La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 23 - 6 dicembre

Non vi pare di ved erci sotto un gi uoco "POCO puli to? un giuoco d'u ng hia in fin dei oonti? Di chi la colpa ? Di nessun o: è il si– ~terna così. E gu ard ate : la con dizione di chi l,aivora • tanto all egra , ch e a momenti, l'unic o mez– ~ per assicur arsi il pane è.. rubare per tar si metLer dentro! Un m eschi no senz·ap– _pog io, un disocc upato, pu ò rid urs i fino a 11uello pe r non mor ir d i farne. Me l'avete ben conk~ta voi la st-0ria da rid ere e da pia.ngere del vecchi o Carl one, che, non a– Tendo otte nu to dal Comun e il sussidi o di 11ual tro soldi al gio.rno , frac assò i vetri del • mni cipio per andare in pen.sione nelle car ceri della pretu ra! Basta: vo l'ho conta ta anc he troppo lun – ~a. La oonclusion e, car a maJdre, è che i so– •iali sti vogliono che camb i qu esto br utto si– ~tem.a1che ci obblig a a rubar ci l'uno con l'alt ro; voglion o che camb i per il bene di htlti, ma specialmente per il bene dei pov e– ri lm;oratori che sono quelli che soffr ono di più, ridu cend osi spessa volt.e all 'estrema necessità della fame . C'è bene un san to dei pi ù fam osi, San 'ro ma.,c:.o,che la.sciò scritto: u Chi si trova in tal e necessità può pr endersi ciò che bisogna per la pro pria sussisten za u . Un santo della chi esa, capite? m ica un socialista. Ma noi social ist.i dicia mo : << Nossignor i! Nè i ric chi col dar e il fam oso su perflu o ai poveri (com e ripekmo sem pre i pr eti ) nè i poveri col pi– gliars i in ca-'O di estrema necessità ciò che lor o abbisog na , non possono rim-ediare alle ingiu stizie del mond o. V.a a sap ere dove cominc ia il superfluo dei ri cchi e la estre– ma necessi tà dei pove ri! Del resto, cara ma – dr e, il pretor.e non è rlel par ere di San To– maso . E poi, per chè i poveri , che sono i Ia– vorat -0ri, dovrebb ero ste nd ere la mano per la qu€stua o per il furto ? Mille Yolte no ! E' il d iritt-0 di viver·e per tu tti che noi soci alisti vogliamo, madre mia. !: qu est o dir itto l'avranno tutti , quando le )err e e le iabbr ic'he, in cambio di esse re di un padr one, sairanno del Comun e, e tutt i ei dovranno lavo rar e per avere poi diri tto di god ern e il prodot to, facendone parte da frat elli bu oni a que lli ch,e per l'età o per ma– lattia sono ina bili al lavo ro . Vi pare che qu'ffito sia insegnar a rubare? Voi troverete anzi che è una gran bella e santa cosa , soltanto.. un po' difficiletta. E invece verr à di sicuro. Mettiam o che fosse anc he difficile, a,nche Jmpos.glbi le. Ma sar ebbe una ragione per di– pinge rci come ladr i? Il soci alismo vuole il bene di tutti in fin dei cont i; ma l'egoi smo di t.anti ricchi è così stup ido, che ciccano all'idea di un mon do in cui non ci sar ebbe– ro più degli st raccioni da guard are d'alto in basso (proprio così , sap ete?) e fanno que l– la gu erra disonesta alle nost re id ee, aiuta ti di tutte que lle persone vil i ch e vogliono go– dere i favori, com e quelle che scrivono, sia pure con le mani consa cra te, il miser ab ile fogliac cio che si regala ai sag r estani , e che ei diping e com e ladri. M.a, voi, mamma , - sia sagresta no , o pre- 1,e. o avvocato , o altro, a chi vi dice corn a LA DIFE SA DELLE LA VORATH ICI dei socia list i, - voi non dat e retta ; e sta te sicura che vost ro figlio è un ga lant uomo . Fa – tevi un po' leggere da lla Pina la Dif esa che vi spedisco: e poi r: agionerc.mo quand o po– trò tor:n.are un po' i,n fami glia . Vi ab brac cia col cuore il vostro figliolo