La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 19 - 4 ottobre 1

non vi so dir e chè cosa diventa la vita 1 della poveretta. L'uomo non riconosce più la fanciulla del suo amore e del suo desi– derio e passa le ore libere fuori di casa, mentre la donna invecchia rapidamente ed esa1Urisce in pochi anni le sue forze mi– gliori. Anch e qui, in campagna, le cose vanno press'a pooo allo stesso modo: e i poYeri bimbi devono vivere soli lunghe qre, esposti a tuhli i pericoli, mentre le lor o madri sudano sulla terra dei loro 1x1.dronì. Rosina. - Caro .\nselmo, voi mi dite a,uesta sera òelle cose ben trist i, che mi rendono infinitamente ma.linconic-.a. Anselmo. - E' la ,·erità . e non bisogna nasconderla. E non crediate che i matrimo– ni d'amore che si celebrano fra i ricchi , siano semPre felici: Yi sono delle diYer– genze di carattere che si riYelano soUanto durante la ,·!ta in comune. E, d'aLlronde, l'amore non è un sentimento eterno ed im– mutabile, e. quando non c'è più, la vita coniugale è, non solo insopportaibil e, ma anche immorale. Rosina. - Come potete, voi che siete tanto giovan e, ~apere tutte queste cose ? Anselmo. - Sono cose facilissime; basta osservare, pensare a ciò che avYiene tut.ti i giorni intorno a noi. Chi si abitui a ri– flettere col proprio cen·ello, si accorge fa– cilmente, che tutta la società nostra è ba– sata sulla menzo.;na, sull'interesse. sul pre– dominio di una classe sull'alt ra. La fami– glira, questa istituzione che dovrebbe ess~re la più sacra, perchè da essa devono usm_re i nuovi germogli continuatori della _specie, è anch'essa destinala a trasformarsi! Rosina. - In che modo? Non vorrete mi – ca parlarmi del libero amore, spero! La famiglia nell'avvenire. Anselmo. - :-ion spa,·enbatevi delle paro– le, tiuona Rosina. Ascoltatemi tranquilla– mente e poi farete le obbiezioni che vi 3embreranno del caso. Ditem i intanto se .-i pare che abbia fatto un quadro troppo fosco della famigli ,a, co– m'è oggi costituita. \"on vorrei , per nes– suna . cosa al mondo, abbandonarmi dalla verità, alla qoale voglio restare sempre fe– dele. Rosina. - Temo, purtroppo, che non ab– biate delto nulla di esagerato, amico mio. 11a continuate : sono ansiosa di sapere co– me sarà costituita la famiglia in una so– cietà migliore. Anselmo. - Rosina, Rosina, \·oi sapete che non ci tengo darmi raria dell'indovino. Le cose si trasform:ano lentamente e non è facile preYeòerne il modo. Se vi dicessi con precisione come Yivranno gli uomini in un avvenire di gill.3tizia, a\-reste ragione di chiamarmi utopista e sognatore. Io e i miei compagni crediamo solamente che, col tra– sformarsi graduale della proprietà tutte le istituzione, che derivano da essi e ne sono i cardin i, si trasformeranno. Il falso, l'artifi– cioso, il forzato, cadranno come cadono le frutta fradicie, e i rapporti umani saranno basati sulla verit.à e sulla giustizia. Rosina. - :\1a i buoni e i cattivi vi sa– ranno sempre. An.selrrw. - Vi saranno sempre, ma sarà pill facile distinguerli: non vi saranno gli abbrutiti dalla fati.oa e dalla fame. ' LA DIFESA DELLE LAVORATRICI La miseria, il dolore, 1'amore al danaro deformano oggi i caratteri I turbano i rarp– porti più intimi e sacri, seminano la di– scordi.a orn prospei·erebbe la sereni là e la gioia . E la ricchezza, il fasto, fanno bene c:.pesso apparire buoni, intelligenti, norm1.– li persone per\·crse, o dure, o sciocche ... Rosina. - E" vero. ,ln se/mo . - ~[a io do.