Critica Sociale - Anno XV - n. 19 - 1 ottobre 1905

296 CRITICASOCIALE socialmente assicurato, non vi sarebbero iùcali pra– tici a sufficienza per stimolarn le energie umane; che anzi, a mano a mano che le attività mentali sono in grado crescente impiegate dai più, si am– pliano gli orizzonti mentali e si moltiplicano le dif– ferenze di gusti e di bisogni e quindi i campi di esplicazione dell'attività individuale. Per conto mio non ho alcun dubbio che il pro– gresso del socialismo è nel senso inglese e non nel senso tcdcsro, dovuto cioè al fatto che la civiWt moderna esige da ogni nazione una somma crescente di uomini piì:1 completi, e non ad alcuna fatalità di ordinamenti economici. Questi si evolvono, non per nécessità h1trinseche, ma nella misura. in cui ces– sano di essere adatti a dare il massimo numero di uomini più capaci, cioè armonicamente pit1 svilup– pati. Ed è qui che In mia Yisita alla Garden City nascente mi suggerisce alcune considerazioni sul corso, che a me sembra quasi fatale 1 delle cose nella moderna vita sociale, specie in riguardo all'agricol– tura. La concorrenza, che fa. l'agricoltura delle Colonie all'agricoltura inglese, non è un fenomeno perma– nente. A mano a mano che il :MondoNuovo e il Nuo– vissimo si Ynnno popolando, la domanda crescente del mercato interno alza i prezzi elci prodotti agri– coli sul mercato esterno e nella metropoli. Per di più, nelle Colonie stesse, lo sviluppo dell'industria diminuisce l'importanza della produzione agricola. A ciò è da aggiungere che nelle Colonie, come nella madre patria, lo sviluppo eccessivo dell'industria a scapito dell'agricoltura si riflette in modo allarmante nella deteriorazione o almeno in un arresto nello sviluppo fisico della popolazione e in gravi inconve– nienti morali, specie nella popolazione femminile. Non solo; ma questo pericolo potrebbe fra non molto essere accresciuto dai perfezionamenti dell'industria e dell'agricoltura indiana e cinese, che, a cagione del vile prezzo della mano d'opera, potendo gettare sul mercato i loro prodotti a prezzi di gran lunga jnferiori agli inglesi e ai coloniali, e trasportarli anche a grandi distanze per mezzo di marine mer– cant.iU gialle 1 che non sono poi di là da venire come si crede, potrebbero, le cose restando come sono, rovinare l'industria e J1agricoltura inglese completa– mente e mettere in grande imbarazzo quella degli Stati Uniti e delle Colonie, dando luogo a un con– seguente abbassamento nel tenore cli vita _g-enerale. Orai come mantenere questo al suo presente livello e come migliorarlo) ten1:1toconto che esso è anche internamente minacciato dall 1 eccessiva predominanza dclliindustria? ( 1 ) Evidentemente non c'è che una Yia d'uscita. L'Inghilterra e, più tardi, ogni altro Stato mo– derno su cui verranno ad agire IQ stesse cause, do– vrà provvedere a vivere dei prodotti di una agricol– tura propria e ad una distribuzione razionale del– l'industria e dell'agricoltura; razionale non solo dal punto di vista economico, ma anche igienico, in vista degli effetti deterioranti di una vita urbana mera• mente industriale. Il paese dovrà diventare una na– zione di Garden Cities, e poichè, nel frattempo, di– venterà sempre più difficile che esse sorgano per inir.iativa privata, date le difficoltà che altrove l'at– tuale sistema di proprietà del suolo presenta in con– fronto di Letchworrl, la nazionalizzazione del suolo si imporrà e con essa l'adozione su scala. or nazio– nale, or locale, ora imperiale, di tutte le misuro de– stinate a tener alto o a migliorare il tenore di vita delle popolazioni o ad accrescerne la produttività. Si intende che ciò dovrà essere accompagnato da una legislazione destinata a tenere lontana dagli Stati, in ( 1) Yed! In 1'fll'i(T 1'1·01,/em del!'Asll,ey l'u80 di que8tl argomenti a favore 11ell'ldea d! un 11rotezlon1smo Imperlale. cm il tenore