La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 20 - 7 novembre 1

LA. DI JOESA DELLl!: LA VORATl lI CI CORRI SP OND ENZ E MIL ANO, I D a No var a. ){inHlinmo dn queste col onn e 1111 t+aln to affct- La Federazio ne te,ssi!e e la nostra Cam er a del LaYoro, a nome dei 5000 operai e operaie tu oso :1lln nostra iort e e delicata coHabo rri.fr ice I noYarcsi hanno presentato alle quatlro di tte J[ nrl ::i_Pc~·ot~i Ilo1:n.11ghiJ e l '1\1g~u·io f<:n ,idis,_iUlo co'.oniere della nòstra. città un m emoria.le con· porche s1 r 1;;.tnb1!!sca pr esto 10 i-alute JJ<'l la tenente le seguenti richieste : 1rirn (iuill itì~ dcl hi. sua fami glia e Jl<'t·chò po,..,1 1) equiparazio ne d i tariffa su lle paghe più ri pr ; ntkr c cou noi In lJnona bnttag li n 11n l 'ctl n• ~~e{0 2 )p!~~ 01 it ~~ 1 i 1 ~~~lt~ cl!iii~~~~!~tocl~ iof·~i eazi ouc moral e e civil e dcll n do nn a 11roleturia . tura; 50 pe r cento sulle ore ~tranrdinar ie. ~o i se;itiomo ehe ci man ca la su a 1101.l alt a. pr o- Dette ric l1ie.,te non rappresenbno ccrta men- fontla, .;('l' ('ll ll e l"iUY()Chiam o. f.lCClll O Y01i }JH chè !)~1.;:l~a i1~/i~~iitz~~~el}ei•~.e1;\J~~;~eg~rni~e1! 1 11: tor ni 1n·c,to a JtOi r icc 11 di forze tl-:icbc, e della le oper,1ie coton iere no,·él..re..,i. inferiori indub- sua 1,cna fC'dc scC'illli-.ttJ. hiamente alle meclie dell'Alto i\lilanse e del ~oYarese. D a T o rin o . Jlondo P iccino . - Domenica 7 no,·enwre al Circolo Infantile u .\.de-Diletto 1, ,·i sarà L .pri– mo s32,gio òimostrat.i\"o : ver l'occasione si fa– rà una piccola festa inaugura le col seguente programma (e-.eguito da:i bimbi) . Ore 1L apertura r.cco banco di beneficenza; ore 15, parole d'occasione dette dalla nost 1:a :--.rasrda : 01 e 15 1 2 Canti: ore 1G, Comm ecli:t umOrL,tic:1. in due aLti : ((La scomm essa d i Go– stJ 1,; ore 1 ì, Poe.sie sociali recitate dalla bam: hina :.\la.ria Pas1ua; ore 17 112, concorso d1 ban1h'.ne ({Sciogli-I ngua. ,1; di bambini, al sa l– to. Gl' int.en· alli saranno rallegrati da un grup . po mand,11i nistico . Al :::a;!g:o non potranno inte rvenire che le famiglie degli allie,·i ed i tesse rati. D a Sp oleto. Le operaie del lanificio di Spoleto h anno tenuto u.n·assem.blea in cui s.i è s,·olta una di– sn.1.:_;.s.i ,ne c:ere.n~ss;rua ed obbiettiva . Xon solo alle o;Jeraìt! ,·engono infl;tte multe senz_a al– cun rnotb'o. ma non \"iene loro compensata al – cuna percentuale ~ul laYoro st raordinari o ; si è giunti a furia di promesse ad ottene re da es'-e il rna..,;,sirnosforzo del Ia,·o ro quoti diano senza da.re ne55un indenni zzo. e - quest a poi è ori•il.Jile - il pro Yento delle muJte, cui ,,ann o cosi frequent~mente soggette le ope raie, non si :-a clo,·e , ·a.da a finire : se a fM·ore de !l'as· ~i.;;tente '~ ...) o della Società (!...). In propo– f-ito non sembra esista n ~ssun regola mento; non e'-i--te un orga n ico e nessu na regola per le pr0moz:on i e tante altre coserell e. s·era ,·en:ilata la proposta di uno scio1>ero, specie perchè si Yorrebbe . oltre che procedere ad una reds:one e modLfica delle norme re:zo– lamentari, insistere per l'istitu zione cli una ca.s..::adi