor e non era, per fortunu 1 an cora accessibil e al – le maldi cenze dei genilor i. Si fece ama re e amò mo!Lo i bimbi. Uno par ticolarm e.nte att irò la sua attenzione . EJ·a un cosino ming heirlino, palli do, con du e occhioni in1,elligenti. che ben si distin– guev,a pe' suoi modi d'una gra zia timida e qua si paurosa, da tuUi i suoi compagn i iro– busti, allegri, chiassoni . Si chiamava Ce· sarin o; e. 1 ra fi,glio d'ignot i, viveva in una casa di contad ini che, com'è usanza nel Va– resotto e nella Brianza , volonti eri accolgono questi bim bi di nessuno speouland o su i de– nar i dati dal B11efotrofi.o e sperando avida– mente una fo,r tuna impr ovvisa. Cesa.irino amava la sua ,ma estra, la maestTa am.ava il bimbo, poichè rassom igliava, una simi],e in– fanzia, al suo doloroso esilio dall a famiglia. Quant e volte, dopo scuola, se ne andavano Lutte e due nella oamera che serv iva d'abi– tclZione all' i,nsegnant e e là la giova ne prren– d ev-a in br accio il fan ciullin o. l'ac carezzava cercan do di compen 9ar lo di tutt e le ingiu– stizie chè soffriva e che avrebbe anco r più dovuto soffrire, l'accar ezzava e pensava in– tanto ai suoi nipotini lontan i ! Ma un gio 1,no Cesar in o non venn e pi ù al– la sc,uoia... La mamma adottiva avvisò la maesòra ch'esso era am mal ato di bronchit e e deLLe ques to avviso con una ind iffer.enza ir-rit ante. Orama i forse vedeva sfum are la pro babilità della fort una sperata. Cesarin o non venne più 1 ,e dal suo miser o lettin o chi a,mava la su a maestra , voleva la sua maestra buon a, che nel frat tempo , nella scuola , insegnava ai suoi com pagni t.riste, triste, sentendo ancor più doloroso il vuoto in.tol'no a sè, anco,r più acuta l a nostalgia del],a famiglia lontana. Povere maest"'e ! Pov ere "'agazze ,ancor tanto giovan i, sbalza Le in m1 mondo nuovo , senza est)'!rie:nza, quan ta della vostra ener– gia si spr ooa con tro ostacoli insormontabili. Quante volto siete aocusate ingiustam ente di 11egg,e1ìezza, di pigirizia ! Rara men te si tie,n,conto d€lla vostra gio– vine età. Entrat e nel mondo ,piene d'entu siasm o. ma ben pr esto disilluse vi ritr aete da esso dive111ute pessim iste I Come ci sarebbe bisogno anche per voi, anz i pe J' voi sopTaLutto , d'un opera ri-ge.n e– ratri ce !.. EsTER GOLA. )!ARIA SAVARE. CERR I. Una ro l!a c·era no due mamme : una pro· !eta.ria. l'altra borghese. La proletaria la· vorava sempre (qua.nclo i buon-i pa'Clroni le da vano lavoro) !'-altra ,sempr e. . non faceva null a. COR RI SP O NDE NZE Venne la guerra . La mamma proletaria, a parte cert i do– lorucci domestic i. trovò finalmente tan,to la– voro per i soldati ed ebbe la gioia di non essere_più disoccupata un àst.ante del gior– no ; d1 lavorarn perfino di notte, quando i bambini do11nivano. E la mamma bor~hese diceva a' suoi bambnni: - Vedete che 0 bella. ccsa? Il babbo fa lavorare tanta povera geni.e e da pan e a. tanti bambini alfamati. Un giorno la guerr a finì. La mamma lavora,tri ce dopo aver tan,lo fat icalo , aveva dov11lo spendere ·per il caT-0 Vl\'el'! tutto q~elJo che aveva guada gnato, e non aveva pm nemmeno un so1do. Doveva du nque tornar e a tribolar e di nuovo in cerca di lavoro. tanto più che i l mari to era quasi guarit o da lle sue feri te. La mamma ricca intan to Si rall egrava; no~ aveva lavorato. ed avrebbe continuato, p,u che ma,, a non far nulla. 