La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 4 - 21 febbraio 1

Fa!R- loro inspira re l enlamen le a bocca chiusa quanta più aria possono e poi alt ret– tanto lentamente fate espi rare in modo da vuotare completam ef1te il polmone. Cinque o sei di quest i esercizi ogni matti– na gioveran no certa mente. Aggiungete un buon massaggio al pett o e alle spalle per qualche minuto a mano asciutta o con qual– che goccia di spiri to canfo rato; qualch e e– sercizio ginnastico come quello di uni re le mani dorso a dorso portan do le bracc ia te– se all'in dietro, e avret e un'ottima ricet.ta che non costa niente e che non può a meno di recar giovame nto. Ricor diamoci però che il seg reto del buon succ esso di queste piccole cose, sta nella costanza. ~on venitemi a dire che per irr o– bustire i fanciu lli gracili ci YUOl ben aHr-0! Io vi dico , e nessuno può darmi torto, che è dovere di ogni madre di concor rere a ma ntenere e raffo rzare la salute dei propr i figli con tutti i mezz i natural i di cui dispo– ne, tanto più quan do questi mezzi non co– stano che un po' di costanza e di buona volontà. Con questo primo saggio il compagno dottor M otta ini :ia una serie di consigli pratici per le massaie. E gli ci dirà molte utili cose e no i gliene siamo grate peréhè ciò varrà a ren– dere semp r e più pratico e perciò più adatto all e lm :orat r ici. quest o nostro fogli o di pro– paganda. CONSIGLI PRATICI Ln prodotto che dovrebbe esse re megli o co– nosci uto dalla buona massaia è il comune bo– race. Generalmente questo prodotto che ven– dono i farm acisti ed i ~rog hie ri ha un a so- 1a applicaz ione, quella di coadiu vare l'ami do nella stir atur a a luci do della biancneria. In– \·ece il modesto pro dotto che \·ant a una na– zionalità tutta itali ana (perchè in It alia e qu asi i:colo in It alia Yiene prod ott o dell'acido borico che proviene dai cosi detti soffioni della Toscana } può rendersi utile in varie circostan – ze ne1rli usi dome stici . Le don ne olandesi e le belghe l' adop erano sciolto nelr acq ua per Ia,·are te:-.o:.uti fini e de– be ati di lan a, flanell a, cachemire ecc. ecc. e– conomi zzando con esso buona pa rte del sa– pone necess ario e<l aume nta ndo la su a schi u– mosità . l.-na huona solu zione di sanane e borato i:ci fa cosi: - 1. Si scioglie un qu arto di chilogra mmo di sapone giallo, tagliato in pezzettini minut i. in un litro due o tre di acqua calda C' vi ag– )?iungono gr . 10 di borace. Il sapone sarà d'ue volt e tanto :-rhiu moso e detersh-o. 3. Colla solu zione di borace si ha un otti – mo dentifricio e di"'infettatore della bocca . Comb atte tutte le infezioTli che si posano nei meandri ilei denti e che provo cano le carie. 4-.Con JR c::tessa ~oluzi,mE> {att a nell a propor– zione cli 50 2---r. ner og-ni litro di acqua si ha un'ottima ,fotPr<::ivo dei canelli e dell a cute del– la testa ed un otti mo emollie nte della pelle del – le ma"ni: ner questo in caso di ruvidit à dopo Ia lavatu ra colla soluzionE> di bora('f" s' h seguire una unzione le!lJrerissima di gliceri– na: il bor ato di c::odio e la glice rina formano il glic eroborato rli c::odio ,,he è il miglior age n– te pre5erva tivo dell a nelle. 