-evo parlarvi della famiglia e quasi quasi me ne dimenticaYo. :\fai ct1icinmo, adunq ue , che in un.a società civile solo l'ru11ore, indipendenLemente da ogni considerazione inleressata, dovrebbe presieder e all'unione dell 'uo mo colla don – na. Tutle le abitudini di sopraffazione a da.nno della donna, che sono diventate qua– si per l'uomo una secondu. na tu rn, cad ran– no da sè, quando la donna non sarà. più una schia.Ya nella sociel[t e nella fa.miglia, qua ndo sarù resa fode e tranquilla e sic ur,a clall'isLruzione, cl,,! lavoro mod era.lo , dall'e". sercizio cli tutti i suoi dieiLti. lo cre do, che le libere unioni saranno spesso mollo più indissolubili de.i matrimoni dei nostri gior– ni, e sarà un'indissolubilitit basata sull'o– more reciproco , sulla veri ta nei · rap,por-ti quotidiiani, sulla libera scelt a, e non sui codici e sulle Jeggi. E quando due pe1·sone sentiranno d,i non amarsi più, potranno scioglie re il loro le– ~:rume, senza inconLra re la disapp-rovazione di nessuno. La natura ci ha c.rea1Li con dei bisogni, delle sensa .. zioni, dei sentimenti ne– cessari al bene e allo svi luppo norm1aJe de.1- CORRISPONDENZE Da TORINO. Venerdì 18 settembre, i.ndett.o dal nostro Gruppo e dal Fascio giovanile socialista, si è tenuto un affollatis simo comizio nel teatro della Casa sociali sta di borgo S. Paolo. Pal"larono applaud itissimi i compagni Bru– no Buozzi e l'avv . Fr ancesco Fr ola, che sep– pero mettere in ri lievo chiaro e preciso, le cause della guerra attuale e gli orrori, le di– struzioni e le stragi che la guerra porta do– vunque. E:rano presenti numernse donne che colle loro frequenti ed unanimi approva zioni dimo– ,;;,trarono la loro il'riducibile av\·ersione ad ogni possibile inter\'enfo dell'Italia 'flel con– flitto europeo . Speriamo che queste manifestazioni prole– tarie, moltiplicandosi semp l'e più ricordino alle classi dirigenti che i laYoratori al mo– mento opport uno sapranno compiere il loro dovere da\·anti all'unani mità, al gl'ìdo di Ab– basso la guerra, vii·a l"lnt erna ::;ionale ope– raia! Da SAVIGLIAND (Cuneo). :.\Iercè la propaganda del compag no Pav e– sio anche qui la. Dif esa ha trovato ottima ac– coglienza . Il compagno Bernardi che funzion a da segretar io della Lega tessile s'incar ica del- . la diffusione del giornale stesso . P àrecc hie so– cie si sono già affezionate e speriamo con la lettura assidua di\·erranno buone propandi– ste fra le loro compagne . Da SAV ONA. Giorni or sono troYandomi a discutere con un compagno d-ella 1J1ecessità dell'inte rvento delle donne lavoratrici nelle nostre file, le quali potrebbero unite a fianco agli uomini sia rnel campo politico che economico, essere un aiuto, una forza non differente , mi sono ~entita rispondere il solito ritornello: la razza umana , e che non si possono so~fo– car,e senza toemento. La società avvemre, mercè la giusb1 distribuzione della ricchez– za, che l'intelligenza umana saprà a,u~e~– tare smisuratamenLe, assicurerà a tutti 11 libero sviluppo delle prop,·ie energie. nasino. - E i figliuoli? Anselmo. - I figliuoli, credete lo Rosina, non possono esse re più di ora - e per ne– cessità crudele - martifizzati, trascurati, male allevati. Nel!'oa,Yvenire, che noi va– ghegg iamo, la società, unita per il be~e cl~ tutti i suoi membri, provvederà a.i b1mb1 con tale larghezza e con tale intelligenza, da far sì, che essi possano, in qua lunque caso, crescere forti, e sicuri, e tranquilli. Rosin a. - Ma p0Lra11no avere le cure 