Critica Sociale - XXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1913

Cl-1.ITICA SOCIALE 297 sarà irreparabilmente perduto - l'umanità ha i millennii rlavanti a sè, e può fare il michelaccio se ciò le garba. . Ma la maggiore e più diretta respo nsabili tà, di --cotesto per,iurante disinteressamento del.le orga– nizzazioni proletarie diti problemi tec nici essen– ziali, spetta - lo Zecchi ne ha coscienza, e trapela da una sua frase - al fallimento dichiarato del movimento degli impiegati; non soltanto, nè prin– cipalmente, c'leiferrovieri. Era la massa qegli agenti delle pubbliche amministrazioni che doveva - nèl proprio e nel generale beninteso interesse, l'un dall'altro non dissociabile - aggiungendosi, non soltanto per dichiarazioni platoniche, al movimento proletario, 110n già per dissolversi in esso e per ingombrarlo. ma per coadiuvarlo e per gioversene - quindi ma11te11endo ben distinta, accanto ad esso, la propria fisionomia e le proprie caratteristiche di orgauizzazione e. cli tattica - era la massa dei . pubblici impiegati ed agenti che doveva recare e propa.gare, nel proletariato organizzato delle in– rlustrie libere e dei campi, quella che potremmo chiamare la coscienza tecnica del divenire ·socia– lista.. llfa per questo.... conveniva che pr1ma la avesse maturata dentro· di sè. · Tutte cose dft riprendere un dì o l'altro, con fiducia ed entusiasmo rinnovato - ma che oggi, a parlarne, rlànno la malinconia. Nè earà nella. r(:'ssa di UDA. quinrlicina elezioni– stica, che riesciremo a riedificarci la casa ic'leale.... . ILLE 'EGO. CONTRO GLIARMAMENTI Per l'Unione poliUca europea III. L'Unione politica europea. Il solo mezzo, che possa assicurare la pace nella giustizia in_ternazionale, è indicato, ci sembra, per esclusione, dalle stesse precedenti constatazioni. Se nè le predicazioni dei pacifisti e dei filantropi, nè - più eloquente - il danno che ogni nazione pur risente e confessa dagli àrmamenti, bastano a cleter– mina~ne la riduzione o ad impedirne l'incessante au– mento; se a nulla aiuterebbe la trasformazione degli eserciti stanziali in nazione· armata; se l'arbitrato risolve a malapena quei litigi, che non darebbero mai luogo a veri e cruenti conflitti; se le guerre e g-Ji' armamenti non sono dovuti essenzialmente a n1alvolere di uomini, a interessi di caste_ particolari, ma sgorgano da una profonda necessità, inviscerata nel fatto stesso della sovranità i.lei diversi Stati in perenne collisione _latente; è. chiaro che solo elimi– nando la coesistenza di coteste sovranità, solo fon– dendo i cento Stati in un solo Stato imiversale, si scalzerà davvero. il male alla radice; a quel modo che, soltanto abolendo la privata proprietà dei mezzi di produzione, si elimina il conflitto delle classi, si risolve la questione sociale. · La via per giungere alla reale e completa Unione politica delle varie sovranità oggi distinte e contrap– poste sarà più o meno lunga e difficile (onde la_ne– cessità di percorrerla a gradi), come lenta e qifficile è stata la formazione dei grandi Stati moderni, che fusero in sè le regioni, le Provincie, i Comuni, e abolirono per. sempre dalla storia tutte le secchie rapite; ma ogni altra via sarà più lunga, se ci scosti da questa, che è la sola e la vera. . \ - E bisogna intenderci bene sul concetto dell'«Unio– ne » a cui alludiamo. Essa non elimina le nazioni, e neppure gli Stati, come enti amministrativi e le– giferanti, nè sopprime in essi ogni funzione politica interiore; è anzi presumibile che, liberi dalle attuali preoccupazioni e dai pericoli e dalla estenuazione degli sforzi difensivi a cui sono attualmente sog– getti, i varii nuclei nazionali trovino nuove scaturi– gini di nativa energia, e la loro vita politica, la loro autonomia politica, diventi più reale e più intensa. Ciò che l'Unione - europea probabilmente dappri– ma, più tardi sempre più largamente intercontinen– tale - dovrà sopprimere. assorbendola e sostituen– dovisi, è la distinta sovranità degli Stati nei rapporti reciproci, è insomma la loro politica internazionale. Tale Unione è perciò molto• più di una semplice Fe– derazione: paro_la, quest'ultima, che si presta per Io meno a un eqmvoco. • Invero, o la Federazione rispetta e guarentisce ad ogni Stato federato l'attuale sua sovranità di fatto, lo status quo territoriale, doganale, diplomatico, ecc., ed essa non farà che rafforzare e consolidare tutte le ingiustizie e tutte le oppressioni attuali, mante– nendo o sviluppando i germi di tutti i conflitti. O la Federazione obbedirà a un concetto rivoluzionario, si porrà cioè per condizione la preventiva ricostitu– zione di ogni nazione civile in uno Stato autonomo, giusta le ragioni geografiche, etnografiche, storiche della nazionalità, e allora è evidente che essa, me– glio che uno strumento di pacificazione, nori sarà che il prodotto, se mai, cli una pace altrimenti otte– nuta, e presuppone frattanto il continuare indefinito delle guerre e delle rivoluzioni, fino a che siano create quelle condizioni di equilibrio, raggiunte le quali, la Federazione, ai fini della pace e del disar– mo, sarà perfettamente inutile, perchè giunta in ri– tardo! Al contrario, la Unione di Stati, lo Stato unico, il Governo centrale, al quale alludiamo, dovrà es– sere bensì composto di rappresentanti cli tutti i po– poli su cui eserciterà là propria giurisdizione - di tutti i popoli, si badi, e non dei soli Governi, come avviene oggi· per la politica internazionale - ma dovrà concentrare nelle proprie mani, fin dal primo momento, la effettiva sovranità collettiva, ·nel senso che ad esso spetterà - e non più ai singoli Stati - 'decidere di quanto attiene alle delimitazioni terri– toriali, alla eventuale ripartizione (quando non si preferisca. internazionalizzarli) dei dominii coloniali, a tutto ciò insomma che fino ad ora fu oggetto di competizioni feroci e tentazione continu:i di litigi. I requisiti,· che ·autorizzeranno una determinata di– visione politica territoriale, o eventuali modifica– zioni alla stessa, dovranno essere fissati da una leg– ge, ma questa legge non dovrà ispirarsi che all'in– teresse generale, e il Governo centrale l'applicherà così come ogni Governo provvede oggi a determi– nare e a modificare le circoscrizioni provinciali, rrianclamentali, comunali. Coteste divisioni territo– riali, ciel resto, cesseranno dall'avere la importanza che oggi loro si attribuisce, e dal suscitare le gelo– sie e gli appetiti odierni, dacchè i singoli Stati non solo non ·potranno più munire il rispettivo confine di bocche eia fuoco, ma neppure cli modeste guardie doganali, e formeranno tutti assieme non soltanto un solo organismo· politico, ma benanche una sola famiglia economica; con che la ricchezza prodotta dal lavoro cesserà di sperperarsi e distrui:rgersi nei mille attriti della concorrenza, e i popoli risentiran– no i colossali benefizii della solidarietà economica, che così mirabilm'ente illustra il KovicO\v nella sua opera magistr:ile: La F.édéralion de l'Europe. * ** Naturalmente, come già accennammo, a una co– siffatta organizzazione della società internazionale non si pretenderà di perYenire d\m colpo. Una l!nio-

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