Critica Sociale - Anno XVII - n. 3 - 1 febbraio 1907

34 CRITICA SOCIALE qitale la rnentalilà religiosa e il fenomeno cleri- 1·icale si connettono st1·ettmnente ('J·a l01·0, e di– pendono ent1·arnòi dallo stato eco,iomico lielle niasse e da quello della t01·0 coltura - i quali due stati 1 a lo1·0 volta, inte1·d1jJenclono /-i·a to1·0. Qaesta qua• ai·uplice connessione int1·iga non poco quei ce;·velli, c11e p1·udentemente hanno p1·esa l'al.Jilwline di non pensai·e alle qi,eslioni coniplesse. Si danno pa1'ecchie (onne, di anticlericalisrno, pe1'(ettamenle cie1·icali, te quali non accettiam,o. Sg1·aziatamenle sono le più tacili e te pii, in voga. Con questa pi·emessa - e con la certezza di meritarci dai predetti " clericali senza sape1"lo '.') accusa di incom·enza - dia·mo la pw·ota a Gm•ziu Cassala, che parte in rruerra contro un parlù.:O· tai·e fen01neno di gesuUisnw b01·ghese - e dichia· riarno di consentf1•epienarnente co,i lui. 1'\fa da l1·opJ)i alb·i nostri mnici dissen,liaJJW raclicattssimamente - in questa com.e in altre materie - su quello che è pe1· noi l'essenziale: s-ui nietocli di lotta. Ripetiamo che, su di ci<\ ci teniamo a 1·tse1·varci JJiena libertà di pw·ola 1 e /àcciarno nostro il 1nOUocli un {rate anticle1·icale - il Cam,panella - elle ponem,mo ad epigrafe di queste righe. Non tace1·emo. A 1·ivede,•ci dunqu,e ai prossinii nunie1·i. LA CRITICA SOCIALE. Sarebbe una grande goffaggine, se non fosse una grande ipocrisia, la parola d'ordine che, detta dal banco del Governo, è bene accolta da quasi tutti i deputati al l)arlamento e dalla stampa, dalla sonni• niana più ancora che dalla ministeriale, e che si esprime cinicamente così: - I clericali, il giorno che vanno alle urne, diventano cittadini come gli altri e, rinunziando alle fisime del poter temporale, non sono più nocivi. - La Chiesa può rinunziare a una speciale forma di poter temporale, non al poter temporale. Non vi ha mai rinunziato nel corso vario della sua lunga vita, perchè essa, la quale ha cono· sciuto in ogni tempo e praticato le diavolerie tra– dotte in formule clai moderni, tanto la legge dell'adat• tamento quanto il materialismo storico, congiunse sempro il potere spirituale col temporale, come quello che non può ,,ivcrc da solo e che da questo riccye alimento. I beatipossiclentes si convincono alla prima che bisogna credere e far credere, perchè l'oppio re• ligioso annebbia i desideri e assopisce la volontà di coloro che non hanno. E la predicazione dei pochi che vorrebbero resti• tuita la Chiesa alla semplicità de' primi tempi, ne' quali il cristianesimo era una setta e non costituivil un potere, è un'illusione o: una ciurmeria. Come il– lusione, rinasce periodicamente; e moriva una volta sul rogo e finisce oggi alla Congregazione dell'Indice. Come ciurmeria, serve a meraviglia la democrnzia cristiana. La quale, nell'atto che dice di voler puri• ficare la Chiesa, si mescola in tutte le competizioni di natura terrena e parla di affari con sottigliezza. curialesca; e si histiccia col Vaticano, non per que• stioni di fede, ma per il potere tempornle, chè quella vuole costituire il suo:dominio sopra gl'interessi del popolo minuto, e questo proibisce che si tolga valore all'antico privilegio proprietario. Trattano della forma: - demagogia od oligarchia? 