soccor:::o fra malati con pro,·enti del – le multe e di un adeguato concorso da parte della Società. I compa.oan.i nostri hanno, per il momen to, sconsig-Late le operaie ad uno sciopero, pur com·enendo d i mantene r Yi,·a l'agita zione, ed an zi lian.no s.ub ito, col concorso di quelle or– g;.i.nizzazi on i che stann o sull a nostr a diretUv a , :::tabilito la pubbL cazic,ne di un quindi cin ale pron ·' :.:.rJri o per la clas::;etessile, e promes .;;o di ind:re qu anto prima un comizio. Le cond izioTT'idell'industria. po; sono florid e e 1nss.ono dare senza sforzo alcu no ciò che le organizzazioni ope raie hanno domandato . D a Abbiat e grass o . La maestranza delle tessit rici del Cotoni ficio F ratelli De!L \ cqua di Abbiategrasso ha soste– nuto un hreve "'-Ciopero. Disorgani zzate , senza alcu no che le ass istes. se, le sciop~ 1·anti si aste nn ero in mas sa dal la.Yoro •per cinque gio rni, fìnchè pre\·alse fra cli es.se l'idea di l'ivolgersi alla Camera ciel La– voro cli :.\lilano . Ri unite alla Casa de l Popo~o, le donne esp resser o i loro de.:;icierata e dop o a,·er am– piamente d:scusso sul mo do migl iore cli con– durre a ter mine l'ag itazione , e considerato co– me la questione pri ncipe - e c:oè la parifi– caz ione delle. ta r iffe ora infe riori a quelle d– genti negli sab :lim enti che la dilla ha a Bu– sto e Legna no - sia delicatissi ma e mer iti uno studio speciale pe r la sua se r ia applicazione, Yenne ,·otato un ord ine del giorno nel qual e riafferma ta la buo na causa. delle se operant i, si è delibe rata la ri presa del lav oro. D a Savona . Una ... pericol osissima deli n quente ! E venut a stama ne a tro va.l'mi un a pericolo– si::;sima delinquent e. - .ì\l i chi am o Luisa Pa – lag i, d i·sscmi , esco ora dal ca rcere dove sono stata tratte nu ta per alc un i giorn i esse ndo sta– ta colta in flag rant e delitto di fLL1to, saJ}ato scorso sulle calat e del po1-to. Istin ti\·asne :ite port ai la 1na no, come p-er ta– sta re se 1 · a.ye, ·o anc or a, su l mio, a.him è, vuoto portafoglio . La poveretta m i guardò Lr iste – mente come per ra.ss.iC"Urarmi e cont inuò : - Sono Yedova d a di Ye1-si mes i e ho quatt ro figli in tenera età, due sono riuscila ad a-llo– ga rl i, uno airO spizi o del Sa ntua rio e l'alLro a :--.filano , i du e P:ù piccoli, un o di due anni e l'alt ro cli cinq ue sono con me. Son o occu pata in Sideru rg:c a, al treno latta, ri1Ja rto cord e e qu and o la,·o ro gu adagno circ a lire una e cin– quanta al giorno; m a attuaJmente .al mi o re– pa rto il Ja,·o ro scarsegg la e sabato stavo r itor– nando dallo staJ)iLmento dove mi ero recat a appositamente ;per Yedere cli lavor are ed at– trave rsando 1e cal ate del porto, in mezzo a quelle montag ne di ca rbone non potei resiste– re alla tentazio ne, ne presi due o tre pez.zi e gli n ascos~ sotto il gte mbiale ; cap irà, soggi un– se la po,·e ra donna, non aYevo più un soldo in tasca ed a casa c'e rano i d ue poveri piccini che avevano ancora d a fare colazione. Ma ero stata ,·ista, un carabin iere grande e gross o mi ~altò acldO'S'-O, mi arr estò e mi port ò in ipri – gion e. Sono stata interrogata, ho r nccon t.ato le mi e m.iserie, ma il signore che m 'int erro gava n1i d i::.sc che ru bare è un delitto punito da l Codice Penale e che sa rei stata pro cessata pe rchè il rieato eia me commesso era cont em– plato in m1 certo art icolo di cu i non ri cordo il num ero, dell o !