5. I1 borace è un insetticida che sostitu isc" 1:antaq1Ji1Jsomente, notisi nei panni di lana " r,Plle nelli ccie, 1a n aftalina nell a stag-ione cal– da: no n occorre <lire rhe si usa nello stes<:;0 mon o '1el1a naf ta lina , fasdando però accnra- LA O,F~SA D!iLLl: LAVOR-ATR WI ta 1ne nte nell a cart a da giornale o bianca ogni oggetto singolar mente. Pres erva pure i mobili dai tarli, se si occlu– dono i fori fat ti da essi con polvere cli bol'ato. 6. Pr eserv a, e qui il suo uso è import ante, il latte e la carne dalla rapida decomposiz ione. Se in due litri di acqua in cui si è sciol to: ac ido bori co 150 gram mi bor ace 30 sa le di rucina 20 n si la scia immersa id.ella carne fresca per 36-48- 60 or e, dura nte tutto questo tempo essa non soffre in nes sun modo, e dopo un risciacq uio in acqua comu n e bollente si può ma ngia re impunem ente . Così un po' di borato di sodio , 2 o 3 grarn– mi scialli in un litro di acqua, senza incon– ,·en"ienti per chi lo usa ne r ita rd ano parec– chio tempo la sua ripresa e la sua acidifica– zione. S'intenda che questo sistema cli con– sen-nzione dome ~tico non è permesso e u pour ca use >) alla speculazione hoUegaia delle gr andi città. CORRISPONDENZE A Milan o . Domenica scorsa ebbe luogo in Milano u;i Imponent e comi7~io cont.ro la guerra indett o d?-1 Gruppo Femmi nile Socialista. ll tempo pessimo che rendeva quasi imp ra– ticabiil le strade impe dì a tant e donne lavo– ratrici pur desiderose di interve nire, di vre– senziare al comiz io. Nonosta nt e ciò il salone era zeppo. In tel'ven nero molti comp agni. La compagn a Maln ati aperse "il comizio spie– gandone lo scopo : que llo sopratutt o di sentire da lle stesse donn e del popolo i loro sentimenti. Lesse poi numerose adesion i: Sezio ne fem– m.inile di To rino; Tortona , Roma, Sav ona , Monz a, Mont ecalvoli, Ancona . Erano pure rapp resentate molte organizza– zioni femminili, e mandò adesione la Unione tess ile di Lomb ard ia. Aderirono '}JUre la sezione soci aUsta di Mi– lano e il circolo gio,-anile. Lettere di adesione pervenn ero da molt e compa gne. P arlò '})rima Abiga ille Zanet ta illu stra ndo i motivi della nost ra neut ralità e facendo una critica acuta per l'oper a cieca del gove rno no– stro . L 'ope rai a Varè por tò l'ad esion e delle tabac– caie e la ,·oce delle donn e proletarie avv~rse alla gue rra . Il compag no Tasca di Tor ino polemiz.zò con gli interv en tisti e illu st rò il conc etto che la costitu zione dell a patria scatur irà· dalla inter– nazion ale rag giunta . La comp agna Brebb ia volle fare qualche ob– biezione nel senso che per soste nere la neutra - ~~td:~:t! ~1es~:;~r ~ifµ~[f ~a1~~!~:~:l ;.: :\Ia alcu ne donne forse ma le interpretanclci p suP paro le le imped irono di par lar e. In terv enne infine la comDagna Balabar la rrna le fnl'e un discorso vibr ante di fed{) cia1ista, che strappò lacrime alle donne , .i.:; senti. .. _j 111111 Ella dimoi:ctrò come ledoiìM la-voi·atr~ d bono tr ovare ne l socia lismo l'unica salvez:.:a per l'av\·r>nire. poichè per esso -;oltanto t•u1- nità ~<nà Pmancipata da llo .o:.fruttmnento - pita listico. dai pregiu.dizii di questa socie:ttà -~– ingiust izie e di rnprus i di cui l'attuale gu ' è l'esponente tip ico. ~ JJ romizio si sciolse al canto deIJ'interr. a,. - nale . Da Casalpu s t erl engo. Dnmenira 7 febhraio fu tra no i la compagna Brr-bbia ner una. con ferenza sui (t Difensori dPlla classe lav or::itrice 11. 