La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 13 - 18 luglio 19

Anno IV· N. 13 . 18 Luglio 191 5. Conto cm-reru:e cmla J osia. LA 1.a E LA 3.a DOJM:ENICA DEL .MESE ■ D ABBONAlll!ElilTO, REDAZIONE ED AMMiNISTRAZIONE : Un num e ro Cent. 5 Auno . L 1,50 Seme~tre.. L. 0.80 50 copie .. L. 1.50 100 copie. L. 3.- ESTERO IL DOP P IO Unioni legali eillegali Il conceu o che neg a il sussidio governativo alle mogl i iEegirt ime dei richiam ati fu combat– tuto da noi, perchè basato su un pregiudiz io vieto. Fortunatamente, però, nel periodo della guerra. anche queste donne, non unire ali 'uomo che arrischia la sua vita, da un vincolo lega le, possono trovare aiuro dai comi~a1i locali di bene – ficenza. Un aiut◊ non adeguato ad ogni modo, perchè non rutti i comitati dispongono di larghi mezzi. La questione di quest e donne, agitata dalla slB.rnpa. non fu cerramen te senritia, tanto è vero che ora le mogli illegittime hanno la pro– speniva di un 'altra più profonda e più doloro– sa.. d!sparirà di trattamento : quella di esse re escluse dal diritt o di pens ione nel caso che il com~....gno loro muoia in guerra. Disparit à più profonda e più dolorosa perchè avrà i suoi effetti oltre il period o della guerra, per mtt a la vita. Ora noi doman diamo : se una delle preoccu– pazìoni costami dovrebbe essere quel!.a di te– nere i soldati nella \Sicurezza ialmeno che alle fam:gfie si provvede , economicamente non è gra ve e doloroso lasciarne molti, col pensiero che le compagne , unicamente perchè non unire a loro dal vincolo legaie , non hanno nessun.:a ga– ranzia di aiuto ona. non ne avranno, dopo, se la guerra non re&imirà loro i compagni? In Italia non vi sono come in Francia innu– me revoli cas i di menages illegali, ma ve ne è pu– re un numero così considerevole da rendere la quest ione degna di stùdio. Tanto più che, come fa(:eva notare in un suo recente articolo M. Gras-– sini Sarfa tti, in Italia 2bbondano i casi di donne, ancora unite , per ignora nza, ad un uomo unica– mente col vincolo re ligioso. E sii dovrebbe poi pensare che il negato sussidio ora, o la negat a ~ensione dopo, alle mog~i illegittime , hanno la loro ripercussione dolorosa sui figli. In conse – guenza di ciò la società colpisce degli innocent i senza d'altra p-a-rtesalvare nessun principio d 'or– dine famil iare e sociale. Si può avere qualun– que concetto sulla esistenza e sulla formazio– ne di queste unioni extra-legali; la parte di opinione pubbtica più ligi:a ai formalismi pu~ anche condannarle, senza tener calcolo, come not tenfam o, delle cause specialissime che talora ge– nerano tali convivenze libere, delle parziali ten– denze allo spirito uman o, deg li ostacoli che, per effetto degli ettuali ordiname nti si oppongo– no alla realizzazi one dei vari matrimoni d 'amo– re . ma di fronte al fatto treme ndo ed eccez ionale deÌla guer ra che sconvol ge gli stess i cr iteri nor– mali di valutazione delle cose de!l' am Jre e del– la vita, di fronte 0t sacrificio di sa ngue che un cittadino è chia mato a dare , la patria , nelll! prov– videnz e a favore delle vittime, a favore di colo– ro che rimangono, non. deve fare distinzioni fra coppie unite legalmente e coppie unire per libera elezione . Tale distinzione è assurd a, crudel e, ingiusta. Qual fine vuol raggiung ere la pens ione go- vernati va alle Famiglie dei morti? Non è dessa il ricon oscimento d'un sacri ficio fatto alla pat ria ? Tale sacrificio non è uguale, sui campi della guerra , tra chi ha cost ituito una fam iglia legit– time e chi non ha a questo obbligo aderito? Bisogna far di tutto perchè nel soldato sia salv a, combattendo, la necessaria serenità di spirit o. I! soldato deve sape re che i suoi figli siano