La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 13 - 18 luglio 19

VARIETA' Permettete che vi prensemi un paio dei miei scolar i bocciati. Leonardo A... è un ragazzetto di nove anni. Io gli voglio tanto bene, lo confes– so, perchè assomiglia molti' imo ad uno dei miei figliuoli. G ti assom iglia troppo, anzi; giacchè non si limita ad avere gli stessi lineamenti, lo stesso sguardo vivace, lo stesso sorriso birich i– no, ma lo riproduc e nello spirito; e se conside– rate che il mio piccolo ha1 quat tro anni , capirete facilmente che Leonardo è uno di quegl i scolari che in gergo scolastico si chiamano acerbi. Quante volte gli ho levat o di mano i soldati– ni, ed ho cercato di incaten are la sua attenzione con molta buona volontà e con quel pochino d ·arte datami dall' esp erienza ! Fatich e sprecate! Appena lo abband onavo un istante ecc olo inten– to a stuzzicar e il compagn o, ecco!o sotto il ban– co a raccattar i suoi libri sempre in disordine , eccolo pronto a fare il luminelìo con un pezzetto di specchio , mentr e il suo bel sorri so, luminoso anc h'ess o. metteva a dura pr0\"<11 la mia affettuo– sa pazienza. È sveglio di mente , ma non regge all 'arrenzione . ecco . Se non ha imparato che ben poco , la colpa non è sua. ma di madr e Natur a che non ha sviluppa to armonicam ente le sue fa– coltà . Fra quakh e ann o Natura avrà riparato ai St.IOi torti e il ragazz o sarà pienam ente a po– sto sul sentiero della vita. A che pro sgridar e, castig are o. peggio, predi care? P-azienza ci vuo– le : anche lo spirito. come il corpo può avere le sue anormalità temporanee. Temp estare con– tro il piccol o Leonardo sarebb e una crudeltà. Giuseppe M.. ha quasi dodici anni. Ha ripe– tuto la prima , ha ripetuto la second -a, e ... deve ripe ter e la terza, non c'è che dire. Ha passato rutto l'anno a braccia in seconda, gli occhi rivolti a me .. ma que!lo sguard o aveva così poca luce che mi dava pena. Avrei volu10 insistere , spiegare da capo per lui, esercitarlo pi~ a lungo, ma la massa degli scolari ave va diritto a proseguire , perciò il povero Giu seppe, malgrad o le sue bra ccia in sec onda e i suoi oc– chietti intenti , rimane in terz a. Inveire contro di lui sarebbe crudeltà. Una volra a chi non passava la classe, si at– rncca,,ano due belie orecchi e d'asino: oggi i bocciati sono consjderat i ancora come colpevoli e spess o sono pu niti. Error e ! Dal tempo delle orecchie d '-asino ad oggi l'arte dell 'tstru ire ha fatto grandi progre ssi. cred ete, e se una maestra vi dice: - quesro figliolo ha bisogno di ripete – re la classe - bisogna proprio dire che o gli manca la forza d 'attenzio ne o scarsegg ia d 'in– telligenza. come si suol dire volgar mente. Se mai andate a ricercarne le cause , le trovate cerrameme o nella salute malferma, o nell 'am– bienre spesso misero, o malsano, o turbato da scene fam i1iari poco edificanti. Le potrete tro– \ ·2.re qualche volte ne l! 'alcoolismo dei ge nitori, nella loro incuria , ma nel malvo!e re de i ragazzi no. E se non c 'è malvolere non c'è colpa . Rammentiamoci ancora una volta che verso i nostii figlioli noi abbiamo tutti i dover i. Nel caso di bocciatur e, abbi.amo quello di studia re le cause che li pongono in istato di inferiorità rispetto all,a media normale e di provvedere, per quan.w è possibi!e con serenità e con affetto. A. Silss. Abbonatevi alla "Difesadelle Lavoratrici,, e procurate abbonamenti . LA DIFESA DELLE LA YORAT!il'C[ INFORZA DELL'AMB IENTE P iet ro F url ani avev a i suoi ma gazz ini ri– gur gitan ti di granagli e e ora, dalla vendita di nuo.