'Benedetto il lavoro .. . dato da l marit o ai laroralo r i del laboratorio! VERA. DELUSIONI Com'è destino di tu tte le giovan i maestre era capitata in un piccolo paese di campa'. gna e fu costretta a viv~r sola, lontana dalla fam iglia, da tutte le person,e a lei care sola in un ambi en te sconosc iuto est ra ne~ dappr ima, ostile poi. Era capitata in uno di quei paes ucoli lombar di ove imperano l'ignoranza , il pregiudiz io, la gre ttezza e sopi-a tuLto il bigo ttismo. Cercò amicizie e non trovò che. persone ,pettegole ·pronte alla maldic enza, non trovò che beghine, zitelle inacidite, pronte a me– rav igliars i di tutto nel loro morb oso fer– vore. Non trovò, o meglio ben presto disil– lusa , si ritrasse ancor più nella solitu dine e si dedicò tut ta alla sua scuola , un ica fonte di soddisfazioni, ama "eggiate spesso, pu-r– troppo dalla drunnosa intr omissione delle famiglie degli allievi, amareggi ate dall e lot– te cont ro tutt i coloro ohe altaménte si me– r av igli avano che la <(maestra)) avesse l'ar– dire di non far l'in segnamento religioso. LoLLò e vinse, accaparra ndosi la stim a o me- Da To r in o . Mercoledì, 15 corre-me, indetto dalla casa so– cia lista di borgo S. Paolo, dal fascio giovani le e dal g.ru.ppo femmin ile, ebbe luogo la conferenza della com1>agna ~[aria Giudic e sul tema : u Re– stit.iuite 11_ Le mag nifiche e sugges Li,ve pagin e di Em ilio Zo– la, letlte e commen tate dalla nostra cara compa – ,gna, hanno interessat o vivame nte gl'interv-enuti e speciatmente le mlmerose donne, che, con nostro grande compiaci mento, accorsero al nostr o inv~to. B' nostira speranza che le conferenze che hanno luogo tt~tte le settim ane oel nostro circ.olo sian o ott imo mezzo di propagand a e che presto il nostro gntppo si accresc.:1. di ott ime compag:ne e ·possa arqui sta re quella attivit à desiderabile in un borgo cosl popolato di -donne !,avorat rici. E' specia lmen– te in questo ..momento nel qua le i nostri com pag;ni debbono disert are forz atam ente le nostre orgaJll\z- 7.azio ni e i no str-i circoli che le donne dobbono prendere vivo interesse ai nostrn movimento. Da Caste lfi orentino . Nell'u ~tim.a adun am,a. tenut a da questo Gnup.po Femminil e .Socialista, presonti tuHe le iscritte, fu– rono ,prese le seguent i deliberaz ioni : 1) Riunirs i le domeniche ,nel locale del Circolo Opera io per tenere delle 1lezioni di propaga nda e cultu ra so1;ia– lisba, alle qual~ pot.>ranno in,tc1wenire anche I~ sim – J),c'ltiu.anti; 2) Coadiuval e il Cir colo Giovani .e nel– l'oper a alt aiment-e educat,r ice ohe iritend~ svolgere, per s,tirappare a lla falsa ediucazione del prete l'in – fanzia, e preparare cosi le futiure reclute al grn n– de ese rcito socialista. Da Ra v enna. L'a dun anza deHa. d.ire zione ,riportò sul tap peto l'argo men to doi".