di vita sarà più elevato, la mano d'o– pera che non presenti le catteristiche della assimi– labilità; vale a dire che og1\i Stato tenderà acl at– trarre gli elementi più capaci degli altri e a respin– gere i peggiori. ]~ da una legislazione destinata ad impedire o a rendere estremamente difficile l'impor– tazione di prodotti similari ai nazionali, ma a prezzi bassissimi, a cagio11e delle differenze nella mano d'opera. li teorico a questo punto balzerà scandolezzato o trionfante innanzi a questa profezia d'un protezio· 11ismo alleato al socialismo, come i teorici del lctissez faire han sempre detto a proposito dell'affinità tra le due dottrine. Non so che fa,1·ci.Ho parlato al fu– turo, ma la legislazione del Canadà, degli Stati Uniti, dell'Australia, e le risoluzioni dei Congressi delle Joro 'J'radesUnious son lì a provare che ciò avviene già presentemente. D'altronde la questione è questa: o rimbarbarirci, sia pure trnnsitoriamente, o, se non vogliamo rimbarbarirci, se vogliamo invece miglio– rarci, dobbiamo organizzare la vita più scientifica– mente all'interno e difenderci all'esterno come si può. A mano a mano che gli l~uropei inevitabil– mente vanno a portare l'industria, la sicurezza, la giustizia) la sanità stessa e ad insegnare lo sfrutta– mento del suolo e delle miniere tra i negri e i gialli, questi hanno una possibilità crescente di mol– tiplicarsi per l'assenza delle lotte primitive tra tribù e tribù e perchè viYono una vita sempre più rego– lare e sana; nel mentre tra i bianchi l'elevarsi fiel tenore di vita si accompagna. con una decrescenza nella natalità. Senza duhbio lo squilibrio un giorno scomparirà; ma impiegherà dei secoli a scomparire; mentre l'organizzazione della vita ha una instabilità e quindi una facilità di decadenza, che è proporzio• nalc alla sua complessità ed elevatezza. Quindi, mentre per PJmpero Britannico potrà forse darsi che i rapporti tra agricoltura ed industria, quanto più si anà presente 1a relazione tra campagna e benessere fisico, si aggiustino in modo che ogni sua parte tenda ad avere un mercato ngricolo interno proprio, e che quindi l'Inghilterra stessa ritorni agricola-il che, coi perfezionamenti crescenti della produzione agricola, potrà in parte compensare gli effetti deprimenti del circoscriversi del mercato in– dustriale e dell 'esaurir.si graduale della produzione carbonifera - lo stesso, a lungo andare, dovrà av• venire d'ogni altro Stato. A mano a mano che, tranne per gli elementi superiori, l'emigrazione vedrà chiudersi gli shocchi - e in queste condizioni l'emi– grazione di elementi superiori è una perdita nar,io– nale - e che ogni Stato europeo, proporzionata– mente al tenore di vita delle sue popolazioni, sen– tirà l'effetto deprimente della- concorrenza asiatica e dei paesi a civiltà superiore, ad un tempo; esso flovrà provvedere, sia a trovare sempro laYoro alle sue popolar,ioni nei limiti del paese medesimo) sia ad elevarne la capacità produttiva e distribuirne ra– zionalmente l'impiego 1 sia a proteggerle contro quella concorrenza straniera, che, lasciata libera, Je affamerebbe in pochi giorni (1). J'ç evidente che, se si ammette il valore supremo della personalità umana comparativamente a tutti gli altri valori e se rifiutiamo legittimamente di cli· scutere con chi eventualmente tratti l'uomo come mezzo e non come fine, u11a politica socialista è il solo rimedio alla situazione. }j per noi qui politica socialista non significa altro se non un indirizzo po• litico inteso a organizzare la vita della collettività fisicamente, intellettualmente) economicamente e mo– ralmente in modo da accrescere le energie produt– tive1 la felicità, la dignità, la salute d'ogni sua. unità (1) SI pensi che O.V\'Crrcbbe so el lasclRssero 11\Jcr! gl'lmprend!torl di approfittare dell'eccesso u.nnuo di popolazione cinese cd Indiana!

RkJQdWJsaXNoZXIy