-e derr ate, intascava un fasc io di bi• glietti da m ille, che non gli eran costati aJtra fatica se non quella cli contar li. È vero che la metà cli ([Uella inge nte som• ma spet tava ai colon i, e il fatto re non aveva manca to di far conosce re al F urlani le mod e– ste esigenze di quei la\'Orato 1:i. i quaJi si sa– rebbe ro con tentati di a,·e re in con to un terzo solo della loro par te, ma il pad ron e facev a or ecch ie da m erca nte e non d a.va null a. (e Che bisog no avevano quei \'illani? A loro do\·e,·a ba.sta1·e del grano e del grantur co a sufficienza per sfamarsi! e no n ceri:ar altro ,,. lnolt re era convinto il .;~gnor P ietr o che, il dena ro in man o di gent e inespert a ed igno• ranie fosse incent h·o alla vit a comoda , al lus– so e, in cons egue nza, alla corru zione dei co– stumi."' E in simi[ì teo rie, alqua nto interessate, Pi e• tro Furlani aveva sempre conse nz ient e la mo– glie. donn a Esper ia. P er qu esta sig nora i den ari non er ano m aì tr oppi. Aveva tant e spe se ind ispensabi li du – rante l'a nn o! Vest iti da ha llo e da pas seggi o, gioielli , c:i.ppellin i, mante n iment o della <';..sa con tutto il decoro della sua condizi one socia– le. man utenzione -dell'au tomobile, pr anzi, ri– cevimenti, ecc.. ecc. Esperia però conosceva il fatto suo , era da– ma elega nt e e nel tempo stesso br ava m assaia . Se spen de\'a e ~pand eva d a una parte, sa peva econom izza re dall'a ltra, e quest'altra era la pelle de' suoi domestic i, ai qua li lesinava la paga e il dtto in una man iera esos a. Essi' che ma n ipola vano di contin uo succul enti ma– nica retti e si senli \'ano \'ellica r le nari dal pro um o di squi site vivande , erano poi cond an– nati ad un cibo fr uga le e sca rRO. comp osto di a\·anzi e di sostanze ste nt ite. E non fini va- tut– to lì ! Siccome l'a ppar tame nto cJ1e ab itava la si• pnor a Furlani sa rebbe stato alqu anto r istretto per i suo i numero si ricevim en ti del lun edì, co– sì es.sa, da donn a. di giudiz io, anzi chè cambiar – lo con un alt.ro più vas to, che le avl'ebb e au– menia.ta <Li molto la pigione. limitava fino al possibil e lo ~a 1.io , do\ ·e dormivano i se.rvito- 1i e le ca.meri-ere, cos icchè qu ei pover j diavoli . dopo le fat iche di una lung a gio rnata di lavo – ro, r i-posa\·ano le stanch e membr a su duri let– tucci, in sgabu zzoli privi d'a ria e di lu ce. P erò la br ava signora, in grazi a di qu esti jng egnosi J'ipiegJ1i, poteva adib ire un ma gg ior numer o di stanz e ad uso di sa lotti e sa lotti n i e riceve re -degnam ent e le persone per bèn e. Certam ente che ta li sis temi non erano fatti per cattiva rsi la bene \·olenz a dei familiari ed era logico ohe cruesti servi ssero in casa Fur– lani di malav ogli a, per forza e col ranco re nell'an imo. F iglia di un colonn ello di cax alleria, donna Esperia a\' eva eredit ato dal padre la b_u_rbanza militaresca e la mania dell 'ord.ine e della di• sci plli1a. In cas a coman dava a tutti a bac chet– ta ed esige,· a dai suoi dipendenti lavoro inde– fe.::.soe ubbidi tnza- cieca . Ella c,ede \·a. come cred ono del resto tutti i privil egial i dalla fortuna , di apparte nere ad una razza ~Jupe r iore e, per consegue nza, trat – tava la gente malve stita con sussiego e non – cur anz.a. I po~.