--te.::sococlice. Q,ucsta mattin a sono stata fìn :1lm enie l"ita...,;;,ciata in libert à. pron· isoria e presto m i faran no il process o, sono 1rnnuta da lei Jierchè mi sappia con si– gliare : capirà, se m i conda nnano chi pense1·à ai mie i picc ini? Conso lai del mio meglio la poyera Luisa P a– lag i e l' a-:,sicurai che la. Carnera del Lavor o aYrebbe provve<luto per la sua c.life~a. e che pro– babilmen te i giudici 1 'avrebbe ro assolta. Fin qui, la nn.n n.z:01e e-sntta <li quanto oc– corse alla povc.ra Palag i, nec:.essita ora fare i comment i? La po,·era mad re per a..\'ere rubato due o tre pezzi di cad)o ne, è sta ta arr estata , sa rà processa ta e proba bi lment,e cond an nata. Gli ones ti negozian ti di carbo ne del po rto, vend ono att ualmen te all'in grosso il prezioso m iner ale a 100 lir e la ton nel.!Bta, e qu esto spe– cialmen te pe r gli alti prezzi di noli. Sapp iamo di negozianti -che lw nno uua da!}na to in due viagg i di un pir oscafo in Inghitc rra., l'in ter o valore del piro sca fo stesso. fola la povera Palagi che si app ropria du e pezzi di ca rbone è una ladr a, l'ar mato re ed il negozia nte che a.rricch i-scono speculan do sull e mi serie di tutt i, sono della gente che sa far e abilmente i propri affari . Da Turbigo. Dopo tre gio rni di sciope ro compa tto si è firma to il concor da to colla piena \'itlo ria cle1Ja m assa operaia del Coton ificio e Casca mificio Vall e Ticino. La ma estran za, più di 1300 operai e O'J )era.ie , aYeva fino da giovedì diser tato il lavoro· per– ché la ger en za della cUtta, al concor<lato st i– pulato fra Federazione tessile e indu str iali co– tonieri dell'Alto ì\li lane.~e, al\'eva dato un' in– t,ei~pretaz.i one... malt o comod a. Sul. luogo si è fin dal pr:mo giorno reca to il comrpagno Schi avello dell a Federazione. che ha poLuto così nell'imponen te com iz-io di chi usw·a da r not iz;ia, Ira gli applau si Yiv:ssi – mi delle sc iope ran U, deilla compl eta vittoria operai a. Da P lancer i. Le riunioni tra gli affini che lav orano nei la– nifici eh qiueste vaJli sono s~ate nwn erose ed affollate . Nella loro tot alità gli affin i si sono .pur e in sciitL all e loca li leghe tess ili che fanno capo aUa centrale di Pianc er i. Sono circa 800 n uovi soci çhe vanno ad agg iung ers i all a forte famiglia dei tessito r i e delle tessitrici che con – tavano già un num ero d i 1300 soci. L'org aniz zaz.ione ebbe già a p1:reparare il n uo– ,·o m emori ale, da i.nviar 3i alle ditt e inter essa– (.e. :-.:e1 mem ori ale, oUre a1la l'i.chiest.a cU mi- VOCI DALLE OFFICINE E DAI Cara L ucia, Trattenendomi spesso colle mie compaane di larorrJ in dirersi stabifimenU ho .'ienUto affe r– mare dtP le ra9a :.:.e madri non JwnntJ alcun diritto al sussirlio fVlla maternità da pa rlP del • l'industriale, chi! accordaad-Jlo