Critica Sociale - Anno XXI - n. 16 - 16 agosto 1911

252 CRITICA SOCIALE . collettiva illimitata. La sua zona di azione è ristretta e nettamente determinata nello Statuto: una parroc- chia, spesso una semplice borgata. La Cooperativa non accoglie che abitanti del luogo, maggiorenni e dotati dal diritti civili. La gestione degli affari è affidata à un Ufficio di Presidenza (Vorstand); accanto, sta un Consiglio di sorveglianza, scelto fra gli abitanti del paese. Ogni socio possiede almeno un'azione; il valore delle azioni varia, secondo la situazione economica delle diverse regioni, da 10 a 500 marchi. Ma l'esercizio è anche alimentato dai libretti di risparmio (Spareinlagen) sui quali chiunque può versare. Più i depositi ab- bondano e meglio la Cassa può funzionare. Dall'eccedente disponibile di fin d'anno, il 3-4 prelevasi come interesse alle azioni; un tanto va alla riserva, che è inalienabile. L'avanzo è destinato a opere di interesse comune. A questa semplicità di organizzazione, le « Casse cooperative di credito » debbono in gran parte il loro trionfo. Nel 1876, a Neuwied, Raifieisen costitui- va la Cassa centrale agricola di' prestiti per la Ger- mania; nel 1877, sorgeva la Federazione delle Coo- perative agricole; non tutte vi aderirono, malgrado le speranze del promotore, le Cooperative esistenti, giudicandola un'organismo eccessivamente accentra- tore. Raiffeisen assegnava alla Casse di prestiti an- che il servizio in comune delle merci agricole. Il Baden, le provincie Renane, ecc., avevano Coopera- tive per gli acquisti in comune, che tendevano a fe- derarsi. Ma il bisogno di un'organizzazione centrale si fa- ceva sentire sempre più e, il 6 luglio 1883, si costi- tuiva la Federazione delle Cooperative tedesche, che, venti anni dopo, prendeva nome di Federazione na- zionale (Reichsverband der deutschen landwirtschaft- lichen Genossinschaften). Onesta, al I giugno 1910, abbracciava 18.962 Cooperative, di acquisto, di pro- duzione e di credito, con circa due milioni di soci. Non fu però se non dopo il Congresso del 5-6 apri- le 1883, che la Federazione si rafforzò, accogliendo le Cooperative di credito, costituenti - come già no- tammo - il nerbo della cooperazione agricola tede- sca. Organizzate per regioni, esse aggiunsero, alla saldezza dell'unità federale, i vantaggi del decentra- mento ed è in questo contemperamento che sta il se- greto del vigore e dello sviluppo di quel movimento. Il quale fu altresì favorito enormemente dalla leg- ge del 1889, che assoggetta le Casse a quella revisione obbligatoria da parte dello Stato che in Italia finora invocammo inutilmente, e -a quella legge Miquel, onde sorse, nel 1899, la Cassa centrale cooperativa di Prus- sia' (Preussische Centralgenossenschaftskasse), allo scopo (art. 2) di ricevere depositi e accordare pre- stiti ad interesse alle Casse Cooperative e loro Fede- razioni, alle Casse provinciali di credito fondiario (Ritterschaftlichen Darlehenskassen), e agli Istituti analoghi. A tal fine apre conti correnti, sconta, ri- sconta e negozia effetti di commercio, contrae prestiti e ne concede su valori e merci, ecc., ecc. Lo Stato le accordò una prima dotazione di 5 mi- lioni di marchi, poi gradualmente accresciuta fino a raggiungere, colla legge 13 luglio 1909, i 75 milioni. L'esempio della Prussia. doveva essere, e fu, imi- tato dagli altri Stati confederati. Così, dopo il 1895, il movimento prese uno slancio grandissimo: le Casse di credito salirono, da 4872, a 15.616 (31 dicembre 1910); le Cooperative per l'acqui- sto di materie utili all'agricoltura salirono da 869 a 2265; le Latterie da 1222 a 2364; le altre Cooperative da 207 a 2836: in complesso, le Cooperative agriaole tedesche da 7170 aumentarono a 24.081. Partecipano a tanta grandiosità di movimento due milioni di agri- coltori. Non vanno altresì dimenticate le Cooperative di Credito fondiario (Landschaften). Nel 1767 il com- merciante berlinese Btiring, partendo dal concetto ' che la terra è un valore, e che, per procurare il cre- dito all'agricoltore, basta imprimere a cotesto va- lore maggior mobilità, propose di unire i proprietari nobili della Slesia in una Cooperativa obbligatoria. Una legge del 1770 la costituì e l'esempio fu conta- gioso. Le Landschaften presentano, in generale, i seguenti caratteri: i proprietari di un determinato Distretto prestano a uno di loro, contro la garanzia che offre la sua terra; per raccogliere capitali, si emettono, colla garanzia della collettività, lettere di pegno, ne- goziate da Banche speciali, che agiscono sotto il con- trollo della Cooperativa. Il capitalista, che acquistò le i lettere di pegno », non tratta che colla Coopera- tiva e ha per sè la garanzia collettiva dei soci. Dai prestiti ai proprietari nobili, ossia alla grande pro- prietà, ben presto le Landschaften passarono anche a prestare ai piccoli proprietari. Concludendo: la cooperazione agraria tedesca ha come fondamento la «Cassa rurale»: il bisogno del denaro a buon mercato suscitò una fioritura di enti per il credilo agrario, dentro e attorno ai quali ger- mogliarono altre istituzioni, intese a soddisfare gli speciali bisogni dell'agricoltura. L'organizzazione agraria in Danimarca. Nell'agricoltura danese si deve alla cooperazione se le piccole e medie aziende poterono profittare dei vantaggi che presenta la grande coltura. • Anche in Danimarca, come in altri stati d'Europa,. si manifestò, nell'ultimo trentennio, la tendenza a sostituire la granicoltura con produzioni più preziose, quali la carne, il lardo, il burro, ecc. Mentre, nel 1880, la Danimarca esportava molto grano, dopo il 1882 l'importazione supera i 70 milioni di corone (la corona equivale a L. 1,39). Il prospetto seguente rispecchia l'incremento delle esportazioni di prodotti più preziosi (1): ANNI Eeporkasione In milioni di corone burro lardo uova carne Totale 1881-1885 22,7 7,2 2,5 - 32,4 1886-1890 43,4 19,8 4,7 - 67,9 1891-1995 70,3 81,3 6,9 1,8 110,3 1896-1900 98,0 50,6 13,1 7,4 169,1 1901-1905 135,8 71,7 21,9 11,6 241,0 1906-1900 167,4 96,0 24,5 9,5 297,4 A grado a grado, l'agricoltura danese assumeva quel carattere nettamente industriale e commerciale, che più si conviene alla grande coltura. Le piccole e medie proprietà cercarono allora, e trovarono, non solo la salvezza, ma la spinta a progressi meravi-' gliosi in quella organizzazione cooperativa, che ha (1) Btudes monographyques sur la coopération agricote. Istituto In- ternazionale di agricoltura. Roma.

RkJQdWJsaXNoZXIy