-eri eran tali, second o lei, per chè non a,·evano voglia di la\·orare o perch è eran vi– ziosi: non ammettev a altra causa . Quindi le miseri e individuali. come un male voluto, non la comm ovevan o punto, e non avrebbe mosso un dito per allevi arl e. Solo le p ubbliche e grandi cal amità ave\ ·a.1O virtù d i scuote re il cinism o di donna Esperia . Per qu elle occasioni si tra sformava addir itt u- 1·a1 ed era presa d a un \·er o fervo re filantro– pico . Ent ra\'a subit o a fa r parte di quei comitati di soccorso fr a le dam e dell'aristocrazia, la cui op era a base di gran cas sa e spesso inefficace, fa pensa re a quella dei clown delle compagnie equ est ri. :\Ia Esper ia era nel suo centro e si faceva d istinguer e ·per la 1ìua attività facc en- diera e per le tr ovat e oi-iginali onde spjlJ ar quattrini dal le tasc he altrui. A lei piaceva la beneficenza che sal ta agli occh i, la beneficenza all egr a, chi ass osa, fatt a di IJalli. di .fiere, di concerti, dove ci si pu ò -cli.vert ire, m ett ersi in mo stra, sfogg iare dej bei vestit i all'u ltima moda e far si ammirare e in– vidia re. Le Yittime da socco rrer e, le ;,:1ventur e da le– nire, passav an o in seco nd a linea . Ella teneva sop rat utto alla consideraz ione e all'ammir a– z.ione de l pu bblico, del pubblico scelto. s' int en• de, e quando leggeva il suo nom e sui gio111ali, ru1da\'a in brodo di giugg iole. Esperia era il ti.po più perfett o e caratte ristico de lla donn a borghe5 e de l secolo XX. Un gio rn o - oh! quel gforno ,la ricordo per tutt a la vita - tro va..ndosi al codazzo della. re– gina in lma vi~ita ai bam bini feriti d al ter• remoto, ebbe l'inspera ta for tu na. di sentir si ri– volgere un complimento dalle lab bra stesse della sovr ana. A donna Esperi a parve di toc– care j l cie lo col dito e la sua Yanità fu soddis– fatta ad usu ra. V ITTORIA :\1ARIANI R.nrBELLI. Norme iginiche per il bagno 1) Non si deve pr end ere il bagn o se non tr a– sco rse a.Im eno due orn dal pas to: tre ore do– po la colazio ne rapp resenta il mom ent o più propizio. Le persone robu ste posso no an dhe bag narsi il matt ino a sto maco digiuno. 2) Non si dev e bagna r~i qu ando si è este– nu ati per eccessi \'e fati che. 3) Non vi è pericolo nel tu f arsi quando il CORRISPONDENZE D a MI L ANO . Le compa gne dei grup pi rionali sociali sti h anno compiuto , in qu esti tempi , un'opera modesla, ma molt o uti le. Son o andat e, casa per ca,sa, ne lle fam iglie dei nostri com pagni richiam ati o disoccup ati, per dar loro qu el con– for to mor ale possibile, per aiutarle e con Sii– glìal'le nel disbrigo delle prati che per ottenere il sussi dio governa tivo e com unale. Si riunì. scon o poi ogn i dom enica per consigliarsi sul modo di provvedere ai cas i pjù urg enti. di ap– :pianare mol te difficolt à, di ven ire in aiuto in qu ei casi d-i bisogno, non conte m plati tra quel· li a cui prO'V'\·ede il Comitato cent