essi frutto di unione illegitt ima o legit– tima , non saranno abbandonati dalla società, non saran no privat i di quelle assistenze che il Go– verno ha creduto di deliberare: Ci auguriamo quindi che, nell'interesse non solo delle innumerevoli donne escluse dal ben~ ficio del sussidio e de!la pensione, dei numero– si figli che di ciò sen tono il contraccofpo, ma dei soldat i stess i, le forme di assistenza vengano ap– plicate secon do un princ ipio più umano e più giusto. MILANO - Via S. Dam ìano, 16 - MILANO Laboratoriperdisoccupati Poichè anche a Jlilan o comin cian o a sorge– re i labor atori per le disoccupate e le opere d'assisten::,a per la fanciu ll e::,:.a, di arno volen• tieri. un a par te di un opuscolo di Gin a L o1n-– bro so Ferr ero u L 'assist en::,a civile in l"ran cia nel momento att uale ». h ult1bbia1nent e Par igi ha dat o in questi tra– gici m.esi un esem.. pio magnific o di energia , di soli dariet à perchè il contra ccolp o rJ,ella guerr a non pesasse troppo su.lle classi dise1'edate. Ci aug·u.riamo che da Milano, per i mcz:i di cui di spone, parla ora. come è partito da Parig'i, l'esemp io di ciò che può {are uno slan• cio coll ett ivo di bontà e di so:i darietà, per at– tenua r e le innumer evoli mis er ie nuo ve e tutte lè altre, rinc nld ite dall a gu erra . Vi è in Fr anc ia un a fitti ssima rete cli isti– tuzion i che si occupan o esclu sivamente dei ci– d li. Pr ima. per irnportanza bisogna collocar e i lab ornt orìi. Appena scoppi ata J·a gue rra quasi tutt e le officine si chiu sero. A parare la disoccupazio– ne femminile sopratutto che pareva dover di– ventare univ ersal e, per ope ra dei privati sor – sero tumul tua rJamente in Francia centinaia, mi g lia ia di labora toriì. Si aprirono doppertut– to: nei circoli, nei caffè, nei magazzeni, ne lle scu derie, nei gar ag.es, nelle scuole, ne.i cine– mato grafi, dovunque le iniziat rici trovarono locali gratuiti. . La maggior ,parte al loro ini zio fabbri care· no oggett i di medicazione bende bendaggi ecc. utilizzando la tela usata che pote rono facil– ment e pr ocurarsi, prepar andola e disinfettan– dola o nei pubblici apparecchi di disiinfe zione o nei ·privati ospedali e impacchettandola. I laboratori al loro inizio pagavan o ,pochis– simo: 0,25 0,50 al massimo; ma davano 2 pa– sti al giorno. Essi ebbero quindi subito questa funzi one di attenua.re la cr.isi e gara ntir e la popol azione contro la fame. Ben presto ne ac– quist arono alt re più importanti, quella d'aiu– tare Municip i e Govern i nelle fornitu re di cui ebbero urgenza_ ql':~lla <li s.canicare osped!!:!i ~ vcstiaires che anch 'essi ebbero bisogno pacò dopo .di molti indume nti confezionati. Per quanto le forniture del Governo e dei ì\Iunicipi non s.ieno molto paga te neppure in FranC'i a, pur e queste bas tarono a f~r rialzare subito i salari nei labo ratori fino a L. 1,2t> e 2 li.re al giorno oltre i pasti, il che permise ali ; operaie di vivere presso a poco come prima. Si noti con che delicatezza geniale, senza· previa inte sa, anche i lab oratort si specializ– zarono a seconda delle loro reclute, cerca ndo per quanto era poss ibile di riunir. e donn e dello stesso rango, e se rifugiate dello ::;tesso paese in mod o da rendere il lavoro più piac1wole per tutt e. Alla fine •di agosto il Municipio di Pa– rigi fissò L. 1,25 al giorno ad ogni disoc cupa to o disoccupata che potesse d,imostrar e esser tal e a caus a della guerr a. Questo sfoll ò molto i laboratori, non ce ne sono più a Parigi ora che 510, la mag gior •rar– ie lavor ano solo 4 ore al giorno, retribui scono le oper aie con 1 lira al giorn o e un pa~to. Essi occupa no quas i esclu sivament e quelJe catego– r.ie di person e : mae st