La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 23 - 6 dicembre

CIVILTÀE SCUOLA Da molti muri si va blaterando che la scuoi.'l deve essere educati va, vale a dire: maestra di civiltà e si lamenta ch'essn. non sia tale, e se ne ~icercano le cause or nelle deficien:i:e go– vernatiYe , or nell'esig uità degli stipendi 1 or nei programmi, ora nello stridente dissi dio che spesso corre tra scuola e famiglia. Certo, tutte queste cau"e concorrono con va– ria import anza a produrre la inedu c:,ti\·itù del– la scuola; ma io credo che la forz a ma.ssima, se l'u ni ca . è quella data dal fa lso concetto di civiltà e di patiia, che h anno la maggior parte dei nos tri educatori e, specialmente, qu elli con– senatori, e cle1ica li. i quali. pur troppo, sono il più gr an numero. P.er costoro e pee molti altri radicaleggianti, i l laYoratore dello. nostra ciYiltà deve essere onesto . osseq uente alle leggi, deYoto al padro– ne, obbediente. accontentar~i sem pr e di q~iello che ha anche quando non ne ha: non clueder mai nulla con \·iva cità , aspettar tutto dal buon cuore alt rui: essere semp re pronto al sac rifì.cio; non deside rare la roba d'altri; persuadersi che il -suo stato è \"Olut o dal destino e come tale ac– cettarlo rassegnato. \"i\·èndo così. ins egna no, \"Di poYeri sar ete più felici dei ricchi, i qu ali, po\"erini. sono ta.Ilt -O più infelici quanto più sono epuloni - Il J·icco. poi, della nostra ciYiltà. essi i11se– gnano , de\"e e.5.-:-ere benefico, ci?è: dare il _suo superfluo (le briciole) ai poveri! pagare gh o– perai che hanno laYorato: adoperarsi nelle amministrazi oni pubbliche, dare feste di bene– ficenza, qu an do accadono pubbl iche calamità: e..."-Sere affabile cogli umili, impiegare i suoi de– nari nelle industrie e nei commerci, perch è i poveii possano trO\·ar laYoro. _ Così facendo, aggiungono, i clericali. pover! e ricchi andranno tutti in paradiso . dove si abbraccieranno e sa ranno eguali. Ma se gli uni o gli altri dedera nno da quest?, van~el _o'. andranno all"infe rno. nelle pene p1u ornb 1h per tutta !"eternità, e così sia . Passi amo alla patria: che cos'è la pat ria per costoro"? Il re e l'ese rcito . Qua li i doveri verso di essa: andar soldato e farsi ammazz ar e quando il bisogno. cioè, quando il governo del re lo richieda. Quando i nostri gioYinetti e le nostre giovi– nette parlano di pat ria e di doveri verso di es– sa, non c'è per loro che il S?ldat o e la gu er– ra : pare -che per pro curare 1! bene della pa – tria, non ci sia alt ro da ia re che amma zza re e farsi ammazza re. E non distinguono nep pu– re, sia pure con term ini_ diversi dai miei. le guerre criminali di conqm~ta dalle gue rre san– te di difesa. Ora non è chi non veda come quest a mora – le borghese, pur con5-E:rYando alcu ne massi – me: unh·ersali della ,-irtù, sia , nel rima nent e, tutta in antitesi collo stato delle nostre scienz e pos.itiYe e coll'indir izzo sto rico della n?s~ra pr~~te ciYiltà; com'è mai dunque poss ibile, che il fanciullo ne esca educato ? La mor ale proletaria, di cui sop ra, è la mora le dell o schiavo, del ser vo della gleba, delle maestran – ze operaie del ) .led.io Evo. Al proletari o oggi occorre dir e: Sii onesto, \·a bene. ma 1.1elsen so della. tua <lignità e re– spons abilità morale, ma non invilirti ma i'. an– zi ele\·a il più poss ibile , la tua personaht à e la tua intellige nza, e a ta l uopo, sa ppi esi – O'ere dal tuo laYoro quel tan to che basti a tu tti f tuoi bisogni fisici, intellettuali e morali; nu– trimento , istru zione, dilett o: tanto per te, quan – to per i figli tuoL Interess ati dell'andamento delle indust rie, perc bè tu possa richiede re un adeguato compenso per la parte che tu vi hai presa. In teress ati dell e azioni politiche ed am– ministrative del tuo" govern o per chè tu possa sosteneTl o se guiste; rovesciarlo , se ingiuste. :-.;-iente. obbedien za cieca, ma obbedienza ra- ~i~n~~oe d~~~:fnatep~o~~~t~~ui1gtie~;d!