affezion ato G IOVANNI . La morale e il catechismo - _\vetc sentrito? Il Comun e ha tolto l'in – sognamen to reli gioso. - Eb bene non ha, fatto gran male ! Ah sì? Che cosa swrà d u'1JQue ht scuola senz a religione? - SMù. la scuo 1""dov e s'ònseg,na a legg,e– rc, scriv ere e a diventa re galantuom ini ! - Galantuomi ni dit.e? Ma senza religione non c'è mo1'1&le, e qu esti bimbi or:escer&u10 come le bestie I - Eippu,re il mio figliolo che non ha m<Li impa rato iJ catechis mo, non è cresciuto co– me un a bestii.a.; nori me ne faccio un ;an – lo m a è ta:nt.o ben voluto dai mae stri e da.i compag ,ni, che proprio ne sono orgogliosa. -- Ah sì, non lo nego, ma e poi che sar à di lui? - &l,rà quel che è di Lantriga la.ntuom ini che sono tali senza bisogno di anda.r iaJla chi esa ... - E l'an ima da salvare? - L:a.njn1'a è s'empre sa lva quando la. cosci enm.1è tr.ain.quill1a.1. E ciò dà pace e gio ia nella vita e seren ,ità di fronte &1la morte. - Voi volet01 ave r semp re la ra gione dall a vostra' Ma il Comun e, in tutt i i mo– di , ha il dov ere di dar,e l'in segnam-en to del catechi smo, perch é non tutti lm pensano co– me voi ... - Il Comun e fiaJ bene a, non spend,ere soldi per una l)M'te sola della scolar esca, mentre ce n'è tanta pen uria per la refezio– ne e per i lib,ii gra tui bi. Ma P"l'Chè poi, i prebi che hanno così poco da -fa.re <tl hanno la chiesa a disposi– zione non ci pensa.no essi a dar e qu esto inse gnamento? - Eh , in Chiesa i ragazzi ci vanno ma l– volonbi.eri! .. - Cattivo segno. Vuo l dire che qu el oa– teohismo c.h<, d eve essere la gurida delùa Yita è impara to per forza . E, tdJie<; il pro– verb io, roba pe,r forz a va le wna scorza ... L'edàcaziooe dei Hgli. Da che la guerra è scop piatai n on si par – La che d elle sue caus e e delle sue conseg uen– ve. Ma se le caus e sono complesse e pro– fonde, io penso che anch e le madri ch e og– gi piang ono o tre mano debbano ave re qua l– che part e di responsabilità. Prote state? Ep – pure se ben si ri flette, si vedrà come troppo spesso il prin cipi o della violenza , il diritto del pugno, come dic ono i ted eschi, è inse– gnato, inculcato dalle madri, tanto più nei msschi , colle parole e quel ch o è peggio col– resem pio . Io esco sovente sia in tram che a piedi alm eno due o tre volte al giorno , ma non c'-è caso eihe nelle mi e corse non m'av veng a di sen ti.re vioino a me, una o a.nche d ue o tre volte, una voce ira ta. che dica a un bam bino : Se non obbedisci, di schiaffeggio; se non cam mi ni di sculacci o -- e qua lch e voli,a an– cor:a l'.aHo seg uie la paro la anche in pubbli – co, - accompagnato da par olaccie triviali e umi lianti. E non è a dir e che qu esto succ.e.da sol– tant o nelle classi pro letarie dove man ca più l'i stru zione, e dove la miseria e il trop – po lavoro ir ritano i caratt eri; qu esto succe– de jn lutle le class i, per tutte le madri , dal– la cont essru a,ll'operaia, dalla borghese alla contadina . Salvo qu rulche rara eccezion e, per le mam – me non v'è che un m ezzo solo persu asivo: le bai.le . Ho senti lo io stessa un a m adTe o– peraia una di quell e madri che a parer mi o si meri terebb ero la med.::'t.glia: larvora gior – no e nott e per alleva re otto figli, p-er tener– li sempr e puliti e lindi malgrado la, mise– ri a, si gett erebbe !nel fuoco per essi, ma poi per ché un bambino, marina.va la scuola non ha saputo dirmi altro che: - E' rìt.ornato a casa , io giù bott e, suo p.ad <re allr ,eLlanlo. ohe cosa si pu ò fare di più? &i ho sent.jto de.Ile rticche signor e