1nia– terne? .411selmo. - Certamente e saranno più continue, più ra.gionevoli, più utili. Come volete che il più forte, il più eroico dei sen – timenti umani - la maternità - poss.a restare soppresso o comunque indebolito? Rosina. - Credo cli avervi compreso, An– selmo, e ne sono lieta. Anselrno. - Ed io più di voi, perchè lo sapete, Rosina, prima di una moglie vo– glio f.are cli YOi una compagna. Voglio che vi abituiate a ragionare, a pensare, a ve– lare le cose come sono, perché non saprei amarvi, se trovas si in voi un essere senza volontà e senza ragione. RI NA MELLI. E PROPAGANDA - Cara Ma1ia! Per ca.rifà ! è ilflutile qui a Savona, al presente, parlare di organiz.z.a– zione femmini le, quando ancol'a gli uomini iscritti al Partito ed alle organ izzazioni non hanno anco ra la coscienza salda del proprio dovere. Non Yedete come essi sono restii agli appelli sia in u,n campo che nell'altro? Cre– dete pure, che fino a quan do vi sono uomini che si inscl"ivono alla sezione del Partito col– lo scopo di avere in tasca soltanto la tessera, senza considera re il valore di ciò che essl:t impone a ciascuno, qui a Savo na non si riu– scirà mai a pretendere ciò che voi desiderate da tanto tempo, e che del r esto è giustissi– mo, perchè comprendo anch'io che non solo le donne rappresent erebbero nell·organizzazio– ne la forza, ma sono anche convinta, che quando le donne entrassero nelle nostre file, diventer ebbero esse le istigat rici del movimen – to, e colla lorn tenacia si potrebbe forse mar– ciare con passi più sicur i \·erso la meta di redenzione a cui tutti aspiriamo . A tali considerazioni del compagno rispon– denti alla Yerità. delle cose, mi sono persua– sa quindi che chi deve lavorare per scuote– re le donne e portarle nel postro movimento, sono precisamente gli uomini, e sopratutto i compagni stessi inscritti -nella sezione del Par – tito, se almeno credono di essere dei .-eri so– cialisti. Ma a conforto nostro ricorderò che domeni– ca 20 s~tt.embre in una manifestazione guer– resca, mossa da quei pochi 1\r miamoci e par – tite, alcune donne del popolo Savone se unite ad altr i uominj, si sono opposte, gri dando te– nacemente contro la guerr a e cooperando a convertire la manifestazione guerresca in un ·colossale fia:sco. L'esempio dato da quelle coraggiose è de– gno di nota . Vada du[l(Jue ad esse da queste colonn e il plauso nostro e l'augurio che ciò sia l'ini zio di un saluta re risveglio. ?\1,\RIA L'AVAGNA. Alle donne! A voi maggiori vitLime della mal costi– tuita società, speLta il diritto di parlare in questo triste momento. Mentre tanti uomi– n i pia.Tla.noe scrivono della maggio r e o mi– no.re necessità della guerra, voi tutte dove– te esprimere il vostro pensiero. Voi che siete le più tremendamente colJ)ite dovete far senii l'e alto il vostro grido! Se Yoi osserva.le bene chi sono quell i che si esprimono in senso favorevole alla guer– ra attuale, trovate Lutti quelli che alla gue r– ra non ci vanno. EGSi vogliono la gue rra pe r degli interessi che non sono e non pos– sono essere i vostri, ma per fa.rlo però, vo– gl iono carpirvi il vostro sangue, vogli ono ins omma mettervi nella miseria più squa.1- lida e nel luLto più profondo . Voi vedeste i vostri figli fino a ieri mal– 'ratta·ti, sfruLtati e consideraLi come buoni a ni-ente, div enta r e dei buoni italiani, dei veri e valo rosi sol dati, secondo le teorie di lor signo ri. Questo perchè una volta finita la gue rr a, essi si dividono il guadagno ri– tratto