~~.~~!~ Rifi utati di obbedire e di""trug-gi l'a utor ità che opera in danno tuo e de' tuoi simili. L'im pero non sia degli uomini ma dell a leg– ge; e ogni legge si uniformi alla sup rema legge morale che dice: (< il berie dell'individuo sia sempre in armonia col benp della collettività11. u .-\himè, sento gridarmi. ma questa educa – zione: è: anticapitaJista e rovescerebbe ogni priYileg:u e: il diritto di proprietà. Ah si'! ~on vo1He educare così? allo ra, voi non alleverete che dei gretti, degli egoisti e de.ttli immorali_ e la Yoc:tra scu ola sa rà sem– pre antiOO.ucativa. E al ricco che dovremmo insegnare? Ecco: invf:Ce di d:re che la sua ricchezza è un don o di Dio o del caso, risalite alle origini storiche della ricchezza: le guer re di conquista, Io ~frutt.ament.o industriale. il furto commerciale, quindi l'eredità. Dite che ne,;sun uomo è arric– ':'hito a milioni col ~olo lavoro individuale del braccio o dell'ingegno. Dite che come le acque di un fiume incana– late tutte: a beneficio di poche terr e. lasciano ne,ce.<:sariamente in una d~o/ant.€ siccità le al– tre, cosi le ricdiezze ar;eurnulate in poche fa– miglie, producono necessari'1mente la penuria. in migliaia e milioni di altre. Dit.f;✓ che 11e~s1JfJrJ ha il diritto di tener terre ir1colt1::: 6 m&.l rnltivate, quancfo milioni d'emi. gr:-1,nti ei::rc:)n p;ci__ne filtrove; dite chf' sol chi lavora ha diritto ai t-~i della terrn perch,· questi si hanno solo per il lavo ro dell'ingegno e del t1rar:cio. Umiliati:-ne la boria. Jn super– bia, infNm~t~ il sentimentrJ dei loro prr:V!: i diritti e li avrete educati ... un poco . Che dire deJIJ:J.patria? PJ portatevi al concetto di Mazzini. La patria non de\"e essere un concetto astratto, che f.; un nulla; comr:: non i:. solt:inlt; re:, esercito, ban– diera; ma esa,a '"'costituita dal ~;uolo e da tutti i suoi aUtanti. Ora, il bene dell:.1 patria è il bene del suolo dr! popolo che l'abita: chi a– ma il nostro suolo e lo ren.d.e fer;otJ<lr1 t:li fiori e di frutti; e di~soda le terre incolte ,~ rru,.r;iu– ga le copertf:: d':--.1L'qua, p~r rH1dr-rle belle 1:; ferac i, ama la patri:1; cbi da lav()ro. agiater-– za. istruziune e felicità al pofiùlo ama la pa.– tri a; chi lo opprime, lo sfrutta. lo sping-e a.Ila miseria, alla ri\"olta è un nemiro della. pa– tria, è un traditore. ~1a tutta !"opera del capitali-:m:io, del com• mercio, del militarismo fanno appunltJ qu,~-,to! ~ on gridate dunque, voi, canitalLsti. milita– risti, <.i..ffarnatori d'ogni specie, non gr-idat.e rd popolo prllrir t, patria, voi non sapete che sia. (AR\.f tL, BAfHCELLI. LA DIFES> DJ<:LLE LAì'ORATJUCl L'enciclicudel Pupu. Il nuovo rapprese-nlanle di Dio in terra ha lanciato a1lunque la sua parola ai fe– deli. Egli, che con lutti i suoi poteri non può farsi oscolta·re dai coronali che lumno la 7Jri– m.a responsabililù della gu erra e che del resto gli fanno u.n sita/e concorrenza nello stesso suo ufficio di ra1Jpresentan :,a divina, ha pensato brne di cercare altre cause per loie flaydlo e l'ha trovata strano a dirsi fò nella 1,wncan :,a di spirito di obbedien: .. a al– la chiesa. ìfa poi ... gira e rigi ra quf'sla man– can :.a dt spirito di ob/Jedien::.a i· dovitla nien temeno che ai socialisti, i quali in con– clusione avrcbbfro vrovocala la guerra .. :-lh, quant' è co111odv per il successo re di Pietro, che gode di tanti van/aggi sul suo predecessorc,, venuto a piedi dalla Pat esli– na in R oma , com e è comodo, dico, lo sca– gliarsi contro i sociatìsti an=,ichè condan– nare i respons abili dir etti della gue rra! Che im71orla se lulti sa1w? che i sociali– sti hann o l'Om,battuto semvre i folli arma – menti:> Che i1,1vorta, se i saciali.