1t certamente un'ubbia la ristorazione del potere temporale classico e figura anc'oggi nelle dichiara– zioni pontificie per alcune convenienze di politica intcrnazionflle, non come proposito del Papa e della sua Corte, e nemmeno come illusione. Nè sarebbe desiderata, se non da pochi fanatici; chè il governo di un popolo, per le molte e complesse questioni che si dibattono ora e per l'illanguidirsi del principio di autorità, toglierebbe credito alla potestà spirituale. Il Vaticano, porchè sa adattarsi 1 proporziona i suoi desideri alle mutate condizioni storiche ed è pago d'integrare il suo potere spirituale col poter tempo• rale di uno Stato amico: per questo modo, non ha i fastidì del governare e può, variando le amicizie, seguire una tattica pili vantaggiosa. Ma talvolta gli amici mutano affetti; com'è acca· duto della Francia, la quale sta facendo una seconda grande rivoluzione, non avvertita soltanto dai sinda· calisti, rivoluzionari di princisbecco, che il fatto ri• voluzionario pare facciano consistere nelle chiassate e che confondono Ja parte accessoria con la essen• ziale. Per loro, non c 1 è fuoco senza fumo; e il più bel fuoco è di paglia. Il papato 1 intanto, si brucia; e cerca un paravento. La separazione della. Chiesa da.Jlo Stato è una for• mula vuota di senso pei foschi artefici del Vaticano: e, così affermando l'OsservatoreUomano a proposito degli articoli del Combes, veniva conseguentemente a confessare che gl'interessi materiali non si possono scindere da quelli religiosi senza diminuire l'impor• tnnza di questi; che, in altre parole, il papato nou può cingersi di sole astrazioni spirituali e che non ci può essere un Papa religioso. La politica, prima di tutto e sopra tutto! Ma non si fa politica senza adattamenti ed alleanze. Perduta l'amicizia della Francia, dove cercherà il Vaticano un altro potere temporale che lo sussidì delle sue forze? Dove? La Spagna ba poca impor• tanza politica e per giunta comincia a peccare di infedeltà. Il Belgio è governato dai buoni cattolici, nonostante che i prestigiatori del socialismo, cinque anni fa, ci avessero promesso per quest'anno di farlo scomparire nelle tasche del Vandervelde; ma è cosi piccolino da parere una pillola. L'Austria e Cecco Beppe sarebbero huoni amici, anche perchè patirono gli stessi dispiaceri dagli usurpatori; ma hanno tante noie in famiglia che non possono badare alla cas~. degli altri. L'Impero germanico sarebbe desiderabile per ogni Yerso; nè a gente spregiudicata può far ombra il protestantesimo dell'Imperatore; ma pro– prio il partito cattolico tedesco, con la sua risoluta opposizione al 0-ovcrno, impedisce il contratto. E allora? L'America è Joutana, l'[ng·hilterra è troppo saggia; non restano che l'Italia e la repubblica di San Marino. Resta dunque l'Italia. La quale è così macchìata di pece, che non avrebbe davvero bisogno di un'altra mano di tinta clericale. La Chiesa l'ha già in parte riconquistata: la Chiesa, che forma il suo dominio terreno non solt.anto nel modo che ho detto, cioè chiedendo in prest.ito il potere a uno Stato amico, sibbene anche con l'esercizio attivo deJle sue forze, diffondendole ed intrudendole negli organismi na– zionali, attossiccando le fonti della vita popolare, con cento arti sottili, con mille ripieghi industri, con tutte le malizie che sprizzano dall'occhio cupido del prete. Per questa sua sfacciata in,•adenza, si guastò l'amicizia della Francia. Ora ghermisce il nostro paese. Essendosi impadronita della maggior parte delle Opere pie, amministra il denaro dei poveri : essendo entrata nelle gare politiche a conforto delle pavide schiere conservatrici, difende la proprietà dei ricchi. È nella Banca, negli affari, istituisce Casse rurali, trasforma i conventi in locande e in Jabora• torì, fonda Leghe operaie, ha grande abbondanza

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