Critica Sociale - Anno XIX - n. 23 - 1 dicembre 1909

358 CRITICA SOCIALE IL PROBLEMA DELL'EMIDRAZIOKE ]. Tra Scilla e Cariddi. Il Jlt'Oblema dell'emigrazione torna a<i affacciarsi for– midabile dinanzi. 'J'erribile anni fa - quando, privi di qualsiasi tutela, in assoluta balìa degli agenti, dei vet– tori e degli speculatori di qualsiasi risma e conio, in– volati attraverso l'oceano sui " vascelli della morte ,,, scaraventati alla cieca in estranee contrade, i nostri lavoratori sottraevano braccia e forze all'ingrata patria per trovare sorte uguale o peggiore fuori - pareva, se non risolto, ben avviato, da che una provvida Iegge 1 dovuta a Edoardo Pantano e a Luigi Luzzatti, istituì il Commissariato dell'emigrazione, e disciplinò il movi– mento migratorio, stabilendo apposite tutele e garanzie al momento d'imbarco, durante la. traversata e nei paesi di sbarco. :Molteplice e instancabile fu in verità l'opera del Com• missariato, e ad esso si deve se lo sfruttamento degli emigranti prima della partenza è diminuito; se le vec– chie carcasse che trasportavano carne umana da un continente all'altro sono state eliminate; se il tratta– mento a bordo è divenuto migliore; se all'estero vannO sorgendo o s'ingrandiscono e si perfezionano svariati Istituti per la protezione dell1emigrante 1 Uffici legali per assistere e difendere i nostri operai nelle controversie del lavoro e in quelle, pur troppo numerose, dipendenti da infortunt i scuole, ospcdali 1 orfanotrofi, ambulatori: italiani; e, sopratutto - ciò che è più notevole, per le grandi spese che richiede e le immense difficoltà che presenta -- appositi servizi di avviamento e di colloca– mento al lavoro. Ma, col tempo, quest'opera meritevole s'è venuta ad abbattere contrO due ostacoli impreveduti, che costitui– scono lo Scilla e il Cariddi dell'azione governativa in materia d'emigrazione. Perchè, mentre, da una parte, la tutela delJo Stato - al punto a cui ò giunta o a cui tende arrivare - può apparire, e a molti è parsa, eccessiva per gli effetti che produce in patria; dall'altra, s'è rilevata inefficace di fronte alle difficoltà e alle ostilità che l'emigrazione va trovando all'estero. E ci spieghiamo. È noto - e se n'ò parlato moltis– simo ultimamente, dopo la venuta in Italia dell'ameri– cano Go~pers - come I paesi stranieri, e specialmente gli Stati Uniti, che costituiscono Io sbocco più impor– tante e più proficuo della nostra emigrazione, comincino a veder di mal'occhio questa crescente invasione di la– voratori esotici, i quali, ignoranti e poveri, si addensano nei centri urbani ed industriali, con danno della mora– lità, delPigiene e sopratutto dei salarì locali. Il timore, nel ceto operaio, della concorrenza; Podio, nel ceto commerciante e bottegaio, contro la proverbiale parsimonia dei nostri lavoratori i la cieca paura, susci– tata in tutte le classi, dalle gesta di quel fondaccio cri– minale che I)Ùllula in mezzo alle nostre colonie e che, per quanto esigllo, serve a meraviglia a ribadire, nelle teste non sempre troppo acute dei civilissimi Ya11kees 1 Pidea delPitaliano-brigante, hanno fluito por ottenebrare quei solenni principi di libertà ed eguaglianza, che co– stituivano il vanto della Repubblica stellata. Di qui una serie di leggi e dl disegni di leggi tendenti a frenare il più possibile, ora sotto un pretesto, ora sotto un altro, l'immigrazione; e di qui la necessità, dal canto nostro, che lo Stato non si limiti a tutelare il libero esodo dei lav-Jratori 1 ma si spinga molto più in là, si faccia parte attiva dell'emigrazione, sforzandosi di mantenerne aperti gli sbocchi esistenti, o 1 In mancanza, di aprirne degli altri. Ma, se, agendo cosl 1 sarà. evitata Scilla, non si andrà incontro fatalmente a Caridrli? Debellati gli ostacoli, che ai nostri si frappongono dagli Stati esteri, uon si correrà il rischio di aprire troppe facili vie all'emigra– zione e di vedere quindi, all'estero, risuscitare in breve le O!;ltilitàsuperate, e, in patria, aumentare ancor pili quello spopolamento che già si verifica in modo allar– mante in alcune regioni del Mezzogiorno? Perchè certi mali sociali sono un po' come quelle fa– volose teste di drago 1 che più)i tagliano e più ricre– scono. Vedete, per esempio, a che approdano i colossali sforzi con cui, nelle grandi città, si cerca di costruire case a chi ne manca. Più le case vengono costruite, e più la. popolazione della campagna s'inurba, talchè i senzatetto si trovano in maggior numero a Milano e a Roma, che non a Firenze o a Pisa, a New York e a Londra, che non a Parigi o Berlino. Similmente avviene dell'emigrazione, I provvedimenti, che si adottano a suo favore, 1:1ervono anzitutto ad aumentarne il numero e ad accrescere, in conseguenza, i mali a cui si cerca di ri– mediare. Le cifre in proposito parlano chiaro. Si con– frontino, per avere un'idea, i dati dell'emigrazione an– teriore alla legge 31 gennaio 1901, che istituì il Com• missariato, con i dati dell'emigrar.ione posteriore: Cifro 1iro11or:a:lonal! Anni Cifre elTetth·e a 100.000 abitanti 1898 283.715 589 1899 308.339 960 1900 352.782 1.091 1901 533.245 1.638 1902 531.509 1.623 Ul03 507.976 1.543 19N 471.191 1.422 1905 726.331 2.li7 1906 787.977 2.356 1907 704.675 2.086 1908 486.674 1.435 Il salto è stato sùbito grande e maggiore è divenuto dal 1904 in poi, da quando la legge ba potuto avere la sua piena esplicazione. Nè c'ò da credere che le cifre conducano in inganno. L'on. Carlo Ferraris, che con mente serena ha esaminato la questione e vagliato il p1·0 e il contro, finisce anch'egli, in un suo scritto, col riconoscere che ii il sistema di tutela organizzato dalla legge del 1901 ha contribuito a dare impulso all'emi– grazione ed è da annoverare fra le cause del suo au– mento n (I). Del resto si tratta di un fenomeno intuitivo. Per quanto il nostro popolo, e specialmente quello delle campagne e del Mezzogiorno, non sia eccessivamente fiducioso nell'opera del Governo, pure - se non altro - il beneficio indiscutibile dei viaggi più comodi, pili facili, tJiù rapidi, ottenuto dal 1901 in poi, è bastato a vincere le riluttanze e i timori anche dei più guar– dinghi fra i nostri lavoratori e a spingerli con la mas– sima indifferenza attraverso l'oceano. A me stesso è ac– caduto di vedere madri di famiglia con parecchi bam– bini, che si reèa.vano sole in America a trovare i loro uomini, o ritornavano di America in patria, per ripren- (I) Prof. CARLO I-'. 1-'t:RRARIS: 1t 111ovtmt11to ge1i,,·(llt dtll'tmtgnrzto,,e ttaUa1w: suo, caratte,·1 ed etretU - In BoUttttno deU'Emtg,·azw"e, anno 1909, S. b.

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