Critica Sociale - Anno XX - n. 23 - 1 dicembre 1910

358 CRITICA SOCIALE possibile tra Italia ed Austria è la situazione interna dell'Albanin. Ove l'A.uatrin pretendesse di espandere il proprio dominio fino allo Staterollo balcanico, ora fre– mente sotto l'egemonia di quel delizioso Governo dei Giovani 'l'urcbi, l'Italia dovrebbe farsi avanti per im• porlirlo. Per la stessa ragiono, non dexo nutrire mire espansionistiche nell'altra riva adriatica, appagandosi di aiutare - d 1 intesa con l'alleata - la conquista del– l'autonomia al piccolo Stato Albanese. Jnsomma, si trat– terebbe di rimanere alla formula del noli me tang~re, proclamata dal ministro 'fittoni nella memorabile tor– nata della Camera italiana del novembre 1908, quando si discuteva l'opera aua noi burrascoso perioclo della annessione della Bomia-Erzegovina alla Monarchia. All'infuori di ciò, pel Dissalati non osistono motivi di conflitto e nemmanco di disaccordo. 'l'alo ammissione, non nuova pcl Bis:1olati 1 ha oggi tanto maggiore \'&\ore, mentre daì nazionalisti si briga J>ercercare altre causo di antagonismo e <li sospettosa diffidenza verso l'Austria. Non credo però sia cosl facile persuadere tutti coloro, che hanno i11teresse a seminare germi di odio e ad istigare ad azioni bolllehe, che nel– l'Albania consista l'unica causa di eventuali dissensi. C'è tutta una crlstallizza;doue mentale da rompere; c'è un _complesso di voluti equivoci da disperdere nel pubblico italiano e segnatamente in cert.i Gruppi della democrazia. Domandatelo agli irredentisti, vi risponderanno: E l'au– tonomia del Trentino? E l'Univer11ità popolare a Trieste? E l'oppressione del noatri connazionali in Dalmazia e In Jstria.? E il dualismo, sempre vivo a. Trieste, fra Slavi e ltaliani? Non basterà rispondere diplomaticamente che tutto ciò rig1,arda la JlOlitiea interna della :Monarchia e che sarebbe estremamente pericoloso immi11chiarsene. 'futte coteste obbiezioni, converrà esaminarle, discuterle, e RU ciascuna pronunciarsi. Converrà insistere anzitut.to sul– l'affermazione che, tanto pit', i nostri connazionali d'Austria si avvantaggeranno, quanto più i rapporti tra i duo paesi saranno leali, 8ereni, schietti. Vei loro postulati nazionali non dovranno attendere pressioni dal di fuori 1 ma muoversi subito, oggi, nell'odierno assetto della :Monarchia, promuo,·endo e secou<1ando quella politica di intese con le altro stirpi, che si presenterà loro più fruttuosa. Ma il Convegno italo-austro-ungarico dovrii. avere sopratutto carattere di classe. Parlando dei rapporti internazionali, troppo 11pessonoi J)igliamo a prestito il frasario abituale dei partiti di Governo. " L'Italia, l'Austria, la Francia, la Germania ..... ,, O perchè non ricorderemo finalmente che i socialisti parlano e lottano per il proletaria.to di ogni nazione? Fermiamoci ai rap– porti austro-italiani o ragioniamone da aocialisti. Ecco semplificato il problema o sciolto ogni impaccio di rl– guardo politico. Noi riconosciamo tosto d'avere interessi comuni coi lavoratori d'Austria d'ogni stirpe e nazio– nalità. Noi ed essi vogliamo anzitutto evitare ogni conflitto militare. Siamo pacifisti per ben Inteso calcolo d'inte– ressi. Guardiamo ai problemi nazionali a tra.