re, intell ettu ali che sfug– gono all 'ind ennità cli disoccupaz jone o ri_fu: giati che han bisog no di sopr asso ldo. I pnm1 che hann o operaie sufficientemente ab ili lavo – rano per gli osped ali e per il governo. Per i rifugia ti il problema fu ass'ai difficLle, per ~hè operaie di fabbr ica o cont adine. la maggi or parte non sapevan o lavor are. Si son dovuti trasformare i labo rato ri in scu ole di lavo ro, cercar tagliatriri, ma.estre di lavoro,· accont en– tar::§i ii risultati mediocri qua li Governo e Mu– nicipio avr ebbero rifiutato. Qu.este ouvr oirs lavorano a far len zuola, i'l'"ldum enti, bfanche– ria pei rifugiati belgi o delle provincie in vase . Molte ouvroirs si son o, viceve rsa, tr a-sfor– mate in cuc ine, in uffici, di colloca ment o, in rifugi; a seco nda de i bisogni, perchè qu esto è uno dei singo lari pregi di tu tte le Ol)ere çhe sono sorte ora in Fraicia, di tras forma r~ sem* plicemente vja via, a seconda delle neca(:,sit~. La Maison J/ atr elle di .ti . l{op pe (che rn tempo di fJace ttene terrrporane am ente i bam – bini i cui parentl o per ma 1attia o per ma n– canza di lavoro non possono momenta neam en– te curarli si trasformò appena scoppiata la guerra in cuc ina gratuHa, in rifugio di figli di mobilitati in ctistributorio pei feriti, in o– spedale, in centro dell'opera del ravi tail lemf'n t de., soldots e in quella dei prigio nieri. J1 Secours aUJ: iuteltec ludles de~tin ato un i– camente :lll'ufficio di collocamente delle m ae– ~tre istitutrici ecc. vi.oto l'im possibilita" di col– locir le sue reclute nepp ure come falciat ri ci, trasformò il proprio ufficio dapprima in cuci– na e dbpensarJO raccogliendo entro le proprie mura le intellettuali a prepa rare medica¼ioni r,ei soldati e dando loro <lue pasti al gi~rn o; _i pasti <:onciistenti in zuppa, carne, 1egum1 e -vi– no al mattino, zuppa e legumi alla sera, co– s;tav:.1.noin mr,dia a 0,16 in Agosto. 0,18 e 0,24 in seguito). Ottenuto poi l'aiuto e l'appoggio del SPcours National e alcune forniture d:ll Governo, l'uf– ficio si procurò a pr~stito de11e rnacc~oe <la cucire, si tra.,;;fo1mo rn vero laborator10, co-– minciò a retribuire le sue reclute con 0,25 al giorno e promosse _la formaz!one di altr~ no– ve cutine-1abornton. ln 8egu1to quando 1 la- borat ori abboridarono. viS"ta la necessità di soccorrere i malati civili, che gli osp edali non potevano ,più ri.cever e, curò l'organiizacion e di una squ adra cli inf ermi ere cipili. Assuns e r.ell'int ermezzo il carico di cercare e collo care e :a r viagg iare molti bambin i di mobilitati che si volevano mandare in campa gn a. Rit or– nò in seguit o alla ,pre parazi one cli mate rial e di rnedic u.Zione per gli ospedali pov.eri e con– tiìuua ad essere vestiaire e distributori o per le donne intellettuali. l' estiaires. Subito dopo i labo ratori per numero e ut i– lità , fra le opel'e immaginate durante la guer– ra sono i vesl"iaires, uffici cioè che ri cevono o fan fare j,ndum enti o biancheria da distri– buire gra tis ai bisognosi. Ho detto quanti ve n'ha per milit ari: altret – tanti ve ne sono pei civili; essi si dirigono cias curio a una data categoria di persone. Festia fre s dei bambini, di donne, di uomin i, per gJi ex ricchi, per i pr ofessionisti belgi e france si scampati dalle provincie invase, ve– stiair es per ogni genere di 1 m iseria e che cer– ca di riparare ogni gene re di miseria per non aggiun gere umiliiazioni morali alle privazioni materiali. I VP.stiaires sono in diretto rapporto col pub– blico, che può senz 'altro chiede re indumenti in rapporto con altri vestiaires con cui si scambiano 1 prodotti, sono ril egati spesso a laboratori che fanno la·vorar.e e con ospedali e le istitu zioni povere ch e hanno bisogno di indu menti o bia n cheri a. Il contegno dei socialisti tedeschi all'inizio della guerra, e per molti mesi, ci ha lasciati, di– sorientati, sorpresi, ci ha dato come il senso di un fatto che tradiva le nostre migliori speranze. Contro di ·loro sono state elevate delle accuse atroci. Indubbiamente il loro contegno non po– teva non suscitare un senso penoso, un senti– mento di ribellione, una E"Jiducia che perdura an;::ora, in ~molti.'