Critica Sociale - XXIV - n. 22 - 16-30 novembre 1914

CRITICA SOCIALE 339 g_ono non equivoche ~k1_lPl'(?lctariat,o cd allora è lc– c110 sperare che b crrs1 1tah:rna vcrTù superata, con risultali àecisivi per la form(lzione successiva di un'economia italiana· veramente solida, valida e in– dipendente. O il Governo si butterà dalla parte dei ccl.i più V<'l.nesii,che nulla rappresentano nell<'l.vita il<'l.liana, fuorchè la chiacchiera, la retorica, le co– sidetle grandi tradizioni, e con questi ceti correrà all'avventura, e allora tutte le speranze di risurre– zione saranno recise e il Paese, flagellato dalla crisi,, sarà gettato sull'o-rlo del barafro. Nello' s·ccgliere la spa strada non si Lasci il Governo ill'udere dalla µ-rande stampa borghese. Pensi che questa, come del resto lo sono tutti i partiti costituzionali, fossero pure radicali, è ora nell'opinione delle masse del tutto screditata perle -grandi fandonie che, in buona o in mala fede, spacciò sul conto della Libia e_della guerra in Africa e dei suoi risultamenti politici, finanziari e mocali .. Pens.i il Governo invece che il Partito socialista, solidamente· compatto nel voler la pace e nel difendere la neutralità, almeno fino a clrn una ragione suprema di salvezza ciel terr:ilorio e di minacciata inclipendem,a nazionale non faccia sacro il ·dovere del ricorso alle armi, è il solo che riscuota ancor,a tulta La fiducia delle masse, niemori della troppo. inascollata opposizion'e - e pur così fondata nei fatti e comprovala dalla troppo in fausta <'spcrienzct - che esso allora ardì sostenere cont.ro . l'impresa i'mprovvida da cui seguì .la nos tra par a– lisi. Pensi il Governo, avanti di decidere irretrat.ta– bilmcnle, se si<'l.savio tentare cli·impegnare il P <'l.ese contro la manifesta, profonda volontà della classe lavoratrice, così ,crucciala, così bersagliata, in que– sto tempo, sotto la raffica sinistra dei dolori, delle delusioni, della disoccupazione, della fame ... lL 'VICE. AL DISOPRA DELLAMISCHIA Romain Rolland, l'autore di Jean Chistophe, che è stato il confidente e l'incitatore di tanta parte della gioventù idealistica contemporanea, ha « libera,to » la sur, anima con questo scritto, di cui egli stesso non si nasconde /'i,oottu.ailit.à- -per dirla con frase nietz– cltiana. Noi crediamo nostro dovere di riprodurlo nell'àmbito del nostro quaderno perchè. esso libe.ri altre mi9liaia di ,anime, in tutti i paesi che non possono o non osano parlare. O gi,oivinezza -m-oica del mo111do!Con che gioia pr,odi·gia versi tu· i,l tuo sangue nei sol-chi d-ella terra a.<;seta-ia.Ah! che rne.ssi di sacnifìzi falciate sotto il sole! Voi tutti, giovani cL_i tutte le n.-nioni, giov.ani fratelli -nemici: Slavi che corr-ete in aiuto- ,a quelli d-ella v,os·tra r.azzlli,Inglesi che combattete per l'onore e il cl'iritto, int11epido,po])'olo belga, che osasti tenere fronte .al col·osso g®mani<co ,e difendere •contro di lui J.e Te.r-mopil,i dell'Occidenbe, Te.deschi che ·com,b.attete per <lif.endere ii' pensiei·o e· lai città di Kant contro il torr-ente dei cavalieri cois.aochi, e voi sopratutto, miei gi,ovani compagni di Fron,cia, che da onni mi confidote i v,ostri sogni, voi in cui rifiorisce la gc– n-erazione degli eroi della Rivoluzione, voi, voi tutti, 1-of.ate •il vostro clov,ere! M,a gli -a.Itri, l'hanno essi fatto? Diiciamo, la verità ai maiggi-ori di quei gfovani, .a.\le loro guide moro li, ai. padroni dell'o-p-i,nione pubblica, .ai caipi reJ.igiosi o laici, a,Ji.eChiese, ai pensatori,. ai tribuni socialisti. Come! voi avevate nelle mani tali ricchezze viventi, tali, tesori d'eroismo! in qual modo o.tecaGino·Bianco li ruv.e,te· sp 1 e,si? che m1ire ave-te dato a codesta g,io– vinezza- avida di siacrifiìzio, che sco·po u.lJ:a su,a cl,e- ' vozi·one magnllinimu.? Ecco: lo sgozzamento . rec.ip 1 I 10,co cle,gli ero,i, la guerra e·u-rop-ea,una mi.s-chi,asacrilega che dà lo ,spettacolo di un'Eul\opa demeq1t-e,che saLe &ul ro•go,, lraoeirondosi, co-ine Ercole, con l·e sue m.ani! I tre p,iù · grandi p-opoli de,ll'Occi<lente, i custodi d-ella ci'Viltà, si a.ccwniscono alla sua rovina e chiu.