1 1 riumr roso pnb bl ico che stip av a il teatro <:f''2"UÌ ron inten'" "Se la compa gna nost ra; per - 7. Nei mali di go la , nei gonfiori inte rni del– le narici, nell a in fiamm azione degli occhi, n ei dolori di or ecchio, nelle infiammazioni della pelle, specie in quell a gras sa, ca ratte ristica di certe narti del corpo, il bor ato di sodio è sovrano l°imedio, sciolto nell'a cqua ·in propo r– zione dì 50 gr. per litro. 8. 11 bor ace rende incombustibili i tessut i. la carta ecc. Si fa una soluzione di Borace g r. 20, Cloruro di ammonio (sa le ammoniaco delle pile elett r iche) gr_ 120 in 1 litro di ac– qua e con questa soluzione ~i bagnan o gli og– gett i che 'in caso di incendio bruciano è vero (perch è l'in combuc;tihilità è semp re relativa} ma carbonizzano senz a fiamm a e senza brage. Altri usi dal bor ace sono come tutti san no quelli per la stiratur a ed altri num erosi ve ne sono ancora , per la indu stria propriamente clett.a, come fondente nella metallur gia la nou– vell e voudre o bra ser le m etau :r. speria!ità per sa ldare. vendu ta da lla cas a Bartenb rach di Ginena è... bor ato di sodio). dram. PROPAGANDA ca to però che le donne intervenute fosse ro po– chissime ! Qui è necess ario un lavo ro paziente per st rappare 1ft rdonn a ai pregiudizii religio si che le teng ono lontane da noi. Le cond izion i di lavoro di queste donne so– no miserrim e. Le cenciaiole guadag nano cent. 80 per 8 ore di lavo ro - le filatrici che gua dagnava– no L. 1,3.5 si sono viste ridotte la pa ga a Li– re 1,15 pe r dieci ore. Le lns oran ti nelle fab– brich e di giocatto li pcrce:)iscono da 70 a 80 cente simi per dieci ore. Eppure nonostante queste pag he, non è sen – tito il bisogno di st ringe rsi in lega, di orga– nizz arsi, di m igliora re. La rassegna zione su– pina piega queste povere donne al loro mi– sero stat o. Esse .sono anc ora alla pr imHiv a con– cezione per cui il lavor ato re h a tutti i dove ri e nessun d iiitto. Non un ragg io di fede in un mig liore clomn ni le anima! Uni co loro conforto la Chiesa. unic a \'isio– ne <li bene, l'al cli là della vita. E1)ptue ~e co– nosc esse ro i vant ;:ig-gi dell a solid ar ietà potreb– bero mig lior are le loro condìzioni , se cono– scesse ro gli icleflli nost ri trov erebbe ro in essi un g-ran de con fort o. Ma i comp agni d iCa sa lpu sterl engo, che ha n– no già fatt a qu alc he buona truppa e sono ac– corsi con tanto entusi,as rno a senti re la com– pagna Br ebbia . dovr ebbero fare qua lche sa– cr ificio d i più per r iohiama re le loro don ne alle nost re file. L -i Dif esa delfp Lavora tr i.ci non dovrebbe mai manc are nelle loro famiglie. Da Tricerro. Cara Difesa, Concedimi un po' di spaz io ·perc hè vorre i persuadere le ra gaz ze di questo p·aes e. ì\"el nu– mero scors o è comparso sulla rDifesa una cor– rispondenza da Tr icerro che fu letta· con mol– ghe, tutte le miserie, i massacri, i f:l~rca!i umani, i dolori e i pianti sa rebbero fimt1. ~-:1- cord atevi o donne: u Se div isi siam canaglia. stretti in fascio siam potenti J>. Uniam oci du nque e qualch e conq uista pre– sto o tardi ,·errà comp iuta. B..