Critica Sociale - Anno XX - n. 15 - 1 agosto 1910

CRITICA SOCIALE 230 dustl'ia, ove le resistenze padronali sono pilt forti e l'organizzazione operai!~ è ancora relativamente de– bole, l'organizzazione operaia non ancora riuscì a imporre il principio della tariffa. Però 1 ad onta delle resistenze padronali, la. tariffa si estende sempre piì1 e si evolve, da tariffa di fabbrica, a tariffa locale, regionale, generale. Basterà, delle tariffe generali, ricordare quel magnifico monumento dì forr.a pro– letaria e di democraiia industriale, che è la tariffa generale dei tipografi tedeschi. 111a tutto questo non ha valore per i teorici, che, senza occhi per la povera e meschina realtà, non sognano che la mèta ultinrn. Cotesta profonda ri– voluzione dei rapporti fra paùroni e operai, cotesta graduale presa di possesso della fabbrica da 1>artc dell'orgauizzazione, non ha per esJCJinessun valore, nè essi, d 1 tlltro canto, si umiliano a considerare questo semplice problema.: come possa riuscire pra– ticamente possibile agli operai di rovesciare tutto un siijtema sociale, quando la loro forza ancor non basta neppure ad assicurat· loro il diritto di inter– vento nella determinazione delle condizioni di lavoro nella grande industria. Ma il teorico non ha affatto l'obbligo, che s'impone al pratico che opera, di tener conto di quella piccola cosa, che è In. posbdone ri– spettiva di forza dei contendenti, qmile è ora nella realtà e non quale sarà nel futuro. . * • I teorici fahbricano piani II futuristi l'J, mentre le organizzazioni lottano sul solido terreno della realtà; perciò, mentre queste non di:;prezzauo lo conquisto ottenute, hanno coscienza della molta strada che devono ancora percorrere prima di aver raccolto intorno a sè In maggior parte del proletnriato. Col crescere della forza sinçlacale, mediante il paziente lavoro quotidiano di organizzazione, esse potranno far partecipare ai benefici, strnppati da. esse al ca.• pitalismo, le categorie piì1 arretrate. Kautsky, però, pensa che le grandi organi1.za1.ioni 1>adronali chiuderanno la strada all'organizzazione operaia. Non si può negare che l'organizzazione operaia promuova l'organizzazione padronale e il suo crescente accentramento. Secondo la statistica ufficiale, al principio ciel 1910 esistevano in Ger– mania 2613 Federazioni padronali di resistenza, 63 delle quali abbracciano tutto l'Impero, 474 un solo Stato o una regione, 2055 una sola località. Oi tali organizzazioni, 2500 sono Orl-{anizzazioni profes– sionali - e, di qi.10ste 1 82 abbracciauo tutto l'Jm– pcro, •i56 uno Stato o una regione e 1962 una lo– calità - e 113 miste (rispettivamente 2, 18, 93). Delle professionali, 1833 hanno 103.269 soci, e 1329 occupano 2.DGG. 782 operai; delle miste, detratte da esse lo associazioni professionali, 90 hanno 11.826 soci e 85 occupano· 887.89'3 operai. In totale, delle 2613 organizzazioni censite, 1913 hanno 115.095 soci o 1414 ne occupano 3.854.680. Delle associazioni miste abbraccianti tutto l'Impero, la " Confedera– zione delle 'b'edcrazioni padronali tedesche l'J conta 50.000 soci con 1.600.000 operai; e la" Unione centrale,, 6589 soci con 1.027.818 operai. ])elle professionali, le :Federazioni imperiali più importanti sono quelle degli industriali metallurgici (2960 soci con 489.300 operai) 1 degli industriali tessili (310.000 operai oc– cupati), dei costru.ttori edili (22.000 soci e 333.000 operai), ecc. Le organizzazioni padronali, in gran parte ferocemente reazionarie, hanno sviluppato il sistema dell'assicurazione contro gli scioperi, del collocamento padronale con liste nere, ecc. (1) _ Ma, per quanto sia notevole la forza clcll'organìz. zazione padronale, non bisogna sopravalutarla. 