rale di Assi – ~tenza per la guerr a. Modest o com pito in app ru·enza quello delle com pagn e nostre, ma che evit a noie e dolori a molte fami glie e che è un indic e di gentil e so– lidari età . Da TORINO . Venerdi 2 corr. vi fu l'assemb lea del Gr up– po femminile la (<Riscossa>> riusc ita abbastan – za nume.rosa, ma sop ratu tto efficace per le iniziative ,prese. Venn e nominata la nuova Commi ss ion e Es ec ut.i, ::i. ch e, i-innovata. di nuo– elementi si appresta Laldanzosa a nuovi lavo• ri; gi è incanicata una nuoYa compagna a col– laborare nella Dife sa per la parte lette rari a, a corr.ispo nd ente della vita politica lotte ed agitazioni fu nominata l'ex segretaria; è stata app rovata l'iniziati"Va di gite infant ili campe – stri, il ,compagn o Cerrato gentilm ente s'era già fatto iniziatore ed ora saranno org anJzza– te e rese istruttive . Pre sa nozion e del movimento iniziat osi in Germania u pro pace n si è votato un plauso alle donne tedesche iniziatrici . Aur ora. Da PONTEDERA . Carissi.me compagn e, Con la coscienza che ogni socialista ha i"! do– vere d'aiutare il proprio gio rn ale abbonandos i, faccio dim an da del bollettatiio p-er vedere se mi sa rà ,possi bile tro va re anche jn questo pae– se alcune volont erose e abbonarl e alla nostr a cara D~fesa. Avanti comp agne. santa è la nostra cau s a, VOCI DALLE OFFICINE E DAI Car issi,r ia L ucia So1to la solit a simpati zzant e ed ho qualche uobie ;ione da far e ai tuoi scritti: m i rip orlo alla Difesa del ~1 Mar: o in cui tu affnm,avi il pr incipio del lilJero amo r e e dicevi: 1, Quanrfo una donn a si accor ue che il pri– " prio compagno, o marito che sia, ama di– ({ agra :.ialamen te un'altra donna. non biso(Jnr1 11 e1it ar e a res tituire quella lihe rtà chi! n oi pu– ,, r e int·ocheremmo se fossimo nell(J stesso ca– u SCI. "· Ed è pr or.rrio la savia, sim patico II Lucia)), r;he 1crive qw~st' afferma ; fone? Ne compr endo 1l m f)1·Pnte; 1i tr atta d'un fiero mrJtO di giusti– Z.:a .... r.ht: rll't:ia inconsapevolmentr. In tanto biso{Jnerebbe stal1ilire di che amore 1i par la. Son può cert o, il popolo, supporre si tratti di 11arnorP,, ... a·anime soltan tr,; quP– . (to, pu chi lo c,:,mprendeut?, non adombrPTP'1- be neuuno; ma TtOn e amf)re" dPlla tnra; " non ne parliamo. Si tratta dunque, a·una passionP: '-non giu– dichiam(j s·e pura o irnpura ,e giv..!t,{!,;o lJile fJ no_,, t:fu, dorrtina1>IJl1t> 11nr, r/Pi coniugi; P l'~t,. tro dr.,rrPbfJft a/.Jf1andrmarlo allQ nwi1:a passio– ne, dir.hiarorl11 lecita, anziclu; cerca,,,, rrm un noicr., sforzo d'amore, di 1trnppare l'amato dal pericr.,lo. di guarirlo dal tornipnto cftr, lr.i in– rad,,, di ric(jndurlo. con l'alJneya:i(jnP dt wu.i fP:d1>ltàl"r.islante, a ripouPdPu se ,tesse, Pel a riconoscer'! i t;al.ori reali della rito? Che se inrece r~gli (o ella, s'intert de) r estasse libero di seyui r l' la nuQra passioni', (lno a quando nl' saref,IJe soddisfatlr1? Quante ro tt ur e d1>l patte, intimr,, dv: dr-re pure sQttintenrler i nell 'unir1nP di duP PSSPri verubbero a sedurrP e pr,i ad alJbotterr quPl pQurri noufroyo rLeUa 'dtu a cui .