Critica Sociale - Anno XVII - n. 11 - 1 giugno 1907

162 CRITICA SOCIALE blemi, a porli ed imporli alla pnbblica. attenzione. E non è cosa trascurabile che, per questa via, sia intanto pa.ssatO un principio, che potrà. svilupparsi a poco a. poco, e che parve fino a ieri una delle maggiori eresie socialiste: il principio della limi– tazione degli orari di lavoro anche pei lavoratori maschi ed adulti. Qui furono, è vero, la schiera prevalente dei fanciulli e delle donne, e la. pecu– liare insalubrità del lavoro di risaia, che fecero da passaporto: ma intanto, malgrado gli esorcismi dei liberisti, il diavolo è passato! Conviene essere a. dirittura inebetiti dalla infa• tuazioue sindacalista per non vedere, in buona fede, da questo esempio froebeliauo.quanto potrebbe aiutare l'opera e l'avvenire dei sindacati la cosi– detta, se i;eramente si facesse, azione parlamen– tare. Se bastò, in fondo 1 Ja modesta fatica di due deputati socialisti - cui s'aggiunse terzo, per la parte igienica, il l\fasini all'ultim'ora - a spiantare tutto un edificio di insidia e di compressione; se 1 di fronte a una legge che per la prima. volta abbordava, con intenti di reazione mascherata, il contratto collettivo e la regolamentazione del la– voro, i socialisti e l'Estrema, giovandosi anche di qualche aiuto avventizio 1 non riescirono - mise– revole spettacolo! - che a porre in campo 36 e 28 voti nei due appelli nominali, eppure, a di– spetto di tanta fiacchezza, a dispetto di tanta vergogna, quel tenuissimo sforzo è bastato a rove– sciare il piano meditato dai reazionali; dica. dunque chi ha senno a quali risultati positivi condurrebbe un'azione incessante e seriamente organizzata sul terreno legislativo, quando la. divisione del lavoro ne centuplicasse le forze e la fiancheggiasse, con– vinto, poderoso, entusiasta, il suffragio delle masse popolari, sistematicamente eccitato ed illuminato! Il problema dell'arbitrato nei conflitti del la– voro - che questa legge non seppe neanche tentar di risolvere - preme intauto da tutti i lati. Tutti gli entusiasmi, che l'odierno movimento dei lavo– ratori italiani rivela magnifici, possono incanala:rsi in esso, tesoreggiando e moltiplicanrto le energie. S'affaccia nell'ordinamento ferroviario; balza in mezzo alla lotta nello sciopero di 'l'erni; richiama la nostra attenzione dalle solìare siciliane e dai campi dolorosi del Ferrarese. Ohe cosa lo allon– tana dalla soluzione? Sono le scomuniche dei Con– gressi dei ferrovieri; ò la pregiudiziale sindacalista, accampata qua e là dai direttori del movimento, che ne inceppa le mosse e li inchioda allo sterile scoglio della coerenza formale. Le nostre masse operaie, quando una primavera rigogliosa di feno– meni sociali le invita alle nozze feconde, oppon– gono, ebbre di dissolvimento, il voto di castità di un nuovo cristianesimo sociale. Giù i chiavistelli dei conventi! Apriamo anche una volta le porte a Satana liberatore, o compagni socialisti! LA CRITICA SOCIALE. Avete la 1 a annata? L'Ammitiistrnzione della Critica. è semp,·e disposta u ricambim·e con u11aqualsiasi successiva ,.mnata, rilegata, oppu1·e c01l u,i am,o d'abbonamentu, l'invio che le venis,11e fatto della 1• aimata {1891)di Critica Sociale i1t buono stato di conservazione. Ricambieremo con opuscoli, a richiesta, ognuno dei se– g1miti numeri separati dello stesso 1° an,10 .- 4, 5, 6, 7, 8, 10, 12, 19, 16, 17. Ct{IOSA AD Uf,tA ùEGGE (La legge per gli esami alla Camera) Al cacciatore coscienzioso che frughi i fossati per scovare la lepre, capita. qualche volta che l'imprudente gli sgattaioli tra. i piedi; a qualche poeta amoroso, che sospiri per la donna che non esiste, accade di trovarsi fra le braccia una ragazzotta, poco ideale ma che lo riconcilia con la bassa. vita; ai partiti che vanno spo– gliando l'archivio dei vecchi programmi, per rimetterne a nuovo una II piattaforma d'agitazioni 11 (così si dice) c'è da augurare che inciampino in qualche trave che li richiami a qualche cosa di modesto, ma di immedia– tamente utile. La Feclerarioue degli insegnanti secondari andava anch'essa cercando la sua. lepre per il menu del pros– simo Congresso: e, cerca e cerca, parve che uno spez– zatino di "scuola laica,,, servito, con salsa piccante d'anticlericalismo, sarebbe stato assai ghiotto. Se n 1 era parlato tanto, e in tanti accesi ordini del giorno, di questa uscuola laica.,,, che è ben giusto che sia nato il pensiero di vederci un po' chiaro. Il nostro U. G. Mondolfo 1 che è una testa solida ed equilibrata, scrisse infatti alle Sezio11i, da parte del Consiglio Fede,-ale, di cui è pars magna: u Va bene: parliamone pure: ma per vedere che cosa è; se c 1 è, se non c'è; se la dobbiamo conquistare o difendere ir Le risposte non si fecero attendere; giunsero da ogni lembo d'Italia. numerose come i nostri torrenti e varie come i nostri cuori. Vi sono quelle aspre e corrucciose, come il discorso d'un comiziante "pro Giordano Bruno 11 : snebbiare Io spirito dalle caligini dell'oscurantismo, ecc.: vi sono altre rigide e fredde come un teorema di geometria: educare la. mente a credere ciò solo che si prova logi– camente. Alcune sono entusiastiche, quarantottesche: educare gli animi al culto della patria e de1la virtù; certune appaiono, nella loro oscura complicanza, frutto del professore locale di filosofia. Infine sgattaiolano, garbate, accomodanti, reticenti le risposte delle anime sentimentali non che clericaloidi. Ma.intanto che la Federazione fruga i fossa.ti, ecco la s3lvaggina ricercata. che le capita viva e concreta. dinanzi agli occhi. Il Ministro della P. I., che, per risolvere se la scuola debba essere o no la.ica 1 si affida alle incongruenze d'un regolamento (il 1·egulamenlu dei buoni vecchi funzio– nari piemontesi è ancora il sovrano reggitore delle menti italiche), senza preoccuparsi di si alti problemi, presenta una. leggina - di quelle da spicciarsi in una mezz'ora delle sedute mattinali - per sregolare le norme degli esami. Che é, che non è, Pinnocua leggina. destò un tal rumore che parve l'on. Rava avesse attentato allo Statuto del Regno. Professori universitari, scien– ziati, deputati, g:orualisti - forse un po, indettati dalla suddetta Federa;ione - disputano di me*die,di trime– stri, di sessioni, di esami, come fosser ~utti pedagoghi, e le sedute si consumano in discorsi opposti e la legge - mentre scriviamo - è forse ritirata; certo condan– nata. 11 fatto merita una. chiosa. Non per Pimportanr:a del– l'episodio parlamenti re; chè l'on. Rava non è la prima volta che ritira una. legge; e, ad ogni m.odo,se la cosa nuoce alla sua. autorevolezza di Ministro, i lettori della Critica Sociale non se ne commuoveranno troppo. Nep– pure per l'azione della. li'ellel'azione, che ba non solo esercitato un diritto, ma compiuto il suo dovere.

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