Critica Sociale - Anno XXIV - n. 5 - 1-15 marzo 1914

• ciliTìcA SOCÌALÉ 71 lista (ai giovani sembra antidiluviano); martella e av– V1tmpa legioni su legioni d'idealismi hegeliani, plato– niani, crociani, cantiani, magari aquinatiani: tutto insomma che, nell'ordine speculativo e nelle interfe– renze pratiche, negà, abborre, bestemmia l'abbaco so– cialista, ieri avuto per " Bibbia ,,. Cacasangue, quanti •idealismi! Che cosa c'è di vero in cotesta, tanto strom– bazzata, santa Alleanza dell'idealismo e del naziona– lismo, contendenti a calcare il serpente socialpositi– vista? .A.parte che Marx potè kokettiei·en . con Hegel e che i dottrinari intellettualisti del nazionalismo fran. case si dicono positivisti, discepoli di Taine e di Comte e si richiamano all'esperienza e alla.scienza - io penso che, allo stesso .modo che Don Chisciotte perse il sonno ed il senno sui libri di cavalleria, cosi ego ve1·0 censeo che molti di costoro della nuova generazione si siano gua– sta e confusa la testa sui libri dei filosofi, di quegli spi– riti magni' cioè 1 la cui ·caratteristica prinèipale, in quanto filosofi, è ben questa: che non hanno mai cavato un ragno da un buco. Non potrebb'essere che il vivere troppo preco– cemente e troppo intensamente la vita filosofica avesse D,flfJ~t,i -~Nf 1 :W.~At0;Ht~. ~ H~ijan ?;i,'½Q.l?a,r.t1(;rt~.f,(l~i97!e,.s;!i.!;l... :rion àveva ancora le ali formate per quei possenti voli - o le aveva ancòra molli come cera e così. pronte, cc.ime quelle d'Icaro, a squagliarsi al calore dei soli fi– losofici, là dove " i contrari si identificano e sfolgoreg– giano ,,? Pensate a quegli ardui gioghi della metafi– .sica dove, come dice Oriani, " l'aria si rarefà e i com– pagni (brutto incidente!) vi cadono asfi~siati intorno,,. Riflettete, con l' .A.ntifilosofo fiorentino, che la filosofia ricerca, sotto il mondo mutevole de' fenomeni, il ,mondo stabile delle idee, delle cose in sè, dei " noumeni ,,, e, a questo fine, si costruisce un mondo immaginario, un mondo composto di Idee, di $,piriti, di Monadi, di Vo– lontà e crede sempre di riuscirvi quando ha inventata una nuova nomenclatura. Rileggete nel Gentile .come qualmente "il passaggio dal punto di vista empiriqo allo speculativo è analogÒ a quello dal sogno alla ve– glia. Il mondo del sogno, per quanto incoerente, è realtà assoluta ~l sognante, che non ha la pietra di paragone del mondo più chiaro, più solido, più spiri– tuale della veglia.... Il mondo empirico entra, o deve entrare, col suo valore di mondo empirico (fenomenico e relativo) nel mondo speculativo dello spirito che s'è svegliato dal sonno, in cui sognava l'empirico come assoluto; ma il mondo speculativo non entra nelliempi– rico, che già al dormiente è assoluto. Il posUivisia, dunque, è un sonnambulo, che Pl!cSSa innanzi e in mezzo al mondo della filosofia, che è la realtà dei vi– gili, dormendo: e ha perfettamente ragione. qua.ndl:). , , , • • '· 1. t •. r,~ protesta cqe la realtà vera, l'assoluto e nel fatto, c1oe u·el suo sogno! ,, (La Critica, 1908, pag. 113). Pare una scena de " La vida es sueiio ,,, di Calçieron della Barca (" Siamo in un mondo cosi strano èhe il vivere in esso è sognare;· ~ l'esperienza m'insegna che l'uomo che vive sogna ·quello che è fino allo svegliarsi,,). Si tratta invece di uno di quei culmini idealistici, da cui ·poi, a sentire Borelli, si martellano e avvampano legioni su legioni per la vendetta allegra contro .... il socialismo. Ora non è senza ragione pensare che non si va da giovani a battere la· testa contro cosiffatti culmini ideali dove i fatti sono eguali ai sogni, senza riportarne un qualche intorbidamento ....,almeno degli involucri cere– brali. Quando la cosa volge al tragico, fa capo al