Critica Sociale - Anno XXI - n. 7 - 1 aprile 1911

108 CRITICA SOCIALE a seconda della diversa sua funzione, a seconda del diffcrc11lc uo impiego, divenla minimo o massimo, in rapporlo a queslo u quel massimo di utilitù. L'al– tuazionc della legge economica muta col 111utarc de– gli organismi proletari, della industria cui appar– tcngo110,_ delle circostanze economiche, tcc11ichc, psicologiche, politiche, entro le -quali svolgono la p1·opria .izionc. Pcl' un dato scopo, può bastare la semplice rorrnazionc, la esistenza sola dcll"orga– nizzazionc, come minaccia perenne, come danno polcnzi~dc; e può esser necessario lo sciopero e la violenza. L'uso del minimo o del massimo mezzo 11011 può esser conscntilo 1 in ogni caso, che dalla fondala previsione del raggiungimento di u11'u1ilitù che ecceda i co ti. Esiste lulta una piccola lettera– tura sulla convenienza dell'uso cli qucslo o quel mezzo, pei- l'ronleggiare gli ag-g-ucrriti spalli del capitalista: dall"induslrc e pacifica opera di con– trollo sull"offcrta del lavoro, di stipulai.ione cli con– tratti collcltivi, di formazione ed uso drllc statisti– che, sino nlla violenta rottura delle oslilitù. che culmina nella ballaglia campale dello sciopero. E, sullo sciopero, sulle sue probabilità cli riuscit:1, sui casi in cui conrcnga ricorrervi 1 sono più fitte le indagini. ·e è vero che ogni mezzo non può valu– tarsi clic in confronto ciel proprio sct>po, è vero altrcsì clic lo sciopero, nel pili dei casi, non costi– tuisce nffallo il minimo mezzo, ma un impieg·o di energie sproporzionato ad un fine d'impossibile o cli Lroppo fncilc conquista. E la vcndeLln delle cose riesce tanlo pili arnar·a 1 quanlo più è cinica. L'edonismo del lavornlore è dunque lullo qui: nel Sindncato. Quanto è, nel lavoratore, di spirito ulilitario, nel Sindacalo si trnnsrondc e si assom– rnn: qurgli se nr vuota 1 perchè il Sindac<-1lo e ne saturi, e operi e attinga quel che a lui, da solo, nou è dato sperare. i\la la chiaroveg-g-cnza della classe lavoral1·icc esige un ccr'lo tempo prima cli far i stra– da. l.'orgnnianzionc operaia nasce dopo il primo stordimento e dopo i tormenti paralizzanti prodolli dalla introduzione delle macchine. Nasce come fe– no111cnoriflesso della grande induslria, ma del qua– le i ln\'oratori hanno la piena consapevolezza. I~ la prima manifestazione fisiologica della classe elci sulariati, che affiora spontanea alla sua agitala su– perficie, al pari d'un·isola madreporica sulla rab– biosa immcnsitù dcll·occano. In essa la classe si atLua e si estrinseca, in essa diventa operativn: noi così ne avvertiamo il pàlpito, il desiderio, la vo– lonlù, l'uzionc: rondeggiamento e l'nt!eg·gi:1menlo. Jl:ill'csistcnza amorficn alla morfologica, dall'incli– stinlo c1·cpuscolare al distinto fenomenico; ecco un trapasso, che solo l'associazione tr:1ducc in rc:dlit. Prima e fuori dell'associazione, noi conosciamo la classe solo dalle sue tempeste, e la temiamo come una for1.a indonwbile: nell"associazione ·dc' suoi clementi primordiali, essa assume un'rsistenza nor– male e definita, disciplina i propri organi, rég-ola le proprie pulsa1.ioni coJ ritmo cli tulla una socictù. di tullo un mondo economico, in cui s'incunea \'il– lorio a, fnltorc onlinario di vita e di progresso. La classe lavo,·alricc, che abbia sete cl'esistcnw fccon– cln, parla ccl opera altra,·crso i Sindacati in cui si dirompe, nllorchè i molteplici interessi cli gruppo, incrostali Sll basi jnduslriali, tecniche, economiche, morali, resi forti ed audaci, ùrgono dall'interno, impcriosamcnlc cl,icdcndo cli affermarsi e cli dc11- nirsi ... J\l rnomrnlo, in cui s·inizia codesta A·cnerazionc sponl:1nca dei ~in<lacati, codesto frnncnto di naln. lil:'1 clrgli orp;nnismi operai, 1'unilù della classe, sèn1n perdere lr proprie ragioni ideali, thc corr-i– spondono a profonde cd ineliminabili radici di cor– sione, sc1nbra