Critica Sociale - Anno XVI - n. 6 - 16 marzo 1906

CRITICASOCIALE 85 g<,verua.Live, nnzi contro l 1 iutrusione dell'uno e dell'altre 1 acnin• il dolore e la mi~eria della classe operaia per arroveutnriw I<' pn~sioni violente, e alloru. egsi rinuncino a I o~ni elevazione gra1luale e si rinchiudano m nua vera. e propria as:--ociazione rivoluzionaria contro tutti gli organi della bor– ghesia. O iu,·ecC' le no8tre or~anizzaz1oui econo– miche scelgono di e,lifìcare a poco a poco, e pietra su pietra 1 la societl\ avn•nire. e allora bisogna. che si giovino di tutti gli aiuti dello Stato e cerchino di piegare lo Stato ai loro bi!'logni e alle loro aspirazioni. 1> 1 ra. runa f' l'altra i:itnula non c·è via cli mezzo. Dopo di che ci pare di potere !òienzasforzo pre– ve1lere la i:icelta 1lt~i noi:itri Hiudacati operai. Es:si 1 che nei loro Congrt•!,Ai hanno dimostrata tanta prati ci~\ e tan to ,leRiderio di prog'reclire, non pos– sono accetto.re IA.concezione sconsolata. del rivo– luzionarismo nntistn.tnlo. Anche là !love corrono dietro alle formule d'iutramligenza pal'ia.mentare, essi fanno in ('.!fotto nzione positiva e riformatrice, e perciò non po!l~ono nrl 1111 di~Pguo coucreto 1 come è questo Jll'f\.'l•nt.a!,) ,lai n1iui~tro Pantano, opporre il ,w,i JJ0ss1,m11s ,lPi pontPfici rivoluzionari. Se uoi avremo l'accorgimento d1 richiamare il proletariato C' le ~ne org-auizznzioni a. discutere non le formule R!stratte, ma le linPe rlirettive del– l'azione concreta, 11 sirnlncnli~mo r1,·oluzionario e antistatale finirà per rinchimlt•r::.i monasticamente nei piccoli cenacoli deglt int.>llcttuali 11isoccupati. l Y A..~OEBo~Olll. SOCIALISMO FILANTROPISMO? Preludio all'art.icolo che segue Dobbiamo rare tutte lo no!ltro rii,orvo sullo conclusioni che sembrano scaturire, In orrline tecnico, dal notevole articolo, che ))Ubbllchiamo più oltro 1 dol!'amico Angelo Crespi. Se la nostra - nnzlchò una U.lvlRtr~ di discussione e di critica foilso un glornnlo dl propaganda sistema– tica; se il Rocinllsmo non rosso por noi, in queste co– lonne, l'cre!!in. che ha Il dovere di aprire lo porte a tutte le eresie anche Interiori o di sottoporlo ad esame; se, insomma, il non tacebo del fllosoro non rosso veramente la nostra di\'lsa, noi avremmo avuto qualche scrupolo ad inserirlo. Ad ogni modo, una ossen•nzlono cl sembra assoluta– mente per noi do\·ero'Ja, Xelio studio del Crespi ,,•è una parlo che noi possiamo interamente 1v•teltare · ve n'ò un'altra che ricu~iamo perchè contraddice, non solo alla dottrina da noi pro– fessata, ma ai risultRtl della nostra quotidiana espe– rienza. Per Il Ure~pi - e fin qui possiamo seguirlo senza reluttanza - lo sorti dol socialismo, largamente inteso, deriverebbero assai meno d1lll 1 opera o dai caratteri del socialismo medesimo e dolio clas'ìi prolotarie,delle quali esso donebb'es:1ore la specifica fllosoHa, che non dalla diffusa psicologia di ciascuna società noi suo complesso, dal valore sociale di clnscun uomo e di tutti gli uomini <'he la compongono, derivalo a sun volta da un assieme di condizioni etniche, storiche, politiche preesistenti. Questo carattere "\udlvldun.listlco 111 che costituirebbe la forza del socialismo lngl0!!0 1 lo accompagnerebbe ad uno sbocco parimente iluli,•idualistico, e quiudi lo ra– rebbe conciliabile, in sostanza, col liberalismo illumi– nato e progrcssho, che modlflcll, 'ì0nza capovolgerli, gli ordini sociali esistenti. E ciò ò vero, secondo noi, fino a un certo punto della storia. Fino a quel punto In cui, secondo un ,·ecchio pen– siero di llcgol, lo modificazioni quantltdi,•e, accumulan– dosi, diventano una modlflcazlone qualitath,a E quello che fu battezzRto u rirormi<tmo .