non farebbero altro clte incorayaiare il 1.:i:;io e la corr u:.ione . Io non li .so dire qua,le disgusto ,a imprPssitJne mi (11:,biofutto fJUl?StO lingua(J(JiO sulla fJOCCG di cofom dt'! dr,,rrebbero essere li? prime a r:om– p ·a111ne li? bn, disqra :.ia l e compo(JnP, di co. loro r:he dorre"bbl? ro aiutarle, moralmente al – meno, e non r:f)ndannarll? col lor o dispre;;;;;;o; che r,on dorref,bero n1?gare lo ro r;ueU'oppo(J[J ·o di solidari liJ., di cui le in{ Plici arTl~bbe r o biso. grv.i Pl?r far 1·1J.lere i propri diritti. Crl?dr,,, ed è aw:he logico. rh,: taTitO llJ drmru , ma ritata. quanto la rayo:.-:.a 1Jb1Jiano lo stesso diritto, n,:,n solo perr:hè PnlramlJe pO(J0110 la qur,,ttJ, ma per,;hP prr.,,;rp_onrlo, PS.<;e compfonr., I" uyur;le sacra mi, .i;irJne. In. unr., ilrlòilimenlo, di cui potrl'i forP il nr.,, me, un.a Ta')n:.;;;a madri? si è SPr1tit11minor:cio– re di lir;n,:.irJm,:nto se o.reue fJ.Mfo 1?s·rvrf' il 111. 1idir, che le sp1?ttrna. L 'l po1:erdtr, CTPtU't/P l,l?r,e lit:en:.iarsi, r1nr:he per rttJn sulJir1· ollri, 1u11i[ia;;;ioni ed il di ,pre:.;o delle r:tJTfl.poyor, di [aror1J r:ltt! li? r,Pyrur.,no fr; lf)rr,, soli1forietti. lo dr.,11 'lfldlj a ft?, Llu:io, si? ti sembro yiuit11 una /mili? Psd11.siljn1?, io ti domr,rndo r:hP f:lj.'ifl si ,tr,1 relif1P consigliare o chi ii lrf"Jt'flJ!iP iTt si– mili conrfi:.irmi: r,, prP(J◊ le r:fJmparJwi t11tlP di fra",_ uri otfi,·11 prr,po91mrJ11 pPr ,;r;mrinr:Prf' k l}r.,1w" del'o r,eceuila di 0rar1.,,i;:,or,;, d1P {J1;es;– PrO r,.J oi11torJi l'v.r,fJ con r,,ftro o"i ,r,1,mr,11ti 1,ilJ. rl,fftri[i P rfoforlj i, e q1JestrJ 'TIP{ forr) i11lP· rPS.'P, w-:rché I'intlustri(Jlf'. appro/Uta r/Plfr no– ~tr,. rlhr:orrfip pr,r sfrJJllart:i 1n.oqqi1,rmf'1d1>, r: pµr fori' fJ n9slrr,, darml"J, i s111.,; iritPrt>.'·. i. lo 1·r,rrei d1P t11.ffp le dr;nne, 1poali0111fosi di r.,gni dru,,11J r, f1rtlji11rli:.io, cr.,mprr~1t1/p_.ur,r() frl arr111dp:;;,,orleifirlPrJ{t? .~r,,rioli.'!lo P si s;,:/1_,,,rr,., ·P· Tf"Jrr,,mp1Jffi, 11Jttr., /q 1w11IJondiprfJ; n,rr,,i r:hP li fJ1•rrlf1rl9 i di f/UP{ mrJ,!lr11f'JsrJe,)l,i.H11r) r/u• sr,f. fr,,:q fo for11 [IJ, r◊t;I? della piPtri. 1·pdr,s PrtJ 1o•l111 rr190::.fl e1fotto lfl mrJdre 1ollantr,, dfJ{J/Jifl1/lf'11• fp IJi~-,Jf}ftfiflJ di f1illfo pl?rt:ht> dO(JfJ;flmt-rtlP Ili• J:{Jro:;,r1/11rr.,rrP· che lf'T11?sseropl'r w,rmr1 dPJl,, foro rifo il ffl.f)lfo: " TJJtli [Jf'r Ufl'J, 1/ftf) fJ"r t11tti .,. ('(Jrdiflli lllluti. L·rJperaia Bo:-:r_c;CJrI f'.AH.',lf, .,.A. ('r,ro r:f)mpagna, Il frtt/J eh~ tu du1und d rnet:t.\ igii:t a,.<;s 1 • in qucJnto eh?. iJ t-:1.Js5.id:o Ile m:.tdri 1 <l~,v, p•~r r,,,rg-e dalla. C:i sa d; :.\f ,1,~mita a rui eon– cr.,rrono le quote <1eJJ',1pera·a, ,J,~JJ'iwJusitial,j e <l:..JJo~tato, e t?!e leg-g-e <•ùntl:-rnJJla t1Jtt · Jr: rnarJJ'i IPO:.a rii tir1::;i,J1te. T~J.olta è l indr1~triale che pu ma,.,gi 1 Jr .vJLe i~ud ne 11el sr>C<·or"'o,::rntidr,a il ; sid. i rh-nt,~ndv< s.ulla ca~;,;a; e può darsi cbe egli ,,er igTJ'Jr:1r)zade'la. foggtc.: J per spirit<J rerMio [ ~i;~~·a\~ nt! ~~/~~e t ce~!