Critica Sociale - Anno XIX - n. 23 - 1 dicembre 1909

300 CRITICA SOCIALE LECASE PER fili IMPIEGATI Rf'lnziono nl ('ougres~o N11ziounlc degli Impiegnti (Roma 1 ."i-8 dtcemb,·e 1909). Che nell'ultimo deconnio nnche in Italia sia sorto ~ accnnto nl problemn. delle abitazioni operaie - 11problema delln casa igienica e a buon mercato per gli impiegati, nessuno contesta 1 oè potrebbe con• t~stare: L'aumento degli affitti, originato dal grande r1sv~gho economico degli anni passati, dall'irrefre– nabile aumento ctell1urbanesimo. dall'accresciuto costo 1lelle costruzioni, cltti nuovi bisogni civili di ogni ceto, dflveva Inevitabilmente ripercuotersi, con tutte le suo consoguonze, sovra gli impiegati, che per la loro posizione sono clcstinnti a ricevere l'impeto delle grn.ndi ondnto sociali che si determinano ai punti estremi della sociotù. . l\fo.noano clomcnti ohbictth•i por precisare quanto 11fenomeno generale sia stato risentito dalla già nu1:1crosa e se.t~pro crescente falange degli impie– gati. ma In. cr1s1 elevo essere stata profonda e rima– nere penosa so toniamo conto dei caratteri specifici della classe e di alcuni indizi di non dubbia im– porbrnzn. Oli impiegati sono - per la tenuità del guadauno J>er la natura dei rapporti che intercedono tra ~ssi e i rispetti,,i locatori d'opera - dei proletari veri e propri. Xello apparenze esteriori nelle consuetu– dini, nei rapporti sociali si trovano invece un uradino più .alto, !I-Ilesoglie della piccola horgliesia. 0 Di qui particolari esigenze, nell'abito, nell'abitazione nella istruzione dei fii;tliuoli. D'altrn. parte il bila 1 ncio è poco clastico o può difficilmente esser~ integrato dal la,•oro dellft danno e dei fanciulli. Un improvviso a~mento nel costo della vita non ha e non può avere rl\·alsa es~erna 1 dove mettere a dura prova il genio della pars11nonrn.e condurre difilato arl una riduzione del.tenore cli vitn . .11 ra,l!ionamento non fa una grinza o n_specchia hL realtà cli ogni giorno. Ma si può ng-giungoro un documento prezioso. L'Ufficio del lavoro hu. compiuto nel 1907 una In– chie.~la, :'ll~lle abitazioni aegli imJ}iegati d'ordine e su– balten1i 111Roma e <lel perso11ale (erroviw·io in Roma e in altre citlù il' lfatia. I.a pregevolissima Relazione può. considerarsi come una meravigliosa miniera di fatti sociali. Con essa. si è sollevato solo un lembo del velo che ricopre t,rnti ignorati dolori e tanti oscuri sacrificf, ma. ha sufficiente eloquenza. Giove– rebbe, certo, squadernarne i risultati sotto crJi occhi del pubblico, che non ,•ede o non vuol ,~dere le miserie che si celano dietro tanti sportelli di Vffici e so~to tanti ahiti dec(l:nti, ma in quest'ora più ci sospinge la passione del rimedio che Ja fredda e diligente indagine del male. \'alga per tutti un fatto. . I~ noto che gli economisti danno grande e giusta importanza al rrtJ)J>Ortoche in un bilancio famigliare deve esistere tm reddito e alloggio. In una famiglia ,~odest~, quanto più elevato è l'affitto, tanto più ,,~olent_1devono esecro i sacrifici nell'appagamento eh aga, altro hisogno. Nell'inchiesta del 1907 è ri– sultato questo quadro caratteristico: l'IOIONE lnrorlore superiore STll'>lNl)IO al 30 O/o al so OJo dono etlpcndlo Pe,·so11ale d'o,· df.ne. da 1250 a 1500 81,7 68,3 da 1500 a 1700 •16,7 53,3 da I750 fl. 2000 55,5 44,4 da 2000 a 2250 {19,7 40,2 l'IOIONE lnrerloro superiore RTll't:Nl)III al so•o al so•·o dello stipendio J->e,·sonale cli serriz-io. da 750 a 1000 35,2 64,i da 1000 a I2t,0 •1'7,5 5215 da 1250 a 15(10 49,S 50,3 da 1500 a Ji60 61,5 3B 1 4 L.