• ò tutto, iu fondo, penetrato di questo pensiero. La tendenza, da noi accentuat:i., ad av– valorare l'importanza del contenuto otico e pedagogico del movimento proletario ,11 fronte 1llle cornici di una lotta di classe e di una organizzazione proletaria puramente meccaniche; la no<itra propaganda contro il semplicismo delle formule, contro In.soµnata possibilità di fabbricare, con diluvio di parole e con fiammate sentimentali, le coscienze o gli eserciti socialisti; contro l'inorganicità. dello or~anizzazionl che 110110 semplici coacervazioni di interessi grossolnnamonto Intesi e grossolanamente con– trapposti; la famo.'m eresiri llolln necessiti\ <li una pro– gressiva " coo1)orn·,, ion osocin.lo 11 innestata al concetto e alla pratica dolln lottll <Il cla<Jso; li nostro insistere nel proclamare che una CIMSO soggetta non potrà riu– scire durevolmente vlUorl<.'r,a o compiere una vera. "ri– \70luzione ., sociaie a mfl.lgra.do d i ogni ragione astratta di giu<;tizin Ideale, come di ogni impeto materh,Ie di vio• lenza. comunque camuffata, fo"so Jrnre travestita nell'ini– ziale apparento u paclfhmo "di uno sciopero generale - se non in quanto e1;sa abbin creato o alimentato in sè le virtù e la capl\cit1\ che la rendano degna del trionro e atta alla gestione degli interessi complessivi della società i tutto queito 1 elle ò come lo spirito animatore del nostro ,o-,lalismo, collima perrettamente colle idee illustrate e propugnato dal no:ttro collaboratore. E, io questo semo o in que-.ti limiti. il mo,•imento operaio inglese, la <ioclotà lngle>le tutta quanta, possono fornirci utili ed imiiRbill esempi . .Ma, nello sue dodt1zionl 1 Il Cro~pl va molto più in là. Egli, in rendo, rileva nel soclo11 ... 1110 ingle~e - al quale del resto, o in ciò è perrottamento logico, nega perciò anche il nomo di vero socialismo - esclusi\amente quello carnttorlstioho cho lo pongouo in contraddizione col socialismo coutlnontale. Non sarebbe soltanto un movimento più complo.~<to;11011 vi sarebbe soltanto una più intensa fusione o c0oJ)orazlono sociale, un " flusso circolare , 11 come egli si o<iprlme, di aziono anche tra le classi JJÌl1lontano. In realtà secondo il Crespi - in quel socialismo, ch'egli erodo di vedere io Jnghilterra e del quale tesse l'apologia, pur dlstluguendo quanto può essere imitato o quanto ò l11<1eparabilmonloconnesso alla storia ed all'ambiente brit urno Il t1u<1so 1 meglio che essere circolare, correrebbe dall'alto In basso, dagli strati più elevati ,·er"!Ogli strati inreriori; a questi ultimi non rimarrebbe che I. •Jllritn ,li imltazir.,e, il de<1ideri~ di salire inquadrandosi nel quadro della società. borghese, migliorata, integrata, non son-ertita. La società è e dovrà essere il ratto delle alto clas~l sociali; della simpatia che discendo o che si comunica e si diffonde e risale .... Or que-sta ò la. negaz\0110 1 non 1>uredello spirito etico del socialismo - o d'ogni socialismo, secondo noi - ma dolio stesso suo contenuto mati:,riale. li concetto del Crespi sequestra al sooialli,mo 1 come rorza attiva, niente meno che il suo protagonlstu: Il proletariato. Non sapJ)iamo quanto In storia Inglese autorizzi le doduzioni - por noi, A dl1·0 li vero, unilaterali - del nostro amico. Ricordiamo lo lotto terribili del chartismo, ricordiamo i ramosi il.fl.JlJl0rti degli Ispettori inglesi delle fabbriche riferiti dul ~larx, o gli lfCloperi colo:isali, e le lotto cruenti, onde, poi corso di mozzo secolo, ~i rormò e si cementò 11 moderno movimento operaio al di là della llanica. La Jlolemlca del nostro Bis~olati con Luigi

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