~ti hJinno cerrato di tesser e la tela dell'inter nazional e pfr cui si sperava di prevenire la guerra ? Tullo ciò ignorano le vovere genli di cam,– pagna, cui la dornenfra il parroc o leggerà le parole del papa inri l(mt e alt•odio dei so– ciali~ti ! La guerra! L'enciclica taglia corto : quat – tro preg hiere al buon dio per farla limita. Jf a il socialismo, ecco il ne m ico da co1n- 1 battere sen::,a tregua e sen::.a quar tiere! · .\'oi sor ridiamo : aprimno le pagi ne del vangelo di Cristo e troviaJllO la condanna più as71ra alla Chies a cattol ica, alla chiesa che fu t alle ata dei tira nni ieri come ne è oggi la schiav a. "!\'on crede te, o donn e, all'enciclica del pa– pa.I Se costui {Volesse vera:rnente segui re l'e– sempio di Cristo, lanc erebbe l'anat ema pr i- 111.(t di tu!lo ai coronat i responsabili dell'im– rnane delitt o. e poi, poi a tutti i loro soste– ni /ori; a tutl i quell i che sf ru tta ndo il loro prossùno ha nno bisog1M ddt,, baione tte ver la difesa dei loro CClpilali. Ma il paprl ,wn è da confo ndersi con l"u– mile Nazar eno. Egli vuol salvare il potere della chiesa. Perciò mentre i. suoi fratelli in Cristo cadono a migliaia, egli ha il buon tempo di pigliar s-ela coi soci alisti ! Due generi di morale di bontà anche.... durante la guerra Avendo delle ragazze e delle donne au– str iaiche a Vienna,, curato dei prigionieri ru ssi, un prete le attaccò violente ment e chia– man dol e- donine u senza onore e sen za de– coro )) t ciò perchè est..e1J.1deNano la loro sol,idarietù colle soffe renze umwne a.n'che ari cosidetli nemici della loro patria. Qual che gio r-no prima nel!.1 stess a Vien– nru una lavor at.rico scriveiva. quanto segue sulle colonne d un giornale socialista : « Ripetuta ,nent e ho sentito dei feriti la– gnarsi, tornando in pat l"ia, che ,nella distri– bu zione d ei regali ai com batLent.i si tiene conto solta nto dei nostri, mentre gli altri non ricevono nulla. Pensate voi donne che ma,ndate gli ogget– ti, che pochi soltanto fra i feri ti potramno esse re cu rati in pat ria. Dime nticate la na– zione a cui appa rtengono i singoli soldart..i, tutti versano il sang.u,e per la· stessa cau sa . E' d over nostro di fare sì che i comb at– benti sopra tutto on occasion e delle feste d'i ~a t.al• e si accorgano il meno possib ile, di essere lont ano d ai loro cari . Se tut ti coloro che lo posson o fare, lo f,a.,essero , molto do – lore e molta, Lristeizza potr ebb e esser-e ri– spa rmiat e e qua,lche ricordo grato potr ebb e essere ri port ato dai com batte.nti. Quan do ci troviamo dinanzi ai feriti che app airt engono all',ese,rcito nemico, dimenti– chiamo i-n que l mo mento ogrvi ra,ncor e .nel· la speranza che anche i nostri carri possa – no trovare ne.l paese nemico della ge.nLe. buo na l) _ LOTTEE DIFESADEL LAVORO Che cosa n'è della "Legge sulavoro delle donne e dei lanciulli,,? Allor ché il governo itali ,i,no con una sol– lecitu dine deg:n.ai di miglior causa s'affr ettò ad accog 1iere la domanda cL alc un i.. indu– st riali e conoesse la sospens ion e idei divieto cli lavoro not turn o per le donne ed i fan– ciulli ocoupa ti in sta bilim enti che si trova– vano in special i condiz ioni, s'a ffacc iò subito alla men te di chi cono sce, anche solta nto po-– ca le condizioni del lavoro in Italia, il dub– bio che il prov vedimento non fosse indi – spensabile; ma che non J"osse altr o ch e un.a.i prima concessio ne a qu ella part ,e d'indu– striali