\'erso la. nostra psicologia di salariati, di contribuenti, di prole– tari insomma, e troviamo che è possibile metterci d'ac– cordo. Non possiamo concederci il lusso dì inasprire i rapporti tra stirpe e stirpe, tra nazione e nazione, solo per un soddisfacimento dell'orgoglio sciovinistico. Noi ed essi abbiamo una porzione di patria ancora. troppo li– mitata, per poter darci alle scalmane. Poco più, poco mono 1 slamo tutti ugualmente sfruttati dalle classi bor- ghesi e oppressi economicamente dalla politica d'en– trambl i Governi. Scarsi salart, orari e cottimi esau– rienti, protezionismo scandaloso, viveri cari, mancanza di istituti di difesa sociale pel lavoratore (specialmente qui, in casa nostra); eppoi gravami fiscali che ricadono incsoraliilmeute, di rimbalzo in rimbalzo, su chi lavora e consuma. Siamo dunque tutti ugualmente intere$iati a muoverci, a lottare simultaneamente, solidalm~nte 1 per indurre i duo Governi a liberarci dal peso della pace armata. Con che mezzi? Per quali strade? Bcco il p1111to. Anzitutto non sarà. inutile rivedere reciprocamente l'opero. svolta dal due partiti socialisti circa la politica estera e militare dei rispettivi Governi. Sarà. bene che si ripetano le censuro tanto care ai guerrarondai, che si formularono e si accettarono con tanta. facilità, contro il contegno dei socialisti dell'Austria nel periodo che seguì l'annessione dolio due provincie balcaniche; si offrirà cosl modo ai nostri compagni di i\lufltrare o giu– stificare il loro atteggiamento. Nè tornerà vana una esposizione completa di ciò che i due partiti bauno fatto nei rispettivi paesi per fronteggiare la politica. milita• rista. Si avrà forse modo di smentire con ciò le stupide e interessate leggende, diffuse ad arte dalla stampa borghese. Como si tenta di far credere a noi - in Italia - che l socialisti d'Austria sono manutengoli del Go– verno, di cui seconderebbero con abili accorgimenti tattici le manovro espansionistiche guerrafondaie, eosl si dà ad intendere al pubblico dell'Austria che il par– tito socialista italiano è ormai entrato nella concezione nazionalista. Per tal guisa si perpetuano gli equivoci, si a.li mentano le diffidenze, si impedisce l'affratellamento dei popoli. Per rovesciare questo cumulo di ingiustizie, por sventare que3te insidie, per abbattere gli ostacoli creati dai partiti dinastici e militaristi alla solidarietà Internazionale, ben venga questo Convegno, e sia la spinta e l'inizio a una più vasta azione, positivamente antimilitarista e pacifista, del socialismo internazionale. A. STORCIII. IMPIE6ATI, RIFORME E COHTROLLI LA PREGIUDIZIALE. li.o qui dinanzi due documenti parlamcntnri di altissimo valore: il discorso 4 giugno dcll'on. Turati sui servizi amministrativi e la Relazione dell'on. Abi– gnente sui controlli. E sono di valore altissimo questi due documenti, tanto per coloro che ne sono autori, quanto per l'argomento che trattano. Per gli autori, i quali, per il senso critico e la dirittura del peo - siero, adusato all'indagine obiettiva, ben possono, pur militando in campi politicamente diversi, riu– scire a risultati coincidenti, là. do~e si tratti di rac• cogliere fatti, valutarli, raggrupparli, sintetizzarli e giudicarli. Sono inoltre abitu11.ti a digerire quello che studiano, e ti. cavare dalla propria, non dall'altrui testa, quello che dicono: il che, sia detto con sop– portazione, non è punto comune fra quanti eserci– tano lo sport o il mestiere di giudicare e man.dare, secondo che avvinghiano. Per l'argomento: e infatti la. riforma dei pubblici servizi, in onta al!li sforzi (sin qui efficaci, bisogni:t convenirne) dei falsi e dei veri sacerdoti dell'ancien régi.me, va faco1Hlo continui innegabili progres~i di maturità. Un tempo, solo alcuni anni fa, ne parlavano pochi solitari, soffocati da un clamoroso coro di pro– testanti. Vi fu qualcuno, e non degli ultimi, che osò

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