Critica Sociale - Anno XXI - n. 7 - 1 aprile 1911

CRITICA SOCIALE 109 LAtOLTÙHA NELLE CAMPA6NE L' « Università popolare viaggiante » delCremonese, Quando dnti organismi sociali abbiano percorso un certo cammino, e assicurata a sè la vita, pO!-!SOllO me– ritare ili vemr preseutati al pubblico. Giova - sia pure per sola curiosità. - sapere quali organi o strumenti abbiano elaborate, quali difficoltà superate, quale solco segnato nel loro proprio terreno. È oggi il caso dell'Università _Popolare viaggiante di Cremona. I. Bisogno tli cultura nelle campagne. È ormai un luogo comune che la coltura delle classi popolari e proletarie si impone in modo assolnto. La men– tttlità psichica proletaria ha dato tutto 'quanto poteva; per procedere oltre e affrontare nuovi problemi, deve essere ulleriormente elaborata. Le stesse organizzazioni languono per deficiente spirito di coesione interiore. Sono forze precarie, ohe ogni miuin:ia bufera ininaccia 1 di sconquassare. La psiche contadina, poi, è rimasta ancor più ad– dietro. E,;sa vi dà la ~ensazione di un mondo da secoli tramontato. I nostri contadini sono sensibili alle nuove necessità, ma assolutamente impreparati psichicamente e moralmente a forvi fronte; fra i pre~enti orientamenti politici, cadono µreda di ogni ~partito che cerclii rinver– ginarsi con mimetismi demagogici. È spettacolo che umilia, quello di contadini - e non contadini soltauto ! - che vantano di regolarmente ubriacar-!'i la domenica, non desiderano un giornale, fanno Tessn, come tante pecore, alla ·stMeotipata reto– rica dt,l prete, bevono ogni fola: son ligi a tuLti i p.a– droni, si azzuffano per due soldi, per qualsiasi utilità immediata, anche se debbano ripagarla il domani con rincarata servitù, si fanno delatori, traditori a vicenda (nell'ombra, oh! dio, non è poi gran male!), servono a tutti i pregiudizi 1 a tutti gli istinti, rifiutano fa. schietta verità, man~ano rAgolarmente alla parola data, sfug– gono alle responsabilità, stamno trasognati a gunrdarvi se parlate ]('lro di cosa che trascenda la curA.dell'oggi, non reggono al minimo sforzo intellettuale, vi fuggono, inveisco110 - le donne - contro di voi e co11tro i loro uomini, vi rumoreggiano e vi fan trovare deserta la sala la seconrla volta che voi venite a loro. Que.:;to qundro 1 se può sembrare a tinte un po' fosche per alcune plaghe dove sia giunta l'opera dissodatrice della orgnflizzazibne, è vero, pur tro()'po, Per la grande maggioranza delle nostre campagne; nè son molto di– versi quei paesi, cui toccò la fortuna di un nostro primo dirozzam.ento. Ancor troppo resta da fare! II. Come provvedere? Il problema è llrgente. Certo molto potrà, contro l'a– nalfabetismo, l'attuazione del progeLto Daneo-Creùaro. Esso sniderà il nemico dalla mente delle generazioni novelle; ma il maggior analfabetismo risiede negli strati non pili giovani, nei quali è difetto di agilità me11tale e di oo-ni coscien:rn della utilità della istruzione. Ep– pure t lì che oggi si combattono le battaglie del la– voro, si agitnno, o dovrebbero agitarsi, i problemi del– l'orgaoizza·liione. A qnesta massa, la scuola elementare, popolare, se– rale, in genere, non giunge. Nè Palfabeto 1 arl ogni modo, può bastare, perché, Biblioteca Gino Bianco · anche con quei rudimenti del sn.rere 1 non si è nutrita la mente, non si è plasmatn, come occorrerebbe, un'a– ui ma nuova. III. Le lliblioteclrn popolnri. Si costituirono in molti luoghi Biblioteche popolari. Ma neanche esse, oggi, raggiungono intero il loro scopo. 11 libro è strumento che bisogna snper maneggiare, per lunga pratictt, senza troppa fatica. Se la resistenza da vincere è troppo grave, il libro viene lasciato da parle. Perciò la gran massa ignora il libro o lo teme. Né i pochi, che sanno leggere, ne traggono una mi– gliore preparazione ai problemi odierui. Per la legge del minimo sforzo, assalgono i libri di amena lettura, seguendo p1:edile~ioni fortt1ite, scevre di criteri razionali. Così il libro non rngginnge che pochi; i più sono al di fuori, al disotto di esso. 1~ la Biblioteca popolare riesce una anticipaz'.one prematura. Per le classi lavoratrici, non ancora svegliate alla cnltura nè al_li?ro, occorre quell'i nsogna_mento che,_~ol calore della paro1a, con gli accorgimenti e la duttilità del metodo, scenda fino a loro, ne interpreti la psiche, e ne ri.scatdi i cuori, fredùi da secoli. Qui si è alla preistoria della psiche 1 e il libro è il famoso fucile per l'uomo dell'età della pietra. Perchè la natura non fa salti, si devono prima sve– gliare e attrarre queste anime, scaldandole alle grandi idealità scientifiche e morali di quel mondo, che ad esse è ancora precluso; poi verrà, utilissima, la Bi– blioteca. IV. Le Universiti, po11olnri. Primo fruLto delle libertà conquistate nel 1900, sor– sero iu varie città le Università popolari. Figlie di entusiasmo, ebbero da prima l'adesione di un pubblico ml1ltiforme, anche proletario. Ma, sbolliti i primi entu:.iasmi, fattisi nvanti inse– gnanti e conferenzieri di ogni specie, t,:ORpintida vanità e da dilettantismo, esauritosi lo stock degli argomenti pilt facili e stuzzjcant;, cominciò il ceto opflraio - che non sente la cottw·a - a ritirarsi j la Università Po– polare perdette chi più le interessava di co11qnistarn. A Cremona cOncorsero speciali nggravanti. Nel 1902, salita un'A111ministra1.io11e conservatrice, che raddoppiò il Comitato con uomini propri, parecchi inseg11anti, o temendo minacciata la indipendenza della istituzione, o ~ospettando la diserzione degli operni, se ne appar– tarono, e la Università Popolal'e si spense. Costituitisi però quei medesimi in Comitato autonomo, fondarono JR. "Coltura popolare mallo scopo di ditfon– dere cognizioni superiori, specialmente fra l»voratori. D'ac<;orrlo con la Società operaia, con la Camera del Lavoro, con la Società. democratica, il Comitato auto– nomo iruparLì lezioni di scienze naturali, rii storia, di geografia, di sociologia, trasportandosi dall'uno all'altro rione della città. L'anno seguente, Hl03-0J, la " Coltura popolare)) ot– tenne la grande aula del Liceo per nna serie di corsi tra loro coordinati ( 1 ), che ebbero uu successo insperuto. V. L' t, Università popolare ,•iagginnto" ili Crcmonn. Il "Comitato autonomo n da alcune ovvie constata– zioni fu condotto a dar vita alla presente II Università popolare viaggiante w (1) DI cosmologln, geogrsifla, blologln, flslologlo, economia, flnnnzn, medtclna, pS1cotog1a, leglSll\zlone sociale.

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