che da molto temp o prot.esta Ya con– tro la legge. Sospendere infatti il di,·ieto di lavoro not– turno per le donne ed i fanciu lli proprio nel momento in cui il rimpat rio d i cen tinatia di migliaia di emigranlli getta,va sul mercato di lavoro un·-enorme quantità d i disoccupa– ti d'ambo i sessi costretti ad ada(tarsi a qualunque occupazio ne peir qua lsi.asi prez– zo, non signific aYa altro che fa,·orire , sfac – ciatamente quegl'in d usi,riali, che per essersi accap par rati le fornitu re militari d'ogn i .;e– nere, li trov avan o già in condi zioni fo rl,una – tissime di fronte agli altri incluslriali , ch e per la mancanza, di mat erie pi-ime o di ordina zioni, erano cost ret.ti a ridurre la gior– nata di lavoro od a chiu dere bott ega_ ?\on serve aff.ermare, come fa il H. Decre– to che concede la sospensione del divi eto di lavoro notturno, ohe tale com missione è subor dinata al trovarsi ogni sinµ-olo sta.bi– lim.ent-u in 1condizioni e~ zionali e deve esse re autorizzala caso per caso dall e Au– torita Superiori (Ministero, Pre fetture ecc.) si sa benissimo che con un R. D. siniilc ba5ia. la racr.nm ::i.ndazione di un qualun que dr,putato perchè da l ~\mistero partano tut– te le autorizzazloni p~.ibili ed immagi na– bili. E questo nel caso eh,, un ind ustriale voglia essere o.-;.sequiente alla uegge perch é d, solito ba;;w che egh propali la noti zia rhe ha otL'·nuto l'aukirizza.z1one, che non ca1 (~ nemmeno ;(J'rnalù di chied<::re, pe.rchè pos– a fare lutti i suoi e.ornoda.N·i senza eh<>nes- uno pen~1 a dist11rbarlo. Cosi, rnali..çra.dol~ 1!.S..'">icurazion1 di un au– t.orevole membro del Consiglio Supe riore del Lavoro 1111.a ('r1n/r·dPrazioru: del l.,011010 trndcnti a distrnc,-;,era l'1dlarme dato da que– sta nel numero drl suo I( Bollettino >i del 1° setlkrnb re scor,o eontro tale provv<;cli– mento, sta il fatto che, in rnolt, stab, l,me nli si fanno lavorare da rnoltJ mesi donne e fan– ciulli pr.,r 13 oro al gjorno oltre passan do ain– che il ma, imo limitr, di durata cli lavoro fissalo dalla Lcg71, sul lavoro delle donne e non ancora aJiro7ato, ch'io sappia, dal n. D. del mes,- d1 ac,-osto. La Fed;;razione Arti 'l'essili potre bbe dire qualche cosa in me rito e potrebbe indicar e molti ssimi di qu esti stabilimenti che usano ed abusano del lam entato prov vedimen to sen za che n ull a possa giusti ficare ,rne.ppu re lont anam en te la sop pr essione d i qu este po-– vera edJ insufficen-t-e Legge di difesa del 'l,a,– voro più sfr ut truto. Infatti non su ssriste impossi b il,ità di bro– \·a:rie mano d'op era adatta per 1'-es-ecuzion e di qualun que lavoro perché com e ho già detto molt issim i son o tl disoccupati e le di– soccupat e in tutte le indu str ie ed in tut ti ~ diversi graldri di capacit à tecn iche. Non si pu ò ad durr e la s.crursità di ma cchinario per– che si verifica conti nuam ente il ca.so che nella medesima pla ga vicino ad un o stabi – lim ent o che lavora gio rn o e notte , se ne trova no d ivers i della mede..c;ima in<lustTia, ferm i o funzio nanti soltant o per alcuni gior– '1i dell,a S€ttiman a che sar ebbero felicissi mi di atte nu-a,re gli effetti della presente crisi utilizzand o il loro macch inar io inatt ivo in lavo r i per conto dei loro concorre.nti fort u– na li che ne sono soprncarichi , così come del resto si é eia loro fatto nei passati perio– di d i floridezza e di conseg uente ~cars ità di maestranz.a. Queste consi d erazioni sano tan to elemen– ta ri da produr re grande meravig lia il faUo che non s-i siano a(facclate- alla ment e del m·inist ro d'A. I . e C. pe r im pedirgli d i pren· dere la d eliberazione che ha pres1 e fan sorgere il dubbio ch e unico rnotijvo delle