-.timL Si può ammettere la loro buona fede quando, credendo al pericolo dell'invasione russa, hanno _ votato, in massa, i crediti militari, ma quello che a noi è sembrato un atto che peserà sul partito, sempre , di cui non potranno trovare, davanti al– l'umanità, una giustificazione plausibile, è che nessuno dei l 20 deputati, abbia ne~la seduta se– guita all'inv asione del Belgio, protestato contro una violazione di diritto che ha commosso il mon– do intero. Dopo molti mesi un forte moviment o socialista Jedesco si delinea, a favore della pace e chiede che non vi siano dQlla parte di nessun popolo belligerante, anne5sioni territoriali. Questo movimento è variamente giudicato. Deriso, sprezzato, frainteso da una parte, esalta– to datì'altra. come il sintomo della risorgente internazionale. Perchè non dare a questo movimento la sua importanza? E. arrivato tardi, indubbiamente, e forsie a ritardarlo è valso quel senso esagerato di disciplina che può essere un merito, ma può anche impedire il senso vigile della critica e della libertà di pensiero. Ma un partito, come un individuo, può commette re un errore gravis– simo di valutazione, di tatticJ; orientarsi secondo una terribile impressione del momento. e avere poi le sue resipiscenze, ritornare sul cammin fatto, vedere gli errori, misurarne gli effetti. trar– ne nuove conseguenze, confessare il suo errore. Anche questo può essere triste, quando le co,1- seguenze furono cosi gravi ed irreparabili, ma può avere la sua bellezza. Quel primo manipolo di socialisti dissidenti, fra i quali ci è caro, ricordare la nostra segreta– riainternazionale ClaraZecktin e Rosa Luxem· burg che sconta in carcere la sua avve rsione al– la guerra, e Liebknecht è andata ingrossando, diventa un esercito. Auguriamoci che gli aderenti si moltiplichino, che diventino in Germania la forza travolgente e decisiva. E che i socialisti tedeschi tuttora incerti fra l'una o l'altra tendenza imparino dalla dura le– zione, dalla riprovazione quasi universale, che vi sono momenti nella vita in cui pu~ essere un gesto magnifico di bell ezza e di fede, rompere quella disciplina di partito, a cui, in periodi nor– md!i, dobbiamo tutti obbedire. Agli Abbonati Si pre gano vivamente gli abbonati che 11011 s ono ancora in regola , cli in– viar e tosto la quota d'a bboname nto . E S TERO IL OO?PIO Inmemoria d Giovanni Jaurés Ricorre il 31 Luglio, l''B.nniversario della mor– te di quest 'apo stolo della pace che fu la prima e più grande vittima della conflagrazione euro– pea . La mano del! 'ins ensato che Io faceva, nella fantasia esaltata, re:sponsabi!e della debo lezza della Francia in confronto alla Germania per l'opera sua di pacifista, lo colpì mentre egli per– seguiva ancora il ruo ideale e continuav(a I 'ope– ra sua di sa lvezza roc ia!e. Meglio per lui che non vide il suo sogno infranto , meglio per lui che non sofferse quel che i socialisti doveva no soffrir e, meg lio per lui che non vide oltre alla lotta fratr icida nel mondo, 1 'ina fratricida che corse per le nostre file! Jaurès era nato a Castres nel 1859. Uscito dalla media borghesia fece i suo i studi coll'aiuto di un benefat tore che ·10 coHocò in un collegio e lo considerò come fig!io adottivo. Riuscì pri– mo