Critica Sociale - Anno XVI - n. 18 - 16 settembre 1906

CRITICASOCIALE 287 guerriglia contro le serrate, e anzitutto ritiene indispen– sabile il rafforzamento delle singole organizzazioni e una grande cautela nella proclamazione degli scil)peri: " Scioperi ingiusti non esistono che nelle teste dei 1>adroni e dei loro cagnotti; ma è tutt'altra questione il sapere se talvolta non si proclamano scioperi sconsi– sigliati. 11 Anche 1 dice hliiller, bisogna rinunciare al timore delle sconfitte. ".Meglio terminare a tempo una lotta senza speranza, e rimandarla ad una prossima oc– casione più propizia, anzichè lottare fino all'e<:1aurimento per l'onore. Questo non viene macchiato da una lotta interrotta; ma una organizzazione può essere resa im– potente per lungo tempo se trascura il momento giusto per metter fine alla lotta. Anche qui è necessario ascol– tare prima di tutto la parola dei dirigenti l'organizza– zione, e solo in seconda linea quella dei combattenti, ai quali la passione della battaglia turba l'obbietti\'ità del giudizio e la chiarezza della riflessione. " Anche è necessaria una migliore collaborazione reciproca delle singole organizzazioni e una fusione di quelle piccole in un'unica unione. Dunque, concludendo questo osservazioni generali, lo sviluppo delle organizzazioni padronali, e il generaliz· zar.si dell'uso della loro arme preferita, la serrata, non sono da considerarsi un pericolo invincibile per la classe operaia j anzi 1 tutto riò condurrà ad un rafforzamento cle\l1orgauizzazione, alla fusione delle singole correnti, all'indebolimento delle organizzazioni parti~olaristiche, e alla educazione e all'addestramento del proletariato organizzato. *** Come sorsero e come si svilupparono lo org'a.nìzza- zioni padronali? La più antica organizzazione padronale a caratte1·e accentrato è l'Unione dei padroni tipograft 1 fondata nel 1869 come contr'altare alla organizzazione degli operai creata tre anni prima. E sono state appunto, di regola, le organizzazioni proletarie a cla:-e la spinta alla costituzione delle Unioni padronaìi 1 dimodochè queste sono sorte più tardi là. dove gli operai sentirono più tardi Io stimolo all'organizzazione. Le organizzazioni padronali non sono 1 solo perchè tali, un male dal punto di vista dell'operaio organizzato, sono anzi, pensa il Niiller, da desiderarsi, semprechè però non abbiano ca– ratteri e scopi reazionari. Anche le organizzazioni padronali non si sottraggono nel loro periodo iniziale ad uno spirito giovanile di fronda, che SO(foa. di abbattere, in un sol colpo, il ne– mico. Gli anarco•sindacalisti, osserva Mi.iller, banno, senza saperlo, una grande affinità coi capoccia del forcaiolismo industriale. Ma l'esperienza e le prove disastrose ricon– ducono man mano i frondisti della reazione capitalista a più miti consigli. .r padroni tipografi sono arrivati, come i loro operai, ad una concezione meno catastrofica dell'o1·ganizzazione e, per bocca di un membro della presidenza della loro Unione, Eugen :Mahlau, hanno ornai riconosciuto" senza scop e funesti i tentativi delle associazioni padronali delle altre industrie, diretti a distruggere od almeno a combattere e indebolire le organizzazioni operaie, ten– tativi che non sono altro che l'espressione di uno stadio iniziale della evoluzione sociale l)' Parole che possono egualmente applicarsi agli r;terili conati sindacalisti no– strani ed esteri. Delle organizzazioni padronali, dobbiamo distinguere quelle di diritto pubblico - come le Corporazioni profes, sionali obbligatorie per le assicurazioni, le Camere di commercio, le hmw1gen e le Camere artigiane, istitu– zioni tutte che offrono le più vaste basi alla organiz– zazione degli industriali e che sanno asservire a bene– ficio di questi la forza politica dello Stato - da quelle di diritto privato, quali i Cartelli, i Riuge, i Sindacati, i trusts, che si propongono specialmente scopi di poli– tica economica, e le Unioni professionali di imprendi– tori, che costituiscono H riscontro delle associazioni professionali operaie. L'azione reciproca fra queste due ultime forme di associazione è però molto intensa e i capi delle une sono anche i leaders delle altre. C.o Unioni di classe padronali si distinguono ancora in: a) Unioni centrali che abbracciano più mestieri (simili cioè alle Confederazioni degli operai); b) Unioni di im– preuditori che abbracciano solo gli appartenenti art un dato mestiere (simili alle Federazioni