·i prepare• rebbero umpre più amari rimpianti I'. rimor. i? E ben t·ero che ,, Lucia" 16(Jgiunye H ... pur i, tutlr1ria non prrdichiamo l irtlrAlPra11zn, l"irt soffer1m:.o e la disnzionP ad r1gni pir• s()spin– n to". Sta bene non prPdicorlo; ma ,,, anirru• bambine, o per meglio dirP yl'i(Jn(.,ranti e gl'i ncoscienti , - di cui e 11ieno il mondo, - adatt eranno ta r egola ai pr opri i interessi, ai proprii desider ii: ed è fa cile i11dovinare quel che ne verr d.! Si agg iung a la diffì,coltà pi ù gra ve : i figliuo– li dei coniu yi che si di vi dono .. per formar e un n uovo legam e. Ah! non ho bisoyn o di M ett er i pun tin i su– gli i: chi non sa qual tr is te vita si pr epar i ayl'iiifeliri fìaliuoli che n on sanno chi chiam a– re (( per pad r e 1) o u ma dre ,, ? Ma no; la donna non puO, non deve, di ser– tar e al suo uffi cio e se le occorre lottar e e sacr ifi car si, anc hP a questo ella è chiamala! Che se prop r io la vi ta coniugale fosse in– sopportabile, si cerc hi la separazione (cclegalen o no; è secondario); ma non JJtr fc,r-mat'1: tm' nl– tra unionr> P cr eare nuove vittime. La simpatiuante . Cara u simpatizzante)), Anch e noi poniamo come ideal e la continu L tà dell'amo re. Anche no i pensia mo .che il ca– p niccio debba essere 'Vinto. Anche noi consid e– r ia mo come una disgrazi a il sorger e di un sen . tim ento ch e .port erà. alla infrazione di un a f.e– de che parv e etern a. Anche noi dici am o che J1ingiustizi a, il cinismo, la volgarità cre ano ,in chi ama il gh isto risentimento dell'offesa pa– tita ;anche noi e sopr atutti noi, sentiamo tutt a la d\"olla mo rale di chi è tr acffto nella fede sua da interessi egois tici o da pa.ssion accie volga ri; anche noi di ciamo speci alm ent e agii uomini che sono i più soggetti, che stie no in 1 gua rd ia da i sensi che poss ono tr asc inarli pe r vie ove rito rn eranno pent iti e diciam o a.Ila donna , specia lmente !."8 ma dr e, che ha i l dove– re di lottare contro ogni sentim ento che la di– stra n-à dai suo i doveri materni. Anc he noi. diciamo inflne a tutt i che non si può lJasare la propria felici tà ~ulla in felicit à deg li altri. Morale sem plice, chi ara, positiva , e ,perciò mora le nos tra. i\la qu esta mo rale, non escl ud e che u.na p.iù raziona.le educa zion e o un a ntigliore situazione econom ica anche per la drmna, eviterà tanti dolo r i pur concedendo maggior lihe rtà alle coppie rna le asso rt ite. QHando noi trn.ttiamo di qursti argomenti, 1 Jpggeri, i superfici:'Jli. ci vengono a dire che si fa drl nostro giornale un supplemento della Far/allo (J rlr!ll'A mo,,, /liuslra to. Eppure quan– ta imprJrtanza nella vita ha il pro blrmn del- 1:imore e dPlla famiglia, anche dal punto di vista sociaL·-t:t; e quanto d<'bbono imparare a r,roposito iiomini e donnf-! \ E i figli? Anc:he noi c·rediamo che la mig lio– re via sia <Juell.i di cresce rli fr a i due gen itori ,.he si arnano. r . via piuttosto di vederli cresce– re in un arnbiente di disco rdia meglio che restino col genitore che più li ama e-d il compito in ta l cac;o sia facilitato daJ le isti tu- Qnando ,,oi parliamo d'amore da buoni po- 11oitlvi<--ti, 11<.,nfo.,._cidmo deJ!a m!:lafìsica. Sap– piamo già. com~ l'amore drlle anime conduce qu:1si srmpre all':1more NJmpleto. ~è confon– <Jiamr, J':-:imr,re cr,n la pa~sionnccia. del tutto fisica, thr ee è cornr!l'en ,ibile, fa torto a colui rhe la prova. E dicfarno che purtroppo !"a.more non sem– pr~ è co.