~ cifre alfe.rrnano. che, più bassi s0110 gli slipe11di. e pu,, gnu-e è 1l sarr1ficio per l'affetto; che mt gran m,!ne,:o <li (tmzionarl cltt'e pagare circa wt terzo e pw clt mi ferzo dello Rtipendio pe,· la casa. Non OC· corre flg"giungerc nitro. Certo, non in tutte le città si è arrivati all1acu– tezza spflsmodica della crisi di Roma ma in tutte le città maggio1·i il prohloma può dirsi posto e non solo nei l'iguardi dei funzionnri dt:llo Stato m; anche n?i 1·iguftrdi ~egli im1~iognti µl'ivati e di 1 quelli che d1ponclono da! Comuni, dltlle Opere Pie e dalle altl'C pubbliche aziende. Data questa condizione di disagio, che non accenna a decrescer~, <'ho, nnzi, è destinata ad aumentare, come ce ne fanno fede le altre nazioni che ci hanno preceduto nello sviluppo economico. si può formu– lare suhito un quesito pratico: Deve lo Stato devono gli enti 1>ubhlici limitarsi ad una politica ;,.eneralc dell'abitazione, o devono accanto ad essa s,,01:ere una 1>o)iticn J>":rticolare: c~1c abbia di mira il v:ntaggio dei loro d1pendent1 cltretti? La risposta non ci pare dubbia. Oramai tutti gli , tati moderni si \fanno orientando non solo ,•erso u11 1 azio11c sociale che riuuarda le classi pii, disa~iate 1 ma ,•erso un'azione ;ociale di difesa dei pro1)1'i runzionnri. Si ,·a indebolendo l'an– tico Stato-padrone, che non sente doveri diversi da quelli del privato imprenditore, assillato dalla con– correnz11. cd Jtbbacinnto dalla visione di una rapida. fortuna; .~ subentra uua concezione pìù esatta, pili uman~, p1u conforme agli interessi sociali dello Stato, C~IC. ~1fcndo .e,l attun per sò quei maggiori postulati d1 1g10110(hucn e moralo, che sono destinati a dive– nire diritto innlionn.bilo della società. intera. li fJl'O· hlema della casa rientra in questo quadro. J\fn si dovo nggiun~er e a nche una considerazione di utiliti\ i~nn~ediatu. L'a.um~nto degli affitti, distrug• g~_ndo o.~n, 1-i_so~vl\ doll 1 11 11p1egalo,costringendolo ai p~u d~r1 sncr1~c1 1 lo. obblig-a a cercare ancora mag– g10re 10tegraz1011e,d1 quello che già non faccia del g~ad.agno insufficiente, ne assorbe, ne steriliz~a le n11ghorl forzo d'nttenzione e di lavoro. :.\fa tutto ciò h~ un. limite. Yienc ra1>idnmente il ~forno in cui il bilancio dello ~tato e del Comune de,'e cedere al• l'urto p_ote.nte_dei t~uo~i hisogni e pagare esso. con aumenti d1 etipend10, 11 maggior guadauno lucrato dai pro1>rietari di case e dalla speculazione°sui terreni. Per l'Italia, poi, il problema si presenta partico– larmente urgente. Noi nou siamo giunti al mezzo della nostra risurrezione economica noi ne siamo agli inizi. Noi non ahbiamo raggiu 1 nto il culmino della spcculaziono edilizia, ma entriamo in essa solo ora. Il 1>rezzodei tc1·re1.1i, pet' quanto fantastioamente cresciuto, non rngi;tiungo qucll,o delle grandi capitali o delle mng,iiori città estere. E quindi evidente che affrettandoci a costruire, realizzeremo risparmi pi~ cievati. lnt?nde11do il problema con vera larghezza, c1 sa1:n. fnc.110 1~reparnro nd un11. grande parte dei nostn 1mp1ognt1 alloggi sani, a basso e costante prezzo. J\fa osservano alcuni -- è giusto che lo Stato ~ gli a!tri enti puhblici si preoccupino di una classe 111 particolare o - in ulti111R. analisi - facciano 1>a– g~re da. tutti u_n beneficio che ridonda. a vantaggio d1 pochi? L,a risposta sarebbe implicita in quello

RkJQdWJsaXNoZXIy