\ZZ,\NO --~- - CODINOG. Da Tori no . Il gruppo femmini le socia lista ({La Difes~ n a nome delle sue componenti invita La Dife – sa dell e Lavoratrici a voler sospendere que lle lunghe ed inop portuile polem iche ::;u una po s– sibile gue rr a di 1{.hfesa. .fl: il parere di tutte le nostre comp ag ne che siano queste discussioni, atte solo a con fonde– re le menti ed a far perde re alle don ne, spe– cialmente alle mad ri, la fiducia della Di fesa. Le don ne pro leta rie sono forte mente, irri – ducib ilm ente contro la gue r ra ed il giorna le espon ente ùelle loro idee per l'ideale del so– cialis mo, della pace e dell' int ernazi ona le ope– raia non deve ,devia re dall a ret ta via. Ralle– gria moci che in mezzo ai voltafa ccia e ai ten– tenn ame nt i di alcuni dirigenti, le don ne la– voratric i siano rim aste inc roll abili, augu ran– doci che nella loro grande avve rsione contro la gue rr a continuino a proce dere fidenti e si– cure ed al mom ento oppo rtu no sa ppi ano inci – tare energicamente i figli, i pad ri ed i fr ate lli a non fare il socrifizio della vita per una cau– sa che no n è la loro. La redazi.one riel/ a Difesa 1I0n approva il de– siderio delle comvag ne di Torino, perchè la discussio ne non è mai pericolosa a m eno che si vo glia far specula:ion e sull 'i nganno. La di – scussione la temono i pr eti e soltant o i pe(J– gi.ori. D'alt r a part e se tan te sono le compagn e che scrivono, esprimendo concetti divers i, ciò si– gni"{ìca che non tutt e le donne sono del par ere di qu ell e appartenenti al gruppo tori n ese, al – meno in ciò chf' riguarda la libertà di discus – sione. Dom enica scorsa ehbe luog o la fest a pre– annunci ata fre le socie del nost ro gruppo Lt1 Riscossa ed i soci del circolo G. S. Avangu ar– dia . Il nost ro banco fece otti mi affari, i cir– coli Tor ines i no n si curarono di aiuta rci. Sol– ta nto il cir colo I •~1aggio inte n ·enne con ves– sillo. Da queste colon ne vada un ring raziamento ai signori coniug i Boelli , Abretto Elena, De– vercelli F rancesco e Fede degn i Ma rio, pel con certo vocale e istrumen tale il qu ale inca– tenò per due ore l'attento udito rio. Sper iamo di riaYe rh presto fra noi. Domen ica 7 febb raio sì riu nì l' assemb lea delle socie. visto l' attegg iamento dell n. Giano t– fi . assolutame nte contrario ai prin cipi socia– listi. accet ta va ad un animità le sue dilnlssio – ni dalla C. E. Venne nominata a sostituir la la comp agna Elvira Zocca, la qu ale si pro – pone un'ottima propaganda ne l pop oloso bor- 2'0 di VanchigJietta. p_ P . ·o--pia.Cere datìe ùon ne proietarùr,,n ,a- ch-c---fu- __ ,._,_ ~-~------- """""~,-,e-e....,,_~----"' causa di grave ... scanda lo per ait:re donne che Da Ravenna. non comprendono <la qual pa rte sia il loro in – teresse e il loro bene Esse non hantio anCora compreso que llo eh~ sia ver amente il nostro ide ale. per ciò si sca– gliano contro di noi come se fossimo dei ne– mici. Esse non comp rendo no che i migliora menti che po.o:.siamo ottenere sul ca mpo clel lavo ro dipendono tutt i dalla no stra forza . Mai le donne ricche, le pa dr one han no pensato a noi; esse