~ n1 ~: ,.: s1t~i~~ lo 1 ~~ reclama re, rì\·olge nd osi aJla Cass a di Mate r– nità. Tale diritw , secondo l'a rt. 39 del rego. lame nto i-:.ulla Cassa d i .:\late rn iià si conser va per tutt o il semest re pel ql.lale è stat o o doveva essPTe effet tuat o il versa?nPnl o dPlla rata di contributo, anc he quand o l'Oper aia abbia ces– :ialo di appartene re ad una dell e industrie sO(J– fJPtl e fllla legge sul l1u:o ro dell e don11e e dei fanciulli . Xel ca,o nostr o, !'-e l'opera :a de lla I qunle p:lrli si è licenzi ata, può far valere i suoi di ritti medirinte presenta zione alla. c a~sa ~ a– zionale di :i.rate rnità della dom an da d·i sussi– <Jio, dell'atto dj nasdta del bam bino e del li– br~tto cli l:woro. Xoi st'"!sse pot remmo int Pres~arci della que– stione, offrendo l'opera nostra per espe ri re tu t– te le prati(' he ~uaccennat.e . Intorno nlla questiù ne morale rhe tu espo. ni, r,urt rop}'.io ~appia.mo come ancora fra le donne <le! po_1olo sieno rn dira.t;i cert i pregi11- I J 1l~hP.c1:~;:~~:z~ii /~): rr~~!~~l~~~~ l~~e n 1 e~~ I r,ro'"'rea.zionP: trop')Q g-rn·e è il pPSO di una f"1"e~it11ra che si affa,.cia a,Ua, ,·ita con tutt i i I rliri;t.i a,J un·e-s:stenz:t s·cura., per Ì!'Jf'Orngg iare 1 P dr1nn~ rid as,umPrne d,1 c:ol<' il diffir·ile com– nito d1P Ja na 1 ura c;tec.c:a. :t~<;<>gn:-t :irl entra mIJi i genitrJri per una p-a.ranz!a mng-g-iore. \Ja sittome noi non c:.iamo i big-otti <lella mnr;tlP.. ('-0'-i cùmprenrli:vno <' ri'-peWamo la do"1n:.1r•hf! deve prov.-ederP dn sola alla sua. n a.tur:i e o:Rnt.ia.moverso di <-:.::.aun mai;rgfo. lP do erP rii t11t<"la. S1: <'On mille ~r-,rzi ~iamQ r;usciti n frir pas – sa.rP. ::ttnnr:r-.o la lPJ?J:{P il J1rinr--ipio df"I ri r.o· 1J<,sr-:irn~nto rJ~lla m;Jdrr, illn!fi 1 timn, <·o ~i r.on :dll'Pttanti !"forzi rinsriremo nrJ imprimere tri– lr, r,r:ndpio anrhe nei c.cr ,;r,lli d ·lle nos.h c <lfJnnr>. 1.A tue tP,,;,s1: TJarole inspirntr> a un aH0 sen 0 <li sfJli<farietà fPrruninilr, f.(JHO Jp wiglfori d,e ._j po--.,;:Jn<1 trrn·are prr i:.rndica rr: il pre– rriwlizi,1 dir~ '11 J;1rnenti. In t:ilr~ propagnrn la rm ti rn:.tncJie1·h er·,-to l:l (',r>Jla.horor.·,m" d i r ,nf,. t, J'JfW cr1mp:-~'11c di lavoro . Lur:io. Caro Lvcia, SOJJl'flrfoli fm,J1111 ,, r:orf,,.sr mi r1r;r:111(JO an.. r·h'irJ fJ sr.ri , r,rfi pr•r m·l'rP 111111 ~piP(Jrr:.ione a fJ(f1[JfJJÌlt1di fJIJ.llf/lO 0])/Jre,sso li r.11,Nfo. Seflt, d1111p11• 7Jr-rl'/1f>r, r:r,rf,, JH'.r.~r,11,, .~i tlri dd tu, 1111 ottr,~ rJ,,l vùi r, od fllfff, ow·11ro dr!/ 1,~,'! J>,,rc/tè il JJ1tflro11Pr1·,)JJi/irio dri il t11 alf'o- 11Prt1,irJP fJllf'.;,lfJ rJ,,,.,~ ri.,[JfJ/l(Jr,r,, rtJf fr,i? J>,,r– f'/u! i 1.11w:riori dm1110_ il t11, ol solrlolo ('(L P(Jli I i1•1111{)llllifo sP 71()1/ do rji,{ Jr '! A me f11Jr1• irt(/ill ,ltJ 1•hf! t1dlo li11!}1Jf1dP/JIJo,10 rsu,tf're lauti diu~n;i froftomr 1 11li. s,, /)ir1 diS.'lf' $Ìf1tf11Jlotti frat,,l/i, l11fl1 r•yuoli, 71Prcl/l; nar: hP i clnir:ofi 1i Pry,irf'f,IJerrJ r1n11,P, o{Jr•si se {rJ,·.