~ socie morose, verso le qua li, con un senso di unan ime sollievo, si deliberò di adotta re il ,prov1Vedimento dell'indice tes o yerso ,la porta . Su:ll'inconvcnienle di ,un certo numero super.fluo di copie della Difesa, .-.ifova.toda una compag na, un' al tra ne cont-:-.aosservò il ,Ja·OObuon o se messo ,a profitt o di una inte·mgentè distribuzion e di pro– paga nda, tanto 11e<--essaria al' di fuori deila -nost.ra ristrebta orbi ta, e fu deliberato, sailvo qualche die– ,nunc ia d 1 'abbon amento alla fine del semestre nel senso cli dare ... il super fluo ai poveri. Sugl i impor tantii pro blemi po9ti dalla Difesa del 19 corrente, l'adu nanz.:1. -:-ispon de ai prim o comma. Che ,pur troppo I.a diirezione intu isce e i·ndl1oe, pro– cedendo dal vicino a! ~ontano rl.a. du:bbi.a c011<)retez– za delle Sezioni fein.minili d' lta \ia, del doro 1fonz.i0- nam ento, della aoro \•ita lità ed attivi tà, alLrimen1ti troppo le sor.ridere bbe l'adun anza di congress i Jo. ca li, reg ionali, nazionali per non proporn e e fis– sa--ne runo seduta stante. Su l secondo comma : Che quan do le socie rico– noscano la loro insufficienza a 1far .funzionare u na sezione si inscri'Vano nelle sezioni masc hili : e nell 'aHro caso abbini no lrrtllto tr atto, con mct-0do, VOCI DALLE OFFICI N E E DAI Carn LilY:-ra, Sono un'operaia che ha frequentato solo Le ele– menta ri e quindi ho una modesta coltu ra ; non mi intendo j,erci0 molto di sociologia nè di queslioni economiche. Sento dire da persone colte che il so– cialismo è morto, che l'internazionale è fallita . Credi ? Provo una tristezza infinita e mì chiedo : che sarà aUora di noi lavoratori ? E mi par di ve– dere tutto buio nel nost ro orizzonte. Dicono : ave– te visto quanti socialisti hanno dùertato Le vostre fill:., hanno mutato bandie ra ? E purl-roppo questo e vero. Qu esta ter ribile gue rra non ha portato vA– tanto dei lutti, ha portato delu5ioni, ha demolito personalità che erano la nost ra guida dell'ogJti, la speranza del domani. Che ne dici tu di tutto que– <;to, buona compa;:na? .Saluti cord1'.ali. PE.TROSII.LA . Cara Petronilla, \Ii chi~di sP è v~-o qt.Ié'.lo dv· dicono tanti rhrvi ~~re~ ilgr~à!li;:i:at I;/i d~is~~::~ c~t:2-f:i~o!~ quale, parlando d'id<.'.<llitàche w-ngono SJ)(:<;SO tra– dit~ dagli uomini, condudeva: u PP-Tchè il soJ..-.a voh-e viene oc;ourato da 11ubi minaocio..,r•, n,·g:lY--rf">– mo noi per questo la wa ..--sist(:n7..a ,e la sua potenza vivifica tria:' :'11. li socia.;jsmo i: un'alta id<'alità, dir~i la somma di tutte lr- idea!ltà, perchè implica l'abo lizion-i:: d,;:lle ingiu..,;tizie, d<-lla mi~ia, d..-.jdo– lori prodotti d.-:1.U'attuale sic;terna borghey:,, che condanna al la famp mi 1 iioni .. milioni di c..eature che na(qu<.:ro con tutti i diritti ad una vila comp le– ta, y..--rarnente umana . Ebbr·ne, !,C una fiumana orrenda di sang ue ci attraversa pc.-run momento ~ via che condu ce alla nostra mela, neghc..,.