Critica Sociale - Anno XXI - n. 9 - 1 maggio 1911

140 CRITICA SOCI!\LE .ASTERISCHI fERROVI.AIUI IPSE DIXI.T. La dicotomia delle fL111zioni direttoriali, di pensiero e di azione, di legislazione e di governo, danneggia · l'opera stessa del comm. Bianchi e dell'azienda ferro– viaria dello Stato. Fin dal periodo dello strombaz;zato disservizio, io caldeggiai una suddivisione organica del lavoro, designando persino chi poteva essere, a senso mio, l'unico esecutore di polso. La divisione del lavoro è legga biologica costante degli organismi complessl. L'accudire degnamente a tutto eccedé le forze anche di un dotto e indefesso lavoratore com'è il Bianchi (si pensi che spetta al Direttore generale persino prov– vedere alla con versione di stazioni in fermate o vi– ceversa., alla concessione o soppressione di fermate, che, colle Società, erano attribuzioni di competenti capi– servizi); donde il dispotismo, discorde e spendereccio, dei g1·os bonnets, i quali, come ben disse Sigismondo Baldacci nel Secolo (5 gennaio), assai più che non i politicanti, come sembra al Pareto, sono oggi i veri pa– droni delle Ferrovie. Il Bianchi è imbozzolato dal suo entourage, che, tra l'altro, gli osteggiò la geniale proposta di comparteci– pazione del pMsonale nella misura del 4 ¼, base forse progressivamente risolutiva della qu~stione dei salar~ e stipendi. Allorché, all'alba del suo regno, era detto prigioniero del basso personale, ne ebbe almeno aiuti disinteressati per la salvezza dell'esercizio statale. Ma la concordia col personale esecutivo si volle rompere; concorse lo sciopero ferroviario del 1907; le conse– guenti punizioni furono il lavacro lustrale degli amori impuri col basso personale. L'attuale sfiducia del personale, verso i superiori e ver.so il Direttore Generale, è unialtra grossa causa di guai. Non certo al Bianchi erigerebbe ora il personalA un monumento, come un dì Peresi,,e, sotto la tettoia di Ancona, a Dionigi Ruva, primo direttore delle Jl1e1'i– dionali, vittorioso delle acclività dei Giovi. Da tutti si invocano la benevolenza e l'affiatamento reciproco; ma è possibile ottenerli, con le accuse del Grecchi (saggio di levità mentale, per dirla col padre Curci), con la pioggia delle multe, con la gravosità degli orar'.ì, col nepotismo degli aumenti a scelta, con le 400 lire ai funzionarì (nati alForganizzazione nel de– corso novembre e postnlanti subitamente ascoltati), con le vessazioni fiscali e le diffamazioni del primitivo progetto Sacchi, con la taccia d'incompetenza data al– l'elemento esecutivo? Ipse dixit. Le lodi costanti dei varì Ministri, avvi– cendatisi nel dicastero dei Lavori Pubblici banno forse in~rgoglito il comm. Bianchi? Si veTa s~nt exposita (Giornale degli economisti, n. 2, febbraio 1910), quando egli parla, i Consiglieri d'amministrazione stanno come statue di sale, guardinghi dall'interloquire. Ipse dixit. I " bassi gradi n non capiscono nulla. Ep– pure semplici ferrovieri erano Fon. Nofri e il Batche1ow ministro degli esteri in Australia (ex meccanico nel!