Critica Sociale - Anno XX - n. 15 - 1 agosto 1910

236 CRl'rICASOCIALE Nel primo anno, il pagamento degli assicurati fu poco più di .J4 milioni di ma l'ehi; il ccntributo degli industriali fu di altrettanto. Nel 18!)8, alla vigilia della legge integratrice, il carico delle due parti saliva a 110 milioni. In uno degli ultimi anni (1907), eravamo già. a 170 milioni. Questa spesa non lieve che, per una metil, ricadde e ricade sullrt industria tedesca, non le tolse il suo isplcndido slancio e la conquista di mercati interaa– zionali sempre più importanti, anche contro paesi la cui industria era priva di un tale peso. Alcuni at• tribuiscono a puro caso la 1rnradossale situazione di un paese, oberato dalla politica sociale, che vince la concorrenza di paesi liberi da simili preoccupazioni, e fanno coincidel'C il fatto colla contemporanea flo– ridezza dell'industria tedesca. Mn non pensano che la grande espansione della ricchezza non si ebbe solo in un paese) ma in tutta l'Europa, e che, non ostante l'identifa del rnome11to eco11omico 1 la Ger– mania riuscì a superare persino l'Inghilterra, se non nel movimento complessivo) nella rapidità meravi– gliosa del suo incremento industriale. La verità è che il lavoratore, in condizioni pili elevate, produce a minori costi. La legislazione sociale perfetta finisce per essere anche un buon affare Mpitalistico. Sul contributo dell'lmpcro è bene soffermarci, perchè la partecipazione integratrice dello Stato desta grandi diffidenze di ordine finanziario. Nei primi quattro anni i sussidì alle Casse regionali e quelli alle Casse assimilate furono non molto elevati: 1891 G.049.848 marchi I892 8.9i I.0i2 1893 11.261.G.S3 189-1. 13.920.000 L'incremento fu, dall'inizio, ra~guardevole, ma non tale che il bilancio di un grande Stato non possn. ad esso prepararsi e trovargU posto conveniente. Dopo sette anni dalla creazione dell'assicurazione– invalidità, il carico del bilancio era di 28 milioni, in questi comprendendo anche circa 4 milioni pagati per gli assicurati durante il sel"\'izio militare. Per essere esatti, a queste somme si deve aggiun– gere l'equivalente della prestazione degli Uffici po– stali. ln tempi più recenti il contributo dello Stato è andato ancora crescendo: ora è, alPincirca, di 70 mi· lioni annui, ma siamo a venti anni dalla creazione del sistema e, data Ja sua. struttura, può ritenersi che non siamo lontani dalla cifra. di equilibrio. Dato 1 di– fatti, che il contributo fisso, per ogni pensione, è di L. 62,50 e che, sovra 15 milioni di assicurati, il nu– mero medio di 1>ensionati possa oscillare attorno ad un milione e mezzo o poco ph'1, il contributo dello Stato non crescerà notevolmente, se non verranno mutati i criteri e le larghezze della legge. Gli at• tuari dell'Ufficio imperiale hanno previsto che, tra mezzo secolo 1 il carico complessivo sarà di 250 mi– lioni all'incirca. La cifra è rispettabile, ma l'incre– mento di essa non è certo maggiore dell'incremento ordinario che hanno tutte le spese dei grandi Stati. Non è male, d'altra parte, che la Germania e le altre nazioni mettano questa grande ipoteca di benessere e di pace sociale uei loro bilanci dell'avvenire. .In rapporto collo sforzo individuale degli interes– sati, la somma concessa dal Governo fu elevata da principio, ma, mano mano che crebbero i contributi settimanali, si andò riducendo, e si prevede che, in tempo non lontano, essa non sarà superiore al 20°/o della spesa totale. CAPITALI RAPPRESF:N'l'ATIVI m:LJ,E PENSIONI. - Come è noto 1 due sono i grandi sistemi che si con– tendono la prevalenza in fatto di assicurazione: il sistema della ri.partizione e quello della ca11italizza- zione. Col primo, i versamenti debbono esattamente equivalere agli oneri annuali 8d essere ripartiti tra gli interessati; col secondo, i versamenti debbono essere accumulati per costituire il capitale rappre– sentativo della 1>ensione o del rischio. Nel sistema tedesco si è respinta la prima soluzione, ma non si è adottata in modo netto o completo la seconda. Si è adottata una via di mezzo, climodochè il sistema tedesco può dirsi a capitalizzazione, temperata dalla ripartizione. Praticamente: a quali conseguenze si è giunti? La domanda è assai importante, perchè la capitalizza– zione porta ad un accumulo grandissimo di capitali ed ai problemi gravissimi di ordine economico e fi. nanziario che ne derivano, Difatti si può dubitare che vi sia pericolo nel sottrarre al movimento degli affari somme che rapidamente possano giungere a due miliardi, e che si nascondono non minori guai nel collocamento di capitali tanto cospicui. Nel primo anno il patrimonio degli Istituti tede– schi salì a 76 milioni di marchi i ora esso è un mi– liardo e mezzo. Ma, sia perchò la formazione del grande patrimonio attuale avvenne a gradi, sia per– chè, con grande avvedutezza, la legge ne lasciò l'im– piego ai singoli centri regionali, sia ancora perchè non si cristallizzarono gli imJ>ieghi in titoli di Stato, non si verificarono grosse difficoltà ed il mercato del denaro non subì tracoBi. L'elenco degli impieghi fino ad ora compiuti ci dice che, non solo il denaro potè essere facilmente assorbito dalle varie forme acconsentite dalla legge, ma si tramutò in incalcolabili benefizi sociali. Le statistiche più recenti, quelle del 1909, ci of– frono queste notizie: lmpieghi di capitali. Cifre complcsslYe Titoli dì Stato . . . . 34,5 milioni M. Altri titoli (Ferrovie, ecc.) 522,4 Prestiti ai Comuni . 435 1 4 Ipoteche . . . . . 313,7 lmmoblll . . • . . 68 1 6 Depositi in Banca ¾ 2,5 3712 81,0 22,3 4,9 2,1 l.404 1 1 100 Gli impieghi socialmente più importanti sono quelli ai Comuni e sotto forma di ipoteche, perchè servirono non solo ad attivare l'iniziativa locale, ma a permettere tutta la magnifica efflorescenza di A.hi• tazioni popolari e di istituti sanitari, di cui la Ger– mania moderna va giustamente orgogliosa. Basti ricordare che alle case popolari furono, sino a tutto il 1908, concessi 200 milioni. Questa conces– sione fu contornata da garanzie finanziarie e daga– ranzie sociali, in modo che il risparmio popolare potè trasformarsi in fonte mirabile di elevazione del valore igienico e umano della casa. CoNCI,USJ0NE. - È ora di raccogliere le vele. Il sistema germanico dell'obbligatorietà ha fatto oramai ]a sua prova ed ha resistito. Non è risultato perfetto, ma ha dimostrato la sua perfettibilitit 1 la. sua grande importanza sociale, la sua superiorità di fronte agli altri sistemi. Chiamando gli operai a condividere il sacrificio, ha impedito che l'assicurazione sociale diventasse una forma - per quanto giustificata - di accatto– naggio popolare ed ha legato l'anima delle masse ai progressi ed allo sviluppo del nuovo istituto. Ob– bligando Ja. classe capitalistica a contribuire, ha reso possibili risultati economici superiori a quelli che si possono sperare con un semplice sistema di pensione di Stato, tutto imperniato sulle imposte. Organiz– zando i servizi tecnici dell'assicurazione coll'inter– vento, in tutti i loro gradi, delle forze operaie e

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