sui– cidio detto metafisico di Mainlander, di W eìninger, di Michelstaedter. Quando non precipita a un tale estremo o si restringe al comic_o, dà luogo allo spettacoio che . Biblioteca.Gino Bianco (salve alcune intelligeaze eccezionalmente robuste) offre ora da noi la nuova generazione pensante e scrivente, quella che ha superato la tristissima mia. Spettacolo di leggerezza di _giudizi aforistici; di nuvolaglie di pensamenti bislacchi e vàniloqui pesanti; di debilità di critica, di pseudologie fantastiche e di credulità patologica; di bestiali rovesciamenti di tavole di va– lori, di altura di disprezzi e di bassura di fondi, di compassionevole disformità dei fatti dai pensieri. Quale il giovane wagneriano di Bayreuth che Nietzsche odiava, tale il nostro: der Jungling wird zum " Idealisten •· E·1·ist uber die V\'issenschaft hinaus .... dagegen macht ei· den Philosophen : egli si crede al disopra della scienza e la guarda d'alto !in basso e s'immagina di squalificarla chiamandola empirismo seienlijì.co . Goethe, che era Goethe, e non un nazionalista, lodav/l in faccla a Hegel lo studio della natura: " io sono certo· - di– ceva - che qualche •ammalato di dialettica potrebbe trovare una benefica guarigione nello studio della Na- tura,,. · Egli fa lo spirito forte contro il sentimentalismo 1 ui:n\tnitarid,!declama 'contro la dei:nocra~ia, 'i3( esali/a· nelle ideologie nazionaliste, ha in dispregio 1; vita in– d_ividuale, seguendo l'ira e i giovani! furori di France– sco Coppola, che, nel giornale umanitario L2 T,·ibuna, non tien conto (lui insieme con Roma e con, le civiltà ariane) della messe umana mietuta, della info,•me pol– vere umana stritolala senza guarda1·la. Heinrich Heine, del quale tre parole in libertà valgon più di tutti gli articoli (e non son pochi nè poco verbosi) di Francesco · Coppola ammucchiati ed elevati al cubo, ha scritto: " Ohimè, ogni pollice che l'umanità conquista costa torrenti di sangue : non costa un po' troppo? non vale la vita dell'individuo quanto quella di tutta la specie? Giacchè ogni singolo uomo è già un mondo che nasce con lui e muore con lui: sotto ogni pietra giace una storia universale ,,. Egli farnetica· continuamente di grandezza nazionale e di dominazione, come se fossimo ancora ai tempi di Roi:na, quando quattro straccioni di legionari basta– vano a opprimere i Galli, a debellare i Germani, a tener in freno fino ad un certo punto gli Sciti. Giosuè Car– ,due.ci , che ebbe più patriottismo lui in un dito che non han tutti costoro in tutto il corpo, ammoniva che • non può esser grande ognun che voglia e al primo momento,,. Egli crede di ficcar lo viso a fondo nella politica .e sentenzia che l'Italia, nata in virtù della politica estera, deve crescere per forza della medesima. Come dire che l'uomo, nato per virtù çlel coito, deve, s~ilup• I p'ai-sr'e 'f'irsi'fort~ per virtù dal 'èoito. '. ]lj permesso te• nere altra opinione. · Egli accusa e torna ad accusare la generazione• di .A.dua che pagò un fiero scotto di 6000 de' suoi. Non ha, poveretto, criterio sufficiente per valutare le circo• stanze di tempo e di luogo. Egli è idealista e per lui i fatti son sogni. Egli, infine, predica la guerta la guerra la guerra, ma non s'è ancora saputo che partecipi alle cariche alla baionetta, come facevano gli scrittori del Risorgimento. Tale,·· a un dipresso, il tipo più genuino della gene- 1•azione che ci ha so1-passatu. Naturalmente, questo tipo, che ho abbozzato, traendonè dal vero un po' qua un po' là i caratteri, non ha valore generale. È sche– matico e ha un po' la ingiustizia delle ritorsioni. Ho voluto sfatare la leggenda del sor'J)assamento, prima che prenda consistenza come tante altre leggende -

RkJQdWJsaXNoZXIy