a voler persuad ermi ch e senza bott e i bambini tanto più mas.ch ,i non si posso no alleva re bene, per Lulte quelle madri la teoria del pugno , è la miglior-e. E d'ir,e che maJ,edico – no la guerra , e la brutalità d ei tedeschi fa loro gelar e il samgue: ma che cosa hanno insegnato di meglio esse .a;i lor o figli? Se le madri per -c.1 JI.evwrli, non trovano di meglio che le bot.te , è còsì natural e che gli st-essi figli di venta ti alti e forti vogliono imporsi a que lli che li contrastano per qualche ra – gione collo stesso sistema. I bamb ini , si sa, hanino spirit-0 imita tive, fa-nno quel che vedono a fa,re dagl -i alt ri, e se W1 bambino non v-e.desse mai, mai in casa sua un atto brutal e, ino.n udi sse mai dai suoi una parol,a:ecia non potrebbe, ne son sicu– ra. fatto allo, covare nel cuore quegli istinti guerr eschi, che ora sono scoppi a.vi d'un, col- 1}0 in tanti pc;poh . Pt l'Ttroppo se la sferza è stata abolita nelle scuo le, per legge forse più di fatto, non è così nelle famigi,ie, e là dove Lutti gLi scri ttori, tutti i pc;eti, han,io posto il tempio della pace e dell'amoTe &i sentono voce iro se, si vedono man'i alzate in atti villani. Non è ch'io non compr enda , appu nto per– ché sono mad re asnch'io, quamto sia difficile il sapr r com-andar-e alliruproprria collera , in mezzo a tutt e le piccole miserie , ai piccoli contra ttempi della vita, quot idiana di una donna ; non è ch'io non v,eda , anch e per a– ver pr ovato , come sembr:i di prim 'ecchito pi ù deciSiiva, più persuasiva la corr ezion e di ma no, che la parola dolce ed amorevole , ma qu anto ,i,l coo trar io è più dur evole l'ef– fetto d'una ca, ezza e d'un bacio dato a, tempo , che quello d'uno schi affo, il quale la.scierà ,forse soltanto un leggero rossone su una guancia infantile, ma lascia in quel– le anime ingenue il solco più profondo clel– l'umili.a ,zione che anche più lard i non sa– rà di menticata ma servi ,rà a diminuire la stim a e l'affetto pei g•e,nitori. Mi rivolgo per– ciò a voi, mad ri pro letari e. madri jt,aJ1iane, V OC I DALLE OFF IC INE E DAI Cara Ludo, U i ap pello alla tu a inco nt esta.lJile r,omp eten- 1a per r iso lv1:re un a questionP che rn..i ha pr o– curat o una lunga discussione r,on un car is– .,im o c◊mpagno, sPn: a per sua der ci a vicen da. Du nque, prulanrltJ della neceui tà di sottr ar– re la pror1rio famir1lia all'in(luen:a clerir,o le, r:i tr oravamo d'a,r,r,ordo n P,[ ric1Jn1Jt>f;PTP incompn– ti bile ctJn i principi noslri, (JUPi compayni r,he 1ot topr.,ngr:mo i loro fìyli alle pratiche r eli giosr, 'batt esimo, cre sima, er,c.1. Ma ci siam.o po sti il raso r,ou trar io a quelli solit i dei com pagn i ch e r-edfJM alla V◊l0nta della rnogfie: que ll o ci oe della Mnria socialista ch e sia lJJ(Jata all'u om o rr eden te. lo , Ywn se, se a torto od a ra yio n ", :as tene– ' e, cM men tre P''T l'uom'J S'1cirdi,;t;.1. cre dev? od eauota e aiusta la tacci a rli incoeren:a po– Jilfra, cii.i Mn mi sPmbr ata uiustr; per la don– u,1. ~c,cialisia. Quan du ma r ito " TrLf.J(Jliehanno upinione di ver sa, uno de1'e pur cPdPre alla volontà rlr~l l'altr o, e per troppe r ar1ioni irJ sM!.fJ r,om;into che è quasi SPmpre la rl r,,nna qudla chP SrJf'– com be nell a fotto. Per que.,ti:J mi S11mlJra r:hP nrJn si po1;srJ, f'S– , P.re tro pprJ se1;eri CfJn la df.JmW SfJciali.dr1 rhf" ;, co~tretta daffrJ. volonla rJ,,l marifo, a (or n.r rPdr,re alle pratUhP rdiqfoxe i prrJpri fi.qli Qw1l'è Lucia, il l1JfJ parere : SfllVti ~(Jcialisti rfrJ.l rompayno J1"t;LJOS J TORQCATO Caro f;ùmpagnfJ, T u !":ei andato, con la la.nu~ rna di JJiogr'.ne. é:!Ila ricerca del caso. E non prJs~i:.tin,J neg:1rl'– che qualcuno ci sia. R del resto la tes i artificio9'a che è piaciut;1. tan to al Foga zzaro, il romanzie re democrati– co cristiano rhe fu pur messo all'indio• d:il papa , e che ci <là nei suoi romanzi del!