Critica Sociale - Anno XXI - n. 9 - 1 maggio 1911

CRITICA SOCIA LE 137 denti _alle ·fondamentali ::i.ffìnitù. funzionali ed econo– miche, cioè di associazioni recanti il nome e il si– gillo dei grandi ser·vizì pubblici," pare oramai de– stinato a intristire pel sorgere delle tendenze sepa– ratiste, più strettamente economiche, più propria– mente «sindacali» (I). La Relazione dell'Ufficio del Lavoro· vi accenna in una noticina a pag. 14, e in un'altra a pag. 90, senza vedere, nella formazione· delle associazioni categori~tiche, più che (< una dupli– Ca:lione di altre, prima esistenti e più· ampie».. In verità si -tratta d'un fatto, che, se a noi, come' attivi nelle associazioni, non garba molto, come osservatori di associazioni, ci interessa moltissimo. La ragione storica di queste nuove formazioni è a un dipresso dell'ordine stesso di •leggi che hanno va– riamente atteggiale le lotte· nazionali, le quali, di' po– litiche che erano al tempo dei Governi assoluti cd oppressori, si sono falle, con la libertà, eéonomiche. Così gli impieg·ali, vinta la fondamentale lolla poli– tica,. cioè· conquistala, con gli organici e col •ricono-' scimento di stabili norme di carriera,, una certa quale: citLadinanza' frd•·le forze 'Soèi:ili,I si sòn:6 ò'rà" rivolti alle• lotte economiche; in cui H fattore più al– Livo.di selezione e di aggregazione è ·l'entità e la for– ma dello stipendio; l'affinità del servizio diventa in~ ,ece sempre meno operante e sentita. È probabile che ciò distrugga le Federazioni· pro– fessionali; se non probabile (chè io sono forse troppo indettato dall'esempio di quella degli Insegnanti Medi, quasi paralizzala da questo interiore travaglio di me– tamorfosi), è tuttavia possibile. Ma la vita ofTre con– tinui, provvidenziali compensi: quel che si perde di vantaggio da un lato, sarà ottenuto dall'altro. Le Fe– derazioni (parlo naturalmente delle più gagliarde· e importanti e veramente nazionali), che fìn qui hanno vissuto in un anglico « splendido isolamento», sen– tiranno finalmente il bisogno di appoggiarsi e strin– gersi meglio fra loro in quella Confederazione, che fu per più anni un sogno generoso, un disegno mi– chelangiolesco, di pochi ardili o idealisti: che, cla poco, si è tradotta in una realtà timida, in un qua– drello favrettiano; che doveva diventare la impera– trice dei regni professionali, e forse ne sarà soltanto l'erede giovanetta. Qui verrebbe in acconcio di parlare delle Camere Federali, quali sono prospettale dalla Relazione .Mon– temartini e quali si avviano a diventare; e, da ultimo, dovrei osservare alcun che sopra l'arduo problema de!Ja determinazione di confini fra impiegali ·ed operai, .fra ,Confederazione del Lavo'l'o e Confédera– zione degli Impiegali, che la Relazione accenna e nbn risolve. Ma, sul primo punto, uscirà una pubblièa– zione dell'avvocato Donati, buon frutto dell'ultimo Convegno confederale; sul secondo, discuterà il pros– simo Congresso della Confederazione del Lavoro. con l'intervento d'un rappresentante degli impiegati. Per ciò è inutile trattarne qui; anzi, dopo così lungo ar~ l.icolo, possiamo dire che sarebbe indiscreto. ENIHCO CARRARA. POSTILLA. Abbiamo già alti-a volta battagliato coll'amico Carrara intorno alla tendenza delle Federazioni professionali di impiegati a risolversi· in Sinda– cati di categoria, determinati· dalla similarità· delle condizioni gerarchiche o ~conomiche, indipenden.: (I) VeHasl postma. Biblioteca Gino Bianco temente dnlltt coordinazione ·tecnica d·ei singoli or– g:inismi, e quindi disposti ad abbracciare agenti - delle più disparate amministrazioni, sulla base puramente materiale e meccanica dell'analogia de– gli stipendi e delle qualifiche (personale operaio,– personale subalterno,. d'ordine, ecc.), in contrap– posto alle catcgorje superiori o complementari e alla. concezione unitaria dei grandi servizi; secondo, cioè, una distinzione, che potriemmo chiamare lòn-, gituclinale od orizzontale, anzichè verticale o sfe– rica; tendenza, verso la quale il nostro collabo– ratore sembra professare una tal quale· filosofica indulgenza o rassegnazione, sperandone - lo av– verte anche qui sopra - compensi, derivabili da una_ agevolata intesa· di ordine superiore, nella più ampia ·Confederazione generale o nazionale; men-. tre a noi sembrò e sembra nient'altro che una in– voluzione, e, un ritorno verso forme associative de– cisamente e insanabilmente inferiori. Senza voler oggi apprbfondire 'il dibattito, rinnoviamo in j)ro– posito tutte le nostre ·riserve. · E osserviamo che rrial a pI'opoSito, a nostro av– viso, quel finissimo osservatore ;e ar,gomenlatore, che ,'è· 1:i,l• 1 Garrara,' qualiftCa ~·cotesto mo'clo di 01 1 ga~ nizzazione coll'epiteto di"« siflélacale )), lo contrap=-– pone all'altro come più proprimnente economico, ed evoca il para!ìone. delle lotte di partito, che, pre– valentemente politiche, colla conquistata libertà, di– ventarono sopratutto economiche. Perocchè ciò che noi c.ontestiamo è) per l'appunto, .che la fo 'ma ns– sociativa1 che prescinde dalla configurazione. orgn– nica .e dalle ·esigenze tecniéhe complessive dei varf servizi, possa· raggiungere meglio gli scopi eco– nomici o sindacali, che essa si propone. L'esempio, ché lo stesso Carrara adduce, della paralisi perdu– rante nella Federazione de•i professori med'ì, cosi travagliata dal conato separatista, in confronto··alla Posi.elegraHca, perora per la nostra tesi. E, invero, il primo effetto della lotta di catego– rie è di _porre in reciproco antagonismo i varì strati di uno stesso personale, intendiamo del personale· cli uno stesso servizio; poi, di porli tutti quanti in antagonisino cogli interessi del Servizio, ossia co-gli interessi generali e nazionali. Onde una eliSione 't'e– Ciprocà e uno sperpero di enel·gie, e una artificiale « ostilizzazione » dell'ambiente, a tutto beneficio del~ lo slatu quo. Il problema della burocrazia, che è poi il nucleo ciel problema dei servizi pubblici, dei Municipi e dello Stato industriali, della nuova societù in for– mazione, non si avvia, evidentemente, a s0Juzion1 razionali, serie e durevoli, se non mercè la sem– plificazione dei congegni e mercè la stimolata ini– ziativa e solerzia e responsabilità della massa dc' gli· 3:g~f!ti.',Qu.~?t~àrgomenti sfuggono, di ~eGessil~ì, alla v1S10ne 1 hm1tata per un verso, eccessivamente estesa per· l'altro, delle categorie, che abbiamo chia– mate orizzontali. La riforma profonda dei conge– gni amministrativi· e tecnici dei vari- servizi. tale da riescire a impinguare le fonti, onde il perso– nale può trarre durevoli migliorie per se stesso, r.on è neanche concepibile, senza una veduta e una azione di assieme ed organica sulla complessa com– pagine dei servizi stessi. Da quale organizzazione di categoria poteva sgorgare il concetto dei « ruoli aperti )>, o quello delle << cointeressenze )>, o la sem– plificazione dei «controlli», o la proposta di mi– gliori distribuzioni di lavoro fra vari dicasteri, ecc.? La categoria, perchè tale, non ha occhi che per vedere il suo utile immediato e diretto, sulla base del congegno gerarchico e tecnico esistente. L'jn– teresse del vicino non la riguarda, molto meno può riguardarla l'interesse generale; essa deve consi– derarli come concorrenti molesti agli interessi pro– prì; perciò ogni riforma, che li concili.i, ogni ri-

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