no n cono scono la nost ra vìta e mol– to spes:-o c::ono esse che godono dei nost ri su- dori, cruelle che niù si onpongono all P ronc es– sioni di mig lioram 1m to. ~e tntte le donne ri– spondessero .11 nost ro nppe llo unendosi in le- In un a del1e pr ime domeniche dell'en tran– te marzo avrà luogo a Rav enna una grande manife sta zione femmini le an tiguerresca. Ne da.remo a HlO tempo il progra mm a. Fi n d 'ora esortfarn o le due Sezioni Fe mm in ili So– ria lii:cte di 'Ra,·enna, e le Sezion i Femmini1i Socialiste <li S. Na7,ario, Cer via. Castiglione e 1" Lrg-he F emm inili .della vecchia Camer a del L::ivoro a nrepa r arsi att ivamente per la. m a– nifec:fazio ne. RIGAMOfffl GTUSEPPR, -"'- Tip. Ildltriee della Società • AVAN'l"l I • VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI Cara Lucio, Lessi temp o fa t:he u n' amm inistra:ion e so– cia lis ta ai:e1·a fi.u at o L. WOO- al sindaco loca– le per congru o compen so dello cari ca chP oc– t:up a: C()ntesso di aver pr() 1;ato un sensr., di gt;rmfr;,rl1,J,mi pa re rh e con qu esti m e;: i si af– fu schi la IJell e:;a dell 'id ea so,;ialista . A bbw– rrw tr opp i casi di gente che vi enP al partito per ambi:ion e sen;a agg iu ng er e altr i' es,;he an ch,o peggi ori. Di abu si i:e n e sono an che tropp i, elimin iamol i im.:ec,o d'aumentar li. 7n– flta urand o no1:ilà seducen ti e allettatri ci pre– pariarrw al sod alism c, la sua ro vi na . Abbiamo bisogno di oente di fede, pronta ad oan i sa– a ific fo, e non me stiera n ti e procac ciant i. Che mi ri spondi Lucia? Perdona lo mio rude;;a_ V JRGfNI A ~JONZA~J. Cara t:ompog na, Jo ca pi sco il tuo s<..ruisito idealis mo ; capi sco l"" tue pau re che ll partito debba chia mare a s~ dei mestie r arit i. ~ a r.ara mia ! rnste nere r'he non vi debbono r~ssere ca riche vJgate, ::-i~rriifica fare or, ser,rna– lato se r vi;,'lo ai rios1ri avversari, i qua li ha n– no tutto l'inte res°'f:: a impe dire ch1:: i lavora– to ri vadano al prJtr-re. Infa tti: mi::ntre tr:wBrso lotte <.;anguinose si c;i e coriqui~tata 1 uguaglianza davanti :tlla ]Pg~e, in re:,Jtà i nu lla teneoti, i pr ole tari, n0n sempre pos<.;(Jfi'Jsalire a cari<;hP putJb!khe pic 1 rchè non riossuno &bbanrfonare il lr}r(J Ja– ·~oro ,~ debbono pur m:1nt~nerr! la forrJ fa.– migli:L Anzi... Il sin daco di un Comu n,:. irnportantP,, rfovr: dare tutta !"attività sua al suo ufficio: non può du nque atte nd ere :-id altro lavoro ed è ('0,:,;a sacrosantamente giusta inden nizzarlo. La leg ge fJermet t2 ai sind aci 1m asseg no afJ rin son am; ma questo a~spgno ~ controllato poi dalla Giunta P ro•1inci:Jle, rhe no n J:.1scia pas– sa re fac ilmente delle lau te somme. Ad og-ni modo noi ritndamo g-iusto che quf~st'ufflclo c,ia pagato, c<JmP pagato do\-rebbe r:ssPrr~ quel lo degli assesso ri, l'he nelle gra n<li città. ljp. \'Ono dare per compiere il loro d<Jvere, rnttrJ il loro temp o. i\ n('hp J"ndennità ai defJUtati fu <:hiesta da, socialisti per permettere a tutti di i:.'11JTJ~Pre a c1uel posto, ove abb ias i il merito e le doti ne– cess arie. Si t rat ta di un princ ipio eminen temente de– mocratico, e noi socialisti siamo i più interés– <.,ati a <;;ostenerlo . Quanto ai pericoli a cui tu alludi, è vero che