~ donne scett iche o spregiudicate di fronte a. degli uo– ·.:iini pieni di dub bi e di filosofemi religiosi. In verità la no rm a generale non è questa.: l'u omo è quasi sempre dal punto di vista. del• !a coscie nza emancipato da!Je pastoie religio– " ", più che non sia la donna, la quale per la sua stessa vita più limita ta e rinch iusa con– fonde tropp o spesso la mora le coi dogmi P le pratic he religio se. :\la v'ha. di pi ù : l'u omo, ~posand osi, non df, troppa importan za alle credenz e dell a propr i,1 compagna . La don na invece una volta arr · vata alla ~ma ncipazione della sua mente, no n può certa.in.ente acretta.re una. transa zione. J l fatto stesso elle f;l!a ha s;1puto rend ersi su– periore alla pluralità delle do nn e. ciò che av– viene con UIHJsforzo non comune, ci dà ga.ran zia. che rs,.;a. sap rà anche scegliersi un uom o rlegnfJ di lei e dell3~fami gLla che assicur er;1 n1Jove coscir·nzr~ s,1cialis le. Ma se pr opr io il caso strano e spor a.dico e'(•. che cosa vuoi? 'Don pos ~ia.mo ra re dei c~~dic : di coBrenzD, a.d uso del partit o. Si può dir e d1e ogni qua lvolta un con iuge debb a. sacrifi– ca.re un po' della propria, coscie nza sull'al ta.re d~Jh pace donwstica. màiii un giudizio e un:1 JJe11fL speciale. PPr nfJi ur)mini o donne, ,pwn do hanno 111 •a ,c;i una tessera, dP-vono ugualmen te ri.spon– der.~ rfo.v:wti al partito : a uguali diritti, ugu ; J; tlfJveri. E ;:di uni e: gli alth hanno il dovér<· di uniforma.re il r,rcmrio prns iero all 'aziorn"' < lii nrm sa ,·ompiere questo do\"ere dovreblY 1Hnlf1~iare :,llri tessera. Questa l<1.nostra ma..<;.- 1ma. rhr: dr.,l,biruno divulga re più rhf: con J; ,,;i.rrih Mn l'ey•rnpio e coi fatti. S'iut<·ud~ che l~t nostra S(~H~ritit ,fev·esser 1· -r)It:wto r,er quelli ~he sono <iffigli:i'i al par 'ito e r:lte pr-rciò ,fohbono darci seria ga ra.nzi'., di fronte :,g-li :tvversa ri . Gli nitri r·omp:1gni llf>'>tri di lrt.voro <'. 1Jj fa ti<;a, :-.ienù '"·Si :.dTigliati :ille <Jrg-anizzt1zio11i <I rnes.tiH<; (: .,;.en1pli1·r:mc:ntelegati <L1 sirnriati :1 ,,er Jr~ noc;tre id<:!R.,nr:ritano la 11ostr<1 in<lul g-~nza <: il nostrn aiuto a.d u~drP d:dl 'Ntuivoc,i ,. d:tlla tran wzione. Sopratut.t,, per il hUCJJJ a<"corrlo delle fa rn,gli · ,. 1>fr la "-Hi:-1 r-<lutazionr dei figli, dolihiam l, influ1m ,1 tutti quanti l'i stann() d'iltl,(,r-110, perrhè f;<'<~~li<1ndosi la r·omr,:1;:.,~ao Il comp :t.– ~rno cJ~lfa.vita, no u cerchino soltanto, a secon– da d~I c:1...:0, il rrw.::--,;hio la femmi n a.. , iua so– fJf;1.tuttrJ ln. rosciPnzo r:hl'> r1ui1 meg lio unifo r– mur~ all:1 propria 1,LT! ... Cara Lu cia, Ilo letto l'u lli m.. o nuuie ro dell a Difes a : /l n.. ch' io souo d'acco rd o con. il com paano di Ra– venna in m ed to all e nostre discussion i in tor - no alla au er ra. · Espony o il mio pen.d cro nella speran :a ch e mi dar et,, evasione : Odio tull e l e an erre. {' nor rei racco(l li f'Te fu cili e cannoni e tutti gli strn me n li mi cid irlli v er farn e un ,nuc chi o 1• ridur li in cener e. Anch' io ho dis cusso ins i em e ai compaa ui del la Sezione socia li sta che obbi ellava110: Ma se i, tedeschi m uove ssero anc he contro di noi, biso– qna dif end erci e ar mar si. l o ho sostenut o che no i socia li sti n on dobbiam o anticipat ament e prrp rirar ci e non dobbiam o desid er are i l m as– _c;r,rn, vrr chè 'an ch e neyli Stati hrllig eran ti . ci .rn,io dr>i soci alis ti ,. ci sono pu re altr i la vo– ro tnr i che potrann o cnmpr end ere pr esto o tard i ,, z,, i.dee nostr e rib r ll arsi ai lor o oovc rnant i. .