-;n. eterna r diciamo rhe l,bognn a.vere la supe rioritit di capire que.sta verità doloro~a Crm ciò non vogliar110 incoraggiare l'incost:rn– za e l:i ]f>µ-tter~zz~1. con ciò non vogliamo cal– pestare il r,rincir,io rnorale die chi fa ~r,ffri– re. devP fUrP av ré 1n rir• Jr o. zi<J11icli assistenza ! D'accordo <·he la donna non deve diserta re il suo ufficirJ: ma il '-1110 ufficio JJon i• que llo di sopportare e• di umiliarsi. Essa potrà a.dem– ,piere al s11Odovere anche div isa <lai pa.drf' de.i suoi ngli, se non è deg no. Ell a potr à - pas!'.i o 11011 passi la legge sul divorzio formare un'altra unione, perchè nessu no deve essei\' -.aeriflcato a.i biso~rni morali e materiali dl'l– l'a.rnore se disgraziatame11te la prima prova è auda.Ut fallita. Lucia. cor po è caldo ed in tra.spi.razione: è noc ivo in– vece J 'atte ndere che il corpo in sudore si raf– fr eddi. 4) E bene, prima cli tu ffa1isi, bagnarsi la te – sta ; poscia imm ergersi rapida ment e. 5) Anche chi è ca.pace di nuotare non deve rim anere troppo a lungo nell 'acqua: si ~evE: usèi rne quando si mru1ifestino sensazio n i d1 fredd o, bri vido , intorpidim ento alle mani ed ai pied i. . 6) Non si deve, usciti dall'acqua . la.scia r raffredda re il corpo r imanendo fermi. 7) F inito il bagno , si deve in vece asciugarsi pro nta.ment e pr aticru1do energiche frjzioni su tu tt a la pelle. Quindi è utile, come reazione , una passeg gi ata o qualch e ese rcizio ginna – stic o. 8) 11 bagno fredd o non è indicato per i barn• b in i; i ragazzi , oltre i 7-8 anni devono tratte– ne rsi poco tempo nell' acqu a. 9) Il bagno freddo è contr oincLicato per le persone ner vose, molto eccitabili e per i ma– lati di cuore o di petto (sofrercnt i di palpita – zione o di as ma) così ,pur e per le donne .in– cinte e pe r qu elle che sono in periodo me– str ua le. 10) Chi non è ca pac e di nuotare, non deve avv enturarsi dove l'acqua oltrepas sa l'altezza delle asce lle; anz i. se il fondo è irregolare, anclie questa altezza può essere pericolosa. :E: buon a regola, pe r costor o tratt ener si poco tem– po nell'a cqu a, mant enend o imme rsa buona pa rte del corpo. 11) Per qua nto riguarda la doccia fr edda, essa non de,·e durare -più di uno o du e minuti. Bisogn a bagna re tutt e le pa iii del corpo, evi– tan do d i sott opor re per tr oppo lungo tempo la testa nl getto dell'acqua. Dal libro (< Primi Soccorsi n del dottor Baila. e abbi atevi il plauso di un operaio ch e ded ica le ore del riposo a fare qualcosa per la causa comune. Cordi ali saluti dal ,·ostro compagno AR0EI .!0 LE t: :-iARDI. D a S . GIO R GIO LOMELL I NA . Tutti gli anni quando si arriva a questa sta – g ione avviene un dissidio fra uomini e don ne per la ques tione della mietitura del gran o. Quest'anno i signo1i latif ondisti si sono pre– parati fin dall 'inverno, facen do i contratti del· la monda del riso, hanno obbliga to le nostre donne a sottos cr,h-er3i per il la\'oro di mieti– tu ra insieme al contratto di monda. Così ri– mang ono disoccupati gli uomini della nostra org an izzazione o sono costrett i a mietere iper il pr ezzo da loro impo sto, inferio re della ta– riffa formu lata dalla nostra Lega. S. Giorgio però non è uno di quei paesi do" ,·e