ci sono; ma tocca alle sezion i di ovviarli, vigilando e scegli endo pe rsone cli fede r rova– ta per qu alunr.rue car ica. Tl .o:.ind aco del Comune a cui tu alludi è cer– ta me,ite fra quelli che più son o meritevoli dPl !a stim a della classe operaia . Ma se noi proprio vogli amo liberarci da quelli e pur – tropp o ve ne sono - che vengono al pa ,tito per seco ndo fine, per m~tt ere in mostra una lau– rea, per farsi come si suol dire un nome e pe r mir are a. uno sti-pendio , non v'?> altr a via rhe qu ell a di Plevare sempre più l'istruzio ne della massa tutta . Cosi iòi r aggi unge rebbe anche un altro be– neficirJ: q11r,llo di fa r sr omp nrire l'odiosa -di– stir, zi,Jne tr:;i intel!Pttua li e laYorator i che mal s'a,Jd ice al socfolis mo H quale r itiene nobili tutti i lavo 1;, sie no essi manua li o inte llet.– tu:il i. _\ questo proposito, ogg i si va alla esage– rnzione rir-r r·ui tutti i non or er ai, sono so– S()'·tti B:,diamo di non er'.cedere a qu PstP gro!'isO– lanità. c hJvoria. mo piutlo sto a diffondere l'a– mfJrr• ol -~·apere q nell'a more r·h e ta nto anima te, u.1ra. cr1mpat;,rna, che fai nobili sa rl'ifici per P.!Pva.re la tua ('Oltura. r1 br neficio del soc;ia– li~rno. Qu:w do mollP e mo ltP flPrsone av ran no la t.11a stessa :tc:pir:izione, stai pur sicura che il ,;t.1mpo di buona srel ta sa rà am pio P fecondo. Luci a. P.av ,mna, 24 fJP1'11lfJ. io 1!)15_ r:o ro l vria, Il tema r he orrl pro pon(Jo, mi r,ar P ab/Jiri. vn o rer to ·importan:.o, .çt>IJl1P11P .,i dis tolr10 do tutti gli oltri, pPrc lu• si tro tt o rii /i.lOS{)ffJrP un pfJ' in f{)rno ort 1100 pruol o m.fJllfJ ro rr111nP_ L P(J(fPntlo un liluo dP.l vescovo B ono mt>lli, (ogni libro va lPltrJ, 110n ,; ve ro?) tr ovo f/UPSt" frw,i: r1 _"rffJtofP 1111ar:osa degna di ossP1-r azio– « t1P r•d è r:hP la ma gaio r pa rt e di qu,,lli "rJu, r,rm rirfJnrJsr:01/fJ lo diriuifo rii Gf'.ni ( ., usi van tan o rnìscl"edenli f' li beri pensatori e <f c~ie si atteogiano a materia listi ed atei. pr o– <r ttcam ente poi si consid era no e si dic ono (f cr istiani rm,,h'essi, in qua l senso poi no n ({ sapr ei dir e. L 'atmosfera cristiana che ti av– H vola e li obbli ga loro malaraclo o ritener/' u ancor a ques to nome di cris tian o, quasi im– ({ potent i a svestirsene. 'vergognosi di assu– r< m,erne un altro ,>. l o ver me credo che cristi ano non voo lia cli– re essere catt olico, di chiesa; nia semvlice- 1,-tente sentirsi ·uomo, d"i coscien:;a r etta. dif– fer ente (la(Jli nltri anima li .. Nell 'att esa im.pa ; i ente, ti s"atuto con aff ett o. IDA GHERAROINJ. Comva ana carissim ,a, Ti sono g rata ner la tua lette ra che m i dà modo di ria ffermare qui, un principio che mi sta t~nto a cuùre e elle trnpr>o spesso vien di – r~enti~8:to . (specie in que sti 1!ltimi temp i di d1batt1tL rnt orno alla guerra): quell o cìol'-> della 'h r rtà di ,en sièro elle deYe anima re ogni sociali sta e che non è in antite si con la di ~ciplina di azione. Ma la nostra lihertà di pe11~iero non dev'es– srr e un dogma tismo a rov escio . Noi non abbia – mo di vieti; e ness un libro, nessun giornale av vel'sario de v'eciscre da noi messo all'in dice! Color ? che insrg nano a forza di dogmi, han – uo rag ione di te merr