in tutte le scuo le frequentat e e fu pro fes– scre di Liceo e poi ben presto all 'Università di Tou!ouse . Nel I88~, a 26 anni fu nominato per la prima volta -deputato . Nel 1893 fece la sua en trata ufficiale nel partito e fu poi direttore della Humanité. Poderose furono le sue polemiche e notevo le per noi quella sollevata dal fatto eh 'eg li permi– se la comunion e alla figlia Madda lena. Contro le accusre lanciategl i egli sostenne che t< non per la violenza nella famiglia e nello Stato si aboliram. no le antiche cre denze, ma coU'organizzazione naturale dell'<l: libertà , con la forza intima della scie nza e della ragione n. La sua opera di socialista fu svolta special – mente a stu diare i mezzi per evitare la guerra : egl i previde , i dann i dell 'a~leanza franco russa, propugnò l'appoggio del! 'Inghilterra cercando di ovviare i contrasti con la Germania ; anz.ichè serrars i in formule negative , e perciò sterili , af– .fermò la necess ità della difesa della nazione e nella sua opera 1 'Armée nouvelle es.pose il suo piano di organ izzazione militar e. (( Ciò che si ha il diritto e il dove re di doma.ndare è che la nazion e organizzi fo., sua forza militare senza al– cena preoccupazione di classe ei di casta, al solo scop o della difesa nazionale stessa )). Ancora il 29 luglio nel suo memorabile di– scorso di Bruxelles i\ suo ottimismo gli faceva dire : « Se si farà appello al trattato segre to con la Russ ia, noi faremo appell o al trattato pubb li– co con l 1umanità ! )) E chiude V'a'il discorso con queste parole: << Quando le conseguenze e il disastro della guerra si sviluppe ranno i popoli diranno ai reiSponsabili : Andat evene e che Dio vi perdoni! ». Egli era sul limitare della morte , d'una morte immortale . li giorno dopo quel Dio del perdono che Jau– rès come la più '<lita formula filosofica di bontà aveva invocato, era chiamato in servi zio della barba rie del Kaiser che si scatenava pel mondo. Noi non abb'iam.o, noi socialisti , la paura della guerra. Se essa scoppia noi sapremo guardare gli avvenimenti in faccia, ver incl.i– riz:arli del nostro meg lio, all' indipendenza dell e na::.ioni, all a lib ertà dei pop oli , all' .affran– cam ent o del prole taria to. Se noi abbiam o or– ror e della [fu erra , ciò non è per una senti – mental .it à debole e sner vata. Jl rivo luz ionar io si ra ssegna alle sofferenze de{fd uomini c,uand o esse sono le condizioni necessar ie d'un grand e progr esso umano, quan do ver esse gli opvressi e gli sfruttati si ri alzan o e si lib erano. Ma intanto. ma nell 'Europa dell'oggi_ non è coi mezzi della au erra interna::.ionale che l'o– per a di li bertà e di gillsti,z i a si co1n1Jirà e che i di ri tti dei 1JOPoli sarann o ripristinati. Certo, (la cent o cinquant'anni qH .. ant e violen • .zc in tern.. azionali sono stat e c01nmesse in Eu– r o])a, di cui i martiri i persist ono ancora in mi li oni di cosci enze, e le di cui conseguenze pesano sull'E uro pa e sul mondo! Ma è con lo svilu p])o della democr azia e del socialismo e JJer quello solt an to, che queste soffer enze sa– r anno vl aca te, che qu esti probl emi dolorosi sar anno r isolt i. La democrazia fa del consentim ento degli es– seri uma:ni la. r egola del diri tt o in ternazionale. Tl socialismo vuole or aaniz::,are la colletti vità umana, rna ciò non è una oryaniz zazione re– str itt iva; è solo la Leaae (Jf'nera le di giustizia e d'armonia ch e pr everrà tutti i tentat iv i di sfruttamen to e la scerà all e naz ioni la libera disposizione di sè stesse n elt' umanità, come aali indivi dui la libera disp osizio ne di sè stes– si nella n azione deUa sua vita. G IOVANNI }A URES-

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