-emo noi qu(•~l'ultima ? Pas– serà l'immane e terribile fiumana, e la via sarà ancora Jibc·ra e l'urrrnnità proseguirà il suo cam– mino. .\lolti hanno tradito; I: vP-o. :01a questo non è colpa dt°•ll'idea'.e eh..-: ri111ane in alto, :il di sopra di tutte le de:boleu.e ..-;di tutte le abcrrnzio ni dd lo spirito umano . Le dd..-·zioni degli individui non debbono scuotere la nosLra fede, perd i(~ noi non dobbiamo ~irapfY.-J.rci ad ('SSi concn::tando in loro l'id<·:1,r,·rch/.: fao-~n<lo C"O'-il noi CTeiamo degl i idoli. I compagni, anchP se condottieri, dcbbo oo avC'-c il no,,:tro aff..-~tto, la nostra fiduda, ma non deb– bono JX·~ò :=t.<;sorbirc tutto il nostro <-SS<-r<' pensante . ;\on -r:tttristiamoci troppo di qut-st<>disc-rzioni i <---Y· <;ono la con'Sf•g:uen;,,a d-0Ua pr<wa d<·l f,uoco ... all;:1 qual•· non hanno potuto resist<·rc i dd>oli e i falsi. J)..--1 r.-sto, méglio poch i sinceri , che una folla <l'ambigui_ Il SO<·iali,;mo, o compa~na, è ancora bamb ino i rh<· ro<;rt avr.-,hly, potuto ott<mr_rr('un'intornaziona• k, .-.ort-:i. <b poco, dovP ha fallito una n•ligion ,~ cat– tolica rh.-..<-onta miJ.ioni di ad<:ffenti f" y,-co\i di pro– paganda? Comi" non si giung<: all '<·tà ma.tura senza av"– r.-..subito <li'>inganni e dolo-i, cosl non <,j raggiun– ge una mèta senza aver inconLrato d"'gli ostaro li. \fa <·s'>i c;e-rvono a ritemprare gli animi e.cl :i pro– varli; può anche esser~ oh<: ciò che viene chiama- to dai rr.iopi il fa llime nto delrin tern azionale, sia invere il primo passo verso il suo supremo Lrionfo ; L IBERA. Ca ra UOOra, Oo111esai noi pa.\samcwaie ,\Ù/1110 in lolla per ot – tene re un modesto indenn izzo per il caro 'Viveri; per accordarci abbia.mo tenu to domenica im 'asse m blec, che data. la gra'Vilà dell' argome nto, che tocca cosl intimamente gli inte ressi delle la'Zloratrici, a'Zlrebbe <lo'Zlutoriuscite cfo'Vvero ùnponcnte. Ebbene poche, troppo poche -risposero alla chiamata. V'è una ne– J!llitlosità proprio scoraggiante. Qua11tc e qucw te di <1uelle as(!ll/i pici,:nucola.rmmo colle omiche e roi parcnli j,er il caro vi"Veri; ilnp reche rmmo, 9ua,1- do sono ben _çicwre di 110 11 essere 11tf.ile, cont ro il pc,drone tirchio e ciffamato re, ma n.essuna 1w il co– wgJ!io e la lealtà di proclamare alto e fo rte il suo diritto ad tm'eq ua 1'etribuzione, propor::.ionata all'i. uasprimento delle spese in ques,•ora tragica. L a -nwrmorazio11e, le lag,-ime non sono i mezzi di di- i comi tati masc hili e i femmini li, e convoc hino as – semblee miste dii compag ni e comp ag ne. 0 -ccide di Lrasmett erc la ddi-bor.a a!Ja sezione ma schile per sottopor la al suo esame e solJecitare la sua .approvazio ne e di interessa re esplicitamente la direzione del Part ito a p--emere e tn fluire diret– ta.mente sulle sezioni maschili perchè 'Un -po' alla volta (e magar i rpiù presto che sia possibile) si con– vincano de'.l'obb ligo che av,re,bbe ciasc uno di per– met tere alla propria mog 1lie, anzi animarla ad in– scriversi ,nella sezione sooianista . Tra ,una discussione