~ officine delle locomotive ferroviarie ed ex presidente dell'Associazione ferrovieri)! Sono semplici ferrovieri lo Scalzotto, l'Alessandrini, il Caneschi, il Baglioni, ecc., che una mente spregiudicata potrebbe innalzare a fun– zionarì, per merito ..... di guerra, a membri consultivi in un Consiglio direttoriale, facilitando l'ascensione delFélite..... del Pareto, cioè dei migliori dal basso verso Biblioteca Gino Bianco i gradini superiori della scala gerarchica, e frangendo la muraglia cltinese dei titoli accademici e delle pro– tezioni! Ipse dixit. L'alterigia gerarchica tradizionale ripudierà il principio costituzionale elementare rammentato dal– J'on. Orlando, per cui u fuori dell'ufficio non vi ha nè superiore né inferiore gerarchico,,, e ripeterà col mi– nistro Scialoja, rispondente all'on. Berenini, che "le leghe e le associazioni di classe non sono tenute in alcun conto dal Governo, e non per esse si dà o si concede,, (1), e minaccerà, parlando con Pagliuca ed Erasmi, punizioni severe agli agenti che si permettono critiche alPazienda ferroviaria. Così Gino Corradetti, segretario del Sindacato a Siracusa, per un manifesto ..... offensivo per la Dire:done Generale, verrà sospeso e trasferito senza diritto a giustificazione; Scalzotto e Burrini, per critiche ferroviarie, saranno minacciati, e forse salvati soltanto dal capitombolo ministeriale del Bertolini; Giuseppe Pastore ( Tribuna dei f'errovie1·i del 31 gennaio) verrà punito per aver segnalata Ja giacenza di 100 carri a rrorino facilmente riparabili, ecc. Una terza causa di guai è l'oscitanza direttoriale ( Un Applicato in Critica Sociale, 16 giugno 1910). Anche .il Doria, delle Carceri, e il Santoliquido, della Sanità pubblica, sono inamovibili,, ma almeno sviluppano uua idea e governano con un unico criterio i laddove il Bianchì si è rimangiato, nuovo Saturno, il Marchesini del servizio legale, il 4 ¼ di compartecipazione, le Di– rezioni compartimentali immaginate e volute da lui (e distrutte dal R. Decreto 12 maggio 1908), la fastosità alFAmilhau, vari tentativi di assestamento amministra– tivo, ecc. Vero che, a giudicare serenamente Fuomo e Fopera, non soccorrono sufficienti dati storici e l'espe– rimento è troppo breve, e nuocouo le astiosità di am– bizioni insoddisfatte o di lesi interessi. A sua discolpa conviene rammentare che egli voleva mantenere per un lasso di tempo l'ordine preesistente al 1° luglio 1905; che i funzionari del R. Ispettorato gli furon:) imposti; che ì treni furono raddoppiati suo malgrado; che sette :Ministri dei Lavori Pubblici (notava il De Johannis nel Resto del Carlino del 25 agosto 1910) gli imparti– rono criteri direttivi provvisori. Non autonomo quindi, ma, forse, automa; forse non meritevole perciò deJla Rupe rl\trpea, cui lo vogliono dannato il Trevisonno e il Comandini. La su~ azione, finora, e per il groviglio delle mansioni e per il periodo formativo (direbbe 1'on. Abignente) della Rete statale, si è svolta sul con– sueto binario delle vecchie Società private in fatto di disciplina e di sistemazione di tariffe. Bd ecco profi– lars~ un quartO danno possibile, se pensieri moderni sieno remoti dalla sua sfera concettuale e pratica. Spe– riamo ancora, tuttavia, per 11 pacificazione della fa– miglia ferroviaria (rendimi, o Bianchi, il mio Peraudo !) e per lo sviluppo dell'economia 1rnzionale.' Sine i1'a et studio; non per odio d'altrni nè per di- sprezzo. Ipse fecit. ( 1 ) Vuolsi che a una Commissione di operai siculi, olferentlgll una pergamena, Il Bianchi dicesse: "A chi ila (ilmostrB.to di non aver bisogno di 1rnlla, nulla darò~- li m6ntto fruttò In pochi mesi r,. 400 a! funzlonal'Ì; agli umili L. IfJ5 dopo cinque anni d! 1otte ! FERRUCCIONICCOLINI e PIETRO LANlNI PerlaRappresentanza proporziona/e Centesimi 25 (Presso la 01•itica Sodale),

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