Critica Sociale - Anno XXI - n. 9 - 1 maggio 1911

132 CRITICA SOCIALE medie e le classi lavoratrici, che di quei sacrifìzì so– stengono l'intero onere? La eventuale difesa del ter– ritorio nazionale da aggressioni o ingiurie di altri popoli. C'è nella politica militare odierna, è ben ve– ro, sempre implicito un concetto di espansione guer– l'iera, a cui il militarismo professionale sovrappone le sue colossali incrostazioni parassitarie; ma la rn– gione, per cui una parte sempre più numerosa delle popolazioni si lascia salassare senza emettere urli cli dolore e di strazio, e senza insol'gere violentemente e impone una limitazione sensibile delle spese mi– litari, è solo quella là, e nessun'a!Lra. Qui è dunque il punto, in cui la critica e la riforma socialista de– vono collocate le proprie batterie. Denunziare, da un canto, la menzogna borghese e militare, che, sfrut– tando la credulità e il sentimentalismo patriottico e le apprensioni delle popolazioni, estorce, di anno in anno, nuove decine e centinaia di milioni per creare giganteschi organismi, non già semplicemente difensivi, ma terribilmente offensivi; che crea, anzi, n.utomaticamenle, questo gorgo spaventoso, nel cui vortice, daLa l'iniziativa degli uni, fatalmente devono lasciarsi attirare tutti gli altri: coronando così se stessa con una specie di ineluttabilità, la quale non fu, a sua yo\ta, se non fìgliata dalla menzogna stessa, grassa e furbesca invenzione di speculatori, di ren– tiets, di fornitori e cacciatori di carriere e di pre– bende; - e, dall'altro, dimostrare quuli sarebbero della semplice difensiva le esigenze fìnunziarie e la organizzazione tecnica, in contrapposto coi costi e con gli sperperi della organizzazione militare at– tuale. Tuttavia i noslri avversari non mancheranno di in– seguire Jaurès nel fortilizio della sua premessa. La difensiva: sla bene! Ma, sia pure incerta e remola, l'ipotesi di un colpo di lesta da parte di qualche Governo non potrà mai escludersi. Le vicende ma– l'occhine cli questi giorni informino. Ma, opponia– mo, non sarà l'organizzazione nuova il migliore e più sicuro antidoto contro i colpi di tesla? E, per completare l'argomentazione, non è forse perchè la Francia - e, come la Francia oggi, ieri l'Inghilterra e la Russia, domani magari la Germania e l'Austria - possiede un esercito e una flotta, preordinati alla offensiva e alla difensiva insieme, che è resa possi– bile la politica delle sorprese e delle avventure, delle perdite e dei disastri? Ma si riprenderà l'assalto - e sarà l'ultimo - di– cendoci che vi saranno sempre degli Stati, i quali manterranno il tipo cli or-gunizzazione in vigore - e che vigore! - e avranno quindi una sensibile su-~ perioritù sugli altri. Ed ecco eutrare in iscena, con la sua massima efficienza, il fattore dell'internazio– nalismo proletario. Quando il proletariato di un paese sarà presso a etTettuare là gr::mde rivoluzio– mtria riforma, il proletariato di altri paesi, e un po' alla volta di tutti, rimarrà indubitabilmente scossò e trascinato, dalla iniziativa e dall'esempio, a seguire le vie della stessa rivoluzionaria riforma: tanto mag– giormente ciò è prevedibile, in quanto che i vari proletariati, massimamente quelli dei paesi più evo– luti, si trovano ad avere raggiunto un uguale o non mollo diseguale grado cli rnaturilJ, riguardo a questo come agli altri postulati del programma emancipa– i.ore del socialismo: onde l'opera di ciascuno può facilmente germinare e fecondare sul più vasto ter– reno internazionale. Quando, poi, l'iniziativa partisse dalla Francia, che per tradizione costituisce un po' Biblioteca Gino Bianco 1 il laboratorio delle più ardite esperienze sociali, do. cui queste si irradiano in ogni senso per il tramite di una lingua e di una coltura universale, chiarifi– catrice e semplilìcatrice, si potrebbero mettere nel conto del successo le più copiose e confortanti pro– babilità. E, al tempo stesso, sarebbero incalcola– bili gli effetti e le ripercussioni, che una tale tras– formazione, se operata dal paese della revanche anli– germanica, avrebbe in ogni nazione, principalmente nella stessa Germania e in Inghilterra, e in tulto il mondo. Un giorno fu eletto alla Cam~ra italiana che l'Italia racchiude in sè i requisiti più atti a farne un paese di audace iniziativa per il graduale disarmo. E cre– diamo che così sia. Ma crediamo ancora più alla influenza del proletariato nel determinare gli atteg– giamenti della. politica interna, e anche della. poli– tica estera e militare. Una grande agitazione delle• classi lavoratrici e delle classi medie è certamente preliminare alla grandiosa e rinnovaLrice conquista, che sorge agli orizzonti del nostro pensiero. In tulti i paesi, questa agitazione è, al presente, nel suo più vivo e ardenta fervore; vedete le elezioni gene– rali austriache: ne sono traversate come da una conente dì incandescenza; lo spasimo dello sfrutta– mento e della miseria, accresciuto cd esageruto dai bilanci iperLrofìci ciel militarismo di terra e di mure, dischiude gli intelletti e apre le anime ad accogliere le redentrici suggestioni dell'idea e della fede so– cialista. Il domani viene così preparandosi inesora– bilmente: e, prima che altrove, là dove, come in Francia, ìl regime democratico consente un più in– tenso e un più rapido sviluppo della civiltà nuova. Jaurès ha inteso che era l'ora del proletariato fraJI– cese e della Francia democratica. E ha scritto il primo capitolo ciel poderoso lavoro: attualista e :w– ven irisla insieme. GIOVANNI M1.mLONI. Mf llAORIA f HftA[(IAffIArn mROMAfi IV. LB forme dBll'organizzazions. (Continuazione) le gravi conseguenze dellforme attuali. In una Federazione unica, in cui la maggioranza è sempre nelle mani della più numerosa fra le ca– tegorie che vi sono iscritte, gli interessi di ·questa ultima finiscono tnevitabilmènte per prevalere a danno degli interéssi delle altre. Ciò si è appunto vel'ificato nel caso della Federazione nnionale dei lavoratori della terra, e si è verificato in doppio modo. I braccianti essendovi in grande maggioranza: l' si è finito per voler imporre anche ai mezzadri sistemi di lotta che sono invece adatti solo per i braccianti; 2' quando è scoppiato qualche dissidio fra le due categorie, si è dato quasi sempre ragione ai braccianti, anche quando avevano torto ( 1 ). (1) A qttesto secondo risultato, oltre che gli errol'l clella organ!z– zflzione, hanno purtroppo contribuito anche le preoccupazioni poll– tlcantlste. l\[oltl fra. coloro elle (]\rlgono la FecterazlOllC nazionale del lavoratori della terrn hanno mo8trato di non saper d\st!uguern fra politica (Il 1nntlto e pol1tlca dl classe. Bssl perciò dovevano es– sere, sia pure Inconsciamente, condotti a favorire la categoria del brncclantl, come quella che olfrlva le maggiori fol'zc elettorali al partito socialista. I mezzadri romagnol!, inY(we, votano, nella loro grande maggioranza, o per l clcrico-modcratl, o per I repubblicani. Cile tali preoccupazioni non siano stato esfranee neppure alla cosi-

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