degli operai); e) Unioni che abbracciano più mestieri, ma limitano la loro azione ad un luogo o ad una regione (simili alle Camere del Lavoro); d) Unioni locali limitate ad una sola professione (Leghe). Alle Confederazioni centra.li a11partengono: 1° il rea– zionario Zentratverband deutscher lndustriellei·, fondato nel 1876, che rappresenta la grande industria e aveva, alla fine del 1905,associati 553 soci (fra i quali 62 Unioni industriali), 24 Camere di commercio, 7 Corporazioni professionali e 460 socl singoli; 2° il Buna der lndu– strieller, fondato nel 1895, che abbraccia le piccole e medie imprese e ha nel suo seno due correnti, l'una reazionaria, l'altra liberale, che non è contraria alle tariffe e agli Uffici di collocamento misti; 3° ìl Verba11d siichs-ischer .l11dustrieller 1 e 4° il llayerischer lnd11strielle11- verba11d. Kella seconcla categoria dello Unioni centrali cli ad– detti ad una stessa industria troviamo il Gesamlverband deutscher ftletcillindust1'ielle1·, guidato dal famigerato Menck, specialista in sempre nuovi sistemi di iierrata o nemico acerrimo delle tariffe. [ soci di questa. associa– zione impie~ano circa 400.000 operai. Non meno reazio– nario sono le sei Unioni padronali minerarie di Essen, Kattowitz, Aachen, Wa\denburg 1 Siegen o Brannsfels. Altro 4 Unioni centrali esistono ))er l'industria. del ferro, uua dei fabbricanti di macchine, una delle arti edilizie, terza iu ordine di importanza. Ancora esistono Unioni centrali padronali per lo in– dustrie ceramiche, del vetro, del cuoio, del legno, della carta., dei mulini, del tabacco, dello zucchero, del cioc• colatte; altro sono in via di formazione Fra le Confederar.ioni regionali, troviamo anzitutto l'Arbeitgeberb1t11d fr'ir llamburg-.4.ltona, fondato nel 1890, per opporsi alla resta del 1° Maggio, o l' Arbeitgeberve1·– baucl di ~lagdeburg, che, per assicurare agli industriali · il 1 ' diritto di padro,,anza nelle loro fabbriche , 1 , toglie loro ogni o qualsiasi libertà di movimento in casa loro. Le Unioni locali sono per lo più aggregate a qualche organizzazione professionale generale. . * :;, L'accentramento delle Unioni padronali è di data re– centissima. Risale alla lotta di Crimmitschau e fu rag– giunto nel 1904. La più grande Unione generale delle organizzazioni padronali (il Segretariato Centrale delle Unioni professionali operaie) è la. lfauptstelle deutscher Arbeitgeber-verbi.inde; esiste però un'altra organizzazione generale, il Veretn deutscher Arbeitgeberverbiinde, che si appoggia s1Jecialmente sull'Unione dei padroni metal– lurgici. Finora le due organizzazioni non si sono fuse, ma lo faranno, perchè non sono separate da diversità di prin• cipi. Sono entrambe reazionarie, e gli scopi che l'Haupt• stelte si propone sono: difesa degli industriali contro le ingiuste pretese degli operai; protezione dei krumiri; sviluppo degli Ufflct di collocamento padronale; esclu– sione degli operai scioperanti; difesa legale dei padroni io questioni di principio; creazione e uniflcazione di Casse di assicurazione contro gli scioperi! Di queste due organizzazioni, l'una, la Hauptslelle, ab• braccia 51 Unioni con 7: 1.899 operai occupati, l'altra 20 Unioni con !150000 operai occupati; ma probabil– mente il numero degli operai occupati dalle imprese unite in que,tc due organizzazioni centrali supera i due milioni. I mezzi di lotta di queste Unioni generali sono, oltre la serrata, gli Uffici di collocamento padrona.li , che ser– vono a perseguitare gli operai che hanno scioperato, le liste nere, il boicottaggio dei padroni che hanno man– cato alla solidarietà., l'assicurazione contro gli scioperi, che è però ancora agli inizt Fra i mezzi indiretti di lotta, meritano ))articolare ri• lievo il promovimento delle organizzazioni operaie cat– toliche e la istituzione di Sindacati gialli. * .,.. ·'I: Da questa rapida scorsa nel campo dell'organizzazione padronale tedesca noi vediamo come essa sia sorta e si vada sviluppando e perfezionando sull'esempio dell'or– ganizzazione operaia, senza essere arrivata ad una reale compattezza come le Unioni proletario. Una vera e pro• pria solidarietà fra gli associati esiste pili di nome che di fatto. Nè è da credersi che essa possa mai raggiun– ge1·.'liperchè, come vedemmo, accanto ad un interesso comune di classe degli imprenditori, esiste, e spesso assai pili forte, un antagonismo di interessi. Dovrà

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