Critica Sociale - Anno XXI - n. 9 - 1 maggio 1911

CHl'l'ICA SOCIALE 141 FRA LIBRI E RIVISTE llenry BergsonJ_e le scien3e sociali. li prof. Julius Goldslcin ha pubblicalo, nell';frchiu /iii· Sozialwissenscha/t und Sozialpolilik (l), un ar– ticolo su « Rcrgson e le scien:e sociali», nel quale !'autore non intende esporre la fìlosofìa di Bergson 111 lulla la sua « ricchezza cli pensiero, estensione e profondità»; ma rilevarne solo alcuni punti, che han– no riferimento alla scienze sociali e permettono di considera1·e i rapporti che Sol'el cerca di stabilire f1·u il sindacalismo e le idee di Bcrgson. Un particolare fascino - osserva l'autore - deve c~ercilare questo pensatore, se aìle sue idee aderi– scono, con pari entusiasmo, callolici modernisti, anime d'arlisli, eminenti biologi e teorici del sin– dacalismo. Egli è una potenza nella vita spirituale della Francia, ma la sua in!luenza comincia a cre– scere anche. in Inghilterra e in America. Il James, nelle sue ultime Tlibbcrl-Lectul'es, « a plu,·alistic uni– l'Cl'S » (2), ha inlrodoLLo una entusiastica conferenza ~u « Bcrgson e l'intelleLLualisrno )). Ciò che anziluLLo colpisce nel Bergson è secondo il_ Golds_Lein, l'immensa ci:icrgia colla quale ~gli cerca d1 cacciar da parte lulL1 i simboli Lraclizionali e i concetti fatti, per guardare clirellamenLe la vita. Non è_un_p~1ro caso che la prima grande opera di Bergson SI[! 111l1lolala: « Saggio sui dati irnmediati della co– sc1e11=a » (3) (1888). li daLo immediato, non ancora dcfol'malo dalla teoria e dalla ri!lessione, è la mela dei suoi sforzi e della sua ricerca. Come egli nel suo «Saggio» scopre la vita dello spirito nella sua ~uggenle origin alità, così egli mira a meLLer a nudo, in « Materia e mem.ol 'ia » (4) (1896), il dato immediato nell'azione co mune d ei fenomeni dello spirito e del ~orpo '?• nel!'« Evoillzione creatrice» (5) (1907), il dato irnmedialo del processo biologico. Pe_r Bergson, il movimento, la mutazione, il flusso continuo della nostra esperienza non si può affenare inedianle conceLLi, che hanno qualcosa di fisso e di discontinuo. La vita è moto, incessante cambiamento, s~orzo. Si conosce il reale, il vissuto, il concreto, in ciò: che esso è lo stesso mulamonto. Nell'intimo della realtà in movimento e in costante sviluppo non ci fa penetrare nessuna conoscenza concettuale. I concelli 11011 sono che mezzi per orientarci praticamente nel flusso continuo del divenire; riproduzioni cinemato– grafiche, che ci danno bensì indicazjoni pl'aliche per 1:1nostra condotta di fronte alle cose, ma che nulla possono comunicare della stessa reallù interna. L'in– telletto è al servizio della vita; è foggiato per l'azione sul mondo esLel'no, per servirsi della materia morta, 1w~1 per la spcculazion~ pm·a. Lo. intelligenza non puo rappresentare che 11 discontinuo, l'immutabile e_li ~ perciò incapace cli conoscere la Yila, che è con~ 11nu1là e cambiamento. « L'intelliqencc est caraclé– risée par llflC incompr·éltension na.ti11·ellc de la vie» Og:ni _rnomenlo clelln vita dello spirito è, infatti; qm~l1lal1~ame.nte ct~rogeneo, in quanto ognuno di essi è, .già d1 per se, diverso dal precedente, perchè ope1·a 111 esso un passato modificalo dal momento prec~clcnle. E, ciò che è più importante, la coscienza possiede una durala, cllll'é.e réclle, nella quale ogni momento porla qualcosa. d1 nuovo e di creatore, sic– <.'hè sono assolutamente insufficienti LulLi i confronti col mondo spaziale. Devesi perciò distinguere il mon– do della durala pura e del continuo dal mondo dello ,c;,l?a~io e del discontinuo;· come nell'individuo occorre d1st111guere un io creatore più profondo, in inces– sante mutamento, e un io i cui momenti. ordinali e d_isti nli ~mo da!l'allr.o, rispondono alle esigenze della nla socrn.le e il cui carallere è l'automa! i~mo. Alla cosci enza in movimenlo Yivo e in sviluppo il concetto d1 legge non è applicabile, perchè queslo ha come presupposto uguagli:rn'le che si ripetono e queste non , 1:lrt}l'h\g \'Oll J. c. u .llohr, TlilJingen; Jull-llòft l!HO"; XXXI Bd., (:! nt (!tlOSse eonfdranze del .James ò usclh. 111ta tnl(itlzhwe"frau– c.e.e nella ecMll<lnto JJL/JU0U1èq1te de f.ilti.losophte sci.eiiU{lq1i~ oJlt.a dal ~ l(d'.l'ilt'~~l!o1;~~1~, ~~!~lt~ ~I: r::i~:I~~;~: ~/;l~;~rtt::;!:"~! ~~/\;~!