gli a rgome nti altrui rh e possono fa r deviare le lll<'nti dai binari a <·ni li vogliono cost ringC're. Xoi, inv ece, che cN cld amo ln. \ er ità, non ab bi~1mo paura del– le altrui a.rgom r nta zioni, le cruali anzi, cl servono molto bene al ro ntrollo di noi stes– si e a.lln. pr epa rn,1ion e d i un'efficace pr opa– gand a. M::i vf'niarno al qne~i to <:he tu mi sottoponi : rr edo chc> la fr ase <-hc tu ri feri sci sin. tolta dal li!JTo in cu i il Rononwlli cerrn di a.uten– ticarc la fJ<'tsonali tà divina di Cristo. Si sa: la sto ria ha svest ito la legge nda r ri– stia n;! <lni suo i (·olori primit ivi. Cristo, que– sto dio-uomo to me è ritr nuto dai fede li, ri ap– pa re sotto 1n. cri Iira stor irfl.., piuttos to un apo– stolo rame tanti altr i \'i furon o, o come la per son ifìca zionf> di nna dott r ina. n uova. Qursta rlott r i11a. rap ])rcsPntava verament e u ,1 pasf-o n.vanti Sll] c-ammino del pro gresso mo r:d r. Era dr,tfriJi:i. ,di frntella nza in ron- fronto alla schi a,·it ù anco r a esistente. Era dott rin a di amo re in con fron to ai vecchi odi di casta. Era un pass o Yerso l'as pir azione di gi us~izia che anima noi pu re con lumi più ampi. P e1· molti essere .cristi~mi. significa dun que , no?- t_a,_1to crede re m Cri sto, come accetta re i pr111c1p1della sua dott rin a. .'.Via a\·ere questa aspirazione cli giust izia non fa ?i~ogno di crede re in un dio I)iuttos tochè nell ·aJtro, perci ò mon signo r Bono melli che pur fu uomo di molta dott rin a, ebbe to/to di far~i tante merav iglie. I miscrec lenti a cui egh allud e poteva no benissimo accetta re le teori e di Cristo, le quali al la fine sono tan – t? in cont rasto con q\1elle della Ch iesa catto– lica, e ta lvolta anc he con certe affermazio ni dello stesso Bonomelli a proposito cli sa lariati e di padroni, contenute in certi suoi libr i su l– la emigrazione. Ma il dogmati smo di cruesti cattoli ci arriv a al ?unto di negar e la storiai la scienza e ln logica ! Tu dici che cris tiano non vuol dire esse– r~' ~att oli co cl.i chi esa, ma sempl"icernente sen– tir si uom.o d1 coscien::;a retto, differente da– gli altri animali .. .Difatti tra ca tiolicismo e cri stianesimo c'è differenza. Il cnttoli cesimo è l'adattamento della dottrin a cristi nna, agli ordi namenti so– cia li ~ statB;li._ E q_nesto a.dattamento è anche un po la m1stificaz 1one e la negazione. Quante \'Olte tu non sen ti esclam are anc he dalle no– stre donne , che il 'J)rcte è colui che mette Cri– sto in croc e ogni giorno ! .:\In. bada_: noi che miriamo a.d emanc ipa- 1:c_ l?- cosc1e~za da o~ni vecchio pregiu dizio 1C'hg10so, noi che vogliamo basa re la nostr a moral e sull e legg i posit ive della vita, pur r-i– cono o:;ren_do tutt_~ l~ bellezza. de i cr ist ianes imo , n?n ::1hbw mo p1u b1c:ogno di chiam arci cris tia– ri~ . S::1re1~mo f~10r cli lu?go e fuor di tempo . Sw mo prim a d1 tu tto d01 (Jalanluomini e sia– mo poi dei sociali sti. Nel ~o~in.lisJ?o tr oviamo quanto di bello fu nC'l rr1shane s1mo, qu anto di vero ru nella morale um ana di tutt e le età, il tuttO avva : lor at? dalla s~ienz a e ~vilupp ato dai più com– ple:-s1 r apporh rlella n ta civilr. Lu cia.

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