e le conquiste fatte con la vita di tan– ti lavoraLori, mentre coloro fra quest i che hanno la fortuna di tornare alle proprie ca– se, nient 'alt ro che miseriai e tristi ricordi \"i ritrovano .. Ecco perchè noi sociali sti combatLia.mo le gue rre; ecco pe rchè noi ci agitiam o anche in quest'ora per impedire che il gove rno d'Itali a esca dalla neutralità. Già troopo sangue prol etario scorr e su i campi di iJat– taglia sia esso di tedeschj o di fnancesi vit– time gli uni e gli altri della iniqua presen– te soci-età.. Ed è appunto in questo mom en– to che necessita o donne il vostro contri– buto valido e pr ezioso affin chè il delibe,ra – to del Partito nostro sia rispett alo ! Il disprezzo di noi tutti per i responsabili tutti dell'imm ane carn eficina che ha deso– lato l'Europa intera sia fatto senti re. Ev it iamo dunqu e che altri figli del po– polo siano mandati al mac ello. Voi ma– dri che tanto avete sofferto per i vostri cari figli, voi giovani spose che diu turnamente Lemete la partenza per l'ignoto del padre delle vost re inn ocenti cr eat ure , e voi fan– ciulle cui .assilla il pensier o di vedervi car– pire l'eletto del vostro cuore; voi tutte per– metterete che i vostri ca ri siano mandati a mori r.e o ad uccidere? Mehtetevi a fia.nco dei socialisLi nelle e– ven tuali dirno sfrazio ni ; con la vostra pre– senza , tali manife staz.io !li ass umon o una im– portanz,a parti colare. Sia un anime il grido: ((Abbasso la guerra! » Viva la fratellanza dei popoli! A. C. L a rivoluzione proletaria consiste nella for– nw:.ione di un nuovo ordinamento sociale, do– ve non ci sariL più posto ver parassiti e sfntl – tatori di nessuna specie, dove il preteso dirit– to di vive r e ed arricchire nefl'o :.io sarà "finito per sempr e, dove il lavoro sariL un dovere ed una necessi tà per tutti gli individui validi, dove alla selvaggia legge della conc·orr en::;a sarà sostituita l'organi::;::;a ; ione della solida• rietà, che sopprime ogni forma d"i specula::;io– ne e che garantisce alla collettività lavoratri– ce, insieme con la vrop ri età dei mez ';i di pro– du l ione, il godi11ienlo dell'intero fru tt o delle sue fatiche . CA;-.u LLO PRA:\IPOLI :-:1- VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI Reggio Emilia , 2i--9-1911-. r.:ora Lucio, Lelt()rP ouiduc, della Dife.sa, ho sempr,, se– guito attinamente la tua ruf,richetta, e, aven– rJ.fj 1;isto chr, hai Diù Vf.Jtlf, dato asc()lto anch,, o compagni dPlfaitro sesso, mi son de1;iso ad in.tt?rroyarti anch·fo, .rn uria fJUPSlionP di pir– aAa impf.Jrlan-:.o, è ve ro; ma alla qua!P 'non uurrai r:prtr,, nJ![Jrae la tua prP-:.if.Jsa risposta... Deri ~afJPfP rhe al Cr,nyrPssr, vrorindaU~ (}!01;ar,i/p s/Jcialisto rr,y(Jianr,, fu r(jtolo 11n or– rt:n,, dPl (Jiorn() drd solloscnllo , r:1,r, obl,liqw:o i cirt:oli a.d 1•s1,f'llPre f/Ul".i rorrtpoq,ii 1;h,1, si /'Js– :,,Pr/J pr~stati 1,1, prr,ti.f;hP rPligiov. ()rtt, romP tLnr:lu: t11 r:0,rq,rn1dNoi, lo fJUP.~li/J1)P tocco prindpalm,:ntP r:0for1, f"/u, /011.11 1, il motrimù– rtifj rPlif]iQS(), r1uir,di (, f/1JPslir,11P rhr, inlPfl'S– ilfJ 1,J,r,,r;hp li/ d,IJ{lTW.- ."tfr,ltr, si rUssp p m.r.,ltrJ .~I dice 01,r:oro 1lr; porlP rii ffll"Lfi t;J,,, Prano r:011- trori ol ,·,,tr,, ,, ol{r, mio dr,111a11da .~,, ,,_,;si, a,llo d1.1nr,o f'/,_,, dr,1:ra ,.,.,_ ,,r,, dorrwni l/Jrt, mo– r1JiP, pr.,rlor,r) dP/lP lr,ro id,,ofitr1, r.,l-:.anf.J [P, spollP. ritlo110 ,, dir:()nr, r:lll~ lo rlfj11f,r1 111)11 r:IJ.