frangersi e clispcrd<'rsi nclln molli– ludine dei nuovi esseri, in cui pili vicino, più vi- Biblioteca Gino Bianco brnnle, più fattivo, ciascun interesse riconosce ral– tro, che gli è a fianco. Come, nell'inlcrno di ogni Sindacato, e nei limiti in cui ciò è possibile, latente o manifesta, tendenziale od efl'elli\'a, Opera la gara fra i singoli operai; così, ncll'i11terno della classe, e per qu::mto la convenienza lecnic:1, economica e politicn lo permetta, agisce, fra i Sindacati di me– stiere, una concorrenza al successo: la quale de– nuda tulla se stessa, quando la classe capitalistica riduca, accenlranclole, le pl'Opric individualitù, o quando - esempio classico - . ia lo Stato ad assu– mure1 per più servizi in una volta, funzioni capi– tnlisliclie. Qui la rivalità, clic lta lo scopo del mi– gliore e del maggior utile, riveste una formn lipica nella corsa alla « lcgislazionr sociale>), ch'è, di soliLo, conquistata per opc,·n cd a beneficio della élite operaia, e solo poi si diffonde n giovare altri gruppi, cui il bisogno, od il mcuo, fu deficiente per l'assallo e la villoria. Formano forse una vera ccl unica classe laroralricc, in Jtnlia, il proletariato del I\ ord r la plebe del Sud? L"idcologia, che è tnnta parte del sentimento di ... classe: si riduce dunque a purh rco11omin nel Sin– dacalo. ~la: anche se meno fa,·orito dagli c,·cnti, questo può fornire al \a\'oral01'e magg-iori utilità che non 1·isolamcnLo aLomisLieo. Il quale può ben chiamarsi liberti!, se libertà non altl'O voglia signi– lìcarc che capriccio cd avrentur-a. I~ anche di ciò è lecito intenerirsi. Poichè ln vnrietù delle indivi, dunli situazioni può bene pennrtlcrc clic un lavora– torc, fra lanli, riesca, una volta fra tante, a cO– gliE'rC In palma della fortuna, rimnnrndo solo e le,– nr11do'l'associazione « in gran dispiUo >L 1\la la Yita non è un gioco n sorle. E In storia è fntta di grandi nurncri. L'associazione operaia appa1Te in origine sponlu11camenle, e così tullora si plasma. i\011 na– sce per imposizione dall'eslcrno, per aggiunzione meccanica, ma si forma eia sè, per interno nccrc– scimento, sol che rifulgano agli occhi dri hn·orn– lori la realtà della loro comunanza cli ,·ila e di clc– slino e la ccr'lczza di una vita mig-liorc. C recloni– smo operaio in alto. 1, la libcrtù la\"Oralricc. che prende vita. 1 laici dcll"Economia pura csidtano ad ogni costo l'edonismo e la libcrlù individuale. !\la, quando l'uno e l'nltrn 1 per csislcrc, hnn bisogno dell'associazione delle fo1•:,,.r, rs i oppòngono il pro– prio velo e l.'1nciano la propl'ia scomunica in nome elci Rnnli principi. No. Non si tratta d'impone l' nssoci:u.ione ai la– voratori, prima di opporln al cap italismo ccl al mondo intero. No11 si tratta di chiedere cd ottenere il riconoscimento uffìcialo ccl uni\'rrsalc dei Sinda– cati eh mestiere. Non si tratta di elevare nclln in- 11umcre costellazione dei delitti e delle prne il rea– to ciel crumir:iggio (e c'è chi, anche ,in Jtalia, ciò ha proposlo), nè la galera pci traditori. i\'on si tratta di bandire la crociata contro gli eretici ciel Sindacato. :\on si lratta cli soliclarirt;"1 coatta . .\:o. signori laici. Potete risparmi:ir\'i i"invrlli\'a sarcasti– ca contro il scntimrntalismo clclrembrassons-nous. Qui non si tratta di !=:Cnlimrntalimo isterico. ma eh· freddo ulilitarismo. 1\:011 si tratta cli altruismo. Si tratta invece cli egoismo: del (< ,·ost1·0>>egoismo. Tu1.uo CoLUcc1. Al pi-ossi-mo nwnero: li ncomalthnsinnismo; il suo diritto a.ll' esistcn,a, cli Ro□ i,HTO M1CJJELS. L'Amministrazione della Critica è disposta a ri.cambim·e con una qualsiasi successiva um10,ta, 1"ilegata, oppure con m1 mmo d'abbonamento, l'i.11vio che le ve11is.~e fatto della I\ 2a o 3"' annata (1891, 1892, 1893) di Critica Sociale in buo1w stato di co11sen.:azio11e.

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