\fa noi socialisti non si dovrebbe co.si /ncil– mr•nll: i nvocar e le ar m i con fon dr,ntlosi coi no– stri avv ersari che {I.no ad ora rsa lla rono la r1w: rra e ali eserci ti. E'vviv a l'Tn trr nr1::.io11n.l<' socia lis ta. ed abba s– so i colp l'vo7i dr /lo (Jiu•rra ! FII ONTINJ G1! .S E..-PPF. Caro Compr1gno, La. tu [I. parola logica e ingenua. mi fa µe11- !-i:-trc che la società 11m,.1naprima di arrivar,· al trionfo della. giustizia., debba rifa rsi da caJh• ubbattrndo tutte le forze mnh agiP da es~: stessa r rcate ne l cammino dei secoli. /\h, si, compagno! il tuo sogno de~li arma nHmti distrutt i l'lie JJOtrebbe 111uovere il riso :dia gr•nte di f-'Cnno, dovrebbe essere ln. con sr!g-Ue>nzanatura le ddle lef.{gifissate nei codici o sC!mplienncnte determi nate dalla. coscie.nz. . a civil<d Eppure quante mostruoc.e cont ra.ddizion1 i11 questa soc:iPth r:osidelta. civile riel ventesimo secolo! Ma tu vorresti trascinitrci nrlla polem irn già rsau rientemrnte S\olta imlle nost re colon– ne e su :icgomcnti che ~ono stati causa di ùolorosi -contra.sli nel partito. Noi abbia.mo già detto la noc;tra. riarola. P11rtroppo gli avveni- come vorr ei poter rivolgerm i alle mad ri di Lutto il mondo e vi scon giu l'O in nome di que lla pa ce u'niv ersale tanto sospirata ed agognaLa., che la vostra mano non si ~lzi m&! per colpir-e alc uno e, tanto m ano I vostri fi~ i . . P ensa te che colla vostra paz1enza vince – rete in essi que llo istin to brutal e, che ha, siiai pure in par te, provoc ato il tr emendo con – flitLo ,e trionf ando su un vostro moto di colle;·a, porterete una pi etr a per quan to pic – cola all' eclHìcio del ben esse re univ ersal e ch e non può ess.ere consegu ito che colla bontà e coll 'ainor e. Una madre socialista . CORRISPONDENZE A MILANO. L'assem blea de1 Grupp o femminile socia lista. tenuta.si domeni ca 22 p. p. riusci numeros a. e inter essa nte. Fu app rovata. all'un animità. la relazione mo– rale per l'a nno 1913-914 pu bbl'icato nel prece – dente nume ro del.la Dif esa. Si deliberò di intensificare la propaganda . fra le donne nei Circoli rionali affidando in– carico speciale ad alcune comp ag ne. Si ape rse una discussione serena ed eleva ta. sul.la ripresa dei cor si di educazion e soc ialista presso le sedi dei circoli. Sug:l.i argom enti da trattarsi si delin earono du e corr enW.: l'una per ta propaganda pratica prend end o argomento dal fatti della vita prole ta ria per risalire alla ricer ca delle cau se ne.I d isagio economi co della clas se lavoratri ce oppr essa e disconos ciuta da l– la bor ghesia. e dalle leg'g.i sta tali e dedu rr e logiche conseguenze. L'a ltra si proponeva un corso regol are di le– zioni o di conf erenze sto rico--scientifiche all o scopo di istruire le donne del popolo per ele– varle alla. comp rens ione de.i vari probl emi so– ciali. La pre sidente invitò Je pr oponenti i due me– todi da segu irsi nel corso cli educazione socia– Llsta. per le donne a svolgere ampiamente i concetti espost i in articoli sulla (1 Difesa >> ed a presentare nella prossima adunanza un pro– gramma dettagliato di lavo ro. Fu nominata la comm issio ne per la scel ta delle compone nti il futuro comit ato nelle per– sone delle compag ne