e t'a,ltra un a socia di 1 mostra l'opport un ità di incoragg iare 1\a compag na Ida Oh e– •rardi ni , ufficiandola a aeggere 11ei:a prim a assem – blea mista, un lungo e pensato suo articolo di viva fede socia lista, -dopo quat>tro paro le del com– pagno Cilla sulla necess ità dell'orga nizzazione fem _ mini•le. App-:-ovato. Da Rubiera . Coll' intervento del compagno Lar i deila Fede– razione socialista giovanile di Regg io Em ilia, si è costi tui ta una nuova Sezio ne socialista femmi– nile, composta di buon numero di compa gn~. U Lari parlò anche del difficile momento che attr a– versiamo e del dovere che a noi iproletari resta da compiere. . Sedu ta stante si addi,venne a lla nomin a del!.a seg:reLad a pro w isoria, compagna Cornia Elvira. Alla nuova Sezione i nos tri aug,uri. . Oi giunge pur e notizia che altra sezio ne femmi– mle è stata costituda a Poviglio. L' opera della Fe– derazione Soci.alista prosegue ùit,ensa nel R egg ia– no_,_per dar vita ad ima fort e orgmiizzazione f em– mwif. e. Presto al.tre S ezio11i femm i,tili verran no costi tu ite. .ll l _m<:-estroBonaccia/i ed agli altri comp agni in– vrnm o tl '!os~ro_plau so cordiai e, confidand o che le mw_"Ve Sez 101u si occ11,pera.-11110 atti"Vainente della dif– fu s1on.e del nostro giorna le. PICCOLA POSTA. A Wute le .Sezioni Femmini li rivolgia mo invito a voler .darci. conto della loro att i1vità, medi a nte frequ~nt1 corn spo nd'enze aJ gio:-na!e. I nv1e:emo prossimamente un a cii·co\are diretta a compiere un la,voro slatisiico di que sto movimen– to, che accenna a diventar e .rigog lioso, e che lo di– ~ir~t~!v:; _tament e se t u,tti i comp agni fara nno il \ Il L.A\""0. - Cori,m a. - La censura non lasc iereb- be pubblicare. TATT I. - En erina Gore/li. _ Anche tu dimenti– chi che esist e la rensura ! CAMPI f esa delle persone coscie ufi dei loro diritti come dei loro dove ri; so110 le armi dei fia cchi e degli ipo– criti. No n ii pare ? R OSA S.\V.. \R È. Cara Uosa. Perfettame n te. Ch i vuole la redenzione se la o.pcr_i.. ?\'on. h<;nno diritt? 1 di lagnarsi dell~ condi_ z1on.1 _in cui vivono, que, '.'élvoratori o quelle lavo – ralnc1 che null a fanno per modi 1 fica~c !o stato at– t~a!~ delle cose, _che non sento no il bisogno di unir_ si ai loro fratelh ed alle loro sorelle di sf,rut tamen– to. Noi socialisti abbiamo detto, diciauno, diremo ancora e semp re la parcfa della solidar ietà · noi contin ueremo a stimolar-e il prolelar iato perc hè non si pieghi, pe~chè sia Wgile sempre de ' suoi diritti, conscio do' suoi doveri. Fatto il nostro dovere, tul– to il nost ro dovere, poss iamo guardare con do lore ma senza ,rimo rso alle fo!le di sfrut! ati che non ci ascoltano e non ci seg uono. N,ei prim i tempi della nost ra propar1anda nes– suno ci dava la propria solidar ietà, e r,7ire qu anlo ~:~rj~?O:~aè :a~tii ! n~ ~j ; ~ ~ç; r~fn~ 1 ~,! compagn a, LIB ERA. RJGAMONTI GaUS EPPE , gerente Hp . Editrice della Soci1atà • Avanti I ., Mila.no - Via S. Damia no 16.

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