de– crief.atrusoppre ssion e de l divi eto di lavo ro notturno sia stato quello d i permette re spe– cialm enLe ai fortun ali fornitori dello SLato di sfrutta re maggiormente il personale da loro dipend enti· approfittando dell'in evita– bile e n,aturale pressione pe r il ribasso dei salari esercltaita. senza ~ap e:rlo e sen za vo- 1.,r10 da lla grande ma ssa di mano d'opera disocoupa La, non rarefatta da alcuna limi – tazion e d'o rario chr sarrcb bc invece stato opportuno esLenclcre olt re che alle clonrie ed ai fancinlli anche agli adn!Li gh\ occupati. Si sarebbe così otte nuto che neg li stabi li– menu nei quali rr1no già pr ecedenteme nt e occnrate du e sq uadre di clonne lavo ranti comp les.-;ivamentc 17 ore ne,He 21,, per man – tenerli at.tivi giorno e notte, si avrebbe dovu– lo assumere 110a l,e·r;.~a squa dra comp osta e– ~·clusivamc nte d i uomini d'dù su 1)eriore ai J5 anni pe r il pe riodo notturno, invece di far compiere come succede orJi le. 24 ore di l1tvoro solla nto da due squa dr e di donne e fanciulli ohe hanno oltre al danno fisico ;1 van taggi o di aver(' a11menl.at.e le ore di la – voro coJla dim i1T1uzion e della pag1 or.ari.a od. unitari a, in modo da riscuot.cre al t.ermi– nc della quindicina pur avendo prodot to molto di pi li, un sa lari o appena uguale, nel migl iore dei ca.'ìi, .a quello che percepivano q1rn.ndo lavorava no ott.o ore e mezza al mas– simo invece di J2 ore al giorno. Altrettan– to d icasi per que lle che si son viste aum en– L1re h durata del lavoro da IO a. 12 e 13 ore . L 'OPERAIA. [~ni ~i e~umwn~ mialiUa p e r le don n e Pren-1etto: per una infinit~ di. ra~ioni o__ di prete sti di cui ora $a.rebbe mut1~e l e~umazi~ r 1 e, s ta il fatto che le donne a,sp1rant1 a,l pai : tito, 0 madri , mogli e, sorelle e _fidan zate dei socialis ti tesserati , non hanno ma)...potuto o vo- 1 uto pa rt.ecipare al così detto ... .brunchet~o del– la vita sociale e sono rim~te 1gnoranll delle ragioni, delle .finalità, dei ddritt _i e delle _l?tte del sociali smo nella vita pubblica e pohtlca. E que sta ignoran za, im post a D Ila donna ~ ~a lei subita inconsciamente, per le sue cond 1 Z!O· ni speciali nel campo lavo rato re e proletan ~, è molto spesso citata come un_ ostacolo alla evoluzione generwle del proleta ri ato,. ed 1 :,n ar– gomento prin,;ipe per di sinteressarsi dèli edu– cazione politico- sociale della donna st~&sa. l n\·.:u10 Bebe l e chi la pensa come lut ~a:1no scritto e detto dell' importan za gran d1~sun a che avrebbe, ne l divenire sociale, !a di fesa, l'elevamento , la cooperazione della d?n n a che è nostra, che vive accant o al pa rtito o nel partito stess o. In .parecc h i c~rcoU la donna_ è necessa ria se sa balla re, se e bella, se è gio– vane o se è una ... mezza celebrità che può s~ – vire alla propagand a. generale. per l'orga n iz- zazione politica od economica. . Ed è anche giusto che la donna, ne l pa r:ttt~, sia e debba essere considerata com~ t.:n ind ~– vid-uo . come un com pagn o : m a cosi si cons1- dera soltn nto la donn a già arrivat a o perché era socialis ta per sentimento innato, per or o– pl'ia con vinzione, o perch è conquistat a ali~ fe– de nostra per la libertà di pens iero e di az10.ne che le hann o perm esso di avvicin arP, nel le ri u– nion i, nelle assem ble e e ne i congress i i ma e– stri e gli aposto li mass imi e m inimi· del -:s.oci a– lismo . Ma tut te le altre? le trasc urate . le dim enti – cate, le in diffe renti e che pure dovrebb ero es– sere con noi pel lavo ro che fan no, per lo sfru t– tamento a cu,i son o soggP-te, per l'in giu stizia sociale che le Distr at ta, pel di.ritto che il loro val ore di madr i. di don ne operanti nell'in du ~ st