Critica Sociale - Anno XVI - n. 6 - 16 marzo 1906

CRITICA SOCIALE 83 Il Gruppo non potò supporre, e non suppone, che ues– sun Congresso del Partito abbia mai potuto voler ri– dune l'azione JH\rlamentare, nè (come nelle due prime !potesi) a un risibile perditempo, uè (come nella terza) alla espressione di un sostanziale anarchismo, però meno logico di quello che apertamente ricusa ogni par– tecipazione alle lotte elettorali ed all'azione 11arlamen– tare. Quanto alla maggiore o minore probabilità che il pre– sente Ministero, quando non sia subitamente rovesciato, attui quei progetti di legge e quelle parti del suo pro– gramma che appaiono favorevoli, dirnttamente o indi– rettamente, allo sviluppo delle energie proletarie ~ abolizione del sequestro dei giornali, riordinamento dei pubblici servizi, avviamento serio alla soluzione dei problemi del Mezzogiorno, devoluzione di parecchie de– cine di milioni a immediati interessi delle classi lavo• ratrici (colonizzazione interna, con speciale rigLiardo alle Cooperative di lavoro, Cassa di previdenza per gli in– validi al lavoro), ecc. - gli apprezzamenti e le previ– sioni furono varl anche in seno al Gruppo parlamentare. Indizt favorevoli potrebbero trarsi dalle disposizioni date dal presente Ministero pel rispetto degli usi ci-vici in difesa dei contadini in senso contrario a disposizioni precedenti e dalPaccoglimenlo, nel progetto già presen– tato, di varie delle principali rich!esto dei ferro,·ieri, stanziando all'uopo se~te milioni, e sciogliendo così coi fatti le promesse delle trattative nel 1902. Ad ogni modo, la probabilità di un'azione più ardita - entro limiti compatibili coi fondamentali interessi delle classi rlominanti - può dipendere sia da contin– genze strettamente parlamentari - come, ad es., il bi• sogno che il Governo possa avere dei voti dell'Estrema Sinistra per reggersi al potere - sia, e più ancora, dalla. pressione morale formidabile che il Gruppo socia– lista - sostenuto, anzichè avversato, dal concorde con– senso delle organizzazioni lavoratrici e del Partito - potrà esercitare sul Parlamento e sul Governo. .AI quale proposito non è forse inutile avvertire di passata, come i manirestatil'li dissensi nelle nostre schiere, inducendo a dubitare della sahlezza della nostra azione, abbiauo già. in questi giorni rianimato le cupidigie e lusingato le speranze dei cadùti di ieri, e concorso in• dubbiamente a determinare la riscossa. 1 onde il voto della Camera pel completamento della Giunta del Bilancio e per la nomina della Commissione di controllo sulFammi– nislrazione dell'esercito è significante espressione. )fa, a malgrado degli accennati ed inevitabili dispa– reri in fatto di previsioni del futu:ro, unanime fo il Gruppo socialista nel considerare che la nuova combi– nazione ministeriale doveva agire almeno come dissol– vente di uua situazione di conrusione e di paralisi, in– timamente reazionaria, divenuta funesta al paese e dan• uosa, di riflesso, al proletariato medesimo; e poteva - t col concorso vigile ed armato del Oruppo e del Partito socialista - prima o(l a traverso di un nuovo appello alle urne - rendersi preparatri<Je di situazioni future, meno ostili al delinearsi schietto degli interessi sociali in contesa e quindi allo sviluppo della lotta di classe proletaria. Ed è perciò che ottimisti e pessimisti, transigenti ed intransigenti, riformisti e rivoluzionari, tutto il Gruppo insomma nelle sue varie gradazioni e differenziazioni nominali e tendenziali - che poteva, giocando di abi– lità. per gua~dare a sè stesso le spalle, o rlifferire ogni sua deliberazione formale, o riparare nel placido limbo dell'astensione del voto - !:li ritenne invece nel preciso dovere di assumere un atteggiamento che, mentre, anche per esplicita affermazione, non lo vincolava affatto per l'avvenire, e poteva e può sempre mutarsi al primo in– di,do di abbandono del programma o di deviazione da parte del 1tinistero, cooperava alla liquidazione della stagnante e deleteria condizione di CO!-ie che aveva prima combattuta. Diversamente comportandosi, il Gruppo socialista avrebbe stimato e stimerebbe di tradire consapevol– mente il mandato a lui commesso, gli interessi concreti ed urgenti del proletariato tutto quanto, e la ste:isa causa socialista; al cui progressivo trionfo l'azione pari amen• tare è strumento certamente di esseur.iale efficacia, quando non solo presieda ad essa, l'lempre vigile, la grande idealità redentrice che tutti ci affanna, ma so– pratutto la francheggi lo sforzo tenace e concorde del proletariato militante e delle sue indomite e gloriose avanguardie. Ed è con questa coscienza - alta, serena, sicura -– che il Gruppo socialista oarlamentare italiano attende, dai futuri Congressi ciel Partito, il verdetto sull'opera propria. Antulisei - Arnldi - Badaloni - Be11tini - Bere– nini - Berlesi - BissolaU - Borciani - Cabl'ini - Ferri H. - Fel'ri G. - Gatti - Masiui - Mo11temarli11i - Morgaf'i - Pe1·el'a - Rigola --– Roudani - Sichel - 'l'odeschini - Turati - Ze,·– boglio. IL SINDACALISMO ALLA PROVA Io non so se il disegno di legge che il ministro Pan– tano ha testè presentato alla Camera per da.re un avviamento sicuro alla colonizzazione interna potrà - come auguro - giungere in porto. Molte e gravi tempeste esso dovrà attraversare 1 tempeste susci– tate e dagli interessi offesi e dalle paure reazionarie del Parlamento. Ma, se il disegno di legge potrà salvarsi assieme al suo presentatore - contro cui si aff-ilano nell'ombra tutte le armi pù insidiose e velenose - io non dubito che esso servirà magni• ficamente, in questo quarto d'ora t.li polemiche violente pro e contro il sindacalismo rivoluzio– nario, a saggiare le tendenze real i del nostro mo– vimento operaio. Intanto è bene rammentare due voti recenti, espressi in due importantissimi Congressi di lavo– ra.tori della terra, di una categoria operaia cioò eh.e, per la natnra prevalentemente agricola del– l'Italia e per le origini del socialismo italiano, tiene un iudiscutibile primato. A Reggio Emilia, nella riunione tenutasi Pestate scorsa fra le maggiori Cooperati ve agricole, l'augurio ad un più largo esperimento delle affittanze collettive trovò assen– zienti tutti i convenuti. E, perchò questo esperi– mento potesse trovare più agevole la via, fu cura dei congressisti di sollecitare dal Governo una legge di favore per le Cooperative agricole, de– siderose di coltivare i beni rustici dei Comuni, delle Provincie e delle Opere Pie. Nel succes– sivo CongTesso di Bologna, tenutosi in ottobre fra le organizzazioni proletarie dell'Emilia e della Romagna, il voto di Reggio Emilia trovò la sua iutegrazioue. A Bologna non solo si riconobbe l'utilità di sviluppare le affittanze collettive locali, ma, sopra relazione di Ilario Zanoni, si affrontò il vastb problema della colonizzazione interna e della emigrazione. E, per ciò che riguarda la colonizza– zione interna, il Congresso fece voti per l'istitu-

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