~r,rfJ lr1Jllafi rrJl fl.l? fo rrr,1Jri r:h11 lutti tl11rrP1111110 lmltruci C/Jl tu L o ri tieni sfa ccia to, Lucia. un giova nott o che dasse del tu al prop rio 71r incipale o ad al – tra persona? PiU ancora che per i siyn ori padroni , mi fa stupire e ram .ma ri care il fatt o di vedere cer ti compayni che 71erche - io cred o - cop r ono ,cer_ le cari che el evat e man ifestan o ii desiderio di ri ce1:ere del lei. Io cr edo quindi che non si debba man te11ere vivo questo sistema , specialm ente da chi app ar · tie ne ad un 71artito che sacrifi,ca m.or alm ente e 1nat eri alme11te per l 'eyuag li an;.a . R ingrazioti dunqu e e mi fi,rmo PIERINO ARG IONO Se(Jretario della Se:.ione Socialbla di Cossato . Caro comvagn o, La tua ut opia ha qua lche cosa di infant ile poesia : tu devi essere giovane, se vuoi rintr ac– ciare ogg i n el mondo j seg ni (!ella frate llan za! Sì: Cr,isto ch iamò gli uom.ini fr atelli , m a vedi come le sue teorie s.ono ap pli cate? Kon pa rliam o della g-ue.rr a, che è il ro,·esciame nto d 'ogn i ideale crbt:iano , ma Mse r\"lamo i rap – porti pu re della vita normale : fin che c'è d is– r1arità di aver i non ci può e.;;sere frate llanza vera; finchè la ~ode tà poggia le sue bas i sul pr ivilegio e su lla proprietà Jll'i,·ata, il sog no cli eguagliru1 za è pu rament.P. u n i::ogno. Ti r:col'di la. storiella di quel 11rete che pre – dica.va da l pulpito: - ~iamo fratell i in Dio! - Uno dei rire.senti sen te i mors i della fam e e si alza mo,·endosi Ye1·so la ca~a del cur at o. - Sono il" fratello <lei rnrato ed ho fame ... La perpetua non ,·or tebbe rkonosrerlo, -ma 1 imband ic.;cela tavoln ... In tnnto la pre dica fin l– ~ce r i! parroco rientra . - Chi .siete , oi ('he ~e<lete a.lln m ia ta\"ola- ? - Sono ... vostr<> fratello. L'avC'tC'detto voi. - Ah, sl, ma frntelli in dio! -:'\ella 11ionatt a è tutt'altra. rosa! E si ra.pi "5c·e: per .stabilire la ug-ung lianza so– <'i:de non ha.-lano le nfferma1.ioni teori<'he, le irlec rPlig i0sr. Orcone tutta una. trn.sfonnazio– n(• rlella rnt1tf'hina sociale. F'iJJCJraqur.;;ta. 111acclii11a i• ir1<lictro, indietro, <bi ,,unto d ;1,rrh·<i. Si i• inra,gJiata anzi, nè srtppi:Jmo <111:rn<lo ripiglierà. il suo corso! ,1a t11 c:ir1\·◄1ne <'Olllflilg-110 intnnto ti preoc· rupi dei fJrononii ae;servilt ali! disugung-Jianz~ ~or-ial, .. C11arda 11nJiu' quPi hrncdetti JJl'ùlwrni l'he ti– ro ti kJn f:11to! JJ J:el t.u 1J.('rla 1-,rronda per- ma la for1r1a iti.tli:nia 11erec('cllenza,, }rn biso– gno di rirl·ndPr,, a prrRfito il 1:oi (<l'u~o france– s,·) e il lei (d u.-;o ~p•1~'1111lo!) Sono conti-affa.– ziorii della lingua c:he ~i pi('i;tn.alle convc-nien. r.e sticiali. \'e,de'e i <lan11i <l<>lln. ,·iviltà? gride– rel,1,e il Ho11ssrnu, quel flJosofo (lc>Iser. XVIII , µ-erd:tle quanto 11nrr1<1ossnJP,('he f>Pl' f.pmrire la. sùf'irtit (lai .snui crrr1ri vole-va riportarsi alla dta 1,r:miti\'a ! E tu dn \Pro itnli:ino Jiniporresti di ritorua– re ,d tu pf'.r t11tti ! Ra.da però rl1e g-li srldavi antichi erano trat- n-Jiorie econ omi che, è anche fatta ric hiesta di ;i vedere gli orar i cli lavor o at tu ali. Qui è an– cora un a zona ove le legg i sul la,·oro nottur no d elle donne e deUe g:ova nette è quello che era cinqua nt 'a nn i fa . Qui don n~, ragazz e e raga zzett i la,·orano un n umero 11~numer~vol~ d i ore sen