– pitr:P, rum 1,ul.i t:apirP. /rJ ,,,,11 >,·tff/1/ fJ.fffJlfo rf fJ.l"t:Ordo. /) Pl/a 1}(,nri11 mi (01'.rio /Jfl rr,11r:r~U1, l,1,11, rliflr,o,rtlt, t)i f/lJl•Sti p~r,udr) ~/Jt:ioli.1li, r·/ip 011N,ro lt; rit1,r1(JtJf11J i11- /PrifJTP al{ I11,rnr,, N1ffl'' dr,; f1or,11i IJfJrghr,.~j 1 .1/o r,i:r:r,mi q{lr, dr,11111ndo r·l,p mi propr,,,Prr, di forti: tu, r:hP sr,; dr1r1111,. r, rltP 111r,(Jli() di r-!1.i1Jr,– f/1JP rwr,; (1i11dir:orr,, 1,1 ,-r,-,rJi r:/11> si• on uomrJ VU(JlP, .~p1~,:i1,1,l111Put,, qwi,ulr, a,r,rJ 1,d (, or,wfo, pur, /or ff•Jttirr, olio d1,n110 luft11 lo l1Pfft,zza f' lo gra11dfosd11 dr,{l"idn1lt• NJr/11/islo, di r:ui P,(Jli " rriililr, ? r·rr•di r/,r, u11 n•ro sr,r:iolisto si p/J!tSO rJ,rrtP11lir:arP r:omplt-lamP11f1, di qI1P1-lo s1w q11a– Lit11 in rlrJti 11101111-ofi, t'om,, '/U1Jruir, 1·11a tro- 1;or la fidrw:r,to ? r·r,,di t11 r/1" 1·i .~ifJll() dP{l,, dr,""'' pr(Jprio ros, rP>;l/P, d11 11011 potPrlt- l"illrr'r":' P r-r t:ùrtlr1 mio ,fio. Aspr•tlrJ il tuo r:or1si1Jlfo 1~ li rin– yralio. Caro compagno, Hai fatto vera.mente bene a far vota re quel– l"ordirie del giorno al Congresso giovani le. I giovani, i giovani specialmente, devono dar e esempio di carattere. I vecchi soclalist i han– no a\·uto altre e più fiere battaglie da com- ~~tt;;: ~ct1~0l.~}1!m~' !!~r()rt0ècif)~~t~o cr:itiii::. sere socialisti: perchè dunque non dovremmo pretendere dai giovani quest'altro passo, di ribellarsi ::,Ile abitudini e ai pregiudizi chie– sa~tici? Ma tu mi chiedi .<:,e nii pa1· possibile che un giovane non pMsa, ove lo vogli:1, atti rare TIP.I· l'orbita della sua fede la giova ne che ama; ma chiedi se proprio vi sono tante difficoltà, quante quelle accusa te dai m~lti compagn i t.he non hanriù saputo sottnH·s1 alla ... bene• dlzione del prelr. Tu ~ai r11eglio di rne, perchf• forse ne hai fatto bur_,na,es.perienza, rhP ove veramente si i:oatio, si poss::i arriv; ,1.re . E qurstio,:ie di att– todo, di JJ:tZienr.a ,~ di buona volonta. lo non tredo rbr, due anime sieno veramrnte fuse, si da, Jiromrtterc 1m saldo e dm·aturn vincolo d';.t.ffiOJ"e H· 110n S(Jf1 giunte ;.1, uniforma re la propria fe,fo Ma ovr nr,n si 1·iesr:rt ;~ que-,to IPgnmr mo– nde, si deve r,H1prio l'in11nr:i are? :.\In sl, ma ~1 cari i nostri giov11ni! Se non 1·innnri:1rr, aÙenrforP, pr·r--r!f!uir,~ con fr,nnrin lo sr,opo. Lo t1fifJi:1rno!Ci si st:inr·a troppo pre~to, si tr_o- VHfl(J tr,JJ,pi Jiret,~-ti per sr:1isare la propria rJ{:IJr.JléZ%[l I Xo no, d:d .a-fov:inivog-Ji:-imo tenacia di prn– Ji(Jsiti, spirito di !-'a<:rifir-ifJ e di rihellione . AJ– trimrnti r-·i· <lrt :u·,·o~sirP <fawinti rd verchl r·ornpru;ni dir sanno l,c:11alfre !Jaitr,glie ! fXC:!A. f'tJra Lucio, fi o on;tr, llfl(J di.~c1u;sione intorni) nqli uo – lflini e ou,, lor(J qu1Jlilà m.orali. lo pr-nso che yli ur,mini son t1Jlfi P(J11ati. ly1wronti od istruì- ti, v.ecchi o voveri, pure in niisura diversa, hanno lutti gli stessi di/etti. Nessuno di essi può dire di non aver / alto 1nai alcnna vi tti.