Critica Sociale - Anno XIX - n. 23 - 1 dicembre 1909

Critica Sociale fl/V /ST.ll él_UfNf)JC/N./lLE DEL SOCI./IUSMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - SemeHtre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Gallerla V. E. 23 Anno XIX - N. 23 Non si vende a numeri sep<irati. MIiano, 1 ° dicembre 1909 SOMMAlxIO Politica ad Attualità. f'QlllllltrJl(J ft11tl11 li.A CRITICA SOCIALt:). J,r ,·iformt tlte costauo (CnANT•:cu:tt). /,(I leva tft>/1()1'{1/t 11,9. c. s. tl Pro•. t;n·o1tt; CICCOT1'1), I/ J)l'O/.,/fi,1(1 (le//'t111igl'<fZIOllt.' I. 'l'/'(I. ScHlti t Carfd,U; Il. Gl11d~z( f/U/Jlllli/Jti (Dott. l't:Tt;I( AUOt.N), Studi economici a sociologfcl. I.I: ra~, Jitl' gU impi,gati. Relazione al Congrcoo Xa1:lonale degll Impiegati, ltoma, :,.s dicembre (Dott. GIUJ,10 C.UALISI). I.e l11pt::lo11l ,,,, llico,·o iri llaUa t l probltllll rh't!Jlt mtlto1w h, l11ct: \'Il. f eo11vltU t lt 11110,·t; \'lii. Iv<tllt t 1>1·tt,tt1zlo11e dt(lli hifor– tm,l (Doti. AU:SSANORO SCHIAVI). Filosofia, Letteratura e Fatti soclall. aesù blfronte ((l, UOSAOIIJSO). N~t 111ovtme11toh1ttr11flzlo11a1t: Una png111a Istruttiva ciel socialismo 1Jolg1l; I i.oclallst! e Ili rlrormu mllltnro (Pror. OIOYA!OII )U:IILO!<I), Ucceuti 1mlibllcazlo11i dtlla Critica Sociale. COMMEDIA FINITA 11 gesto ultimo, col quale l'ou. Giolitti, senza esservi forzato <la uu voto formale dell'Assemblea, a.bbandoua, o meglio interrompe, la carriera mini– steriale, ~ evidentemente il frutto di uu'accorta premed!Lazioue, rii un ca.lcclo lungimira.ute, ii cui rntimo congegno non ci sembra difficile intendere i, denwhwe. Nessun dubbio che la pre8entazione del progetto Lrilmt.ario fosse un " trucco n inteso a preparare e coprire la ritirata µrovvisoria. ln(lipendentemente dai difetti tecnici rlel progetto, era chiaro a chiunque - non voteva non esserlo al più acuto conoscitore delle correnti parlamentari - che Pimposta pro– gressiva, iu quella forma e misura, sarebbe re– spiut.a oggi da questa. Camera. Il conc!!tto della. 1mpo8La.progressiva aveva se~·vito al lfioJ;tti pe1. agguantare il potere: lo aveva dimenticato, o me– i,.tUosi era sem_pre 1·tcordato cli tlinienticw·lo. una volta salito, sopratutto negli anni floridi della fi– nanza, quando la maggioranza era più compatta e la riforma tributaria più agevole. Supporre che egli peu~asse ora di ricuperure, immediatamente, uell'Estrema Sinistra quei voti ch'egli perdeva. uella sua maggioranza, è attribuirgli un'ingenuità. che fa a pugni col conaetto che tutti abbiarno del– l'uomo. Non era dubitabile per nessuno che lit lwmba finanziaria avrebbe <lisso!to, non fosse che per un'ora, la maggioranza gioliLtiana di ieri, e per converso avrebbe coalizzato, anche per un 1 ora, le Oppo!Sizioni, costituendo così Foccasione e la g-iustilicazione delle dimissioui riel Gabinetto. Che questo dove:;::se avvenire ieri negli uffici, o poco di poi alln Camera, è un pA.rticolare secondario, e ht preparazione, ordita dal Governo 1 della lista di (,'ommif'lsioni favoreYolmentE> contrarie al progetk• rispondeva a una necessità cosi indeclinabile, da nou poter neppure venire considerata come un tratto di abilità sopraffina. Ora, la forza latente e persistente del ì\fioistro volontariamente caduto :;ta appunto in cotesta inorganicità della coalizione oppositrice, in parte avversa al progetto per odio del µrinci pio cui si iuforma, e Ili parte 1 quasi uguale di numero, ttd .~s::.oanersa per amore <lei principio ,;he esso H~••· tratta. ~ compromeLte 1 e, più ancora. per ost;htà alla politica generale, incarnata fino a ieri dal Mi– nistro che lo presentava; e, di riscontro, sta uel paradosso, che i difensori del progetto erano e si chiarivano disposti, anche più degli avversari. a buttarlo a mare, e volevano, demolendo il progetto, salvare il Ministro proponente. La caduta di Gio– litLi si deve dunque alla somma di dué forze op– poste: quelli, da un canto, che lo trovano troppo democratico, e quelli, dal canto opposto, che gli rimproverano J1opportunisrno inorale e politico, le facili dedizioni, i compromessi clericali, ossia che lo trovano, in sostanza, troppo e malamente con– :::;ervaLore. I suoi difensori combaLtevano e i suoi oppositori difendevano Pidea, per la quale e su la quale egli voleva cadere. Questo viluppo di cose dimostra, che il voto fu contro il giolittismo, ossia contl'o l'equivoco; e iu quest.o solo fu univoco, e fu di vera maggioranza, sommandosi i due intenti coutrari, il voto pre\·a– lente delle Opposizioni. Ua, poichè questo Yoto fu voluto e provocato da lui, che 1lovette antivederlo, egli, in qualche modo, è piuttosto vincitore che vinto. Vinto. innegabilmente, o meglio abban,lonato e rinne~ato, tlovrebb'essere il giolittismo; ma Puorno ne esce aucor Vi\·o. , finita nua. commedia - e potrebbe ricominciare - ma. per ora il sipario è calato . .l!'reg-olisi è spogliato delle sue truccature, e va a ceua vestito co' suoi abiti cli cittarliuo. },ino a quaudo? ., ,;,* Inutile, e impossibile d'all,roude, la ricerca. dei moveuti. 'fimore di cadere sul terreno sospetto delle Convenzioni? o di vincere su di esso? o ri~ percussione, nell'uomo 1 delle noia e del disgusto dell 1 equivoco così a lungo sostenuto, dell1immobi– lismo cosi a lungo durato, noia e disgusto che sono e si estendono sempre più nel paese? desi– del'io di non morire nel II palamidone » che Re– nato Simoni trascinò per i teatri d'Halia? velleità sbarazzina di porre nel più perfido imbarazzo i sncces~ori, e quasi vendetta anticipata, allietaute i brevi ozi di un transitorio e ilesid~rato riposo? ambizione legittima cli lasciare qualche nuova e più degna traccia nella storia del paese, o capric· cio di giocoliere, che vuol disorientare il suo pub– blico, giocando, una volta tanto, al gioco della sincerità? Tutte queste, ed altre ancora, ipotesi possibili per de' psicologi perdi:,.riorni 1 che giochino a indovinare ert a presagire.

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