Critica Sociale - Anno XXI - n. 16 - 16 agosto 1911

CRITICA SOCIALE 251 LE DIVERSE FORI\i E 01 01911111/11/1011E della piccola proprietà rurale 1. Dalla teoria alla pratica. I : 5i) Pugliese ha perfettamente ragione. Il pic- c,.t. proprietario rurale, questa specie sui generis di lavoratore, che, se ha il torto di non potersi acca- sellare facilmente nelle categorie proletarie del mar- xismo puro, non diventa perciò lo sfruttatore di chic- chessia, rimane anzi, al pari dell'operaio e del brac- ciante, è spesso in misura anche maggiore, uno sfrut- tato, benchè indirettamente, dall'attuale organizza- zione sociale — non merita le pedate del partito socialista, che quest'organizzazione tende a riformare profondamente e che certo non pretende di riescirvi, avendo, sul frastigliato e variopinto terreno della realtà presente, con un'azione unica, secondo una unica formula, e mirando, immediatamente, a un unico e semplice tipo di società rinnovata, il che cozzerebbe troppo colle leggi meglio accertate del- l'evoluzione economica. I socialisti hanno cura di anime e... di corpi, anche nella vasta diocesi piccolo- proprietaria, sebbene . quivi non possano — senza obbedire a una ipocrisia convenzionale — drappel- lare, come in altri campi, il labaro della formale e tradizionale lotta diretta fra le classi. Questo dovrebbe essere ormai pacifico, e la que- stione sta piuttosto nel modo di passare dalla teoria alla• pratica, dalle parole all'azione. La quale, se dee condurre cotesto ceto a un'alleanza sempre più intima ed effettiva col movimento proletario generale, per raggiungere con esso il perfezionamento della produzione e una più equa ripartizione dei prodotti fra quanti concorsero a crearli, vuol essere però adat- tata alle esigenze particolari e alle peculiari possi- bilità del ceto medesimo. Non sarà dunque inutile tentar di esaminare quali sono coteste particolari esigenze e quali forme ca- ratteristiche di azione e di organizzazione pòssano meglio soddisfarvi, pur rimanendo, quanto più è pos- sibile, sulle grandi direttive del socialismo. Gli interessi professionali del piccolo proprietario. Simon Deploige li riassume in questi sei punti ca- pitali. Il contadino deve: 1° possedere sufficienti co- noscenze di ordine tecnico; 2° produrre nel modo i! più economico possibile; 3° smerciare i propri pro- dotti a prezzi convenienti; 4° essere assicurato contro gli accidenti che lo minacciano; 5° trovar il credito a miti condizioni; 6° poter sottomettere a giudizi spic- ci e poco costosi i conflitti che sorgono fra lui e i suoi vicini. Questi capisaldi non rappresentano bisogni di lus- so; essi sono, per la piccola proprietà rurale lavora- trice, condizioni imprescindibili oggimai, perché essa possa sostenersi in vita e adempiere la propria spe- cifica funzione economica.. E, invero; la coltivazione della terra andò, nel- l'ultimo cinquantennio, rapidamente progredendo in ogni paese, non escluso il nostro. I progressi dello strumento tecnico, le applicazioni agricole della meccanica, dell'idraulica, delle scienze chimiche, la trasformazione della vecchia agricoltura di esaurimento in una agricoltura più razionale, di rotazioni, di restituzioni e dì anticipazioni, la neces- sità ormai generale di produrre, non più pel con- sumo interno dell'azienda nè per un consumo stret- tamente locale, ma in vista e secondo le esigenze di un mercato più vasto, nazionale e, non di rado, mon- diale, il quale determina inflessibilmente il prezzo dei prodotti anche nei punti di produzione più re- moti; infine, lo sviluppo molteplice di tutte le vie e i mezzi di comunicazione e di trasporto, che acui- sce la concorrenza, sopprime le distanze e fa, in qualche modo, dei centomila mercati, un tempo sparsi sulla terra, un solo immenso mercato; tutto questo complesso di cause agisce allo stesso modo sulla grande come sulla piccola azienda rurale, e le co- stringe entrambe, per essere redditizie, a sosti- tuire, alla vecchia coltura estensiva, quella coltura sempre più, intensiva e specializzata, la quale, senza istruzione tecnica, senza assicurazioni contro i rischi, senza una sapiente organizzazione per l'acquisto dei materiali e per lo smercio dei prodotti, non si riesce neanche a concepire. E non basta. Alla redenzione della piccola proprietà, occorre dell'altro. Occorre tutta una vasta e ardita politica di riforme, che risolva i grandi problemi del rimboschimento e dell'irrigazione, che provveda, an- che per le vie più indirette, ad agevolare e a diffon- dere l'istruzione, il credito, le assicurazioni, la mu- tualità. Anche qui, come nel campo strettamente ope- raio, i polmoni dell'organizzazione economica doman- dano, per respirare fortemente e profondamente, tutta un'atmosfera di azione seriamente democratica — de- mocratica a fatti, e non soltanto •a parole —; azione politica, azione legislativa, azione di Governo. Sguardo al di là del confine. Ma affacciamoci alle finestre della patria, e guar- diamo ora ciò che, di più saliente, si è fatto o si è tentato di fare al di là del nostro confine. Solo la Danimarca ci offrirebbe forme di organiz- zazione quasi eschisivamente costituite da piccoli proprietari rurali. Ma il quadro riuscirebbe poco utile praticamente al nostro studio, perchè troppo limitato e speciale. La organizzazione agraria danese è infatti essenzialmente caratterizzata da una sola, benchè forte, attività: quella della cooperazione ap- plicata alla produzione del burro. Meglio, dunque, per gli intenti nostri, riunire, in una rapida sinopsi, cinque diversi tipi di coopera- zione rurale: la tedesca, fondata essenzialmente sul credito agrario; la danese sulle già accennate latterie sociali; la belga sulle Unioni professionali; la fran- cese sulla mutualità nelle assicurazioni; l'italiana, in- fine, fondata sulle Cooperative per l'acquisto delle materie utili all'agricoltura. Cominciamo dalle due prime. Vorganizzazione agraria in Germania. Nel 1847-49, ad iniziativa di Raiffeisen, si costituiva in W eyerbusch la prima «Cassa cooperativa agricola di credito » a vantaggio degli abitanti « meno fortu- nati » del Comune: il loro numero saliva — al I giu- gno 1910 — a 15.476. La cassa Raiffeisen (Spar-und-Darlehenskasse) è una Cooperativa legalmente costituita, a responsabilità

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