~~::,:~~: - Paria, Alcan. (-1)11.Hrmosox: .lfatiè,·e et mwrni,·c1. - l'arls, Alcan. lO) 1r, B8ROSON: L'évot1tU.011créatrice. - Pdrls, Alcan. BibliotecaGino Bianco r.sisl?n.o nella vita piì1 ])l'Ofoncla dello spirito. li de• l~rm1111smo, negando la libertà, misconosce le pecu– ~iarilù essenziali della vita dello spirito, che si svolge rn una,_durata concreta. Qui in ogni singolo motivo che_ porla all'azione, la lotalilà dello spirito è viva: 1 Dire che l'anima si determina sollo l'inOuenza di uno qualunque dei suoi sentimenti, è riconoscere che essa si determina da sè ». Libertà cli agire consiste nel rivolgersi in se stessi, nella profondità creatrice della propria coscienza, ed esprimere se stesso nella azione fino all'ultimo nòcc iolo essenziale. La libertà è_qualcosa cli _raro e non t.ut.ti ne sono capaci; molti vivono e muowno senza averla conosciuta. L'azione libera non si può calcolare in precedenza. E il pro– dollo ,~al~iro cli uno sviluppo dello spirito, i cui n.10mcnli, 111 questa ben determinala nuance qualila– liva, non sono dati nè prima nè poi. . D_u~·ée f'éelle, c~1e significa, ad un tempo, continuità rnchv1sa e creazione, è dunque il concetto intorno a cui_circolano le _idee del Bergson. È da distinguersi, perciò, un temps-1.nventem·, il t empo c oncreto vissuto cl!e è evoluzione_ creatrice, dal tem.ps- lonr,ueuf', l'ide~ cli tempo usala 111meccanica, in cui l'idea di spazio è .penetrala nel tempo, togliendone la durala crca– lncc. Nel m~nclo. inorganico, ove imperano le leggi del.la m~c~amca, Il tempo 1101'1 ha nlcun si gnifìcato. Qui tull1. 1 processi sono invertibili; qui l 'inlellel.lo può seguire la sua disposizione naturale ai concelti fìssi, alla causalità meccanica, alla deduzione e nlltt negazione _cli ogni novità creatrice. Ove, invece, il tempo ha importanza nel senso di durée réelle. ha luogo uno svilupp? che è inco_mprem:ibile per l'in– tellet.lo , che non s1 può rovescwre e ripetere all'in• d_ieLro . . E questi lraLLi essenziali della vita dello spi- 1·1lo_diventano per Bergson tratti essenziali di lull::i: la vii.a. Il Leitmotiv clellc1 « Evolution créafrice », di c1ucsta (I opera J?Otent~ nella quale risuonano armonicamente tutte le 1cl~e.d1. Bergson. », può ~ssere scorto in que– ste .propos1z1om: « Conlrnmtà cli mutamento, conse1·– v~z10ne ciel passato nel presente, durala vera, l'essere vn·enle sembra partecipare n questi atlribuli della C?scien_zn. Po_ssiarno anelar..:: più in là e dire che la y1ta è 1nvenz1one come l'att.ivit.h cosciente. creazione mcessante come essa? - Quanto più fissiamo la no– s~ra alt~nzione in questa continuità della vita, tanto P!Ù vediamo. l'evolu!,ione .o:ganica avvicinarsi a que lla d1 una coscienza, 111cui il passalo preme cont.ro il presente ~ ne fa scaturire una forma nuov a inco m– mensurabile colle sue :rnlecedenLi ». Secondo. G-oldstein, si caratterizza il signifìcnto fi– ·19sofie:o cli. quest'opera riconoscendo che essa con– tiene 11_ p1·1mo tentativo cli una mel.alìsica che si vnlc sul serro della realtà del tempo come durée l'éellc cio_è dell'idea, che noi ci lrovi:im~ in una reale slol'i,{ umversale, nella quale una forza creatrice, simile alla coscien za più pro_fonda dell'uomo (élan vita[), spinge senz~ l.re 1 gua la_vita a nuove formazioni, « perchè dn– , ani.i ell e voluzione della vita stanno spalancale le porte del futuro». Fiss~l~ le idee d i_Bèrgs?n che permettono di capire la pos1z10ne d.el s111dacnl1smo francese rispelf.o ::illn sua filosofia, il Goldst.ein riporta un brano cli una ~elter~ dello .stesso Bergson, al quale, corne n Hegel, e capll:alo_ di es ser preso per sè d::i conservatori e da ra~l!cali; d.nl Le Roy 1 nel suo noto libro « Doqmr, cl cr~ll"Jue »_ 111 favore del modernismo, e da Sorci. pel smclacaltsmo. Bergson rileva come i sindacalisti (Sorel e Berth) citino « in termini ~,el resto perfetfa– mente esatti» la sua concezione ciel « mutamento in generale, della indivisibilità del divenire nella du– rat~ real~, della originalità e ~:lella imprevedibilil,ì cl~ll avven.1re », concludendo da ciò e( alla irnpossibilih'1 cli costrmre a priori l'avvenire col p_assa.to ». Ma egli pensa c_he « a.ltre scuole sociologiche, a tendenze del t11llo diverse, potrebbero altl'ellanto bene invocal'e qu~sta st~ssa concezione del mutamento», e che i lel– to1·1 e gli avversarì dei sindacalisti si sono sbagliali sul senso ~ell~ allusioni che questi fanno alle sue idee, fncenclo ~11lt11 1 Bergson, il fìlosofo del sindacalismo. < Un _arl_,colo come quello di Bonglé (I) deve aYcr conlr1bmlo a. propa.~:rnrc qnc.~lo malinteso».

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