11 fl) me Arbtllgtbtt'Ctl 0 l>iilldt tm dmt,;;c/,tu Rtlcllt ~Il /Jt{lllW <ll'S J11/u•es J9lù. - lttlchscrrbeUsbWlt; - llerlln; MRI, 1&10. movimento OJJCraio tedesco, dopi) il 1S90, non ha mai trovato, Salvo pochissime cccczioni 1 un patro1,:1to totalmente disorganizzato. gppure, da 277.(;59 nel I891 1 i soci delle organizzazioni socialiste sono Bllliti a 1.892.477 alla fine del U)O!),superando, con una non note,·ole perdita cli soci, la spaventosa. crisi del 1908. La statistica sindacale degli scioperi dimo~tra. d'altra parte, che, ad onta dello sviluppo dell'org-a– nizza:t.ione padl'Onale e delle enol'mi riserve di dis– organizzati ancora esistenti, l 1 organizzazione operaia seppe rispondere vittoriosamente agli attacchi pa– dronali o combattere con successo la sua lotta di conquista. Dalla t1t,itisticil sindacale si ricavi-i che, mentre dal 1890 al 1899, gli scioperi e le serrato furono ;{77:! con 425. l ·l2 operai, nel periodo 1900-1 D08 i conllìtli furono 15.9:H con oltre 1 1 7 milioni <li scioperanti o serrati. ~cl q1rndriennio 1901$-1906,l'esito cle~li scio• peri fu più f,worcvole che non nel periodo 18!l0- ld90; ma gli ultimi due anni di crisi, UJ07- l!J08, segnarono un lieve peggioramento. Comunque, mcnlrc nel L890-18:l!J i conflitti ebbero poi ,IS,2 °/ 11 esito to– talmente favorevole, pc! 23,6 % parzialmente favo• revolc e poi 25,2 ¾ contrario agli operai 1 la media generale poi 1890-1908 cl.'t il 49 1 5 % di vii.torio to– tali, il 22,5 % di vittorie parziali e il 23,2 ¾ di sconfitte. Nel periodo 1890-1008, le organizzazioni SJ)escro per scioperi quasi 71 milioni di marchi. Anelle la statist.ica :;incla.-::alc sulle serrate (1585 I con 509.763 operai dal IUOOal 1908) dà umt media del 27,S ¼ di vittorie totali, ciel 30,S 0 /n di vittorie parziali e del 29.8 ¼ di sconfitte per gli operai; e quella degli scio1>eri cii difesa (f.207 con 2:W.1-16opo• rni dal 1800 al I!)O.~) rileva che, mentre, nel pe• riodo 1890-1890, l'esito fu poi -11,3 % totalmente favore,,ole, pel 15 1 7 °/ 0 parzialmente favorevole, o pel 33,8 ¼ contrario a!!'li operai, lo medie ~c11crnli. pel periodo 1800-lflOS, sono rispettivamente 51,5 °/ 0 , 13,5 ¾, 32 1 5 °fo. con un miglioramento poi periodo 1899-1008. Ciò serve: pili che tante parole, a confutare la favola del prepotere delle organizzazioni padronali. Una prova anche pili decisiva ci è offerta dalla superba vittoria degli edili tedeschi, che vinsero il mese scorso la serrata generale, inscenata <lai pa• droni all'intento di distrnggcrc l'organizzazione e 1 che per 8 settimane gettò sul lastrico 150.000 opcrai 1 1 sussidiati dallo orga,Jizzazioni. li pessimismo kautskyano è del tutto 1-{ratuita– mcntc diffamatore del movimento operaio. il <1ualc non può certo esser molto propenso a mettersi agli ordini del partito e dei suoi capi. come pensa il Kautsky. che d~t una così luminosa prova di capire che cosa sia e che cosa possa il movimento opor,lio, sì da trovare persino che il sindacalismo fra11ccso ha un nocciolo di vero! . .. Smantellati così. con dati e cifre 1 i castelli di carta del rivoluzionarismo kautskyano. l'opuscolo delle organizzazioni esamina hi que:stione della mòta finale socialista 1 ed osserva che la risposta alla domanda, circa il momento in cui si attuerà la promessa emancipazione del proletariato, suona diversamente a seconda dei temperamenti. V'è chi pensa lontano il momento della fine della societ.\ bor~hesc e ri• tiene poco probabile una catastrofe. tenuto conto dell'attuale situazione politica ed economica; v'è chi, invece, la ritiene prossima. La prima concezione del dh'enire socialista po• lrebbe portare con sè un indebolimento dell'azione politica del proletariato e diminuire la forza di at– trazione del partito, quando non si potesse dimo– stmre un sicuro progresso della classe operaia me– diante l'aziono politica quotilliana, che apre la via

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