Critica Sociale - Anno XXI - n. 7 - 1 aprile 1911

CRITICA SOCIALE 103 una di quelle ore solenni della storia, la cui signifì– cazione intima è uguale a quella di un esperimento rivoluzionario cli sinistra. Ora la rivoluzione. o di destra o di sinistra, non si legifera nei Congressi;' ap– pena si può prevederla, orientando n quell'eventualità gli spiriti. Ma una simile prospettiva in Italia ci pare oggi un paradosso telescopico. Nulla consente cli supporre, che, in un'epoca non diciamo prossima, ma sensibil– mente prevedibile, il proletariato italiano debba lro– ,,arsi al bivio di una così grave deliberazione. A no– stro avviso, la allontana, fin che sia applicabile, la stessa lattica transigente. Perché è chiaJ'o che, fìnchè tale Lattica è applicabile, non è guari da attendere si detennini tale un nembo di cataclisma politico, da costringere il proletariato, per scongiurarlo o vol– gerlo a suo benericio, ad accordarsi con altri partiti per la LHesa legale del Governo. Solo una violenta reazione politico-parlamenlare, per quanto può in– durre l'oroscopo, ofl\i.r~bbe le ragioni di una siffatta alleanza coi parlili libjlrali, che, P\l\'Lpndo d\t/liQPPO– sizionc comune, storzasse il partilo socialista a se– guire quelli, fìno alla conquista del potere politico. PRUDENTE RINVIO. Senonchè tutta cotesta astrologia avven irislica non ha alcun valore pratico nelle presenti circostanze e nell'attuale sviluppo del proletariato nostro e del no– stro paese; e, se ha un valore accademico, questo ci appare limitalo a un plillonico consentimento alla leol'ia della partecipazione dei socialisti al potere: la quale leol'ia, vel'arnenle, se, in difetto della necessità che s'impone (come nei casi accennali della Fl'ancia e del Belgio), non ha per sè altro suffragio che il nu– do asse11!::io dialellico e, dil'emmo quasi, trascendente, male si giova; poichè la vita politica si nutre assai pù cli falli che di opinioni, e dove non agisce con im– perio suo sovrano la necessità, non la sostituiscono le dottrine; le quali troppo si preslano alle acconcia– ture o sconcia ture ·degli ani visti, degli ambiziosi, elci vanesi, di cui non è scarso alcun· partilo. Oggi i più audaci programmi riformatori delle no– stre assise socialiste e proletarie non eccedono i qua– dri prognunnrnlici di una democrazia sociale, coscien– te di sè, decisa a chiamal'e l'llalia allo sviluppo ci– vile che le compete, lasciando che il proletariato as– suma l:i parte di i11cremenli economici, morali, poli– tici e sbciulì, cha,sono insicmo cause od effoLli dirie1uel progresso civile che dice di 11roporsi la democrazia. Se la borghesia si riconcentrerà in lutti i partili co– stituzionali e, in odio al prolclariato, vorrà mantenere illeso l'attuale pesante medio evo di analfabetismo, di· supe1·slizione religiosa, di carestia economica, di disservizi pubblici, di feroce privilegio politico, elet– torale, tributario, ecc., noi dovremo contrapporle la nosl1·a opposizione di classe, decisa e disperala. Ma, se la borghesia democratico, meglio avveduta - co– me sembra accennare - la rompei';\ nettamente col partilo clerico-conservalol'e e assurncrù di avviare, per via di riforme, la società italiana verso prode di più alla civiltà, basl('rà ad essa l'appoggio dei socia– lsli, leale e disinteressalo, e le sarù di maggiore utile che non la loro collaborazione diretta, poichè questa non farebbe che alienarle gran parte di quelle forze liberali, su cui essa deve contare e le quali, col so– cialismo, nitri approcci non sentono se non cli g-uerru. Biblioteca Gino Bianco· IMPED!i\JENTO PEHENTOllIO A dirimere ogni prossima· prospettiva di parteci– pazione dei socialisti al Governo, sta ancora, oltre la sopravvivenza di istituzioni feudali, in antitesi ana– cronistica cogli assetti politici auspicali dalla demo– crazia sociale internazionale, la questione delle spese militari. La nostra lealtà socialista verso l'lnlernazio– nale, la nost!'a lealtà socialista verso il proletariato italiano, cospirano a rifiutare nuovi crediti mililal'i, così per eli,ninare le ragioni e i pericoli esterni di guena, come per eliminare le ,·ugioni e i pericoli in– terni della pace sociale; poichè noi crcdian10 che, alle riforme che costano e che sole veramente assecu– rano, col pane e con l'alfabeto, la pace, la liberlù e il progresso del proletariato, i dispendì militareschi 0osliluiscono l'ostacolo e il pel'icolo più grave, anzi, insuperabile. D\tllra parte (non è da illudersi) anche la tlemocrazia più sincera cd ardila non può liberare la vista delle proprie responsabilità di Governo dal fan– ta~ma ossessivo dei paurosi enigmi della politica in– l13rnazionale, e continuerà a sagl'ificare,. sebbene ,con · più cauta' mocle11azione, alla gara folle tlegli ~rma- rnenli. Tale situazione di fallo basta peJ: sè ad eli– minare ogni velleità di partecipazione ministeriale, nei socialisti non disposti a transigere di fronte ai p1'oprì doveJ'i verso il proletariato italiano e verso il proletariato internazionale. RICAPITOLANDO. Il perchè noi vorremmo concludere: la politica di riforme, che universalrncnle s'è imposta ai sòcialisli in sostituzione della politica di nuda protesta e di semplice attesa rivoluzionaria, imporla scco inelulla– bilrnenle situazioni politiche, nelle quali l'appoggio a un Governo borghese riformalo1·e è una semplice ne– cessilà di coerenza t.ra il fine ed il mezzo. Questa stes– sa necessità, in un grado più alto, per rifol'me più ra– dicali, organiche, costituzionali, decisive per l'avve– nire polil1co del proletariato, può allresì richiamare, cou1e un corollario, la necessità della partecipazione al potere. i\la, in llalia, se le rugioni del primo ordi– ne sono sta.le e possono essere plausibili - salvo scm~ pre al Pai·tilo il giudizio sanzionatore della. opporlu– nilà avvi.sala dal. Gruppo parlarnenlare, in riguardo alla entità reale delle riforme accarupatc, alle esigen– ze clcll'arnbienle nel pae.se e nel P_arlamenlo, alla ne– cessaria coerenza arrnonica fra il complessivo indi– rizzo politico del Ministero e le rifor!l1c accampale e Jp, fqrze, a sua disposizion,<::per tradurle in allo - non si scorgono, negli attuali orizzonti, ragioni, di quel-. l'ol'dine più allo, più delicato e quasi diremmo cala– slrofìco del catastrofismo di destra o ri formisla, che sole giustilicherebbero la partecipazione dei socialisti al potere. Amore di verità e di chiarezza ci ha indotto a ri– spondere in forma succinta, quasi calego,·ica, ai que– siti proposti a s(udio dalla Di1·ezione del Partilo e che spella al Congresso risolvere. A disegno si è on1esso di rispondere alle prevedute e prevedibili ob– biezioni dei compagni seguaci della dottrina avver– sa, inlransigenle-rivoluzionaria, perchè questo, che ci è parso il còmpito più proprio del dibattito orale del Congi·esso, romperebbe inutilmente la linea del pensiero, modeslo,. rna chiaro, che al diba.llilo doveva servire da semplice avviamento. Sia questo o diverso od opposto i,l pensiero della . maggioranza ciel Congresso, superfluo è dire che es~o

RkJQdWJsaXNoZXIy