– moa•no alla risoo•s-sai Gosaochi, i Turchi, i Giappo,n,esi, i Singal,esi, i Sud,ùnesi, i Ma.ro-cchi,ni, gli Eigizi.ani, i Sikh; i Cipayc, i selvaggi del Polo e d,ell'Ecjuato,r•e, le anime e l,e pelli cli ogni ,colore! Non si direbhe questo l'Im,p,ero romano, al tempo d-elia Tetrairc;hia, ch,i,amu.nitep,er div-orars:i butte l,e. orde· cJ,ell'univ:erso? È così solida dunque J.a nostra c;iviltà che non temiate di scuoteme i puntelli? Non. p,ensa-te che, se· a 1 pp•ena ,p·I'e-cipita-un.a coilonn.a, tutto- ci rovi-ria' i,n– torno•? Non eT.a possi,b,il,e ·-che argomentas,te·, se non cl.i amarvi, di sop·portarvi, ,almeno, gli• u,n'i gli a.Jtri, con le- 'VÒStI\e· vi.l'tù e coi vostri vizi? E ·non av!'este voi dovuto ap,pili,ca,rvi .a risoJv.ere in un inteindoim,ento di pa,oo (voi non l'av,ete ne•p-p,ure·,since-ramente, ten– -t,a•to) J.e questioni ohe vi. diviçlevano - quella dea, po– poli ~nnessi contro la: lor.o volo•ntà - e que;ua <}el- 1 'equa divisio.n.e tra voi del lavo·ro fecondo• e d,e,1.1,e ri•ccheiz.e d.el mondo-? Il più forte dunque ha s,empre cln, far pesare s,11 gli altri la s·ua-ombra o-rgogliosa e gli altri hanno semp,r,e da unirsi p er abbatteTlo? A questo -giùoco pUieTilee sanguino.so, dove i pa-~i– pornti ad og,ni seooJo cambiano pe!lp-etuairp,en.tedi po– sto·, non- verrà mai. messo fine; ma-i, fino• aJ.l'es0iuri- 1 mento- to-taJ.e dell'.umanità? ' Ah! lo so·: i cap.i de.gli Stati, ohe sono gl,i autori criminosi di queste gue-rre, non osano ass,umeTn-e la l\e·spo:nsa,bilità: ognuno su sf.orza sornion,a,m,ente di caccia-rne il c.a·rico sop,ra ,il rivale. E i p<Ypoli,che li s,e,guono, si r:U,ssegnano, doci 1 li, di– ,cendo · che una -po,tenza più g:rand,e degli u omini ha fatto -tutto. Una vo:Jta ancora risuona il ri.to, rn,e-llo: « Fatalità della guerra più forte di ogni vol,ontà! ii, il vecchio ri-tornello clegl'i armenti che fannl( } della loro debolezza un Dio e .l'adoJ'ano! Gli uomi,n.i han.no i·nventato ~I destino pe,r llittri.buirgli turtti i di.sordi•ni dell'univ,erso, che es-s·i hanno- p,er do-vere di go,veir– nar,e. Non c'è ulouna f,atalità! La f.ata•lit.à ·e ciò che noi vog.Ji,amo! Ed è pur-e, e p,iù spesso, ciò c;he n.oi non vog)i-amo abba.stu. nw! Facci.a c;iais-c-urno in questo momento il suo è.sa.me cli o oscie,nza, Q ua}e...... mea culpa! Co-tc-sbearisto-cr-azi-e i,n-tellet.tu,a li,coteste chi~– ~. cotesti partiti dei lavo,rator i; non han.no vo.J'u.t9 la guerm? E sia! M.a che hanno fat.to per imipeicl:ill')n.? Che fanno- ess·i per restri•ngeTla? Essi attizzano_ ,l'in– cendi,o•.Ognun,o, vi por'ta I,a su,a fas-cina. Tanto è.focr"be il ciclone che si è ro'V-escia.tosur di no,i! T-.anto sono d,eboli .gli, uo,inini ohe eisso, trova s-ul.la sua strada - cd io... come Lutti gli altri! Evvi,a, a. raccolta! Qual•e che sia la. natu-ra e lu V'i-ru– lcnza d-el conLagio - épidemiiu, morale, fo,ru oo– smi-che - non è d~1to resiste-Ile? S·i· combatte l::\.p,c– s~c•, si lo-t-ta'J)'Cr r,ip.arar-e ai cl,isastri del terremoto, o,pp,w11e ci si inichinia soddi-sfatti, come fa !',on. Luigi Lu·zza,tti ne.J suo famoso arti-colo: Nel disastro uni– versale le patrie trionfano? Diremo nolÌ con 1-uiche, per oop•~re,questa verità sem1J'Ji,cee grande, l'.a•mo,r cli pntria, è bene, è sa-no che si scateni il dèm.one 'delle gue.rr.e internazionali che· falciano a migl1i:1ia gli uomini? Cosi l'amor di· patri,a non pu•ò fìori,re che I 'I

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