– ma. Sì, ru:tti in dislinlam enle, anche quelli che diniostrano, in tutt o, la massima serietà, an– che quelli che godono di tutta la stinta e la fi– ducia del JJrossimo, anche quelli che preten– dono di essere galantuomini e che non vo– gliono Che si possa rimp r overar lor o nulla tiella loro vita, anche quelli... son uomini. Così molle e molle sono le donne costrette a piangere, a maledire. Ma chi si cteve male– dire? Maledette per me le trad i::;ioni, maledet– ta la falsa rduca::;ione, maledetta la società f>lie pone uomini e donne ad un livello assai dive rso di forza e di diritto. Non dovrPi trattarr questi argomenti su qu e– .,te J)a(Jine ch.r dovre/Jbero essere vraliche, ma ,ioichè la vit a non e /atl(t cli solo pane, ho 1iacere che tu mi dica. il tuo parere per cono– -..cere se erro o pet sapere di J}iù. Fr atrrni saluti. Jlia ra ra, Una compagn(I. L'argomento che tu sfiori con la tua lettera è invece adatto assai per que!:ita.rubric a e va– le soprn._tutto, mentre tu dici male degli uo– mini, ad edura1·c. strano ft dir !:ii, le dom1e. S1, cara c·orn1iag-11:1, perd'1i• noi non siamo delle fernmin hte suJJerfiriali che vedono con la lente ingrandita i difelti degli uomini sen– za vedere che a rruesti corrispondono quelli fJl'OfJrii alle do11ne, ma 11oi sucialislka111en le <'ùffiprernlia1flo le cause dr,gli 11ni e degli altri e JJerciù giudidiiamo con ben altr i criteri ! Tu stessa maledici alla ~ocietà: compren di dunrp1e il rruesito. La. posizione privilegiata f'lie ha l'uomo <lì fronte alla donna 11ella \·ita. ,-,ocìale r nella \ itn intima, la si dcvp proprio alle sue tùn<lizi011i e<'onornidie migliori, clci-i– \'a11ti alla lor volta da coll(lizioni flsiolog-iche- r\'oi lottimno perchi• anche alla donna sia data la ,-çiusta parte di lavoro e di pane, lot– ti;1rno, perch,\ la maternità ,;;,ia anrhe dalla. socictft tutelata; tutto ciò per rend<'rla pili for– te dinn~wzi all'uomo mettendola in grado di aff ~rrnn.re la propria individualità, r di dife11- dere la sua dignità ovunque sia per essere calpestata. Epperò noi socialiste non \·ogliamo che le fanciulle spargano tante lacrime sulla volu– bilità dell'uomo; ma vogliamo che imparino a conoscere i . compagn i dell 'a ltro sesso nei lo– ro difetti e nelle loro virtù, non lasciarsi trop– po facilmente trasci nare dalle prime lusinghe, per comp,·ende re anche il mutare dei sen· timenti che ha la sua spiegazione psicologica, e per essere fiere solta nto dell'amore imp o– sto non dalle apparenze esteriori, ma dal!J. uniformità o dalla superi orità interiore. E non Yogliamo che le donne sopportino ra ssegnate una catena. fatta di umiliazioni, ma imparino a farsi rispettare o a rib ellarsi anche se ciò costa una lotta contro il pregiu– dizio diffu:.o o col bisogno quotidiano. La donna è debole e perciò calpestata quan– do econoinicfunente dipende dall'uomo; è fie. ra quando sa bastare a sè stessa. Oggi è l'uomo generalmente che sceg lie, mentre la donna ha il compito di conquistare magari con astuzia. Ebbene: quando la don– na sa rà giustamente \·aiutata sul campo del lavoro, potrà ella stessa scegliere senza ipo– nisie; o per lo meno le unioni av ,·erran no ('On maggiore sincerità, d'ambo le parti, se– <-onclo ((le affinità eletli\·c n come dice il poeta. Cara compagna, noi donne socialiste dob– hi:imo distin~uerci dal coro nelle nostre so– relle, che di~ono semp re ma.le degli uonlini, 1ne11trene rimangono volentiel'i le schinve. :\'oi comprendiamo e perciò sappiamo indul– gere, come ribe lla.rei a tempo. i\Ia sopratutto ~;appiamo nelle disillusioni, nei dolori inevi– tabi li (li quel picrolo muscolo che accelera e freno. i suoi hattiti a·nche al di fuori del no– stro \'Olere, ritrov.l1'e in noi ste,;;,see nella no– stra fede, il moti\ ·o sano e fecondo della vita buona.. Ti pare? Rispondi a tua volta . LVCIA. RIGAMONT J GIUSEPPE, gerente. Tip. Editrice rlella Soci età 11 AVANTIT:– Via S. Damiano 16 - M~lano

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