za regola ri pause ed m amb1ent1 nocivi a Ila sa lute. Le r ich ieste d'a ument o sono in relazione a que lle che sono le ta ri ffe già in vigore in al– tr e region i <l'Jt alia. ;ed a quello eh~ è l'~t tuat e costo de lla vit a, che in queste valh è d1 molto supe riore a qu ello di certi cent l'i urb an i. Gli affar i degii ind ustriali lani er i vann o a gonfie ,·ele, e meg lio di così non gli .potr eh~ bero anda re; rag-ione per cu i se Io vogliono es– si -possono senz 'altro .accettare com_pletan~ente le ric hieste conten ute nel memor ial e. E da parecch i ann i che le paghe e tar iffe degli affi– ni sono staziona rie. Oggi si ;mpone pur pe r es. si un 'equa rev i•:.ione. Lo ca.pirann o ques to i loca li indu,tijali? Da lle prime mo sse pa re di si. Ad ogni modo gli ope rai sono pro nt i a far ,·alere le loro giuste rag ion ·. Da C a s elle {Tori no). Le op eraie <lello stabi limento Bona sono in sciope ro. Esse non ,·ogliono sa.la ri che vari'.t~ no da un a a du e lire a,l gio rno, dopo pa recchi an ni di per ma nenz a nello stabilim ento. Pe r qu esto lotta.no ; e non vogl.iono piegare il capo a,i voleri -della ditt a. I fr atell i Bona ,pensa no di ridur re le opera ie a cl:s:crez-ione. Ogni ienta tivo di componim ento della verte n– za si è infr anto con tro l'osti 11a.tezza. malv agia cii qu e::;.ti fig li di pa pà. Da un mese le oper aie lottan o pe r la r :ven dicazio ne d ei prop ri ele– m enta 10is..:im i d'.iritl i. :--.ra i Bona sono infless i– bili. Kon ,·ogJiono tratta re con l'or gani zza::io– ne op era ia ; e, per sa lva1re alme no le appare n– ze, hanno escog itato un m_ezz-ucci o m iserab ile, cioè quell a ta le .pregiud i1.i :1.le per cui le ope– raie dovr ebbero ri prendere il lavoro senza al– cuna gar anzia. A J"espin gere la pregi udi ziale deUa ditta, più che l'orga ni zzazione sono le operaie stesse. Le operaie dei Bon a, in gran pa rte almeno, hanno il modesto bilancio domest ico fa lcidi ato del ma ggio r prov ento che il r :ch iarno sotto le armi dei loro uomin i ha loro sott ratto . Quest o scio pero, non provocato da.Il ·orga.n.izzaz.ione operaia , ra 9rprèS€nta un dan no non indiffe– rente per le povere donne, che per l'a-ssenza de i capi -fami glia, sono cost rette a t:rare in– nan zi da sole la baracca domest ica . Esse deb– bono essere aiutate d alle al tre Leghe tessiJ.i; il pr oleta riato torinese, il quaJe - checc hè si dica - ha semp re dato in ogn : circostan za ma gnifiche prove cli solid arietà, de,·e offrire il suo più largo appo ggio finanziario alle scio– lJ}eranii. Un appello in cruesto senso è stato lanciato dall' o1·gan iz2mz-ione e noi sp eriamo che tro,·erà rispond enz a ,im medi ata in mezzo alla nostra mass a genero sa. In ta l modo la spe – ranziella de i signo ri Bona che progettano di costr inge re le _oper a.ie alla resa per ifam.e, sa r à fru strata, a.nn1e.n tata. Di que sto Jlon c'è da duoitare . RIGAM ONTI GIUSE PPE , gere nte T1p. Editrice <lella Società cc Avanti In CAMPI tati e tra tiavano col tu. Ciò non toglie che i loro pad roni pot essero ammaz zarli senza aver– ne pena. Venendo a. noi, cert a.m