i la,·oratori si lascia.no soggiogru·e troppo fac ilmente. E la loro protesta ha fatto si che mal grad o ch,e le donne ab biano ffrmat o il contratto e si prestano a fare questo lavoro a minor prezzo degli uom ini, qualche proprie tari o fia comin– ciato a ,prendere gli uomini al laYoro pagan– doli secondo la ta riffa. Ma ragio n iamo un po' o donn e; voi avete fatt o H contratto della mon da per trentasei giorn ate di la.va ro, ']Uesti gio1n ì non li a\'ete compiuti , pe rchè dunque vi prestate a fare al– tri lav ori e rubate il pa ne agli uomini disoc– cupati :? Non sa rebbe meizlio se rest as te a com– pie 1·e le vostI·e gio rnate di monda e non far e da rompico llo nei lavori che m aggio rment e competon o agli uomini? Capite una buona 'Volt a gli aNvertimenli che vi dan no gli uomini pel vostro bene e ,pel mi– glioramento comune dell e vostre condi zioni di vita. S·periamo che sia l'ultimo an no d i d-is.senso fr a uomin i e donne. Esse capiran no la ne ces– :1ità di evit are questo krum iraggio per non co– str ingere gli uomini ad emi gr a.1-e nelle terre lontane delle Americhe per guadagna re qu el pa ne che in pallia è negato d all'i ngordigia di questi latifondisti e fittabiJi. Un lea~sta. RT(; AMONTI GIUS!l PP E, .-e.-1.e . Tip . ll.dltr ice della Sod &tà • AVANTI I • CAMPI Jlilano, luglio 1915. Cara Lucia, La, mia osserva:ì one e 1rn po' stantia, m.a poi ché lo scopp iar e della guerra ha f att o pas– sar e in seconda l.inea tutti gli altri pensie r i, te la v onao davanti con tanto rit ardo. Ri.cor<Lo che durante i funerali del M arcora (la vittima del bastone polii:i esco, al qual e come t1Lsai, fu rono fatt i i fun erali a spese del nostro Co– m unr) i rappr esentanti dell e dive rse Soci etd passando davant i alla Chi esa, rove sciapan o le bandiere. Facev ano bene o mal e? era logico o ilCoglco il loro att o? l'irginia. Cara. com.paana. Eccoti la ri sfosta mia. alle t ue domande ca..– tego r iche: Quelli che ro vesciavan o la ban dier a da\'a nti alla chiesa , face vano un a cosa perfet • tame nt e inuti le e pe r di più i\Jogic a. Inu tile . perchè non è con que lle manife sta– zioni este rior i gross olan e cJ1e si guadagnano le cosc ien ze alla nos tra idea; illoyi ca, poichè da l mome nt o C'he il Comun e sociali sta aveva, secondo me con ragio ne, acce tt ato di soddi s– fare la ,·olont à <lei pa renti del morto non era. più il ras o di pr otesta re contro la Chie sa che non c'ent rava. affatto nella dimostrazi one. lo che nota\'O con tristezza il fatt o. pe nsa vo che forse non tutti i compag ni , i prol eta1i che si com piacevano di ta le att o, avevano saputo anco ra. libera.re le m ogli, le sorelle. le madri dai pregiu d izi religioSli. E pensa vo che valeva bf'H di più pe r la form az ione delle co~cienz e un giornale, un opuscolo , un libro portato in ca..;.a e spiegato alla farn iglia, che non quel· l'atto cli protes ta van a. La ehiesa si vale poi <li qu esti rj picchi for– mali, per allontanare d a noi le coscienze dub– bie, per esporci al d,isprezzo e al ridicolo. La lotta contro il cle rica lismo e la chie sa va d'atta con asM. i più seii età , con maggior e ~renità r sopratutto con coeren za e car atter e. Lucia.

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