ria . ne l commer cio, nell 'i nsegnam ento, per– chè - chi edo - non devon o esse re edu cate ed istru ite per far ne de Lle neofite pri ma e deg li ind"ivid11i socialisti poi? Ed ecco qu indi la ne– cessità dei corsi di educazione socià.lista n ei nost ri circoli. C'è chi vorrebbe fossero iniziati dei corsi re– golali di lezio ni o confer enze a ba se storico– sr ie-n tifica. Ma a questo pro v\·ede già l'Univ er– sità Popol ;ire ne lle sue <:t:di nonal i e baste– rebbe che le nos tre donne assist essero a qu elle lezioni serali come le fre que ntano i loro uomi– n i. Non si tratta che di spendere qual che or a la settim ana; e le volon tero se potr ebbero - se ne sen tono. come dovrebbero sentin1e il biso– gno - frequentarle. Ma la educa zio'lle socia lista nel vero sen so della pa rola deve essere più pr ati ca, più viva , più vibrante, più vicina alla giorn ata . E aJ. !ora c'è il comme nto alla vita d'ogni gio rn o che fa rà scaturir e la stje nza per la vita av• veni re . Legg-iam o e commen tiam o la cr onaca de i giorri ali non solo, ma tutt o guan to il giorn ale dice al pubb lico che legge_ Facciamo delle con– versaz,ion i occasi ona li, non obbligatoli e a gior– na te fisse, con progr amma pr estab Llito . Io pen– so che tali con versazioni . ben di rett e sarann o più ricche di as coltatii ci, più interess anti e più utili , Esempi : La cro naca parla di un inlan ticidio. Ed ecco, nella conversazione, tut ta la rancid a mor ale da co_mbat ter e : quella morale basa ta sull '.ipocri sia e che ha las cia ta una tri ste ere– dità di con venz ioni, di ass enza di responsabi– lità m aschile, di diffidenza e di ài spr ezzo per la fanc iu lle-m adri. E qu ind i tu tto un nuovo dir itto per la modificazion e delle deggi uman e e social i. E un altro giorno il giorn ale n arra di suicidi p~r amor e: per mi ser ia, per neyraste nia. per d1soccu pazione. Ed ecco scat uri re una discus– sione appass ionata per un a migUore educ azio. ne sessuale e mo rale, per una protesta ener – gica cont ro gli affam afori, per una ri cerc a d i m~z ~i pratic i per fare più agguer riti gli uo– m1ru e le don ne contro gli insu lti della sed.i- ~~71~ ~\~\\\~ •n~onJ~~etc~~~~ ~isie dell a legge e Gli or rori della guer ra, l'estrazio ne de.I lot– to, le fata li conse gue nz.e dell'alcoolismo, l'ab– b~dono ?ei ~gli, la ~arten.za o il rito rno degJi em1g~ant _1, gh _ [lrr esì1 arbitrari. la tepp a_ la prost.1t1-:z1<?n~, 1 13:uti ~ivìdendi delle società indust ri ai~, I organizzazione dei furt i -all'ingros– so e a1 minuto, la comparsa di un libro n uo– vo, 1:1n car:iolavor? d_ell'arte, una scope rta o u:1~ rn \·e:1z10ne sc1_entlfica ... quale la rgo camp o d1 1st n~z10_ne.prat1ea, di deduzioni logic he, di P_ro9ett1 d1 nfo rma. sociale, di educazio ne so– cia..lJsta! lo penso che c:osì si d ebba.no jniziare i corsi d:i edu_caz.ione socialista. fra le donne ne i cir coli rionali, ma potrei ~baglia1mi. _Cara II Difesa) ), apri que sta rubrica per sen– tJJ"eche co~ ne pen sa no le compag ne. •Io son,o pront a. a dife ndere 1a mia idoa. e non vi rinu n– cerò che a? un patto: qu ando qu alcuno mi ~aprà copvmce,_-e che l'interesse comune e la ~~t~~ 1 ~et~~~~a.zione socialic,_ta ha bisogno di L INDA M ALN.nr. Uomini, pace.I Nella pr ona terra troppo è il mistero; e solo chi proc accia d'av er fratelli in S'Uo timor, non er ra . Par e /raie/li! e /aie che le braccia rht ora o J)Oi tendere te ai più vicini, non sappiano la lotta e la minaccia. E buoni vedo voi dormir nei lett i placidi e bianchi, quando non in tesa Quando non vista sopra voi si chin i la Morte con la çua lampada acces a. P ASCOLr.

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