en te il fatto che il pa – dron e tratta col tu il la vorato r e mentre quest i. Io tratta col lei, rile ;·a un eon e.etto d'inie rio– rità da par te cli chi lavora, -che dovr ebbe scom . parire . E scom parirà man mano, quan do si comprend erà che ognuno, sia che coman di od obb edisca, com pie un dove re egua lmente utile al lavoro .sociale. E scomp arir à del tut to quan · do la soc:età sa rà posta .su basi più giuste ! .:\la se de\·e scom par ire tut.to ciò che signifi · ca umiliaz ione della pe rsonaJità umana , non ,·edo ragion e perchè si deb ba aboli re ciò che significa im·e ce s pecificazi one d i r apporL fr a le singole pe rsone. 1~ abitud ine ris erYare il tu p-er le persone d i casa e di ma ggiore confide n – za. Non mi p~ re gran da nn o ch e ques to tu in confron to al le i e al voi s:a un segn o di inti · mi tà che non s.i pu ò aYere con tut W. Così nei rappol'ti tr a gio Yah i e vecchi , tra maest ri e scolari pe rchè don ·ebbe determin ar e i rappo rti di dipen denza ? .\ nc he i comp ai:m i a cu i ~u. allu di non \·orr an no il l ei o il 't'Òi per amb 1z10n':'. qu anto per la loro età in con fro nt o a crue lla di a ltri. Tu credi evident emen te tr oJ)· po alla forma pi ù che non alla so,.tanz a. Ri – cordo un alt rn g:o\'ane compagno, ut opi~ta. co– me te. il qualP fler meglio in terpre tare il yerb o soc.iali~ta, mi s.c-rive\·a fierame nte col tu Ca– pito un g-inrn o aJ ~uo paese per una c·on fo~ renza. :\Ii,, iene incontro col suo tu pronto sul – l~ lab br a. 1fa. ,nentre fa per apr ir e la bocca si confonde e dinmta 1:0<::<::o. La. mia età (bada che non è poi ta nto gra\·e) in confr ont o al la sun gli dic,e\·a che cruel tu sto n a\'a maledetta – mente. Ca_ro e gio,· n.nc compag no : a ugur iamoci che n_ass1 ~res i~ fili Pst.o sta to anor mn le cli cose che e~ toglie. da i nost ri stud i, poi r iprendere mo in – sieme I e ~n.mc delle teorie socialiste : Yedrai c:he la tras f.,rmazio11e ~ociale muo \·e dalle cose e_JJon da i loro ri\·e,timE>nti. L'elevame nt o del 1i~·ello dei hYoratori li mrtterà in condiz ioni <l_1 essere. maggionne nte r:spettnt i, fin o al re – ciproco r1~petto de.Ile inrlivi, lualità tu tte, m a 110n.~arà .neres,nrio niuta re quelle forme che <'?rrh1'.ondono ad nn natura le ~volger:--i di sen– t1menll. n'?n confra.,tanti ro l ~ociali ~ o. Il soc1al.smo, nellP- sue trattnzioni più se1·ie, no n_pre~eHdc nè cerca di li\'ella re i ~entim enti e d1 unif01.mare i nlJ111orti tra le perso ne. lo pr>nso che 11 tu ::111rhcin soc iafo,mo, serdrà. in confronto rille n.ltre forme, n. denota re intim i– tà, confidenza, affetto ! -~ a_nd1c in regime ~oria.lista, io penso, - nè <ln~r ... r1m e~1!.o. si. può fH'.nsare - o~nnno avrà 1~er~~ne p1~ rnt,n1e,_yiu cnre, più vic ine, in (Onftnnto _di altrr p.u estra nee, che 'P111·efor- 11J~~•mno d fortun:1t.o ron~orzio rapace cli g iu– !--t1zrne di fratel l:mzn Yern ! Pe~· ora non ~i:uno fratelli, 1wppure se ci trn:ttia.mo rol tu. T11ona il ra.nnone lonta no e fJUI. nella_ grande città laboriosa , non so' se tutti abl.1ian cenato I T..vci a.

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