Linda Malnati. Gise lda Brebbia, Anita ·Gerosa E si chiu se la seduta colla raccomandazion e alle prese nti di d.irtond ere e di radcoglie re ab– bonamen ti alla " Difesa u ne lla sicur ezza eh-e le compag;n-e tutte sent ano l'obbli go morale di rinnova re l'abbo name nt o per l'anno 1915. AVVISO. Comun.e Socia.lista nel Reggiano cerca brav ,a maes tr a d'asilo che vogli a eve.ntualm ente assu– mersi anche insegnamento ,Javo1i donn eschi nelle Scuole Opet·ai e. Si cercano pure per un convit to lai co. isti– tutrrcì di età fr a i 30 e i 40 anni all'in circa.. Rivolgersi alla Difesa. Siamo allo scorci o dell '.'.lnno. Non per seguire un a consuetudin e invalsa presso tLHli i gior nali, vi rivol– giamo parole di incit.'.lmenro per chè vogliate cooperare alla difrusi one della nostrn Difesa delle Lavorat rici. I! nostro giorn3\e che già può vivere di vita propria dev 'esse re migliorato, de ve sempre più esprimere la voce, le aspi razioni, i bisog ni de ! proletariato fem– mini le. All'uopo ci è necessari o, non so ltanto \;:. col!.'.lbora– zione intelle ttuale del!e compugne , ma anche e sop ra– m110 la cooperazione di tutte le credenti nella nost ra fede indistruttibile. Quindi le compag ne si adoperino con tenacia pe rchè il nostro foglio di educazione e di battag lia femminile pervenga in tutti i piccoli e grandi centri d' Irnlia ; perchè la nostra voce squilli incit:Hrice presso tutri gli :imbienti del proletaria10 femminile . C AMPI men ti così gravi e imprevi sti spiega no dubb i e incerte zze di molte coP-cienze. ~'fa noi non siamo dei ciechi per non ved e– re pericoli e oer non t.ener conto della realt ù delle cose, nè siamo dei cinici da rim aner e ind ifferenti alle distr uzioni di citt à e allo scem– pio del diritto civi!e. Solt anto no i no n ci con – fondi amo cogli esalt a.tor i della guerr a e con qua nti coTifondono la resp on s~bili tà dei govèr– mw ti coi gove rn at i, e siam o con tro l'in ter vent o arma to perchè in es.so non vedi amo i I trio nfo c!Plla giustiz ia, nè il comp enso moral e di ah– bre vi are l'or renda misc hia dei popoli rispa, ·– rnia nd o vite e dolori. A pa rere mio poi le mo lte frasi cli cui si fa 11- 'SO ed ab uso in questo tempo m i sembr ano un po' <lei dogm i, e 1noi non ne vog liamo di ne1'– su o colore. lo penso <'he In difes a di front e a un'even tuale in vasio ne è dif esa da. una pre– potenza. R perciò non mi sento cli pre dica re qu ell'nsce ti~mo eva ngelico caro a ia luni. P er r~rt una ~oslra ta le pericolo non pa.re pr oba– bile possiamo , perciò so~-passare a!ll e divergen– ze <li vedut e. Q.uel che 1mn orta è che i socia– )i~ti comun.qu ~ J'.!en.sino in me ri to hanno però 11dover e d! d1sc1plinare la loro azion e a qu el– la del nn rt 1to tutt o, e ,\nn o sorr a.tu tto il com– pito in quc~t•ora .doloro sa di fa r compr endere alle _PO\·ere rolle 1gna re, che solo il socialism o potr a porr e un t.e11n ine a tu tte le pr epotenze • e le .barb arie della soei rtìt prese nt(>. In un do– mani no n lontn no, esse vi si strin gen:umo d'at - tor no. E il '-Oci:lli~mo sa rà. ' Ln :1A. :I b/Jimno in reda:io ne letl ere di rom pa- 91Ie f'hr· all f ndono risposta da Lu cia e sul – la {J1tfrrr_t e .<m_ altrf qu estioni. Pur troppo no': poss1.am, orlspond ere a tutt i, anche per – r h P mo ll t rzlor nario su aTgornenti {/ÙÌ.. tra t– tai.i più vollr. Ad ogni rrw do t hif'diamo pa– zienz a P fnrlulgen : a. RIGA MONTT GIUSEP P E, "eroo te. l'!µ. Edftrke d~llil Società " AVAN:IT! • ..

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